MESS.
Bastava così poco, così
poco, perché il freddo pungente delle mattine invernali si scrollasse come
brina dal suo corpo. La sua breve tazza di the troppo dolce, che le faceva
arricciare le labbra piene, screpolate dal vento a cui era appena sfuggita, e
quel tocco inaspettato, seppur così maledettamente normale nella sua
quotidianità. Le sue braccia appena posate su di lei, a stringere, con
tenerezza, il corpo snello e minuto, le sue labbra dolcemente posate sul collo,
in un silenzioso saluto che niente invidiava ai grandi slanci d'affetto. E
l'ormai familiare odore di pelle e fumo, vicino, troppo vicino. Il calore
l'invadeva in un istante, come una doccia calda, con la morbidezza e il
sentimento d'una vecchia coperta. Nulla v'era di più semplice, eppure lo sentita,
Eve, dentro di se, che nascondeva qualcosa di più. Le sue guance imporporate
contro il gelo, le parole morte in gola, un ultimo sorriso. Il dubbio rimane,
ferisce, così come scalda e cura. E come leggere nei gesti? Come evitare i
lunghi pensieri, che si riflettono negli occhi mentre i vetri si appannano,
vivi? Se lo chiese, se lo chiese ancora, come se quella domanda la tormentasse.
Non lo voleva ammettere, Eve, che quel piccolo contatto era capace a renderla
totalmente capace di agire. Intrappolata in un sogno che, rudemente, sembrava
essere solo il suo.
Ecco qui. Nulla di speciale o di
pretenzioso, solo un grappolo di sentimenti e di pensieri che a volte ci
incatenano, ci annebbiamo la vista e
ovattano l’udito. Era una giornata normale, come oggi, come sempre. Spero che queste
poche parole siano state di vostro gradimento J Grazie
di tutto,
MeggyElric___