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Autore: micchan91    11/01/2013    9 recensioni
RanTaku
In questa fan fiction Kirino e Shindou non si conoscono!
Shindou viene mandato in conservatorio dai genitori e lì incontrerà una persona molto speciale per lui....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: in questa fan fiction Kirino e Shindou non sono amici d'infanzia e non si sono nemmeno mai visti.

 

 

< Forza, ancora un altra volta > mi ripete seria per la sesta volta la mia istruttrice, guardandomi dall'alto al basso. Sospiro sconsolato e faccio scorrere nuovamente le dita sui tasti del pianoforte, suonando per la settima volta la stessa identica melodia. Lei vuole che sia tutto perfetto per il saggio che si terrà tra qualche settimana e sono tre ore che mi tiene incollato al pianoforte senza darmi la possibilità di fare una pausa. Da qualche mese i miei genitori hanno deciso di mandarmi in conservatorio a studiare, esattamente da quando non ho più voluto prendere lezioni private, il motivo è semplice, io voglio giocare a calcio e le lezioni private mi tolgono tempo! Così ho detto ai miei genitori di non volerle più prendere e pensavo di aver vinto io quando mi hanno detto di aver licenziato il mio istruttore privato....e invece mi hanno mandato quì! Hanno pensato che non mi piaceva l'istruttore e che non volevo più stare da solo. "Al conservatorio incontrerai tanti altri ragazzi bravi come te" mi ha detto mia madre quando me l'hanno annunciato. E così adesso ho dovuto cambiare scuola lasciando i miei vecchi compagni, ho ancora meno tempo, la professoressa di pianoforte è una vecchia zitella bisbetica che odio, e in più non ho fatto amicizia con nessuno!Sono tutti gelosi perchè anche se sono l'ultimo arrivato vengo trattato con favoritismo dai professori e quelli che non sono gelosi mi guardano tutti di traverso perchè sono entrato a metà anno e i miei genitori hanno pagato una cospicua somma di denaro per farmi entrare, credono che io sia un classico figlio di papà pieno di soldi, se solo mi dessero la possibilità di conoscermi meglio....

< Shindou, non sento passione. Di nuovo > mi ripete severa la mia istruttrice, oggi sono più indisponente del solito siccome avevo un allenamento importante con la squadra e invece sono stato costretto a venire quì ad allenarmi per il saggio.

< Possiamo fare una pausa? > chiedo senza guardarla, poggio le mani sulle gambe per farle capire che non ho intenzione di continuare, la sento sospirare

< Shindou, se non ti alleni a sufficenza non riuscirai a fare un ottimo saggio. Non vuoi deludere le aspettative dei tuoi genitori no? > mi chiede, si tratta sempre e solo di questo, non deludere le aspettative dei miei genitori...e le mie di aspettative allora? Stringo gli occhi e prendo un lungo respiro, non serve nemmeno che aggiunga che non vuole concedermi la pausa, me lo ha fatto capire dal suo tono. Porto nuovamente le mani ai testi e ripeto la melodia cercando di metterci più passione, se la faccio bene magari mi lascerà in pace. Le mie dita ormai si muovono in automatico, non ho nemmeno bisogno di guardare lo spartito, la suono tutta senza errori e quando finisco l'istruttrice mi fa i complimenti.

< Ottimo, vedi che se ci metti impegno riesci a fare un eccellente esecuzione? Ti concedo cinque minuti di pausa > mi dice ed esce dalla stanza lasciandomi solo, guardo sconsolato i tasti e ci faccio scorrere sopra le dita, quanto vorrei fuggire da questo posto, il fatto di non avere nemmeno un amico quì dentro mi fa stare ancora peggio, almeno con il calcio ho trovato delle persone che mi hanno accettato per quello che sono. Tiro una manata sui tasti e un suono orrendo risuona nella stanza, pochi minuti dopo sento la porta aprirsi ed ho paura che sia nuovamente l'istruttrice, non possono essere già passati cinque minuti! La porta si trova alle mie spalle, ma non mi volto per vedere se è lei e continuo a fissare il pianoforte

< E che diavolo ho sbagliato di nuovo! > dice una voce sconosciuta alle mie spalle, sussulto e mi volto di scatto, ciò che mi si presenta davanti mi fa accelerare il battito nel giro di mezzo secondo. Il ragazzo più bello che io abbia mai visto nella mia vita è in piedi davanti alla porta, ha dei lunghi capelli rosa legati in due codini, gli occhi sono di un azzurro intenso ed ha dei tratti molto femminili, ma ho capito che è un maschio dall'abbigliamento, e soprattutto dal "rigonfiamento" appena evidente in mezzo alle sue gambe coperte dagli attillati pantaloni della divisa del conservatorio. Mi sta guardando con aria disperata e tra le mani ha una custodia di un violino, dev'essere sicuramente di questa scuola, ma non l'ho mai visto da queste parti, dev'essere nuovo.

< Questa non è l'aula nove vero? > mi chiede esasperato, io scuoto la testa e lui china la sua facendo un sospiro

< Questo posto è un labirinto > dice piano,

< Ti serve aiuto? > gli chiedo, lui alza lo sguardo e vengo catturato da quell'azzurro così intenso

< Mi sono perso, non riesco a trovare la maledetta aula nove! > mi dice, dal linguaggio che usa non credo sia un altro ricco ragazzino che è stato mandato quì dai genitori, tutti quelli che conosco quì parlano un linguaggio forbito e la loro compostezza è impeccabile, invece lui ha i bottoni della divisa slacciati, tiene la camicia fuori dai pantaloni e parla senza usare paroloni. Gli sorrido gentilmente

< Cosa suoni? > gli chiedo, lui alza la custodia del violino e me la mostra sorridendo

< Questo orrendo strumento, il malefico violino > mi dice ridacchiando, il mio sorriso si allarga, è decisamente diverso da tutti quelli che ho incontrato fino ad oggi, di solito chi suona il violino si vanta di saperlo fare!

< Tu invece suoni il pianoforte? > mi chiede senza smettere di sorridere,

< Già > rispondo sconsolato

< Perchè sei tutto solo quì in questa aula così cupa? > mi chiede guardandosi intorno, l'aula è illuminata solo dalla luce artificiale, le tende sono tirate per coprire i vetri, la mia istruttrice dice che l'esterno è una fonte di distrazione...

< Mi stavo allenando > gli rispondo < La mia istruttrice mi ha appena lasciato cinque minuti di pausa dopo tre ore di allenamento > aggiungo e lui spalanca la bocca facendomi ridere

< Tre ore? Oh mamma...ma quì sono così severi? > mi chiede

< Solo con me > rispondo

< Devi essere molto bravo allora, o è il contrario? > continua lui

< La prima che hai detto > rispondo, ma non mi sento affatto orgoglioso a dirlo, lui mi sorride radioso, poi sembra come aver avuto un illuminazione

< Oddio, hai solo cinque minuti di pausa e io ti sto rubando tutto il tuo tempo, mi dispiace > dice preoccupato

< No tranquillo, mi fa piacere parlare con qualcuno > gli dico sorridendo, in effetti è vero, non mi sembra vero di stare intrattenendo una conversazione con qualcuno, lui sembra rilassarsi ma si riagita poco dopo guardando l'orologio sul suo polso

< Se non arrivo all'aula nove tra cinque minuti come minimo mi becco una bella ramanzina. La mia istruttrice non ci crede che mi perdo ogni volta! Tu sai dov'è? > mi chiede, io mi alzo e gli vado vicino

< Sei nuovo? > dico, lui annuisce stancamente

< Si, i miei genitori hanno risparmiato una vita per iscrivermi a questa scuola, ma non c'erano posti liberi. Poi la settimana scorsa si è liberato un posto e sono potuto entrare...anche se devo dirla tutta, non è che la cosa mi entusiasmi più di tanto. Mi piaceva la mia vecchia scuola > mi risponde ed io provo subito un affinità verso di lui, in fondo siamo entrambi i due nuovi arrivati

< Ti accompagno io così non ti perderai > gli dico, la mia istruttrice si arrabbierà ma non mi interessa, troverò una buona scusa quando tornerò all'aula

< Sicuro che non ti crea problemi? > mi chiede mentre ci avviamo nel corridoio

< No tranquillo > e gli sorrido, lui ricambia apertamente ed io continuo a ripetermi che non esiste un sorriso più bello del suo. Arriviamo all'aula nove dopo nemmeno due minuti

< Ecco dov'eri maledetta, eri così facile da raggiungere? > dice lui facendomi ridere nuovamente, poi si gira verso di me e mi prende le mani

< Ti ringrazio...emh....non ci siamo presentati vero? > mi chiede perplesso, è vero, non ci siamo presentati! Come sono maleducato...

< Comunque molto piacere, io sono Kirino Ranmaru! > mi dice felicemente e mi scuote una mano

< Piacere io sono Shindou Takuto > mi presento a mia volta, ci fissiamo per qualche secondo

< Bè, Shindou, ci vediamo in giro allora. Grazie mille per avermi fatto da guida > mi dice e mette la mano sulla maniglia, non voglio separarmi da lui così presto...

< Kirino? > lo chiamo e lui si blocca guardandomi curioso < S-se vuoi posso farti fare un giro della scuola domani, così ti spiego per bene l'ubicazione di tutte le aule > gli dico, ho tirato fuori la prima scusa che mi è venuta per poterlo rivedere, lui mi sorride radioso.

< Magari! Allora a domani mia cara guida! > ed entra nell'aula, lo vedo scusarsi con l'istruttrice e con i compagni e andarsi a sedere al primo banco libero. Lo osservo ancora per qualche secondo, poi giro i tacchi e torno alla mia aula, ancora non mi sembra vero di aver incontrato un ragazzo così bello e simpatico e soprattutto di averlo incontrato quì dentro! Tornato alla mia aula trovo la mia istruttrice fusiosa

< Dove sei stato signorino? > mi chiede nervosa, degluttisco, mi sono scordato di inventarmi una scusa! Decido di dirle la verità, in fondo non è una cosa brutta aiutare un compagno in difficoltà (soprattutto se è il ragazzo più carino del mondo)

< Ho accompagnato un ragazzo nuovo all'aula nove, si era perso > dico innocentemente tornando a sedermi al pianoforte, lei alza un sopracciglio

< Il ragazzo nuovo? > mi chiede, io la guardo curioso, dal suo tono sembra che sappia qualcosa su di lui

< Si > le dico e spero mi dia qualche informazione su di lui, invece lei stringe le labbra e fa un gesto di stizza,

< Certa gente non dovrebbero farla entrare quì dentro > dice semplicemente ed io alzo un sopracciglio, cosa vorrà dire con "certa gente"?

< Se vuoi un consiglio concentrati sugli allenamenti e lascialo stare > aggiunge ed mi sento confuso, cos'ha che non va quel ragazzo? Poi comprendo che molto probabilmente è per i suoi modi di fare, sono così inusuali in questo mondo di ricchi figli di papà perfettini...

< Riprendiamo > mi dice lei seria ed io torno a concentrarmi sulle varie melodie da imparare alla perfezione, anche se parte della mia concentrazione è ancora incentrata sulla mia nuova conoscenza. Passo altre due ore a suonare e finalmente la mia istruttrice sembra soddisfatta

< Per oggi basta così, ci vediamo domani alla stessa ora. Mi raccomando essi puntuale > mi dice ed io schizzo dalla sedia correndo verso l'aula nove, sfortunatamente sono già andati via, così mi avvio sconsolato verso casa. La sera non faccio altro che pensare a lui, al suo sorriso e a quel suo modo amichevole di fare, lui non mi ha guardato dall'alto al basso come fanno i professori o i ragazzi più grandi e non mi ha nemmeno guardato con diffidenza come fanno quelli della mia età. Sorrido e stringo il cuscino, non vedo l'ora di rivederlo! Mi addormento con la sua faccia sorridente ben impressa nella mente.

< Signorino si svegli > una cameriera mi sta scuotendo per una spalla, mi alzo a sedere di scatto, non ha suonato la sveglia!

< Che ore sono? > chiedo

< Le 7:30 > mi risponde ed io urlo saltando giù dal letto, sono in ritardissimo! Di solito a quest'ora esco di casa! Corro in bagno e mi vesto velocemente, recupero la cartella e sto per correre fuori di casa quando mio padre mi blocca

< Ancora a casa? > mi chiede serio

< Non mi ha suonato la sveglia, ora ti saluto che sono in ritardo > gli dico e sto per correre fuori quando lui mi mette una mano sulla spalla

< Ti accompagno io con la macchina vieni >

< Ma no, non serve > rispondo nervoso

< Sei in ritardo no? Tanto la tua scuola è di strada > ed io lo seguo sconsolato verso il garage, ci manca solo che a scuola mi vedano arrivare con la super macchina extra lusso di mio padre, e poi si che non mi rivolgeranno mai più la parola! Salgo e mi metto sul posto vicino al conducente allacciandomi la cintura, la mia unica consolazione è che almeno con la macchina non arriverò in ritardo. Ci vogliono solo dieci minuti per arrivare alla scuola con la macchina in confronto ai venti andando a piedi e mio padre pigia parecchio sull'acceleratore, così in soli otto minuti sono davanti al cancello, vorrei dirgli di lasciarmi lontano dall'entrata, ma ogni qual volta provo a dire a mio padre di non ostentare così tanto la sua ricchezza lui si infuria e mi dice che lui se l'è sudata ed io dovrei essere felice di non essere un pezzente e di potermi permettere le cose migliori, se solo sapesse quanto questo mi isola dagli altri ragazzi del conservatorio che si, sono ricchi, ma non quanto me. Scendo dalla macchina tenendo lo sguardo basso, tutti gli occhi sono puntati sul macchinone nero di mio padre e con la coda dell'occhio vedo tutte le occhiatacce gelose che mi rivolgono, noto anche molti gruppetti parlottare tra loro

< Ciao papà grazie > dico e chiudo la portiera, lui riparte quasi subito ed io mi volto per varcare il cancello, ma mi ritrovo davanti Kirino che sta guardando la macchina allontanarsi. Mi blocco, sicuramente adesso anche lui mi odierà, in fondo da quello che ho capito se i suoi genitori hanno dovuto riparmiare una vita per iscriverlo quì saranno sicuramente abbastanza poveri....e mi ha appena visto scendere da una macchina che costa almeno quattro stipendi annuali di molti dei genitori dei ragazzi che sono quì. Non ho il coraggio di dirgli nulla, i suoi occhi sono ancora puntati sul sedere della macchina, poi quando scompare si volta verso di me

< Era tua? > mi chiede

< S-si > rispondo imbarazzato

< Wow, non avevo mai visto quel modello di auto! È comoda? Dicono che puoi arrivare fino a 150 chilometri orari e non li senti nemmeno è vero? > mi chiede come se avesse appena visto al cosa più bella del mondo, io rimango scioccato, non sono abituato a reazioni del genere nei confronti della mia ricchezza.

< Si è vero, ma a me viene lo stesso da vomitare > dico e mi do dello stupido meno di mezzo secondo dopo "a me viene lo stesso da vomitare" ma cosa mi viene in mente di dire? Bel modo di iniziare le conversazioni... lui mi guarda divertito

< Io vomiterei di sicuro, già a cento chilometri orari inizio a sentirmi male, sarà perchè la macchina di mio padre è un macinino che non arriva a più di novanta? Comunque complimenti è proprio una bella macchina! > mi dice ridendo, quanto lo adoro! Non si è schifato della mia uscita sul vomito, non ha fatto nessun gesto di stizza, è la dolcezza fatta persona.

< Allora? Questo giro quando me lo fai fare? > mi chiede strappandomi ai miei pensieri, noto che tutti ci stanno osservando diffidenti

< Ti va alla fine delle lezioni? > gli rispondo, lui si mette una mano sul mento e ci pensa su

< Mmmmmh, ok > dice alla fine

< In che classe sei? > chiedo, magari siamo in classi vicine!

< Sai che non lo so? Mi hanno cambiato classe ieri, quella in cui mi avevano messo dicono che era troppo affollata > mi dice ridendo, < Devo passare in segreteria per saperlo, effettivamente dovrei anche sbrigarmi che è tardi e le lezioni stanno per iniziare > mi dice

< Ti accompagno > gli dico subito

< Sei proprio un cavaliere dall'armatura scintillante tu eh? > ridacchia ed io arrossisco leggermente

< Comunque mi farebbe piacere! Anche perchè con la mia solita fortuna riuscirei a perdermi, l'ho già detto che questa scuola è peggio di un labirinto? > continua senza smettere di ridere. Ci avviamo velocemente verso l'ingresso ed io lo guido verso la segreteria, una volta li lo aspetto fuori dalla porta e lui esce pochi minuti dopo

< Bene, sono nella......2 B! > mi dice, ma è la mia classe! Non mi sembra vero, sorrido radioso

< Siamo in classe insieme allora > gli dico e lui spalanca la bocca

< Che fortuna eh? > mi dice con uno dei suoi radiosi sorrisi, io guardo la parete imbarazzato, la campanella ci ricorda che dobbiamo sbrigarci ad andare in classe e corriamo per il corridoio riuscendo ad arrivare in tempo.

< Ragazzi, da oggi avrete un nuovo compagno. Date il benvenuto a Kirino Ranmaru. Trattatelo bene mi raccomando > dice il professore presentandocelo, lui sorride a tutti e saluta con calore.

< Da quando prendono anche i poveri in questa scuola? > sento bisbigliare ad un mio compagno

< Lo sapevi che suo padre è un semplice impiegato? > dice un altro

< Ma l'avete visto? Con quei capelli rosa sembra una ragazza! > ridacchia il compagno dietro di me, stringo i pugni, la loro cattiveria non conosce confini! È la pecca dei ricchi, non sanno fare altro che criticare il prossimo! Vedo Kirino continuare a sorridere, ma sta stringendo i pugni, non hanno bisbigliato a voce molto bassa e deve averli sentiti.

< Puoi andare a sederti > gli dice il professore indicandogli il banco accanto al mio, lui gli sorride e si viene ad accomodare accanto a me, indirizzandomi l'ennesimo sorriso.

 

 

Angolino dell'autrice

ed eccomi di nuovo! Stavolta ho voluto provare a scrivere di un ipotetico mondo dove Kirino e Shindou non sono migliori amici e la loro vita non è incentrata sul calcio ma ben si sulla musica, altro elemento dominante nella loro vita. La fan fiction avrà 5 capitoli (l'ho già scritta tutta in un momento di noia, mentre aspettavo che si caricassero le puntate di inazume eleven chrono stone per poter continuare il capitolo sul viaggio nel tempo di "due più due" )

Spero questo primo capitolo vi sia piaciuto!

aggiornerò presto, fatemi sapere cosa ne pensate baci ^_^

 

ps: io non ci capisco niente di musica, quindi mi scuso in anticipo se dovessi sbagliare qualche termine (fatemelo notare se è così!) > <

  
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