Il vento spirava forte, facendo grattare i rami di una grande quercia frondosa contro le sbarre delle cella. Un posto poco adatto ad una signora, i capelli ramati erano in contrasto con l’oscurità forzata di quel luogo, la pelle profumata stava perdendo il candore per assumere una colorazione più scura, causata dello sporco che appestava il pavimento irregolare. Tra quelle quattro, strette, mura solo il cadenzato e lento cadere delle gocce di umidità al suolo scandivano il tempo, insieme allo squittire e allo scalpitare di qualche topo che famelico cercava gli avanzi di una cena parca, lo stretto indispensabile per non morire di fame e di stenti.
 Lady Marion sedeva su una panca grezza, il cui legno mangiato dall’umidità reggeva a stento il suo esiguo peso, sorretto anche dalle catene che le tenevano fermi i polsi ossuti. Da settimane, ormai, aveva perso il conto dei giorni, e le ferite non le facevano più tanto male, forse solo perché perdeva e riacquistava di continuo i sensi, così ottenebrati da quell’oscurità soffocante da farle maledire ogni singolo respiro che ancora la teneva in vita. La  ragazza più bella della corte e forse di tutta l’Inghilterra, ora, era solo un mero fantasma, un pallido eco scolorito di ciò che era un tempo, e man mano che il tempo passava la bellezza defluiva dal suo corpo, come l’acqua che abbandona un ruscello in un periodo di secca. Morire. Un ottima soluzione, eppure il suo cervello le impediva di mettere in atto un simile gesto, forse perché non sarebbe nemmeno riuscita a mettere insieme tutte le forze per cercare di tirare su anche solo il capo, o perché era ben consapevole che, lui, la stava cercando. Robin non si sarebbe arreso all’idea che l’unica donna che abbia mai amato in vita sua potesse morire in quel modo. Per questo Marion continuava a vivere, per poter rivedere l’uomo in verde che aveva deciso di seguire, lasciando il lusso, gli agi e tutto l’oro che i poveri contadini, artigiani, pescatori, perfino mendicanti avevano potuto pagare. Aveva seguito lui e il suo ideale, quella volontà di ferro di rubare ai ricchi per dare ai poveri, l’aveva stregata fin dal primo momento e fin dal loro primo bacio si era instaurato un legame indissolubile tra i due che solo la morte avrebbe potuto spezzare, e la morte ha il volto spietato e unto dello sceriffo di Nottingham, lo stesso uomo che aveva giurato di amarla per tutta la vita e che, invece, l’aveva relegata in quei sotterranei squallidi a marcire come carne di scarto.
Non era servito invocare il perdono, non era servito invocare la clemenza, nulla poteva smuovere un uomo che desiderasse ardentemente il potere e la ricchezza che lei non poteva più dargli, eppure lei sapeva che prima o poi avrebbe rivisto la luce, da viva o da morta.