Libri > Fallen
Ricorda la storia  |      
Autore: V     11/01/2013    1 recensioni
E se Daniel non cercasse più Luce? Una one shot senza pretese per chiedersi quanto profondo e disperato possa essere il loro legame...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Avevi detto che mi avresti trovata sempre...

 

Luce batteva il piede senza esserne consapevole, mentre nel suo ipod Frank Sinatra con “Fly me to the moon” la distraeva. Le era sempre piaciuto presentarsi in orario, nel suo piccolo sentiva che era il minimo che potesse fare. Per quanto potesse sembrare banale, avvertiva sempre un profondo stato d’inquietudine nei confronti del tempo, sentiva nettamente la sensazione di presentarsi troppo tardi e che la situazione le potesse sfuggire di mano bruciando occasioni uniche: aveva scelto troppo tardi quale sarebbe stata la sua carriera universitaria, aveva cominciato ad ambientarsi al liceo solo dopo qualche anno, perfino nello shopping tornava a casa con il proposito di tornare a comprare qualcosa su cui aveva rimuginato troppo.

Stavolta­ sarebbe stato diverso, era arrivata addirittura un quarto d’ora in anticipo al suo colloquio. Non si trattava di una grande occasione, era arrivata l’estate e un lavoretto al centro commerciae le avrebbe fatto comodo. Non faceva più parte delle ragazzine liceali ma dall’alto dei suoi 21 anni si reputava all’altezza della situazione competitiva.
I capelli corti le solleticavano il collo, ma Luce non lo sfiorava per paura di farsi male: erano notti che dormiva malissimo e si sentiva sempre intorpidita sulla nuca e appena sotto le scapole ossute che tanto detestava, ogni abito che indossava le evidenziava quasi non volessero starle in corpo.

Finalmente l’orologio segnava le 18 meno 5, Luce si avviò verso l’ascensore ma d’istinto preferì le scale: da una settimana a questa parte i suoi sogni venivano turbati da strani incubi che la facevano svegliare con la sensazione di cadere, meglio evitare l’ascensore. Con un po’ di sollievo Lucinda notò di essere la prima e prese posto accando alla porta, oltre la quale si sarebbe svolto il suo colloquio.

D’un tratto la porta si aprì e un ragazzo biondo le venne incontro; nascosta in un angolo come era, lui non l’aveva notata ma si voltò ugualmente verso di lei e i loro sguardi s’incrociarono. Luce arrossì leggermente e senza motivo sgranchì la schiena sentendosi meglio, il ragazzo le sorrise e poi si incamminò verso l’ascensore.

-Signorina Price!- Una voce squillante ma risoluta la destò dai suoi pensieri frivoli e raggiunse l’ufficio.

-Si, buongiorno sono io..- Luce alzò gli occhi e si trovò ad ammirare un manager distinto nel suo completo blu. Dalla finestra dei raggi di sole ambrati inondavano l’ufficio riflettendosi nelle lenti degli occhiali del tizio in giacca e cravatta.

L’uomo, dopo un momento di esitazione, serrò la mascella perfettamente delineata e abbassò il tono della voce.
-Mi scuso deve esserci stato un malinteso, il posto è stato appena assegnato.- Senza attendere una sua risposta il manager raccolse alla rinfusa dei fogli sparsi sulla scrivania.

-Ma... io ho telefonato mezz’ora fa per confermare, non è possibile... – Luce sentì salire un groppo in gola.

-Non so che dirle, prego... la accompagno alla porta.- Il ragazzo, sì ora che ci faceva caso non gli dava più di 25 anni, si alzò e le andò incontro. Lucinda notò un piccolo tremolio della sua mano non appena fece per sfiorarle la schiena per accompagnarla, quandò rialzò lo sguardo constatò come anche lui si fosse sporto a seguire quasi scandalizzato il movimento della propria mano, gesto che gli era quasi costato la montatura degli occhiali scivolati via.

-Cam?- Una ragazza tutta rossetto e tacchi a spillo fece irruzione nella stanza frenandosi nell’istante in cui colse la stranezza della scena che le si presentava: i due parevano quasi immobili sotto l’effetto di un incantesimo paralizzante. Luce si scansò istintivamente dal tocco dell’altro e prese ad ammirarsi le proprie converse nere, imprimendosi nella testa che non era successo nulla e che anzi doveva litigare con quel tipo.

-Ah scusami Daniel pensavo fosse il turno di Cam oggi!- la ragazza dai capelli rossi raccolti in una treccia laterale rivolse loro un sorriso di convenienza prima di girare letteralmente i tacchi e sparire.

-Le stavo dicendo che...- un capogiro travolse Lucinda che scosse la testa per riprendersi, Daniel le poggiò una mano sul braccio con una presa salda e stavolta lei ebbe come la sensazione di vertigini mista a nausea.

-Si sente bene?- il ragazzo si era sfilato gli occhiali per sincerarsi meglio della sua condizione. Luce si voltò per rispondergli e in quel momento rivide se stessa nell’iride violacea dell’altro, ma non era la normale se stessa era diversa e uguale allo stesso tempo.

-Io... sì... è stato solo un capogiro, oggi non ho pranzato... non ho trovato il tempo per farlo...- Non sapeva neppure perchè si stesse giustificando con un perfetto estraneo, ma sentiva di doverlo fare.

-Le consiglio di riguardarsi, è una cosa per cui bisogna trovare il tempo...-Daniel la guardò per la prima volta in modo quasi dolce e supplichevole- sempre... Ora se ne vada.-la cortina di gelo era calata di nuovo.

In quel preciso momento Luce sentì le orecchie fischiare fortissimo, al punto che cadde a terra tappandosele con le mani. Sentì le lacrime sgorgarle dagli occhi e il respiro mancarle, era terrorizzata ma continuava a rimanere lucida vedendo scene di se stessa che si sommavano davanti ai suoi occhi increduli.

-Luce! Luce! Ti prego rispondimi!- Non si era nemmeno accorta che lui l’aveva presa in braccio e la chiamava col suo soprannome... che tra l’altro non gli aveva mai rivelato!

-Daniel...-quel sussurro strozzato in gola le era uscito così come se nulla fosse, ma d’improvviso una consapevolezza si fece largo in lei e istintivamente gli sfiorò la schiena alla ricerca di qualcosa: le sue ali...

-Avevi detto che mi avresti trovata, sempre...- le lacrime correvano impetuose sulle sue guance arrossate.

-Luce... io...- Anche gli occhi di lui stavano perdendo quel tipico bagliore viola in favore di una patina lucida.- é più complicato di così... Io non posso...

-COSA DANIEL? TU NON PUOI COSA? COMBATTERE PER NOI? MI STAVI FACENDO ANDARE VIA E TI CONOSCO ABBASTANZA DA SAPERE CHE NON MI AVRESTI RINCORSA!- Tutto quell’amore riscoperto in pochi secondi la demoliva dentro, sentiva il dolore di millenni e la gioia fugace rincorsa attraverso tutto quel tempo come due macigni. E ora si trovava di nuovo lì, tra le sue braccia, a chiedersi perchè lui avesse perso la speranza di un futuro insieme o addirittura la voglia di godersi un breve ma intenso presente.

-Amore mio ti prego taci... non ricordare altro...- Daniel la stringeva, ogni attimo che ne avvertiva ancora la presenza era un attimo che lo separava dalla morte incandescente di lei.- Ti supplico se mi ami, smetti di ricordare... non durerà molto, lo sappiamo entrambi...

-Sono ancora viva Daniel... forse hai spezzato la maledizione smettendo di amarmi.- Luce inchiodò lo sguardo al suo, triste come mai si era sentita nelle sue vite.- Guardami Daniel, sono qui con te e ricordo tutto, eppure sono viva. Non mi ami più, ti sei arreso?- una mano si levò in aria per scorrere sul suo angelico viso- Avrei preferito ardere del tuo amore, che vivere all’ombra di quello che è stato il nostro amore epico...

-Come puoi anche solo pensare una cosa del genere? Mi chiedi tu stessa di guardarti e io vedo una splendida ventunenne viva che ha davanti a sè la sua intera esistenza, forse la soluzione non è cercarti ma smettere una volta per tutte di essere egoista e lasciarti vivere...

-Senza amarmi...- Le lacrime si erano fermate, a che serviva piangere quando avrebbe voluto solo urlare?

-Amandoti nel più difficile dei modi Luce: privandomi di te.- Daniel aveva preso a cullarla dolcemente per calmarla- Mentirei se ti dicessi che perderti non mi lacera dentro, ma non è per questo che in questa vita mi ero deciso a fuggire per sempre da te... Ci siamo incontrati già molte volte nel corso di questi ultimi anni ma continuo a evitare ogni forma di contatto e il giorno del tuo diciottesimo compleanno ho capito che forse era questa la soluzione: forse sarei potuto restare il tuo angelo, quello che si strugge contemplandoti da lontano senza mai pretendere che tu ti sacrifichi per noi.

-Non farlo Daniel, ti supplico...- Il viso di Luce si perdeva nell’ammirare ogni dettaglio del volto di Daniel, addirittura il modo in cui pronunciava il suo nome la attraeva, ogni cosa di lui le apparteneva, comprese le sue paure.- Non so spiegarti perchè sono ancora viva, ma se ciò sta accadendo davvero ti prego proviamoci ancora... Dovessi anche morire tra un istante ricordati che il nostro amore non conosce fine, perchè continueremo a sceglierci in eterno...

-Per sempre...- Daniel le sorrise come aveva fatto in tante vite e anche in questa la reazione che suscitava in Lucinda era una sensazione di puro benessere e sollievo. Si chinò sul suo viso e le sfiorò le labbra morbide, dapprima col timore di poterla rompere in mille pezzi, poi con più sicurezza conoscendone ogni centimetro. Quel bacio avrebbe rinnovato un patto, niente di demoniaco o angelico, semplicemente uno d’amore: quello di ritrovarla sempre.
 
 
 
 
  __________________________

Come ho già ribadito non ho alcuna pretesa con questa ff, voglio solo fare un piccolo regalo ad un'amica divertente come Arriane, premurosa come Gabbe e determinata come Luce, che si è innamorata di questa saga ancora più di me. 
Spero piaccia sia a lei che a voi che leggerete, in caso contrario sono ammessi lanci di pomodori o stellesaette, fate voi!
Grazie mille :)
 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: V