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Autore: cecyxx    10/01/2013    6 recensioni
Tratto dal settimo capitolo:
"- Un masso ha perforato la finestra della mia stanza, non colpendoci per poco, non può essere casuale, non trovi? Siamo già nei guai.
-Ma se la preside lo sapesse però, tutto si sistemerebbe.
-Non si sistemerebbe niente Harry. So che è difficile, ma devi fidarti di me. So che è come camminare su un filo bendati ad una distanza pazzesca dal suolo, ma devi sapere che ci sarò io a guidarti.
-Va bene Celeste. Mi fido di te."
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ecco… Sento qualcosa… La porta si apre di scatto ed ecco che entra all’improvviso Sophie,la madre di Celeste, che come tutte le altre mattine si mette a sbraitare tentando di svegliarla.”Ma dopo 17 anni che ci conosciamo non l’ha ancora capito che io non ho bisogno che si mette ad urlare come una pazza per svegliarmi?!?” Questo è ciò che Celeste si chiede tutte le santissime mattine. Celeste era una ragazza di origini per metà inglesi e per metà italiane, in quanto suo padre era italiano, ma in cerca di lavoro si è trasferito qui, in Inghilterra. Poco dopo ha incontrato Sophie ed assieme avevano avuto una figlia a cui avevano dato un nome italiano, ma preferendo il cognome inglese della madre per farla stare più a suo agio in Inghilterra. Il padre di Celeste scoprì che le persone là erano molto accoglienti e fece subito amicizia con i genitori delle future Luna e Crystal. Con i genitori di Luna si era trovato particolarmente d’accordo, tanto che influisse sulla decisione del nome della figlia, appunto italiano. Alzandosi ancora mezza addormentata, si diresse verso la cucina, mentre la luce proveniente dalle finestre delle altre stanze,che rispetto alla sua erano luminosissime, la accecava e per questo socchiuse gli occhi. Arrivata in cucina fece fatica a trovare la sedia con gli occhi socchiusi,ma andando a tentoni l’afferrò e si sedette,mentre beveva il latte caldo. Ormai tutte le mattine andavano così, soprattutto nell’ultimo periodo nel quale dopo circa otto mesi di scuola, compiti e un sacco di corbellerie successe, una vacanza era l’unica cosa a cui, se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto di sì. Ma per fortuna era riuscita a resistere fino agli ultimi giorni. Cercò di fare in fretta: ormai era in ritardo, la sua mica Luna la sarebbe passata a prendere tra non molto tempo. Si guardò allo specchio,rituale che ormai praticava tutte le mattine: ma la prima cosa che guardò non era mica il viso come le normalissime ragazze,ma se stava ingrassando. Era diventata una mania, sarà che mangiare sempre dolci e odiare tutti i frutti e le verdure non giovava molto. In verità però erano soltanto scuse: aveva una bellissima linea, probabilmente per tutto lo sport che faceva, un viso carino con dei grandi occhi azzurri con piccolissime tracce verdi e degli splendenti capelli castani lisci. Anche lei guardandosi allo specchio non si vedeva brutta e nemmeno lei sapeva qual’era la ragione di continuare a controllare se ingrassava. Si era sempre ritenuta strana. Si vestì, prendendo qualche vestito a casaccio dal disordinatissimo armadio,ma prima di trovare la combinazione giusta dovette provare una marea di vestiti e così, mentre Luna suonava al citofono, lei si precipitò giù per le scale,con la paura di cadere, perché la pesantissima cartella sulle spalle le impediva di stare in equilibrio: -Bye, ma’,ci vediamo ‘sto pomeriggio, ciao!- Disse lei,mentre Sophie rispose: -Non puoi lasciare così la tua camera,è un disordine unico!- - Cosa me lo ricordi e fare mamma, tanto lo sai che non la riordinerò!- Celeste continuò a scendere e fece appena in temo a vedere sua madre scuotere la testa stressata. Anche oggi aveva fatto un buon lavoro. Non che era una ragazza cattiva a cui piaceva far disperare i suoi genitori… Ma come a tutti non piaceva troppo faticare ed aveva in testa mille ragioni per cui non avrebbe eseguito il suo ordine, che adesso non sto qui a raccontarvi perché ci vorrebbe una vita. Far disperare era quasi diventata la sua passione ed anche se suona male a dirlo,si divertiva parecchio. Divertirsi era tra le poche cosa a cui pensava: “in fondo di vita ce n’è una sola,perché sprecarla studiando e lavorando? Meglio godersela al meglio che posso!”. Per ora aveva sempre funzionato. Intanto uscì dal suo palazzo a cinque piani, che ovviamente doveva fare tutti a piedi, facendo un mucchio di trambusto. Spesso saltava degli scalini per fare più in fretta, facendo un caos che la metà bastava e qualche volta uscivano le anziane signore dal palazzo a lamentarsi. Ma per quello che importava a lei potevano anche starsene comode sulle loro poltroncine. Celeste era una ragazza decisa,determinata, una di quelle ragazze che sanno quello che vogliono. Ma se vi state dicendo che allora era una di quelle che si credono fighe, allora vi sbagliate. Per lei era come un insulto: non sarebbe mai diventata come loro, non voleva diventare una ragazza di quelle che in una gita in montagna si mettono lo smalto sulle unghie. Ovviamente si truccava un po’ e ce l’aveva lo smalto sulle unghie, ma non se lo metteva di certo in montagna mentre aveva tutto il tempo per divertirsi con le amiche! Raggiunse Luna che aprì il cancello del suo palazzo proclamando un bel… -Buongiorno!- Luna era una ragazza carinissima: Occhi verdi e capelli biondi boccolosi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, arrivando circa all’altezza del seno. Si abbracciarono e si diressero verso la scuola insieme. L’argomento di cui preferivano parlare erano i ragazzi,ma ultimamente non accadeva niente di nuovo e gli argomenti scarseggiavano. Passarono prima a chiamare Crystal, un’altra loro amica che aveva un anno in meno di loro,aveva diciassette anni,ma non interamente,perché era nata al gennaio dell’anno dopo il loro. Aveva dei capelli lunghi più o meno come quelli di Luna, Ma erano ondulati e castani chiaro. Gli occhi erano di un blu molto intenso,ma troppo scuro per i gusti di Celeste. Arrivate alla stazione presero il treno per Londra,dove le tre avrebbero frequentato per il primo anno il college. Sarebbero state nella stessa stanza,ne erano sicure, a costo di lamentarsi per tutto l’anno. Comunque era ancora tutto da scoprire. Celeste era molto emozionata il primo giorno di scuola. Diciamo che lo era ogni volta che doveva fare qualcosa per la prima volta. Le metteva ansia,cominciavano a sudarle le mani e alla fine si scatenava un putiferio. Tutte e tre adoravano cantare e per questo si esercitavano insieme, componendo dei piccoli brani che poi cantavano insieme con il suono di sottofondo della chitarra di Celeste che aveva imparato a suonare a dodici anni. Sarebbe piaciuto loro tantissimo diventare cantanti. Trasferirsi al college con le sue due migliori amiche non era affatto una tragedia per lei: le adorava. Luna invece era sempre stata fedele ed obbediente ai suoi genitori,voleva loro molto bene, quindi Celeste pensò sempre che fosse stato più difficile per lei lasciare la sua famiglia,anche se si potevano sentire spesso. Stessa cosa per Crystal che litigava con loro qualche volta, ma facevano sempre pace e li coccolava,come una tenerissima cucciola (non a caso Celeste la chiamava cucciola). Per quanto riguarda Crystal, non si sa come diavolo aveva fatto a convincere i suoi, dato che erano molto “appiccicosi”, molto apprensivi nei suoi confronti, ma sta di fatto che ci riuscì. E come al solito il metodo più strano l’aveva adottato Celeste: gli aveva fatto venire i capelli bianchi,facendo un sacco di sciocchezze cercando di convincerli, tanto che li portò all’esaurimento e alla fine pur di avere una pausa dissero che andava bene. Un’altra missione compiuta. Tornavano a casa loro, una cittadina non molto distante da Londra, ma completamente differente, solo nel fine settimana o quando avevano uno spazio libero. Loro tre si divertivano un sacco assieme e per questo stavano veramente bene quando erano tutte e tre unite. Avevano delle personalità completamente diverse tra loro,ma nonostante tutto andavano d’amore e d’accordo. La maggiore era Celeste, ma era anche quella che si faceva prendere di più la mano,anche se conosceva bene il limite. Era fatta così,non c’era nulla da fare. Le piaceva prendere decisioni azzardate, era un po’ impulsiva, diciamo in modo sintetico che era una “fan dei guai” come si definiva lei. Crystal invece era un tipo dolcissimo che amava la tenerezza e si affezionava facilmente a tutto e a tutti. Non c’era persona sulla faccia della Terra che riusciva a resisterle. Luna invece seguiva troppo le regole per loro due,ma le volevano un bene dell’anima. Insieme erano un trio perfetto e nessuno poteva batterle. La sera tornate da scuola, prima di andare a letto (tardi come al solito) chiacchieravano un po’, o meglio sognavano ad occhi aperti ed ogni sogno era più dolce o entusiasmante dell’altro. Ovviamente tutte fantasticavano di incontrare l’anima gemella, ma quella non si era mai fatta avanti. Finalmente il treno si fermò e Celeste assieme alle altre si diresse all’entrata del college. Il primo giorno probabilmente non avrebbero fatto molto, ma solo fatto un giro del tipo “guida turistica” o simile e per questo loro lo adoravano. Per prima cosa vennero accolte dalla preside: -Buongiorno ragazzi e ben arrivati al college “MusicLife”. Io sono la signorina Tunderson e nel corso dell’anno scolastico sarò la preside della scuola. Adesso faremo un giro nella scuola,così vi farò vedere i posti che frequenterete maggiormente e come orientarvi. Seguitemi.- Luna dovette scuotere Celeste prima di muoversi,perché si stava addormentando sulla sua spalla. Probabilmente la signorina Tunderson parlava troppo lentamente per lei, ed anche se Luna non aveva proprio qualcosa contro le prof se ne era accorta ed era rimasta sveglia per miracolo. Fecero il prima passo, quando sentirono dei violenti botti che sembravano come una massa d’elefanti che stava passando accanto a loro. In realtà erano solo cinque ragazzi,probabilmente del secondo anno, uno più bello dell’altro che poi si fermarono appena videro la signorina Tunderson,che si mise ad urlare: -Ragazzi,in ritardo anche il primo giorno? Non dovrò ricominciare dal primo giorno a mandarvi in presidenza!- I ragazzi con il fiatone cercarono di giustificarsi, intervenne prima una ragazzo con dei capelli castani lisci e due grandi occhi blu che disse: -Scusi prof,non accadrà più, è stata tutta colpa del treno che è arrivato tardi!- -Mi spiace Louis, ma anch’io sono venuta in treno e non c’è stato nessun ritardo! Cercate delle nuove scuse per quest’anno! Forza, raggiungete la segreteria e chiedete alla signorina Smallhorse di darvi le chiavi delle vostre stanza. Anche gli orari vi aspettano lì. - Replicò la signorina. I ragazzi ringraziarono e si diressero come consigliato alla segreteria. Celeste si trattené dallo sbavare davanti a quei bellissimi ragazzi. A quanto pareva anche tutte le altre ragazze del primo anno non erano messe meglio. -Non preoccupatevi ragazzi, non sono tutte come loro le persone qua dentro.- Celeste sussurrò a Crystal che era lì vicino: -Preoccuparci? Di che? Se i ragazzi fossero tutti così,altro che da preoccuparsi ci sarebbe, ci sarebbe da gioire!- -Già, ma non fatevi troppe illusioni, con tutte le ragazze che ci sono che sbavano ai loro piedi, sarebbe veramente una fortuna se sapessero il nostro nome!- Disse Luna, che venne frustata a forza di sguardi dalle due: -Devi sempre rovinarci i nostri sogni tu! Sei perfida!- Replicarono scontrose,ma vennero interrotte dalla signorina Tunderson che guardava verso di loro a braccia conserte con aria di rimprovero. Loro si zittirono all’istante e guardarono verso il basso. Perfetto,si erano già fatte notare. Intanto tutti si diressero verso un lunghissimo corridoio. -Bene ragazzi, questo è il corridoio principale della scuola. Là in fondo c’è la sala comune, mentre la porta prima conduce alla mensa. Se avrete fretta o semplicemente voglia, potrete ovviamente decidere di mangiare in camera vostra, o dove vi consiglio di più io, nella nostra bellissima serra,molto accogliente. La porta di fronte invece è la presidenza, che spero che voi non dobbiate conoscere mai. Di fianco alla mensa invece possiamo trovare l’aula video, che è provvista di strumenti ad alta tecnologia che sono sicura che adorerete. Sempre su questo corridoio potrete trovare un sacco di belle stanze, tra cui le vostre aule: arte, scienze, matematica, storia, italiano… Dalla sala comune si può accedere alle vostre stanze, divise in dormitori maschili e femminili. Ed è lì che ci dirigeremo ora.- -Benissimo,questa è la sala comune dei ragazzi e delle ragazze,dove vi potrete divertire insieme,ovviamente senza fare troppo casino. Qui potrete anche trovare la signorina Smallhorse, la segretaria. Ora ragazzi mettetevi in fila e prendete il vostro orario con calma.- Continuò a spiegare. Qualcuno aveva sentito per caso il “Con Calma”? Pareva di no, perché come ogni volta gli alunni erano tutti ammassati a cercare di sorpassare. Mentre aspettavano il proprio turno le ragazze diedero un’occhiata ai dintorni nella stanza. Era molto bella e accogliente. C’era una tv al plasma non troppo grande, ma neanche piccola, due divani piazzati di fronte alla Tv, poco più in là c’era una bacheca per gli avvisi piazzata sopra ad un bel caminetto. Sparsi qua e là c’erano anche delle sedie e un sacco di cuscini di svariate dimensioni. Le pareti erano di un arancione accogliente e sparsi sul pavimento c’erano tanti tappeti in abbinamento ad esse. -Lei è?- Una vocina la riscosse e riportò nella realtà. -Emm… Celeste Cox. E loro sono Crystal Campbell E Luna Baker -Starete nella stessa stanza, d’accordo? -Sì perfetto- risposero all’unisono. Presero l’orario delle lezioni e tornarono vicino alla signorina Tunderson. Aspettarono qualche minuto prima di poter andare nelle proprie camere, la gente era davvero molta. Quando tutti ebbero avuto l’orario la segretaria si alzò e la signorina Tunderson disse: - Allora ragazzi: i maschi seguiranno me che li condurrò nelle rispettive stanze. Le ragazze invece seguiranno la nostra segretaria. Ma prima di proseguire dobbiamo spiegarvi le regole: 1) I ragazzi possono stare nella stanza delle ragazze e viceversa solo dalle 14:30 alle 18:30 per evitare inconvenienti. 2) Si può uscire liberamente dal college nell’orario dalle 9:00 alle 12:00 e poi dalle 14:00 alle 19:00 3) Il pranzo si terrà alle 12:30 nella mensa. La cena si terrà alle 19:30 sempre nella mensa. 4) Ci sono alcune stanze in cui è severamente vietato accedere, quindi è molto sconsigliabile entrare nelle stanza con un cartello con una X sopra. Bene, adesso andiamo ai dormitori.- Quella scuola sembrava fatta unicamente di corridoi, come del resto i dormitori. C’erano delle scale a chiocciola che portavano ai piani superiori e lì c’erano i dormitori, sempre ambientati sui corridoi. Ovviamente, la solita fortuna delle tre ragazze imperversò anche in quell’occasione: - Bene e questa è l’ultima stanza in fondo al corridoio…. Cox, Campbell e Baker, dove siete?- Le tre di malumore si fecero avanti: -Eccoci, siamo qua…. -Bene, questa è la vostra stanza. Le lezioni inizieranno già domani, quindi preparatevi e sistematevi bene nella stanza. A domani!- Lo disse con talmente tanta felicità ed entusiasmo che Celeste fece fatica a resistere dal gridarle che avevano la stanza in fondo al corridoio, magari anche la più brutta. Intanto le ragazze entrarono. Beh, non era così male. Anzi era parecchio carina. Le pareti erano ad alternanza azzurre e lilla, C’erano un letto a castello ed uno singolo belli morbidi e con delle coperte molto carine, con disegnati dei disegni vari in azzurro e violetto, come le pareti a sfondo bianco. Avevano anche un piccolo divano bianco che sembrava molto invitante. C’erano anche un armadio bello grande e tre comodini, uno ciascuna. Sul pavimento c’era un bel tappeto sempre abbinato alle pareti ed una porta-finestra coperta da una soffice tenda bianca si affacciava su un bel balcone, non troppo spazioso, ma carino. Qualche sedia era sparsa qua e là, ma di per sé la stanza era molto accogliente. Le ragazze si cimentarono sui letti. Celeste scelse il letto più in alto del letto a castello, Crystal quello sotto e Luna quello a parte. La stanza era completa di un piccolo bagno bianco. Le tre passarono la giornata a dare una sistemata alle loro borse: Luna fece molto in fretta, così prese il suo cellulare e inviò un messaggio ai suoi dicendo che tutto filava liscio ed aspettando che le altre finissero di prepararsi ascoltò un po’ di musica. Crystal e Celeste finirono quasi insieme, Crystal pochi secondi prima. Di solito Crystal era l’ultima, ma Celeste era talmente incasinata con la borsa… Non aveva quella gran quantità di cose, ma piuttosto il problema era che tutte le cose che aveva erano buttate nella borsa “alla come viene”, nel modo in cui lo definiva Celeste. Celeste era parecchio disordinata, ma nel suo disordine si trovava bene. Riordinava solo sotto ordine dei genitori, ma era molto peggio una camera ordinata, da come la definiva lei: mancava di personalità diceva. Comunque le era capitato più di una volta di perdere qualcosa quando la camera è in ordina, mentre quando era in disordine sapeva dov’era il posto per ogni cosa. Ormai era andata tutta la mattina e metà del pomeriggio. Tutto era al proprio posto e così le ragazze decisero di dare un’occhiata in giro. Passarono per prima cosa nella mensa: era un locale gigantesco, non si riusciva neanche e vedere l’orizzonte tra un po’. Lì di fianco c’era un giardinetto molto carino, con alcune altalene. Ma non siamo un po’ grandi per le altalene? Probabilmente questo fu il pensiero di tutte e tre perché si guardarono insieme con un sopracciglio alzato. Tutto il resto del giardino era molto belle armonioso: l’erbetta verde, le grandi querce… Ma non erano di certo la parte migliore del giardino le querce, o gli altri alberi, o l’erba… La parte migliore erano di sicuro loro. Quegli splendidi ragazzi che avevano intravisto la mattina se ne stavano lì, seduti sull’erba a chiacchierare e ridere fra loro. Ora che ci pensavano e che li guardavano bene, pensavano che la mattina li avevano giudicati in modo sbagliato. Non erano così carini. Erano bellissimi. Anche Luna si soffermò a guardarli estasiata. La loro visione fu però fermata dalla valanga di persone che stavano passando di lì e così loro si riscossero e decisero di girarsi e di non guardarli più perché avevano paura di non riuscire più a staccare lo sguardo. Continuarono il giro turistico passando nella sala video: era una cosa meravigliosa: c’era un televisore al plasma gigantesco, più parecchi computer e cose informatiche d’alta tecnologia. Sembrava un sogno. - Se volete, tutti i computer sono a vostra disposizione.- Le informò una voce. Era un ragazzo, sui trent’anni circa. -Siete nuove? Noi mi pare che non ci siamo mai incontrati. Io sono il professore di informatica Smith. Piacere.- Disse lui allungando la mano alle tre ragazze. Loro si presentarono e gli strinsero la mano, quando il cellulare del professore squillò. Lui si scusò ed andò a rispondere lasciando le ragazze sole. Purtroppo si era fatto tardi e dovettero recarsi alla loro stanza: bisognava andare a letto presto o la mattina avrebbero fatto fatica ad alzarsi presto per arrivare in tempo alle lezioni. La sera arrivò in fretta. Erano tutte parecchio stanche e scosse dalla lunga giornata che decisero di andare a dormire verso le dieci e mezza. Celeste non era molto convinta di riuscirci, era stanca, ma troppo eccitata. Comunque si mise a letto e mentre le altre dormivano lei era ancora lì, sveglia a pensare agli affari suoi. Si alzò e scostò la tenda,guardando il bel cielo che si vedeva là fuori con una bella luna piene come ciliegina sulla torta. Si sentì a riportarla alla realtà un improvviso botto e dei rumori che provenivano… dalla parete. Impossibile. Le pareti non hanno voci umane. Chissà di chi era la stanza vicino alla loro se era l’ultima. Che strano. Cercò di non pensare alla chiacchierate che si tenevano al di là del muro e tornò a dormire. Hey ragazze! Come state? A me va come sempre tutto bene. Scusate il ritardo sull’uscita del capitolo, ma ci hanno riempito di compiti a scuola! Pensate che ieri ho studiato dalla tre e mezzo fino all’ora di andare a letto! Ma a voi giustamente non ve ne può fregar di meno. Allora che ne pensate del capitolo? Scrivetemelo in una recensione please! Spero che vi piaccia. alla prossima

  
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