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Autore: Nitor_Thryside    11/01/2013    2 recensioni
Paul Higgins, omaccione alto dalle guance tonde, poteva dire di avere una vita felice.
Aveva una moglie, una bella casa e un lavoro ben retribuito.
Sì, poteva decisamente dire di avere una vita felice.
Unica era la nota stonata in quel quadretto commovente, o meglio, cinque erano le note intonate che stonavano alla perfezione col suo ideale di disciplina e rispetto.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paul Higgins, omaccione alto dalle guance tonde, poteva dire di avere una vita felice.
Aveva una moglie, una bella casa e un lavoro ben retribuito.
Sì, poteva decisamente dire di avere una vita felice.
Unica era la nota stonata in quel quadretto commovente, o meglio, cinque erano le note intonate che stonavano alla perfezione col suo ideale di disciplina e rispetto.
Tradotto in termini umani, il suo lavoro ben retribuito si era trasformato da dignitosa guardia del corpo a isterica baby-sitter.
Ma Paul cercava di non pensarci, e affrontava ogni estrenuan... coff... gratificante giornata lavorativa col sorriso sulle labbra. O con la faccia stirata da migliaia di mollettine tipo Brockman dei Simpson, qual dir si voglia.
Quando arrivò alla stanza d’albergo, simile a tutto fuorché una stanza d’albergo, considerato che aveva tanto di piscina a idromassaggio incorporata e sabbiera per il gatto di Harry (o per Harry stesso, Paul preferì tenersi il dubbio), le mollettine mollarono immediatamente la sua faccia per scappare altrove, e il suo sorriso mutò in una smorfia di stupore e disappunto, ma soprattutto di stupore, che prevedeva il suo labbro inferiore elegantemente a contatto con il pavimento.
«CHE COSA DIAVOLO STATE FACENDO!?»
I cinque ragazzi si voltarono verso di lui giusto il tempo di connettere a chi appartenesse la voce che aveva osato interromperli in qualunque assurdità stessero facendo, poi dovettero considerarlo poco importante, o direttamente insignificante, perché tornarono tutti ad affaccendarsi in altre faccende.
Harry tornò ad inseguire Louis che, con tanto di mantello da superman, inseguiva una terrorizzata Dusty, la quale, a sua volta, sballottava da tutte le parti un Kevin di plastica nel tentativo di acciuffarlo. Liam tornò a svaligiare la credenza (sì, c’era anche quella nell’assurda suite) da tutti i cucchiai e i cucchiaini, badando bene tenerseli da distanza di sicurezza e di prenderli solo con i guanti, chiedendo loro educatamente scusa quando li buttava nell’immondizia. Zayn riprese a specchiarsi, a sistemarsi il ciuffo afflosciato di mezzo millimetro, a inveire in dialetto pakistano contro l’idromassaggio, a lamentarsi con lo staff dell’albergo, a parlare Perrie e a mangiare un kebab tutto nello stesso momento. Infine, Niall tornò ad abbuffarsi.
Ebbene, per quel che riguarda l’irlandese biondo, era piuttosto normale che stesse mangiando, quel che preoccupava realmente Paul erano gli altri quattro ragazzi.
«NIALL, MI VUOI SPIEGARE PERCHÈ STAI MANGIANDO IL SAPONE!?»
Ok, come non detto.
La guardia del corpo dei cinque deficienti sopracitati, meglio conosciuti come i One Direction, si passò una mano sulla faccia con aria disperata.
Va bene: la sua si poteva dire una vita quasi felice.
«Forza, ragazzi!» tentò di farsi sentire Paul. «Abbiamo un mucchio di lavoro da sbrigare.»
Tutti si fermarono all’istante e si voltarono a guardarlo con sguardi folli. Persino Dusty mollò a terra quel che rimaneva del povero Kevin.
Louis si voltò a guardarla. Dal suo sguardo omicida, il messaggio che dovette inviarle fu chiaro: dopo facciamo i conti, stupido gatto!
Harry invece sembrò registrarsi mentalmente di somministrare un potente sonnifero, o di sbattere una padella in faccia, avrebbe deciso poi, al suo migliore amico, onde evitare che il suo animale facesse la stessa fine del piccione di plastica.
L’attenzione di Zayn tornò in fretta a focalizzarsi sul suo specchio, mentre Liam si scusava al suo posto con Perrie, che era stata scaricata per una superficie riflettente, e allo staff, che sicuramente li avrebbe denunciati entro breve.
Niall finì di concentrarsi sul sapore del sapone, mentre la sua faccia si tingeva lentamente di verde, come la sua amata patria, simbolo che il pasto sicuramente non era stato gradito.
Il silenzio, però, rimase tombale.
Paul approfittò di quei pochi attimi di calma per elencare i vari impegni della giornata: andare in studio di registrazione, vedere le fan, posare per una rivista importante di cui non gli interessava pronunciare il nome, vedere le fan, genuflettersi davanti alla regina d’Inghilterra, vedere le fan, sconfiggere il malvagio imperatore Zurg su ordine del Comando Stellare (ma cosa!?), vedere le fan...
«Scusate, ma quante accidentaccio di fan dovete vedere oggi!?»
«Paul, per amor del cielo, abbiamo più di dieci milioni fan al mondo! Dobbiamo pur abbracciarle tutte.» spiegò Liam pazientemente. «E poi, Paul! Mi sorprendo di te! Quella tua aria isterica e leggermente da psicopatico è totalmente fuori moda! Non te l’hanno detto?» intervenne uno scandalizzato Zayn.
L’omaccione cercò in sé stesso la forza interiore necessaria a non saltare al collo del pakistano che gli aveva dato consigli di moda tipo Enzo e Carla, quei due tipi stralunati di una trasmissione italiana che il ragazzo si ostinava a seguire, e si disse di mantenere la calma per quando avrebbe dovuto incontrare tutte quelle pazze isteriche, con l’intelligenza pari a quella dei loro idoli, che gli sarebbero saltate al collo di lì a breve pur di rapire un membro della band e trascinarselo sulla luna.
Potenti, però! fu costretto a pensare.
«Io ho fame. Posso mangiare qualcosa, prima di andare?»
«Niall, ma se ti sei abbuffato come se non mangiassi da mesi fino a mo!?»
«Ma... ma io... ho fame...»
Il labbro tremulo e l’espressione afflitta del biondo presagirono a Paul un’altra catastrofe.
«Non ti azzardare a trattare così il mio bambinetto bello!» esclamò Louis, spupazzando Niall e facendogli cioppy-cioppy sulle guance, allungandogliele oltre l’umanamente possibile.
«Louis, tu non sei sua madre.» sospirò invano la guardia.
«E invece sì!» rispose l’altro, indignato.
«Ti dico di no.»
«Harry, per favore, diglielo tu che Niall è mio figlio!»
Il riccio non rispose, troppo intento ad accarezzare Dusty.
«Harry!? Mi tradisci con quel gatto!?» Il Peter Pan della band stava per cadere in depressione. «Non preoccuparti, Niall: mammina ti difenderà sempre.»
Il diretto interessato, intanto, aveva, assurdo da dire, ripreso a mangiare.
«Perché nessuno mi presta attenzione!?»
Ok, Louis era decisamente irrecuperabile.
Paul si massaggiò le tempie, mentre un premuroso Liam tentava di far smettere il compagno di piangere.
«Vogliamo andare adesso?»
I One Direction si misero sull’attenti. Uscirono dalla stanza con passo marziale e scesero le scale dell’albergo scivolando sulla ringhiera, sconvolgendo qualche vecchietta mezza cieca e facendo svenire qualche directioner che si trovava lì per sbaglio.
Inutile dire della lavata di capo che ricevettero dal direttore.
Quando uscirono si ritrovarono davanti un’orda di fan imbizzarrite.
Paul sbiancò e andò a controllare la sua lista.
«Oh oh...» Aveva saltato il primo, terribile punto della lista: vedere le fan.
Ora era letteralmente disperato.
Ok, decisamente Paul Higgins poteva dire di non avere una vita felice.


Quello stesso giorno, i ragazzi ricevettero una denuncia per maltrattamento, gravi danni mentali e due anni di terapia da parte della loro guardia del corpo.
Ci misero un po’ a capire chi fosse, ma questa, miei cari, è un’altra storia.




Evviva!!!! Scritta la nostra prima ff su quei cretini dei nostri idoli!!!
Sono commossa :')
Ok, so che sicuramente non vi starete chiedendo perché parliamo un po' al singolare e un po' al plurale, ma ve lo spiego lo stesso: io, scrittrice di questo vano tentativo di far ridere le mie compagne directioner, sono Thryside, Nitor è invece la mia fida compagna.
Di solito è lei ad inventare le storie e io a scriverle, ma questa qui è solo merito mio e.e
Per favore non uccidetemi *labbro tremulo alla niall-versione*
Spero di essere riuscita a divertirvi, perché io mi sono divertita davvero tanto a scriverla.
Ovviamente il contenuto è puramente ironico e non miravo ad offendere nessuno, spero che vogliate lasciare qualche recensione :)
by Nitor&Thryside
  
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