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Autore: FreeForAll    10/01/2013    3 recensioni
"La guardava almeno una volta al mese, la prendeva e la fissava, anche se questo la faceva sentire malinconica.
Ma questa volta non fu come le altre: dopo averla guardata, guardò anche dentro sé stessa. "
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salì in soffitta, si avvicinò al fondo della stanza e aprì il contenitore. Dentro quel piccolo baule c’era il caos più totale: cartoline dimenticate, gioielli rotti stipati lì perché troppo fragili in quel momento per perderne il ricordo, oggetti mai nemmeno usati di dubbia utilità, ma, soprattutto, unico elemento in ordine in quella confusione, le foto. Vecchie e sbiadite, ma in ordine per anno; tutte le foto dalla prima che le avevano scattato, nel lettino dell’ospedale, quando aveva già pianto, ma non aveva mai ancora sorriso. Prese proprio quella.
La guardava almeno una volta al mese, la prendeva e la fissava, anche se questo la faceva sentire malinconica.
Ma questa volta non fu come le altre: dopo averla guardata, guardò anche dentro sé stessa. Guardò dentro se stessa e pensò che non avrebbe potuto rimanere così com’era per sempre. Era troppo fragile. Amava troppo le cose. Arrivava l’autunno, e tutti erano malinconici, e lei guardava le foglie e pensava che lei amava le foglie in autunno. Poi arrivava l’inverno, nevicava,  tutti si lamentavano, e lei guardava la neve e pensava che amava la neve, tantissimo. Poi arrivava la primavera, e tutti erano felici perché arrivavano i fiori e la brezza tiepida e tutte quelle cose che piacciono a tutti, e anche a lei piacevano, lei le amava. E poi arrivava l’estate e lei amava il sole. L’amava in un modo terribile, come un autolesionista ama le sue ferite, in un modo che fa quasi male.
In realtà lei amava tutto. Ed era quello il problema. Non poteva pensare che tutto ciò che nasce ha una fine. Le portava troppa sofferenza pensare che una persona dall’ altra parte del mondo sarebbe nata e poi sarebbe morta. Che un sasso prima o poi sarebbe diventato polvere e si sarebbe diviso. Che un giorno, dopo una quantità innumerabile di anni, l’universo si sarebbe richiuso. Si sarebbe chiuso, si sarebbe abbracciato le ginocchia,e poi si sarebbe riaperto. E tutto magari sarebbe ricominciato, la nuova storia dell’universo, dei nuovi pianeti, con della nuova vita, di nuovo.
Non poteva andare avanti così. Doveva diventare normale, non guardare mai così avanti, non amare le persone che non aveva mai conosciuto e che esistevano soltanto nel passato, doveva diventare come tutti gli altri, che pensano all’ oggi e al domani e si lamentano del freddo e del caldo e delle foglie che cadono che li fanno diventare tristi, che non pensano alla fine dell’universo guardando una foto della loro infanzia.
Mise a posto la foto.
  
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