Ci
erano arrivati non proprio per caso.
Una specie di forza li aveva spinti lì, dove tutto era iniziato.
Thad e Sebastian erano tornati da poco da New York. Avevano deciso di passare
qualche settimana a Westerville e rivedere amici e parenti che oramai non
vedevano da troppo tempo.
Dopo pranzo si erano messi in auto ed avevano guidato fino alla Dalton, tra
quelle mura pregne di ricordi.
La vita frenetica che affrontavano a New York aveva fatto venir loro voglia di
ritornare al passato.
La Dalton non era cambiata un granché, i giardini in cui erano soliti passeggiare
e chiacchierare erano pieni di ragazzi in divisa.
Nemmeno quella
era cambiata.
Era
il weekend, quindi erano presenti molti genitori arrivati per prelevare i
figli.
-Ti
va di entrare?- gli chiese Thad dopo esser rimasti per un paio di minuti, mano
nella mano, a squadrare l'intero edificio che era talmente grande da mettere
una leggera soggezione.
Sebastian annuì e Thad continuò -Temo che mi venga da piangere-
Smythe
gli sorrise facendo scivolare una mano
lungo il suo fianco e tirando il suo corpo a sé beandosi del calore che
emanava. -Cosa ti avevo detto in proposito? - gli sussurró mentre gli occhi di
Thad iniziavano ad inumidirsi.
-Oh ragazzina-
Sebastian gli accarezzò i capelli
sorridendo disperatamente felice ed intenerito dinanzi ad un Thad investito dai
ricordi.
-Avanti
scopriamo se l'aula delle ragazzine
affette da sindrome premestruale é rimasta uguale-
Thad
annuì stringendo spasmodicamente la mano di Sebastian.
Come se fosse
l'unica cosa che lo tenesse ancorato alla realtà senza farlo sprofondare nel
passato.
Avrebbe
voluto dirgli che anche lui aveva fatto parte di quelle “ragazzine col ciclo” come le chiamava lui, ma, a cosa sarebbe
servito?
Era
Sebastian Smythe d'altronde.
***
Per
i corridoi gli studenti si affrettavano all'uscita.
Sebastian rivide se stesso e Thad in due
ragazzini che camminavano stretti l'uno all'altro.
Si ricordava ancora il modo in cui il suo fiato si era mozzato quando per la
prima volta aveva toccato la mano morbida e calda di Thad, la confusione dei
suoi sentimenti.
Incontrando
gli occhi di quest'ultimo capì che anche lui stava pensando le stesse cose.
-Perchè
sembra passato così tanto tempo?- chiese Thad seguendo con lo sguardo i due
ragazzi.
-Era
il nostro periodo per sognare Thad. Adesso è il momento di vivere quello che
abbiamo sognato -
Thad
si allungò sulle punte dei piedi per raggiungere le sue labbra che, nonostante
fossero cresciuti ed invecchiati, mantenevano lo stesso sapore che riusciva a
mandarlo letteralmente fuori di testa.
Baciarsi
all'interno della Dalton era tornare giovani a rubare baci nel corridoio
cercando di non farsi beccare dagli insegnanti, era tornare tra i banchi a
mandarsi messaggio fingendo di ascoltare la lezione, cantare duetti in sala
coro mentre tutti i Warblers li fissavano, era tornare a sognare e tornare a
casa mille e mille volte ancora.
***
Percorsero
velocemente il corridoio ridacchiando come due adolescenti, guadagnandosi le
occhiate stranite da parte degli studenti.
Quando giunsero all'enorme portone in legno che li separava dall'aula canto, si
fermarono a riprendere fiato. Spostarono contemporaneamente le loro mani intrecciate
sul pomello di bronzo e fecero scattare la serratura.
Non si aspettavano di non essere da soli.
Quando i presenti realizzarono chi era appena entrato Thad si ritrovò travolto
da un corpo molto robusto.
-Thaddy!
- urlò Trent stritolandolo in un abbraccio. Thad non riuscì a scacciarlo via, non
vedeva Trent da tanto, troppo tempo.
-Anche
a voi è venuta l'idea di fare un tuffo nel passato?- domandò Sebastian
retoricamente.
Hunter
annuì. -E tu Smythe? Pensavo fossi in Francia-
-Ci
vado per lavoro molto spesso Clarington, ma, mi sono sistemato a New York. La
mia famiglia...casa è lì- affermó poggiando una mano sulla coscia di Harwood.
–E
voi due? Siete ancora la coppia più strana che si sia formata alla Dalton!-
-Io e Trent ci siamo sposati. Glie l'ho chiesto qui,
subito dopo la legge che accettava i matrimoni tra coppie dello stesso sesso a
New York. Abbiamo due figli, Dylan che viene a scuola qui e visto che so che ve
lo state chiedendo, Trent è il padre biologico di Dylan, io invece sono il padre
il biologico di Shane,che è di due anni più piccolo di Dylan. Frequenterà la
Dalton l'anno prossimo. Spero di aver vivamente risposto a tutte le vostre
domande in modo che possiate dormire sogni tranquilli- sbottò Hunter voltando
il capo di lato.
-Wow, non sei cambiato nemmeno un pò ma, wow-
Thad sorrise stringendo la mano di Sebastian. Non si
meravigliava per niente. Nonostante non si fossero visti di persona, lui e
Trent erano rimasti in contatto tramite Skype e sapeva che la sua relazione con
Hunter andava a gonfie vele, un po’ perché Hunter aveva smesso di essere lo
stupido, cocciuto, degno nemico di Sebastian Smythe che era stato al liceo ed
era maturato, un po’ per l’infinita pazienza di Nixon.
-É un ottimo marito ed un padre perfetto- affermò Trent
ed Hunter si voltò verso di lui e fece incontrare le loro labbra in un timido
sfiorarsi.
-A me continua ad impressionarmi il fatto che voi due
siete una coppia- affermó Smythe
-Io non mi aspettavo di certo che Hunter si sbrigasse
prima di tutti noi- disse Thad sorridendo
-E voi due cosa ci fate qui?- domandò Trent ai due,
non solo per interesse vero ma anche per cambiare argomento. Sapeva quanto,
questi discorsi, imbarazzassero suo marito.
-Siamo ritornati da New York per qualche giorno e ci
andava di rivedere questa stanza-
-Dovremmo chiamare questa stanza quella delle prime
volte- affermó Trent -Insomma qui Kurt e Blaine si sono innamorati, Nick e Jeff
sono stati costretti a baciarsi sotto il vischio, bacio che poi ha portato al cliché
dei due migliori amici che si innamorano, Sebastian ha dimostrato a tutti di
essere cotto quando ha permesso a Thad di presentarlo ufficialmente a noi
Warblers come suo ragazzo e Hunter mi ha fatto una dichiarazione d’amore in
piena regola-
A quest'affermazione seguì un lungo attimo di silenzio
tutti troppo presi a rispolverare quei ricordi, a meravigliarsi di ricordarli
ancora così nitidamente mentre il loro cuore si riscaldava dinanzi a tutta la
felicitá che era rinchiusa in quelle quattro mura.
Un leggero bussare alla porta costrinse tutti a
tornare alla realtà.
La fotocopia di Trent con il fisico di Hunter entrò
timidamente nella stanza. Sebastian si accorse che era lo stesso ragazzo che
aveva visto tenere la mano dell'altro ragazzo in corridoio.
-Dylan sei pronto?- chiese suo padre sorridendogli
-Si, ho giá messo la valigia in auto- disse affidando
le chiavi ad Hunter e poi prese posto di fianco a Trent che gli scompigliò i
capelli.
-Papá piantala!- rise Dylan assumendo lo stesso ghigno
di papà Hunter.
-Loro sonoThad e Sebastian, ragazzi lui è Dylan-
-É un piacere conoscervi. Qui tutti parlano di voi. La
vostra storia d'amore è leggenda. Papà Trent mi ha raccontato un sacco di cose-
Sebastian rise dell'eccitazione del ragazzo mentre
Thad arrossiva.
-Dobbiamo
assolutamente passare un pò di tempo insieme. Perchè non venite a passare il
Natale da noi a New York?- chiese Harwood sorridendo. Trent guardò Hunter come
a chiedergli cosa ne pensasse. Quest’ultimo annuì impercettibilmente
soprattutto perché Dylan era giá entusiasta.
Era strano ritrovarsi di nuovo tutti in quel luogo a parlare come se nulla
fosse cambiato, come se fossero ancora adolescenti che cercavano risposte per
il loro futuro.
-Forse è il caso che andiamo papà, Colin arriva stasera-
affermó Dylan sorridendo.
-Sentiti libero di portare anche Colin a Natale. La
casa é grande e a Thad piace avere una baraonda di gente durante le festività-
Il sorriso di
Dylan se possibile si amplió ancora di più e ringranzió prima di uscire.
-Allora ci sentiamo ragazzi-
Sebastian e Thad si alzarono salutandoli.
Quando Hunter e Trent furono soli si scambiarono un
bacio. Dylan avrebbe aspettato qualche minuto.
-Sembra che questa scuola sia senza tempo-
-Ti amo Trent, ti amo con la stessa intensità con cui
ti amavo allora- sussurró Hunter mentre il marito si stringeva ancora di più a
lui come a plasmare il suo corpo con quello dell'altro.
-Ti amo anch'io,ti amo come lo stesso timido e
spaventato ragazzo ti amava allora-.
Nemmeno quello era cambiato.
In My World
Made Of Lego
Come inventrice della Trunter, mi andava di tornare
con questa coppia.
Mi fa piacere che questi due tesori abbiano riscosso
così tanto successo.
Oramai, Trunter e Thadastian sono diventate le mie due
OTP, soprattutto dopo la Warblers Week dove ho finalmente iniziato a scrivere
di loro, oltre che a leggere. Ed è proprio la Warblers Week che mi ha permesso
di cimentarmi con la Trunter :D
Non penso che i personaggi sia OOC perché, comunque,
sono personaggi più maturi rispetto al Sebastian o all’Hunter adolescente, e
quindi più responsabili e consapevoli.
Sono i miei tesori e poi, diciamoci la verità, che
erano le stolte che pensavano che fossero gli unici due etero?
Lo sanno tutti che gli etero alla Dalton sono estinti
u.u.
Ringrazio in anticipo chi leggerà e/o recensirà questa
fan fiction.
Vi auguro un mare di unicorni ed orsetti gommosi.
Un bacione,
-Dakota.