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Autore: pollama    11/01/2013    3 recensioni
I fratelli Winchester sono alle prese con una serie di delitti ad opera di Ammit che, secondo la tradizione Egizia, mangia i cuori dei defunti condannati a passare l'eternità nel regno degli inferi.
Quello che devono scoprire è perché uccide e non si nutre più dei cuori dei morti?
Dean, nel frattempo, cerca di tenere a banda alcuni ricordi, non molto felici, che vedono come protagonista qualcuno a cui voleva bene.
Genere: Azione, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Come una foto vecchia


Era una calda mattina d’estate e Dean era ancora disteso nel letto con gli occhi sbarrati e lo sguardo quasi assente.
Sam era dall’altra parte della stanza con il pc già acceso e, mentre si grattava la nuca, buttò uno sguardo al fratello dicendo: «Dean? Sei sveglio?»
Il ragazzo si stropicciò gli occhi per poi alzare solo il capo, mentre il resto del corpo rimaneva steso.
«Cosa vuoi?»
Il tono brusco non sorprese Sam, non perché era solito, ma perché da qualche tempo Dean non dormiva più un granché.
«Nemmeno stanotte hai dormito?»
«Ho… chiuso per un po’ gli occhi…»
Sam lo guardò di sbieco, dopotutto erano fratelli e sapeva, stando per di più nella stessa stanza, quando Dean dormiva.
«Non è vero. Sospiravi ogni cinque minuti.»
«E cosa c’è di strano? E poi non erano sospiri, erano sbuffi di piacere… E’ questo l’effetto che fa sognare Jessica Alba.»
«Dean… non hai dormito. Ti sei visto allo specchio? Hai delle occhiaie… chilometriche!»
Dean si alzò dal letto e, dando le spalle al fratello, lasciò che un lungo respiro fuoriuscisse dalle labbra.
«Hai sospirato di nuovo… Dean non puoi pensare sempre a quello che è successo.»
Sam si alzò dalla sedia su cui era seduto e andò a poggiare la grossa mano sulla spalla di Dean che non si mosse di un centimetro.
«Ascolta Sam… Sto bene. Ok?» sospirò di nuovo prima di continuare a parlare.
«Allora? Novità sul caso della Divoratrice?»
Sam aveva capito che non voleva continuare la conversazione del ‘come stai’ e, tentennando, tornò a sedersi.
«Ammit ha mietuto un'altra vittima questa notte. Nel North Carolina, precisamente a Sanford. Amy Just è una donna, sui quarant’anni; l’hanno trovata nella sua abitazione con il petto squarciato… Non aveva più il cuore.»
«Fantastico! Andiamo a vedere un po’ cosa ha combinato la nostra Regina di cuori.» detto ciò, Dean si chiuse in bagno per farsi una doccia e scorse velocemente lo sguardo allo specchio. Sam aveva ragione, i segni delle notti insonne si vedevano.
Il vapore del getto d’acqua calda iniziò ad invadere la piccola stanza dalle pareti verdognole. Lo specchiò si appannò del tutto, impedendo a Dean di continuare a fissare il suo riflesso.
La schiuma del sapone, ricopriva il petto, comprendo il tatuaggio nero impresso nella pelle; chiuse gli occhi, lasciandosi inebriare da quel piccolo brandello di tranquillità. Per un attimo gli parve che l’acqua, che veloce gli scivolava addosso, gli portasse via anche quei ricordi.
Ricordi che quando gli si presentavano nella mente gli facevano lo stesso effetto di una foto vecchia.
Sì, per lui i ricordi erano come una foto vecchia, stracciata ai lati ed ingiallita.
«Dean? Tutto bene?» la voce di Sam arrivò alle orecchie di Dean, sovrastando lo scrosciare dell’acqua.
«Sì, arrivo.» rispose in modo secco e pensando che forse era meglio lasciarsi tutto alle spalle.

Dopo poco, i fratelli Winchester si ritrovarono seduti nella vecchia Impala e partirono sulle note di Supernatural Superserious dei R.E.M..
La strada era deserta e l’asfalto grigio era rovente, il sole alto nel cielo rendeva la ferraglia dell’auto un’enorme forno nero.
«Bobby ti ha spiegato come abbattere questo mostro?» la voce di Dean sembrò inespressiva, come se stesse recitando controvoglia la frase di un copione.
«Ehm… no, ma ci sta lavorando…» rispose Sam, guardando il fratello sottocchio.
«Che c’è?»
«Cosa?»
«Sam mi stai guardando… che c’è?»
«Pensavo.»
Dean annuì corrucciando la fronte e contraendo un angolo della bocca. Ma non disse nulla.
«Senti Dean… ha sbagliato, ma non lo puoi condannare!»
«Io? Condannare? Ma ti senti come stai parlando?»
Sam abbassò il viso, guardandosi le mani tese sui jeans.
«Sto solo dicendo solo che potresti chiarire tutto… Prova a chiamarlo.»
«Sam» Dean lo guardò per un attimo, ma subito dopo tornò ad osservare la strada che si snodava in un incrocio.
«Ho già provato, non risponde.»
«Quindi?»
«Quindi vuol dire… che non vuole più seccature.»
Sam si passò la mano tra i lunghi capelli, poi, in silenzio, si mise a guardare fuori dal finestrino. Le steppe inaridite dal sole cocente si perdevano a vista d’occhio, mentre in lontananza intravide un autobus scolastico andare nella loro stessa direzione.
E proprio in quel frangente, vide un riflesso familiare comparire sul vetro dello specchietto retrovisore.
Non poté evitare di sobbalzare e voltarsi indietro.
Il sedile posteriore, però, era vuoto e invaso dalla forte luce dorata del sole.
«Che succede?» Dean aggrottò la fronte e guardò anche lui dietro di sé.
«Ehm… niente. Pensavo di aver visto… Lascia stare.»
«Sam, tutto bene?»
Il ragazzo annuì vigorosamente.
“Come è possibile? E’ stato un attimo… Forse Dean mi ha influenzato con il suo malumore e mi sono immaginato tutto… Cavolo!”, pensò Sam e tornò a guardare forzatamente fuori dal finestrino.

 

 

††††

 

La casa della vittima era attorniata da nastri di plastica gialli e una folla di giornalisti era pronta ad assalire i poliziotti per porre le loro domande.
«Chi siete?» una voce roca giunse alle spalle dei due ragazzi, un poliziotto dal viso tondo e i capelli bianchi li stava guardando sospettoso.
«Siamo dell’ FBI.» disse Dean cacciando dalla tasca della giacca il distintivo.
«Siete giunti presto questa volta.» disse il poliziotto dando delle pacche sulle spalle dei fratelli.
«Sì, abbiamo una macchina veloce.» Dean ammiccò ed iniziò ad incamminarsi lungo il vialetto del villino.
«Ehi! Guarda!» Sam indicò un punto del prato su cui era impressa una grossa orma.
«Ammit ci ha lasciato un regalino.»
«Sì, ma cosa ce ne facciamo?»
Dean guardò il fratello e puntando il dito sul suo petto disse: «Guardiamo in giro. Se ha lasciato un impronta qui… forse ha lasciato qualche altro segno.»
Sam annuì, ma raccolse in un fazzoletto un po’ di quel terriccio sul quale c’era orma.

Appena entrarono nella casa, le loro narici furono invase da una puzza di marcio e, quando varcarono la soglia della stanza in cui era avvenuto il delitto, l’odore sgradevole era ancora più forte.
«Ma che cazzo di puzza c’è qui?» Dean si coprì il naso con la mano e guardò Sam che rispose: «Sembra… fetore di decomposizione…»
«Dici?» disse Dean con tono sarcastico e sgranando gli occhi.
I due fratelli continuarono a cercare indizi di qualsiasi genere, ma non trovarono nulla, a parte la puzza e l’orma nel giardino.
«Abbiamo fatto un buco nell’acqua.»
«Non del tutto» iniziò a dire Sam venendo subito interrogato dagli occhi verdi del fratello maggiore.
«Sappiamo che Ammit mangia i cuori di chi non è degno del lato buono dell’aldilà. E parlando con la sorella della vittima ho scoperto che Amy andava a spendere tutti i risparmi della famiglia nei casinò.»
Dean continuò a guardare il fratello con aria interrogativa.
«Vuol dire che il mostro cerca le persone ‘peccatrici’.»
«Ah… Beh… allora è un lavoro facile trovare la prossima vittima.» Dean sbuffò e togliendosi la giacca la buttò sul sedile posteriore dell’auto.
«Dean, forse ci serve un aiuto… Dopotutto stiamo girando attorno a questo caso già da una settimana e senza avere risultati.»
Dean guardò Sam sbuffando e alzando la mano disse: «No. Sam già ne abbiamo parlato… Quante volte? Un infinità!»
«Va bene, ho detto solo un mio pensiero.»
«Sali in macchina. Sto morendo di fame.»

 

I due ragazzi ben presto si ritrovarono seduti nell’Impala, in silenzio e con la radio accesa.
«Dean.»
«Che c’è?»
«Cosa?» chiese Sam, mentre guardava se in giro ci fosse qualche fastfood.
«Mi hai chiamato… Se vuoi parlare ancora di…»
«Io non ti ho chiamato.»
«Dean… Sam.»
I due fratelli si guardarono negli occhi e frenando bruscamente la macchina, si chinarono verso la radio.
«Ca… Castiel?»
«Ragazzi, è bello raggiungervi in qualche modo.»
«Maledizione! Che ci fai nella mia auto?» chiese Dean incollerito e senza smettere di guardare la radio, che ormai non trasmetteva più la canzone di prima e si sentì l’angelo sospirare.
«Vedi? Anche lui sospira.»
Sam fece una smorfia prima di tornare a guardare la radio.
«Non sono dentro l’auto. La radio è solo… un mezzo. Appena potrò mi farò vivo.» dette queste parole, si cominciarono a sentire di nuovo le note rock della canzone.
«E cosa ha concluso?»
«Forse… non poteva parlare?»
Dean sbuffò e, rimettendo in moto l’auto, continuò a percorrere quella strada soleggiata in silenzio.

 


NOTE: Questo è l'aspetto, secondo gli Egizi, di Ammit (la Divoratrice)  Image and video hosting by TinyPic
  
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