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Autore: Johnlockistheway    10/01/2013    3 recensioni
Una raccolta sul rapporto tra Merlin e Arthur, tra amicizia e amore.
7 classificata al contest "Gocce di quotidianità" di Clalalla97
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rating della shot:Verde

Elemento del prompt utilizzato: Avvertimento_AU

Note: SPOILER! SPOILER! HUSTON ABBIAMO UNO SPOLIER SUL FINALE! Ci siamo capiti, no? Ultima cosa: Merlin vive nel mondo moderno già da un po', perciò usa espressioni anche del nostro tempo.

 

Quando Arthur aprì gli occhi, non capì subito dove si trovava.

Era in un luogo in cui i suoni non esistevano, e la luce non filtrava.

Un posto pieno di un silenzio ovattato, di pace.

Il re sentiva la testa girare.

Cercò di prendere una boccata d'aria per riuscire a schiarirsi le idee.

Però, invece di aria fresca, nei suoi polmoni giunse solo qualcosa di soffocante.

Qualcosa che somigliava ad acqua.

Stupito, Arthur riprovò a respirare.

Sì, era proprio acqua.

Qualcosa ne suo cervello gli diceva che doveva provare ad uscire dal fiume, lago, mare o posto che fosse.

Ma qual torpore che lo stava avvolgendo era così caldo... era meglio rimanere lì... al calduccio...

Improvvisamente, qualcuno lo afferrò.

Si sentì tirare verso l'alto e poi l'aria fredda gli colpì il viso.

Arthur prese una lunga boccata d'aria, per recuperare il fiato.

Stava giusto pensando a cosa potesse essere successo quando una voce chiara e squillante lo raggiunse.

Stupido Asino! Che volevi fare, schiattare subito dopo essere risorto? Adesso per cola tua prenderemo una bronchite, lo so, e poi mi toccherà prendere il bus e andare in farmacia a comprare quegli stupidi antibiotici che...”

Arthur, che del discorso aveva capito sì e no due parole, era piuttosto concentrato sul chi l'aveva salvato.

Quella voce.

L'avrebbe riconosciuta ovunque.

Era la voce del suo piccolo e dolce Merlin.

M-M-Merlin” balbettò infatti battendo i denti “S-sei t-t-tu?”.

Non ci poteva credere.

Lo vedeva lì, davanti a lui, in carne ed ossa, bagnato come un pulcino.

Eppure, nonostante ciò, non credeva a quello che vedeva.

E chi altri sennò?” sorrise lui.

E il suo sorriso spense ogni dubbio.

Era lui.

Era veramente lui.

Senza una parola, Arthur si lanciò su di lui, e lo abbracciò.

Merlin rimase stupito dal gesto, e muto per la sorpresa.

Hey...” sussurrò, ricambiando.

Oh Merlin. Io... avevo paura di averti perso per sempre. Ti ho aspettato sai? Ma tu non arrivavi. E io ero solo... senza di te...”

Aspetta” lo interruppe lui “Che vuol dire che mi hai aspettato? Vuol dire che tu...?”
“Sì, ricordo tutto. Ricordo il tuo abbraccio, le lacrime, e poi tutto è diventato buio. Quando ho riaperto gli occhi vedevo nero intorno a me. Ma non ero solo. C'erano anche delle altre persone. Persone... morte. Ho incontrato Gwaine. Ho pensato che ero fortunato. Ma quando ho visto arrivare Gaius ho sperato che un giorno saresti venuto pure tu. Poi però è arrivata Gwen. Poi Leon. E, pian piano, anche tutti gli altri. Tutte le persone che conoscevo erano morte, erano con me, ma TU non c'eri. Quando ho visto arrivare i figli di alcuni cavalieri ho fatto quattro conti e ho capito che avresti dovuto avere più di...130 anni. Nessuno può vivere così a lungo. E... ho pensato....”

Il re si interruppe.

Cosa? Hai pensato cosa?” lo incoraggiò Merlin.

Arthur scosse il capo.

Nulla. Non ho pensato nulla”.

Il mago lo guardò, in silenzio.

Ho freddo” fece Arthur, schivando quell'espressione delusa che aleggiava sul viso di Merlin.

A quelle parole il mago sembrò rendersi conto che erano fuori, al freddo, e bagnati fradici per giunta.

Oh...giusto!” esclamò battendosi una mano sulla fronte“Vieni, ti porto a casa mia”.

Casa tua?”

Sì... è una piccola villetta fuori città...”

Una villetta?” chiese il re, spaesato.

Esatto. È come...”

Come un castello?”

Merlin sorrise.

Più o meno...”

Il giovane infatti, possedeva una villetta che era tutto un labirinto di scale e corridoi.

Una di quelle case che sembrano normali da fuori, ma dentro sono tutte un sali-scendi e stanze collegate in diversi modi ad altre.

Allora sei diventato ricco!” esclamò il re, incredulo.

No... qui funziona in modo diverso. Vedrai, capirai presto. Non è difficile”.

Ho freddo” si lagnò di nuovo il re.

Merlin ridacchiò: era rimasto il solito Arthur, nonostante tutto.

Sta tranquillo. Tra poco siamo arrivati. Poi ci facciamo un bel bagno e...”
“AAAAAA!” lo interruppe il re, afferrando il poveretto per il braccio, e scuotendolo.

Che c'è?” esclamò il mago, irritato da quel trattamento.

Come che c'è? Non hai visto quel...quel...quel mostro?” ragliò di rimando, indicando la strada.

Che, il tir?” fece Merlin, perplesso.

Sì, quello! Qualunque cosa sia!”

Il mago sospirò.

Non è un mostro Arthur. É... non puoi capire”.

Spiega”.

Va bene”.

Il resto della strada, Merlin la passò cercando di spiegare al suo re le innovazioni della meccanica.

Quando arrivarono a casa, e Merlin aprì la porta, decise di prevenire altre domande.

Senti... vedrai un mucchio di cose strane. Ma... non toccare niente e sopratutto niente domande. Per quelle avremmo tempo domani. Sono stanco e anche tu lo sei. Ci facciamo un bagno e...”
Un sonoro sbadiglio del re lo interruppe.

Niente” disse Merlin, facendolo entrare “Ora andiamo a letto”.

Quando Arthur mise piede nella casa, poco ci mancò che gli cascasse la mascella: le stanze erano piene di oggetti strani, che Merlin aveva raccolto durante i secoli.

Ma quello che lo impressionò di più fu l'immensa libreria ricolma di ogni genere di libro.

Dal più grande al più piccolo, dal più vecchio al più nuovo...

Insomma, ce n'erano per tutti i gusti.

Merlin sorrise alla sua espressione sbalordita.

Vieni” disse, prendendolo per mano “Da questa parte”.

Camminarono lungo un corridoio, poi su per una scaletta, giù per un'altra, a destra, a sinistra, di nuovo giù e poi su su, sempre dritto, per una scala a chiocciola.

Poi, Merlin si fermò davanti ad una stanza e lo fece entrare.

Arthur si guardò in giro: c'era un'enorme letto blu e bianco, ricolmo di cuscini.

Il pavimento era soffice: Merlin ci aveva messo della moquette blu.

C'era una scrivania, un comodino e dei pouf bianchi, sistemati a casaccio per la stanza.

Ovunque erano sparsi libri, vestiti e altro.

Arthur sorrise: sì, quella stanza sapeva di Merlin..

Tieni” gli disse lui, passandogli una maglia rossa.

Arthur se la mise, per infilarsi poi nel letto.

Merlin lo raggiunse poco dopo.

Come faceva sempre, il ragazzo si accoccolò di nuovo sul suo petto, sbadigliando.

I due rimasero per un attimo in silenzio.

Presto, visto che erano in due, il calore dei loro corpi creò un piacevole torpore, che indiceva il sonno.

Merlin sbadigliò di nuovo, stringendosi di più a lui.

Arthur abbassò lo sguardo, e automaticamente sorrise.

Era tutto come prima.

Come se non fosse cambiato niente.

E improvvisamente, il re si sentì uno stupido.

Merlin” disse incerto.

Mh?” mugolò l'altro, che ormai era già quasi nel mondo dei sogni.

Io... devo dirti una cosa” fece con voce incrinata.

Al sentire quel tono, Merlin si sforzò di aprire gli occhi, per guardarlo.

E, con sgomento, si accorse che stava piangendo.

Arthur!” esclamò, allarmato “Va tutto bene? Stai male? Senti, so che... qui è strano per te ma...”
“No, non è per quello”.

Allora cosa?” chiese il ragazzo, guardandolo con gli occhi blu sgranati da far paura.

È che... che...”.

Arthur prese un profondo respiro.

Oh, insomma, il fatto è che ho pensato che tu mi avessi abbandonato. Ecco, l'ho detto. Solo ora mi rendo conto che è stata una cosa stupida da pensare, ma... cerca di capire. Io... ero lì, al buio, ad aspettarti. E tu non arrivavi. Passava il tempo e tu non venivi. Dov'eri? Eh? Dove sei stato per tutto questo tempo? Devi essere morto anche tu, no? E dove sono gli altri? Perché non sono qui? E poi, qui dove? O meglio, qui quando? È tutto così... così... così assurdo! Non capisco! Perché, Merlin? Perché?”

Dopo aver detto ciò, Arthur si zittì, e attese.

Merlin, del canto suo, sembrava aver perso la parola.

Per fortuna, poco dopo si riprese.

Siamo nel 2013” disse con estrema lentezza e dolcezza “Gli altri... non c'è nessun altro oltre a noi. Non era il loro destino, questo. Per quanto riguarda il perché, nemmeno io ho risposte. Ho sentito solo che era il momento giusto, e ti sono venuto a prendere. Capisco che dev'essere stata dura per te, ma sappi che non ti ho abbandonato. Sono sempre rimasto ad attenderti, giorno dopo giorno. È stato difficile anche per me, credimi, ma il mio compito era questo: aspettarti. Ed è quello che ho fatto”.

Arthur sbatté le palpebre, sorpreso.

Poi, ridacchiò.

Parli come se tu fossi rimasto in vita per tutto il tempo...”
Merlin annuì, stroncando la risatina dell'altro, che aprì la bocca in una “O” di stupore.

Vuoi dire che tu... per tutto questo tempo?”

Esatto. Sempre. Ho visto un sacco di cose. Ho visto la guerra, la pace. Ho visto il mondo cambiare. Ho visto cambiare il modo di pensare, la lingua. Ho visto cambiare le persone. Ho visto le grandi scoperte e le innovazioni tecnologiche. Ho seguito passo passo i massacri, ma anche le rinascite. Ho visto cosa può fare una bomba atomica. Ho visto di tutto. E mentre il tempo scorreva, e tutto si trasformava, io sono rimasto così, qui, per attendere te. Te, e nessun altro”.

Arthur lo guardava.

Era il Merlin di sempre, giovane, proprio come se lo ricordava.

Solo che si portava sulle spalle secoli.

Eppure...

No.

Non era lo stesso Merlin.

Fisicamente, era sempre lo stesso, ma poteva vedere il cambiamento nei suoi occhi.

Li vedeva più profondi, antichi.

Non mentiva.

Era davvero rimasto lì per lui per così tanti anni.

Improvvisamente, un pensiero scosse la sua mente.

Sai” ridacchiò, facendo riaccoccolare Merlin sul suo petto e cingendogli la vita con una mano “Non dovrei stare con un uomo così vecchio”.

Lo sentì sbuffare, ma era più una risata che altro.

Ah ah”.

Dai... cosa penserebbe la gente?”
“Ti importa?” chiese Merlin, sbadigliando.

No” disse Arthur “Non me ne importa niente. Voglio solo stare con te”.

Merlin sorrise.

Anch'io ti amo” disse.

Ora dormi” aggiunse poi.

Buonanotte” fece il re, dandogli un piccolo bacio sulla nuca.

Poi, chiuse gli occhi.

Finalmente, il silenzio li raggiunse e Merlin si stava giusto abbandonando a quel caldo torpore quando...

Merlin?”

Il ragazzo sbuffò.
“Sì?”

Che cos'è una bomba atomica?”

Un enorme sospiro giunse dal fianco di Arthur.

Eh sì, Merlin lo sapeva che sarebbe finita così.

Ma, nonostante tutto, era felice.

Perché ora aveva di nuovo accanto la persona che più amava al mondo.

Tutto quel tempo... ora non era nulla.

E improvvisamente gli tornò in mente una frase di Claude-Adrien Helvetius.

Si vive solo il tempo in cui si ama”.

Beh, aveva ragione.

Gli sembrava che ora tutti quegli anni, che gli erano sembrati lunghissimi, non fossero davvero nulla.

Perché non aveva Arthur durante il loro scorrere.

Senza di lui, lui non viveva.

E adesso che si erano ritrovati, Merlin aveva intenzione di vivere e amare ancora per molto, molto tempo.

   
 
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