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Autore: xisthemoment    10/01/2013    6 recensioni
Quando Elizabeth, un'adorabile bambina di sette anni, chiede alla nonna di raccontarle come ha conosciuto il nonno, non si immagina che la storia sia così coinvolgente e bella.
Lasciatevi trasportare anche voi, insieme ad Elizabeth, nel racconto di nonna-Rachel.
One Shot [2068 parole]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dedico questa storia a Marta e Morgana.
I personaggi di Jocelyn e Taylor sono rispettivamente
ispirati a Martina e Michelle, cavolo, i loro nomi
incominciano tutti con la M.
Spero vi piaccia, un bacio,
Nicole




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Buon Natale, amore mio




-nonna, mi vuoi raccontare ancora di come hai conosciuto il nonno?- mi chiede Elizabeth, sistemandosi meglio sulla poltrona più vicina a me, così da appoggiarsi allo schienale e farsi inghiottire da essa, che è molto più grande di lei.
Ha i capelli neri e ricci, raccolti in due adorabili codini, un sorriso furbetto e gli occhi verdi che brillano, sperando di sentire una nuova storia.
E’ vestita di tutto punto, sua madre le ha fatto mettere, per l’occasione, un vestitino rosso, di velluto, che si abbina alla magliettina che il suo fratellino gemello ha, lui sta giocando con una piccola macchinina sul tappeto.
- dai nonna, raccontami la storia- protesta Elizabeth muovendosi inquieta sulla poltrona, non è comoda.
Io mi giro automaticamente verso l’altra parte del divano, dove sono seduta, per vedere l’espressione che lui ha.
Una fitta di dolore mi trapassa il cuore quando mi ricordo che lui non c’è più, che se n’è andato.
-e va bene- dico con un filo di voce, tendendomi verso Elizabeth per farle capire che deve venirsi a sedere in braccio a me, lei salta giù dalla poltrona contenta e mi sale in braccio.

 



Corro, schivo le persone e tiro spintoni a destra e a manca.
Non sono mai stata atletica, oggi sto dando il meglio di me.
Tengo Il libro di psicologia in una mano, il cellulare morto nell’altra.
Anche in uno dei giorni più importanti della mia vita sono riuscita ad essere in ritardo.
Oggi ho l’ultimo esame prima di conseguire la laurea in psicologia e non sono riuscita a svegliarmi in tempo per colpa del cellulare che ha deciso di morire e, quindi, di non svegliarmi.
L’aria fredda di dicembre mi sverza il viso, metto il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e, sistemandomi la sciarpa, allungo ancora di più il passo.
Mancano pochi giorni a Natale e, come per miracolo, ieri mattina ha nevicato, ma con l’aria gelida di New York, la bella neve si è subito trasformata in ghiaccio.
Ormai ho smesso anche di guardare in faccia i passanti, e sono tentata di aprire il libro di psicologia e ripassare mentre sto correndo quando… BAM.
Tiro una testata a qualcuno, per colpa del colpo scivolo su una lastra di ghiaccio e il mio libro vola in un cumulo di neve non ancora ghiacciata, rovinandone alcune pagine.
Quando si dice la fortuna.
Mi abbasso subito per riprenderlo e intanto incomincio a riempire d’insulti il povero malcapitato di cui ho visto soltanto le scarpe.
Alzo lo sguardo piena di curiosità, voglio proprio vedere la faccia del tipo che mi ha rovinato il libro di psicologia.
-deficiente che non sei altro io questo lo dovevo rivendere! Come faccio ora? Si sono bagnate un bel po’ di pagine e – le parole mi muoiono in gola appena lo fisso, boccheggio un po’, senza sapere cosa dire – tu sei sulle pareti della camera di mia sorella!- esclamo mentre apro e chiudo gli occhi incredula, mi do della stupida un milione di volte quando comprendo quello che ho appena detto, voglio soltanto sotterrarmi, ma lui scoppia a ridere, inspiegabilmente.
La sua risata mi riecheggia nella testa e il mio cuore fa una mezza capriola.
- ne sono felice, dì a tua sorella che però mi fa male stare tanto tempo appiccicato alle pareti- mi risponde lui, la battuta è proprio squallida ma non riesco a fare a meno di ridere.
Lui mi fa un sorriso mozzafiato – vuoi un autografo?- mi chiede.
Io annuisco, so che se non lo facessi mia sorella potrebbe uccidermi, lui senza che io dica altro mi sfila il libro di psicologia dal braccio e ci scrive qualcosa, io lo guardo male.
- che c’è? Ormai molte pagine sono rovinate, non lo puoi più rivendere- dice sorridendomi, io ricambio il sorriso e solo in quel momento mi torna in mente l’esame.
Lo saluto velocemente e poi scappo via, consapevole del fatto che ho avuto un incontro ravvicinato con una delle star più adorabili del mondo.
 
-okay, frena Rachel, tu mi stai dicendo che hai visto Josh Hutcherson e che ti ha fatto un autografo sul tuo libro di psicologia e non hai portato niente per me?- mia sorella Jocelyn sta urlando da ore e ore, e non dà segno di voler smettere molto presto.
-si- dico io, fingendo di sentirmi in colpa.
-e che cosa ti ha scritto, almeno?- chiede lei, esasperata, io scuoto la testa.
-non lo so, non mi hai lasciato il tempo di leggere quello che mi ha scritto- lei si fionda sul libro, che ho appoggiato sul tavolo da pranzo del salotto, come se fosse l’ultima bottiglietta d’acqua nel deserto, apre istericamente il libro sulla prima pagina, i suoi occhi si soffermano per pochi secondi sulle parole scritte da Josh e poi sbianca.
Io la fisso preoccupata – che c’è? Che succede?- chiedo passandomi una mano tra i miei capelli rossi.
Lei alza gli occhi dal libro con un’espressione sconvolta e poi lancia un grido spaventoso, io mi alzo dal divano e corro verso di lei, la prendo per le braccia e la scuoto – che succede Jocie?- chiedo.
Lei mi fissa per un po’ di tempo e poi esclama – ti ha lasciato il suo numero di telefono-.


-no, non posso- dico buttando il telefono sul letto.
Taylor, la mia migliore amica, e Jocelyn sono sedute su due poltroncine, in camera mia, e mi fissano con aria di rimprovero.
-chiamalo- mi ordina Jocelyn, risoluta.
-subito- sibila Taylor, sistemandosi i capelli biondi.
-non posso! E poi è la vigilia di natale! Non si può disturbare le persone, la vigilia di Natale!- piagnucolo io, sdraiandomi sul letto e mettendomi un cuscino in faccia.
Sento una delle due alzarsi e avvicinarsi al letto, mi raggomitolo su me stessa per paura di ricevere uno schiaffo.
Il dolore, però, non arriva e sento il suono famigliare che producono i tasti del mio cordless, quando si compone un numero di telefono.
Scaravento il cuscino da qualche parte, con il terrore che s’impossessa di me.
Scorgo Taylor che, con un espressione trionfante, termina di comporre il numero e, guardandomi, scappa in salotto, sogghignando.
Jocelyn sorride e le corre dietro, io scendo dal mio letto e faccio lo stesso, iniziando a urlare parole poco carine verso le mie due migliori amiche.
Corro fino in salotto, dove inseguo Taylor dappertutto, lei aggira il grande albero di natale pieno di regali e si fionda in cucina, io nella foga del momento tiro un calcio a uno dei pacchetti e mi trovo costretta a sistemarlo, perdendo tempo.
Dalla cucina sento la voce di Taylor e mi mordo un labbro per non urlarle contro.
-ehm, salve, sono Taylor, un’amica di Rachel, la ragazza cui ha distrutto il libro di psicologia- sento Taylor zittirsi mentre Jocelyn le sussurra di mettere il vivavoce.
Non sento la risposta e decido di non entrare in cucina sicura che se ci mettessi piede le due mi costringerebbero a parlarci.
-vedi, Josh, la mia amica è molto timida- la voce di Taylor si affievolisce e scoppia in una risata –si, si è vero!- urla lei.
-certo, il ventisette va benissimo- dice, e sento mia sorella che fa un urletto di felicità – a che ora?- chiede poi.
Le ha chiesto di uscire? Mi sento un po’ tradita e con un po’ intendo tantissimo.
Sento Taylor che lo saluta e mette giù. Trionfante entra in salotto e mi fa un sorriso smagliante, io ricambio con una smorfia.
-il ventisette hai un appuntamento con Josh Hutcherson- mi dice, tutta felice, io spalanco la bocca –buon Natale!- urla Jocelyn girando per la casa saltellando.
 
Fisso la pagina delle mail con ansia crescente.
Josh mi ha inviato una mail.
Josh non m’invia mai mail.
Jocelyn spunta dietro di me e fa un verso strano.
-Josh ti ha inviato una mail?- mi chiede incredula, io annuisco.
-impossibile, Josh non invia mai mail- s’intromette Taylor, spuntando fuori dalla cucina.
-e questa che cazzo è, allora?- chiedo, o almeno, urlo esasperata, alzandomi di scatto dalla sedia.
Io e Josh stiamo insieme da tre anni, e oggi, la vigilia di natale, mi ha inviato una mail e questo significa solo una cosa: non mi vuole parlare, e questo significa che mi vuole lasciare, a un giorno da natale.
Taylor si accorge che sto entrando in ansia e mi abbraccia, si aggrega anche Jocelyn e formiamo un abbraccio di gruppo.
-avanti Rach, vedrai che non succederà niente, non avrà trovato il tempo di chiamarti- dice, poco convinta.
-e quindi mi ha scritto una mail?- chiedo tra i singhiozzi.
-si, dai, adesso la apriamo e vediamo cosa dice- cerca di consolarmi Jocelyn, Taylor si allontana e va a sistemare alcune palline sull’albero di natale, io mi sdraio sul divano, massaggiandomi le tempie.
Osservo mia sorella aprire la mail e sbiancare come fece anni prima leggendo il numero di Josh sul mio libro di psicologia, che tra parentesi, non ho rivenduto, anzi l’ho messo in una vetrina della sala.
-che c’è?- urlo –che succede?- chiedo in ansia.
Jocelyn gira la testa e mi guarda –dice che ha bisogno di parlarti, dice che vi dovete vedere sta sera all’ingresso di Central Park, quello dove vi siete incontrati al primo appuntamento-.
Josh vuole parlarmi e tutte le persone intelligenti su questa terra sanno che vuol dire che mi lascerà.
Taylor lascia cadere una delle palline dell’albero dallo stupore ed essa, essendo di plastica, incomincia a saltellare per tutto l’appartamento con Taylor al seguito che sbraita qualcosa d’incomprensibile.


Sono tesa come una corda di violino, i brividi di freddo mi attraversano tutto il corpo, anche se sono ben coperta.
Indosso un giubbotto sul violetto e un cappellino fatto a mano in tinta, diciamo che sono un pugno nell’occhio in confronto a tutte queste luci ma va bene così, cammino per la città e mi dirigo verso l’entrata del parco.
C’è una carrozza con un cavallo a pochi metri da me e mi fermo a fissarla.
Chissà che bello per chi ci deve salire.
Incomincio a guardarmi intorno in ansia quando un anziano signore mi si avvicina, io lo squadro, non so se parlargli o no.
Lui mi sorride –la signorina Rachel?- mi chiede, io annuisco incerta.
-venga con me-, mi dice, io lo guardo male.
-scusi? Non so neanche chi è, perché dovrei seguire uno sconosciuto?- chiedo e lui m’indica la carrozza.
-io sono il cocchiere e mi hanno ingaggiato- io strabuzzo gli occhi, incredula e lo seguo, esterrefatta.
-bene, siamo arrivati signorina- io lo saluto cordialmente e scendo dalla carrozza, un po’ stordita.
Chi si darebbe così da fare per lasciare una ragazza?
Mi guardo in giro per un po’, la carrozza mi ha portato proprio vicino al laghetto, dove io e Josh ci siamo baciati per la prima volta.
Il ragazzo vuole proprio infierire eh?
Mi sto ancora guardando in giro quando vedo Josh, mi avvicino a lui con passo tremante e lui mi sorride, raggiante.
E’ vestito di tutto punto, giacca, cravatta e tutte quelle cose eleganti di cui non m’interessa niente.
Lo guardo, senza capire, poi tutto ha più senso quando lui mi si avvicina e s’inginocchia proprio davanti a me.
Io lo fisso incredula e scoppio a piangere ancora prima che lui dica una parola.
-Rachel - dice con voce tremante – vuoi sposarmi?- mi fissa con i suoi fantastici occhi, io cerco di dire qualcosa ma le parole non mi escono.
Incomincio a fare su e giù con la testa convulsamente, fino a che non mi fa male il collo.
Lui si alza e mi guarda di nuovo – è un si? – mi chiede prendendomi il viso tra le mani.
Io incomincio a singhiozzare e tra un singhiozzo e l’altro trovo la voce solo per dire –si, ovvio che si-.

 



Elizabeth, piange, aggrappandosi a me.
Suo fratello gemello che intanto era accorso ad ascoltare la storia sbuffa tra se e se e corre via, dal suo papà.
T. J., Taylor Jocelyn, la mia adorata figlia, entra in salotto e prende in braccio la sua bambina, asciugandole le lacrime e guardandomi con una sorta di malinconia tra gli occhi.
Io mi alzo, un po’ traballante, dalla poltrona e seguo mia figlia fino in cucina.
-oh, come vorrei che tu fossi qui, Josh, lo vorrei davvero tanto. Buon Natale amore mio- sussurro, prima di entrare in cucina dove Taylor, suo marito, Jonathan e sua sorella gemella Elizabeth mi stanno aspettando, pronti a mangiare la cena della vigilia di Natale.
 
 


Buongiorno adorabile fandom,
vorrei precisare che questa storia l'ho scritta il giorno di Santo Stefano ma poi non mi piaceva, così ieri sera mi sono messa d'impegno e l'ho riscritta tutta da capo.
Non ho mai scritto su questo fandom e non ho mai scritto qualcosa di così dolce, mi odio da sola. LOL.
Spero vi sia piaciuta e vi scongiuro, potreste lasciarmi anche una miiiini-recensione?
Un bacio,
Nicole
ps. quella meraviglia di un'attrice in alto si chiama Holland Roden ed interpreta Lydia in Teen Wolf
   
 
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