In una calda giornata di maggio il mio ciliegio iniziò a fiorire. Steso sull’erba bagnata dalla pioggia della sera precedente, guardai il sole sbucare dietro le montagne colorate da un blu intenso, quasi fossero disegnate.  Rimasto incantato da quello spettacolo di luci e colori persi la cognizione del tempo e in un attimo quel sogno sparì, intralciato dall’orribile vista di Adam il Guercio, guastafeste per eccellenza.                                      -“ O-onorabile Seth, il Generale vuole vederla” disse con un tono timido e impaurito ma lo ignorai, perché vidi il primo fiore di ciliegio dell’anno: -“Non è bellissimo? E’ quasi perfetto. Ho letto molti libri in cui erano presenti questi splendidi fiori ma nessuno è riuscito a descriverli decentemente”. Adam indietreggiò svelto, in preda al panico balbettando qualcosa di incomprensibile e dopo svariati tentativi, riuscì a ripetermi la frase correttamente, al che dissi: “Hai veramente paura di me? Non ci credo! E stai dritto con quella schiena che sei ancora più inquietante. Che vuoi?”. Incominciò a farmi uno dei suoi soliti discorsi pieni di giri di parole per confondere le idee: “Seth sa bene che un angelo non può cambiare il destino di una persona, giusto? Edward vuole vederla perché grazie al suo grande potere sarebbe tutto più facile! Vada da lui in fretta, è abbastanza irritato dal suo atteggiamento e dal fatto che non svolge i suoi incarichi a dovere”. Feci una smorfia risedendomi sull’erba: avevo capito tutto. Sarei dovuto andare a fare un altro sporco lavoro al posto del capo perché io sono speciale, io ho un dono. Mi incamminai verso Edward, capo dell’ordine degli Angeli Neri. Uccidere gli esseri umani non era il mio hobby preferito, amavo fare cose più nobili di rubare l’anima ad un essere così fragile. Mi spiegarono i dettagli dell’ incarico, l’ora, il giorno e il luogo come se fosse un normale lavoro: annuii sottomesso, non avrei potuto parlare dopo quello che era successo e riuscire a trattenermi fu una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Odiavo me stesso,proprio come quel giorno.
-“Ero a Gerusalemme, ai tempi della terza Crociata. Il mio incarico era importantissimo. La piccola casa di legno era ormai cenere: il fuoco aveva inghiottito i pochi elementi presenti  nell’edificio , il fumo si faceva più fitto e le urla sempre più assordanti. Mi feci strada fra le fiamme ardenti quando vidi la mia preda. Aveva 8 anni, il suo nome mi era sconosciuto ma sono state le sue parole a cambiare il mio mondo.                                                                                                                                                                         “Sei tu papà?” chiese il bimbo in lacrime “Non voglio morire! Ho paura”. Mi avvicinai cercando di non fare caso al suo pianto, liberando la mente dissi d’istinto :-“Si sono io, ora dormi, è tutto finito”. Presi la sua fragile candida anima senza neanche rendermene conto. L’istante prima dell’ultimo respiro mi guardò con aria rilassata e vidi i suoi occhi grigio chiaro urlare un’enorme forza.  Morì tra le mie braccia un attimo dopo.-“
Nei giorni seguenti iniziai ad isolarmi, sentendomi sempre peggio, con una strana sensazione che mi ronzava in testa e le parole del bambino non mi lasciavano mai. Vedevo ovunque quei suoi occhi. Decisi di partire, visitando villaggi e villaggi. Conobbi la mia passione per i manoscritti  che nel corso degli anni divennero sempre più appassionanti,conobbi donne che mi vollero bene, compagni fedeli che non seppero mai del mio segreto e vedendoli morire tutti, ritornai a casa sconfitto. Un angelo non deve amare. Un angelo non sa amare. “Cosa sono, Adam? Io sono solo un orribile mostro.” Adam, sorpreso mi rispose: “Sentimenti … umani? Sei davvero speciale ma sei pur sempre un angelo Seth. Non puoi cambiare il tuo destino.”