Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: kiki96    11/01/2013    4 recensioni
Ogni notte, in quel cimitero, loro si svegliavano.
Lui cercherà di fermare tutto ció.
La maledizione si fermerà?
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Tempio

Mi avvicinai lentamente. I miei passi furono soffocati dalla fredda pietra, che giaceva silenziosa sotto di me. Una nebbiolina avvolgeva il luogo in cui ero diretto. Un silenzio insistente e pesante mi circondava. Nessun rumore, nessun fruscio. Qualche brezza innaturale spostava le basse nuvole che coprivano le mie scarpe.
Il cielo era pieno di nubi nere, pericolose e soffocanti, nonostante il freddo di quella sera; nemmeno la luna mi faceva compagnia. Le mie braccia reggevano il futuro dell’umanità.
Un passo avanti e mi ritrovai davanti un enorme cancello di ferro battuto. Le grandi sbarre erano piegate e arrugginite, una non era collegata bene ai cardini del cancello. In cima alle punte acuminate e opache c’erano dei teschi infilzati. I crani avevano delle crepe profonde. Sulle loro mandibole giacevano ragnatele e bestie morte. Le orbite vuote mi guardavano senza alcuna emozione invitandomi a scappare. Non potevo. E loro lo sapevano.
Aprii il cancello provocando un unico e persistente cigolio, che smise non appena lasciai la presa sulla sbarra. Entrai. La pietra, ora, era sostituita da un suolo scuro e secco, qualche erbaccia cresceva qua e là, rendendo il cimitero ancora più inquietante. Le lapidi giacevano piegate, rotte sul duro terreno. Erano talmente vecchie che le loro epigrafi erano sparite a causa degli agenti atmosferici e del tempo. Adesso erano solo tombe senza nome, dimenticate dagli uomini e dal mondo.
Zigzagai intorno alle fredde pietre grigie, la nebbia s’infittiva sempre di più e il freddo era diventato pungente. L’aria mi sferzava il viso, le mie mani erano congelate e tremavano. Se non avessi fatto qualcosa ora, non avrei fatto più niente.
Iniziai a correre, conscio di presenze non umane dietro e intorno a me.
Dovevo trovarlo, in fretta…
Con la coda dell’occhio  vedevo mausolei e sepolcri che passavano sfocati, grandi statue simili a fantasmi mi guardavano con i loro occhi morti. Una statua si mosse.
Più in fretta!” pensai. Le mie gambe bruciavano e dolevano, il respiro era discontinuo. Non ce l’avrei fatta se continuavo così.
Mi bloccai di colpo. Finalmente l’avevo trovato!
La grande entrata della catacomba era proprio davanti a me. Lunghe colonne nere sostenevano il tetto grigio smorto, le scale avevano incrinature e fessure, il portone era di legno. All’inizio sembrava marcio, ma con un’accurata revisione si poteva benissimo vedere che il legno era nuovo e integro. Era il sangue incrostato che lo rendeva vecchio e sporco. Mi guardai intorno: le colonne di marmo erano sporche, proprio come il portone. In questo cimitero. Ogni notte accadeva, ogni notte tutti sopravvivevano ma al tempo stesso morivano.
Alla base delle scale pezzi di carne putrefatta, mani, arti vari, teste erano accatastati come se fossero rifiuti. Erano immobili. Per ora.
Sapevo cosa fare. Ma mi fermai prima di iniziare.
Gli occhi acquosi e vitrei di una testa mozzata mi fissavano. Nel loro sguardo c’era terrore. La bocca era aperta, un grido muto mai uscito riposava in quel buco scuro.
Fu un attimo. L’attimo mi costò i secondi più preziosi della mia vita.
Aprii il libro in fretta e furia e iniziai a leggere. Strane luci verde uscirono dal tempio. Continuai a leggere.
Una mano mi afferrò la caviglia. Il libro cadde e si richiuse.
“troppo tardi” pensai nel panico. Schiacciai l’arto con l’altro piede e ripresi il libro. Io avevo un compito: dovevo far cessare tutto ciò.
La mano strisciò dal suo padrone a pochi passi da me. Il buio teneva nascosto il volto ma non c’era bisogno di vederlo. Sporco di sangue e terra. Sapevo cos’era.
Dietro di lui, un altro squadrone. I loro movimenti erano discontinui, meccanici, morti. La loro pelle cadeva a pezzi, lasciando intravedere le ossa e i tessuti muscolari. Alcune orbite erano vuote, le bocche erano aperte ed emanavano un lungo lamento. I denti gialli e sporgenti, la mascella caduta, le braccia in terra, le gambe scomposte, la testa aperta, gli intestini che cadevano, le ossa sporgenti. Certe cose strisciavano perché non avevano più nulla con cui camminare. Altre erano ridotte ad un mucchio di ossa.
Indietreggiai terrorizzato. Non poteva finire così! Avevo letto… avevo letto…
La cosa si avvicinò. Con la sua mano destra e putrefatta mi prese la gola.
Il gruppo di quelli, che una volta erano stati uomini, mi si strinse intorno. Come una morsa, ero senza via di scampo. Le mascelle sconnesse si avvicinarono alla mia carne e iniziarono a tirare, macellare. Le mani di quegli esseri mi tiravano da ogni dove.
Clack!
Un ultimo lamento straziante, il mio. Poi più nulla.
 
Il libro cadde con un tonfo sulla dura terra. La sua copertina dorata adesso era diventata di bronzo, una linea fine di sangue copriva il suo bagliore.
Un nuovo pezzo di carne -un braccio stavolta- fu buttato sulla montagna di altri parti del corpo, ai piedi del tempio come ringraziamento. Il gruppo si sparpagliò.
Ogni notte, in quel cimitero, loro si svegliavano.
Ogni notte, in quel cimitero, sopravvivevano tutti.
Ogni notte, in quel cimitero, morivano tutti.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: kiki96