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Autore: Padfoot_    10/01/2013    6 recensioni
Appena furono rimasti soli, Hermione si avvicinò al professore e, porgendogli il suo tema, sussurrò: «Posso chiederle una cosa?»
Piton, che stava trafficando con alcune carte poggiate sulla scrivania, alzò gli occhi dal suo precedente impiego e annuì, prendendo il foglio che la ragazza le stava porgendo.
«Addirittura eccellente? Come mai?» si decise a chiedere lei, terribilmente imbarazzata.
«Signorina Granger, i miei alunni hanno sempre il voto che spetta loro. Questo è un ottimo lavoro, svolto con cura e attenzione, che presume conoscenze che vanno ben oltre quello che posso averti insegnato io o che può averti detto il professor Lupin. La tua cultura è..» s’interruppe nel bel mezzo del discorso.
«Questo è un compito che meritava una ‘E’. Tutto qui.» concluse, rendendo il foglio alla riccia, che era diventata praticamente rossa peperone, e tornando ad occuparsi delle sue carte come se nulla fosse.
Hermione capì di essere stata congedata e lasciò rapidamente la stanza, il volto bollente ed il cuore che le batteva all’impazzata.
E così Severus Piton rimase completamente solo nella sua aula, a rimuginare su quanto Hermione Granger somigliasse spaventosamente a Lily Evans.
Maledizione.
Era in caduta libera.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo:

«Questo libro è fantastico!» esordì Harry.

«Fenomenale!» confermò Ron, annuendo con serietà.

«Un vero miracolo..» continuò il Prescelto, carezzando con delicatezza la copertina della vecchia e scarabocchiata copia di “pozioni avanzate” che aveva rimediato quella mattina, grazie al professor Lumacorno.

«Un miracolo,si!» calcò la mano il rosso, tanto per dire qualcosa.

«Ma voi due vi siete bevuti il cervello? E’ solo uno stupido libro su cui qualcuno ha preso dei dannatissimi appunti..» intervenne bruscamente Hermione, nel tentativo di riportare i due con i piedi per terra.

«Qualcuno? Hermione, qualcuno? Questo libro apparteneva al “principe mezzosangue”.  Un principe, capisci!» ribattè Ron, punto nel vivo.

«Oh, andiamo Ronald! Lo sai meglio di me che non esistono principi tra i maghi..»

«Beh, magari si! Che ne sai..» la interruppe Harry, speranzoso.

«Non esistono principi tra i maghi. Punto! E poi quale principe magico si vanterebbe di essere mezzosangue? Suvvia, ragazzi..siate realisti!»

Harry sgranò gli occhi: «Come puoi dire una cosa del genere! Non c’è niente di male nell’essere “mezzosangue”..»

«Come vuoi. Io cercavo solo di farvi ragionare..» concluse la rossa, facendo spallucce.

«Beh, ragioniamo benissimo da soli, grazie!» sbottarono i due, in coro, voltandole le spalle e ritirandosi nei dormitori maschili del Grifondoro.

 

Il giorno dopo la riccia era ancora di cattivo umore.

«Oh, andiamo Hermione! Ci stai tenendo il broncio per una stupidaggine..» le fece notare Ron a colazione.

«Succo di zucca?» le domandò poi, porgendole la caraffa.

Lei fece cenno di no con il capo.

«Come vuoi..» disse il rosso fra sé e sé, riempiendo il suo bicchiere con aria soddisfatta.

Harry, che era impegnato a piluccare controvoglia una fetta di torta di mele, si costrinse ad intervenire: «Mi dispiace che ti dia fastidio il fatto che il principe sia più bravo di te in pozioni..» esordì.

Pessima idea.

Il prescelto era andato a parare proprio dove non avrebbe dovuto: Hermione non gli lasciò neanche finire la frase: divenne paonazza e di colpo trascinò Ginny, seduta un paio di posti più in là tra Fred e George, nel bel mezzo della conversazione.

«Harry a pozioni prende ordini da uno stupido libro scritto da un idiota che dice di chiamarsi ‘principe mezzosangue’» cinguettò con quella sua insopportabile aria da “so-tutto-io”, chiaramente rivolta alla giovane Weasley.

«Cosa?» fece lei, chiaramente sconvolta.

«Ginny, io non..» tentò di spiegare il moro.

«Harry James Potter! Sei un uomo morto! Fammi immediatamente vedere quel libro!»

«No! No no e no! E’ un banalissimo manuale di pozioni..»

Ginny fece un mezzo sorriso: «Accio libro!»

In pochi secondi il manuale del principe mezzosangue era tra le sue mani.

Non si degnò neanche di aprirlo: lo porse ad Hermione che esclamò: «Specialis Revelio!» così ad alta voce che un paio di corvonero del tavolo di fronte alzarono il naso dalla propria colazione per vedere cosa stessero combinando i grifoni.

Non successe nulla.

Ron stava gongolando: «Ora che abbiamo stabilito che il libro non è incantato, maledetto o posseduto possiamo, per favore, comportarci da persone civili?» domandò alle ragazze, strappando il libro dalle mani dell’amica e riponendolo con cura nella borsa di Harry.

«Grazie,Ron» fece quest’ultimo molto educatamente, prima di cambiare, di colpo, argomento di conversazione: «Cosa c’è oggi in programma?» domandò quindi, tentando di sbirciare l’orario di Hermione al di sopra della sua spalla.

«Un’ora di pozioni coi Serpeverde e due ore di Difesa, con Piton» sibilò lei, acida, costretta ad ammettere la sconfitta ed alzare bandiera bianca.

 

                                                                   ***

L’ora di Lumacorno, per Hermione, era stata un vero incubo. Harry aveva preparato un distillato rimpolpante impeccabile, al contrario della sua pozione che era praticamente da buttare. Distratta com’era dai successi dell’amico, si era infatti dimenticata uno degli ingredienti fondamentali. Tutta colpa di quello stupido libro di quello stupido principe! E come se i fastidi che le aveva recato il principe mezzosangue non fossero abbastanza, adesso la aspettavano due ore con Piton, in  compagnia degli amatissimi Serpeverde.

«Oh, accidenti!» sbottò irritata quando, entrando nell’aula di difesa, si rese conto che Draco Malfoy e la sua combriccola erano seduti al primo banco, posto che, in qualsiasi aula, le era sempre spettato di diritto.

«Cosa c’è?» le chiese Ron, curioso, posandole una mano sulla spalla e guidandola un paio di banchi più in là.

«Malfoy..» sibilò lei fra i denti, guardando il biondo con aria minacciosa.

«Lascialo perdere!» le consigliò Harry, mettendosi a sedere e tirando fuori il tema che Piton aveva chiesto loro di consegnare almeno due giorni prima.

«Oppure puoi sempre mollargli un altro ceffone dei tuoi..» ridacchiò Ron, riferendosi alle cinque dita che la ragazza aveva stampato in faccia al rampllo tre anni prima.

«Weasley, che c’è da ridere?» lo rimbeccò il professore, avvicinandosi a loro e scrutandoli con i suoi profondi occhi neri come la pace.

Ron stava per balbettare un inutile «Niente!» come risposta, quando Piton si accorse del foglio che il Prescelto aveva appena cacciato dalla borsa.

«Oh, Potter! Vedo che finalmente ti sei degnato di consegnarmi il tuo compito! Sarà sicuramente..interessante! O forse no..» sibilò, strappando il tema dalle mani del ragazzo.

Harry imprecò sottovoce ma evidentemente Piton colse i suoi improperi, perché prima di iniziare la lezione tolse ben dieci punti ai Grifondoro, con vergognosa nonchalance.

Dopodichè ordinò a Malfoy di distribuire i compiti, corretti, del resto della classe che, evidentemente,  li aveva consegnati con la dovuta puntualità.

Non ci furono particolari disastri. Siccome il tema era sulle bestie acquatiche, argomento che avevano ampiamente trattato col professor Lupin anni prima, nessuno aveva avuto particolari problemi nello svolgerlo.

Tranne Harry, continuamente distratto dalle lezioni con Silente e dai ricordi che riguardavano la vita del giovane Tom Riddle e dei suoi, più recenti, riguardanti l’affascinante Ginny Weasley.

«Per la barba di Merlino, Harry!» esclamò improvvisamente Ron.

«Che c’è? Cosa?» rispose l’amico, che temeva di essersi espresso ad alta voce sulla giovane sorella dell’amico..

«Ho preso una ‘A’, ti rendi conto! ‘Accettabile’ con Piton!» gongolava, soddisfatto.

Probabilmente la sua ‘A’ era frutto delle pignole correzioni che Hermione aveva accettato di apportare al suo compito, ma Harry decise che era più saggio tacere quell’opinione. Così si limitò a dargli un’amichevole pacca sulla spalla e a voltarsi verso l’amica: «A te com’è andata?» chiese.

«Ho preso ‘E’. ‘Eccellente’! Non è incredibile?» sussurrò la riccia, fissando incredula il suo lavoro e la piccola E tracciata con l’elegante grafia del professore.

«Hermione, ma è fantastico!» si complimentò Harry, realmente stupito. Seppur l’amica era famosa per le sue doti, un ‘eccellente’ con Piton era un miracolo anche per lei!

Ron non ci voleva credere.

Temendo che questo potesse portare di nuovo i due a battibeccare come loro solito, Harry assestò un bel calcione da sotto al tavolo al giovane Weasley, che a quel punto si decise a lasciar perdere lo stupore e sorrise all’amica, raggiante, ma poco convinto.

La stessa Hermione sembrava fin troppo dubbiosa riguardo al suo voto.

Così a fine lezione decise di aspettare che la classe si svuotasse del tutto per parlarne con il professore.

«Sicura di voler rimanere da sola in una stanza con..lui?» le domandò Ron, fissandola come se fosse completamente matta, quando gli unici rimasti in aula furono lui, lei ed Harry.

«Non fare l’idiota, Ron, devo solo chiedergli questa cosa del voto e poi Piton non morde mica..»

«Sarà..» fece lui, augurandole buona fortuna e seguendo a ruota l’amico verso la torre di Grifondoro.

«Pensi che Piton abbia sbagliato a scrivere o qualcosa del genere?» chiese poi all’amico  appena svoltarono l’angolo.

«Probabile» fece quest’ultimo, scrollando le spalle.

 

 

 

Appena furono rimasti soli, Hermione si avvicinò al professore e, porgendogli il suo tema, sussurrò: «Posso chiederle una cosa?»

Piton, che stava trafficando con alcune carte poggiate sulla scrivania, alzò gli occhi dal suo precedente impiego e annuì, prendendo il foglio che la ragazza le stava porgendo.

«Addirittura eccellente? Come mai?» si decise a chiedere lei, terribilmente imbarazzata.

«Signorina Granger, i miei alunni hanno sempre il voto che spetta loro. Questo è un ottimo lavoro, svolto con cura e attenzione, che presume conoscenze che vanno ben oltre quello che posso averti insegnato io o che può averti detto il professor Lupin. La tua cultura è..» s’interruppe nel bel mezzo del discorso.

«Questo è un compito che meritava una ‘E’. Tutto qui.» concluse, rendendo il foglio alla riccia, che era diventata praticamente rossa peperone, e tornando ad occuparsi delle sue carte come se nulla fosse.

Hermione capì  di essere stata congedata e lasciò rapidamente la stanza, il volto bollente ed il cuore che le batteva all’impazzata.

E così Severus Piton rimase completamente solo nella sua aula, a rimuginare su quanto Hermione Granger somigliasse spaventosamente a Lily Evans.

Maledizione.

Era in caduta libera.

 

 

 

 

 

 

 

  
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