A Zac,
una delle persone migliori che abbia mai conosciuto:
ti auguro tutto il mio bene.

“Penso em voĉe
E voĉe em me
No nosso amor
Tao lindos
O sentimetos
Que nos mantecai todo
O sempre juntos”
Zac
 
E’ una ragazza piena d’amore da dare, ma che ha anche tanto bisogno di riceverne. Non ha mai avuto, però, un ragazzo che si prendesse cura di lei, che la coccolasse, che ci tenesse davvero a lei…
Però ha tre migliori amici: Gerry, Ciro e Gigi. Gerry è quello con cui ha più confidenza, che la conosce meglio di tutti, sa tutto di lei; Ciro è quello che le somiglia più di tutti, con cui può parlare di tutto; Gigi è quello che la coccola, che anche senza parlare sa farla sentire bene.
Ecco: loro tre suppliscono la figura dell’amore che le manca, sono una combinazione “quasi” perfetta!
Zac racchiude in se’ tutti questi aspetti, e non solo. E’ perfetto lui: la persona adatta per lei. Dico “persona” perché Zac non è un amico per lei: è molto di più. Non parlo di un fidanzato, perché baciare Zac sulle labbra è indubbiamente l’ultimo dei suoi pensieri, e ammesso che dovesse mai accadere avrebbe un significato del tutto diverso dal solito. Zac è per lei qualcosa di indefinibile. Vogliamo chiamarlo “amore platonico”? Certo è, che fra di loro c’è un che di speciale. Sarebbe forse più idoneo definire il loro rapporto come un “incontro di anime”, due persone che per caso si sono incontrate e hanno raggiunto un’affinità TOTALE. E che purtroppo vivono a miglia e miglia di distanza, e probabilmente questo è il loro unico incontro.
E’ impossibile, credo, legarsi così tanto a una persona in così poco tempo come loro due. Forse era scritto nelle stelle, chissà, o qualcuno dall’alto aveva progettato questo loro incontro. Certo è che si è legato un feeling fra di loro così intenso che lo si può sentire nell’aria se sei nei paraggi! Le persone infatti li scambiavano per fidanzati, e a lei questa cosa faceva piacere. Non che le importasse cosa pensava la gente, piuttosto ne era contenta perché non era altro l’ennesima prova che non era il suo un sentimento univoco, non si era fatta al solito uno dei suoi film, ma era ricambiata in tutto. Anzi, lei mi disse una volta che se anche lei e Zac si fossero baciati non sarebbe cambiato nulla: è come se tutto il resto fosse stato superfluo. Non che fra di loro non ci fossero stati degli innocenti baci sulle guance, anzi! Erano molte le effusioni d’affetto fra di loro, dall’abbraccio al solletico, dal camminare mano nella mano o a braccetto, allo stare semplicemente uno accanto all’altra, coi loro corpi che si sfioravano…  Anche un suo sorriso, nato apposta per lei, era un gesto d’affetto. Anche solo a vederlo baciare la sorellina lei sorrideva.
Quando lui partì lei mi confidò che vedere solo lui, anche sapere di vederlo un giorno è motivo di gioia e di speranza; anche soltanto sapere che lui c’è, che l’aveva trovato, è motivo di sollievo per il suo spirito, proprio in quel delicato momento in cui ne aveva davvero bisogno.
Sono passati più di due anni oramai da quell’incontro,e  mi domando se quei due si sono mai più incontrati, se si sono continuati a sentire, se sono rimasti presenti uno per l’altro anche solo col pensiero. Ripenso spesso a loro due, e mi domando come le loro vite sarebbero cambiate se il destino, così come li aveva fatti incontrare, non li avesse subito separati.
E’ passato molto tempo a dire il vero, troppo direi, ma a rileggere queste cose scritte quell’estate mi viene da pensare se lui possa essere ancora un motivo di sollievo per il mio spirito, a come mi sentirei oggi se incontrassi Zac.