Giovani coppie distese al sole si raccontano il futuro. Bambini ruzzolano gioia giù per il pendio. Una corona di candido ghiaccio sulle cime attorno. Sole che scotta. Prati d’ambra e smeraldo. Sogno amaranto. Alberi gemmati a festa. Ginevra giace languida bagnata dal lago. La funivia della Saleve è spettacolare. Un balzo di 600 metri in un minuto. Corsa semplice. Ritorno a gambe. Ma non si staccano gli occhi. C’è troppo d’immenso da qui. Il massiccio del Mont Blanc sembra scolpito con regolo e misura. Non c’è nulla di imperfetto. Le linee convergono. I piani si intersecano. La struttura è ampia e potente. Il suo abbraccio è per sempre. Il sole è alle spalle. Stempera rosso sulla grande distesa di neve. L’azzurro mistico del cielo è una cupola su cui scorre il primo algido quarto di luna. Sarà splendido il tramonto quassù. Gruppi tornano alla stazione. L’ultima discesa è alle 6. Io salgo. Lo Zenith è di là.