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Autore: Albicocca    12/01/2013    3 recensioni
[DualRivalShipping/CherenBelle]
Non poteva credere che da lì a poco avrebbe rivisto il suo vecchio amico Cheren, divenuto Capopalestra di quella cittadina all’estremo sud-ovest della regione. Da quanto non aveva sue notizie? Un anno o al massimo un anno e mezzo. Era sparito dalla circolazione e solo due giorni prima aveva saputo che gestiva una palestra. Se non glielo avesse detto la professoressa, a quell’ora, Belle non avrebbe mai saputo niente. Ma nemmeno quel particolare poteva rovinare il suo umore.
Prima fanfiction in questo fandom e, speriamo, nemmeno l'ultima!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Autore: Albicocca.
Titolo: old firends. Devo proprio dire che è molto fantasioso...
Rating: Verde.
Pairing: DualRivalShipping (Belle/Cheren)
Genere: Fluff, Sentimentale.
Avvertimenti: Het, One-Shot, OOC (quest'ultimo poco ma sicuro.)
Parole: 1633. E io ero partita dal volerne scrivere solo 500. 
Note: Ci ho provato. Lo ammetto, mi ci sono impegnata a scrivere questa one-shot. E, ammetto anche questo, è stata facile da scrivere. Però, rileggendola, mi accorgo che non ha né capo né coda, ma okay. E' una semplice one-shot come un'altra. Mi è venuta in mente mentre ero a scuola, nell'ora di diritto e ho scritto la "trama" su un foglietto per ricordarmene. Ho finito di scriverla a mezzanotte e mezza, ieri sera. Ma a voi non interessa. 
E' la mia prima fanfiction del fandom, e lo ammetto, sono un po' emozionata. Ho sempre scritto nel fandom di Inazuma Eleven  e raramente in qualche altro fandom quindi la mia intenzione ora è di pubblicare anche qui. Nel fandom dei Pokémon. Sì. Aiuto. Okay, mi calmo. 
Spero che questa cosa vi piacca almeno un pochino e non mi dispiacerebbe nemmeno avere qualche recensione. In fondo, le recensioni sono, come dire, una soddisfazione per ogni autore. :) 
Un bacio, Miam. <3


 


old firend.

 

Belle saltellò tutta contenta, diretta alla palestra di Alisopoli. Inciampò un paio di volte nei suoi stessi piedi e le caddero anche gli occhiali dal naso, ma non perse il suo sorriso, grande e luminoso.
Era arrivata da poco in città. Era lì per consegnare i Pokémon iniziali ai nuovi allenatori che stavano per intraprendere il viaggio attraverso Unima, per conto della professoressa Juniper essendo la sua assistente. Da poco più di un mese, ma lo era.
Non poteva credere che da lì a poco avrebbe rivisto il suo vecchio amico Cheren, divenuto Capopalestra di quella cittadina all’estremo sud-ovest della regione. Da quanto non aveva sue notizie? Un anno o al massimo un anno e mezzo. Era sparito dalla circolazione e solo due giorni prima aveva saputo che gestiva una palestra. Se non glielo avesse detto la professoressa, a quell’ora, Belle non avrebbe mai saputo niente. Ma nemmeno quel particolare poteva rovinare il suo umore.
Fece ancora qualche passo e poi si ritrovò di fronte alla grande palestra di Cheren, Capopalestra di Pokémon tipo Normale. Belle rimase ferma ad osservarla prima di entrare. Mille domande, che prima aveva cercato con tutte le sue forze di cacciare, si fecero largo nella sua mente: e se lui non l’avesse voluta vedere? Se l’avesse voluta tenere lontano tutto quel tempo, lasciandola quel pomeriggio a Soffiolieve dicendole semplicemente «Parto, Belle. Ho ancora mille cose da scoprire, mille regioni da visitare e altrettanti Pokémon da vedere»? Belle avrebbe voluto prendere la borsa e partire con lui, ma qualcosa l’aveva trattenuta e si era limitata ad un semplice «Ciao Cheren, ci vediamo presto. Mi mancherai
Chissà quanti Pokémon aveva visto, quante persone aveva conosciuto, se avesse vinto delle medaglie e partecipato alle Leghe.. magari le aveva pure vinte, quelle Leghe!
Rimase lì per altri, cinque, dieci o quindici minuti, poi sospirò mentre il vento incominciava ad alzarsi e fece un passo verso la porta. E poi altri cinque o sei. Appoggiò la mano sulla maniglia fredda e l’aprì. Scosse la testa per far sparire tutta la confusione che aveva in testa e mise su di nuovo quel sorriso luminoso di prima.
«Saalve, c’è qualcuno?» domandò con la sua voce squillante, girando su se stessa alla ricerca di qualcosa o qualcuno che la potesse aiutare. O magari era semplicemente alla ricerca di Cheren.
«Belle?» La bionda, che stava leggendo un volantino appeso alla bacheca che si trovava nell’ingresso, saltò e urlò dalla paura. Subito dopo si portò una mano sul cuore che batteva forte per lo spavento, cercando di riprendere a respirare normalmente.
«Tutto bene?» sentì ridere sommessamente. Sì, quella era la risata di Cheren.
«Ancora devi imparare a non apparire dietro le persone come un fantasma? Sempre il solito.» disse, scherzosamente, voltandosi verso di lui mentre quest'ultimo si passava una mano tra i capelli ridacchiando ancora un po’.
C’è da dire che quando Belle si girò, le mancò il respiro per vari secondi, tanto che pensò di star per morire da un momento all’altro. Cheren era cambiato (ma cambiato davvero tanto, era quasi irriconoscibile) dall’ultima volta che l’aveva visto. Gli erano cresciuti i capelli e aveva tolto gli occhiali. Ed era più alto, ma molto più alto e la camicia bianca con quella cravatta gli donava particolarmente. Belle arrossì impercettibilmente vergognandosi di pensare che il suo vecchio amico fosse davvero un bel ragazzo.
«Cosa ci fai qui?» chiese lui, rompendo il silenzio che si era creato mentre la bionda lo fissava come a volersi ricordare ogni minimo particolare.
«Io.. ecco, sono qui per portare dei Pokémon.. e sapendo che tu eri il Capopalestra ti sono venuta.. a trovare. Cioè… volevo vederti. In verità pensavo tu fossi morto però ora che sei davanti a me vuol dire che sei vivo quindi.. sei vivo!» iniziò a parlare a macchinetta mentre Cheren ricominciava a ridere, scuotendo la testa.
Belle non sarebbe mai cambiata e forse, quella, per lui poteva essere una consolazione.
«Sì, sono vivo Belle. Fortunatamente.» pronunciò «Che Pokémon devi portare?» domandò poi facendole segno di seguirlo verso la sua camera, situata al di sopra della palestra.
«Starter.» rispose «Sono diventata l’assistente della professoressa Juniper. E, a proposito, ti saluta. E anche Touya.» spiegò, poi sorrise «Dice anche che ogni tanto potresti farti sentire, a lui non dispiacerebbe.»
Cheren si sedette sulla poltrona posta al centro del salotto, subito imitato da Belle.
«Davvero? Assistente della professoressa?»
«Stupito?» rise «Sì, ho pensato che vivere a contatto con i Pokémon, studiarli e conoscerli meglio sarebbe stato interessante. E’ infatti è così. Poi viaggio anche spesso per conto della professoressa, quindi vedo posti mai visti e conosco nuovi allenatori promettenti. E’ un lavoro emozionante, non come fare l’allenatore, però.»
«Forte» disse «Io invece passo le giornate a lottare. Sono sempre molto impegnato. E quindi scusatemi se non mi faccio sentire, mi dispiace, ma con tutti gli impegni che ho, tra palestra e la scuola di allenatori, non ho nemmeno il tempo di dormire.» spiegò, grattandosi la testa.
«Già, lo avevo immaginato.» sospirò. «Alcune volte mi mancano i vecchi tempi. Quando io, te e Touya stavamo sempre insieme, viaggiavamo e lottavamo senza che ce ne importasse di niente. Ma si va avanti e tutto cambia.» aggiunse dopo con un lieve tono di malinconia ricordando i vecchi tempi.
«Infatti.. però» tacque. Cheren non sapeva che dire, in un certo senso. Anche a lui mancava quel periodo, gli mancava un sacco. Gli mancava dover sgridare Belle per la sua costante sbadataggine oppure perché aveva sempre la testa tra le nuvole.
«Però anche ora va bene» continuò per lui la bionda «Conduciamo una vita che apparentemente è perfetta. Tu hai realizzato il tuo sogno di diventare Capopalestra e io ho seguito la mia strada.» si morse il labbro inferiore. Forse quello che stava per dire era sbagliato ma, come sempre, a Belle non importò. Era stata sempre una di quelle persone che diceva tutto quello che le passava per la testa «L’unica cosa che manca nella mia vita è qualcuno con cui condividere momenti speciali.»
Cheren pensò alle parole appena dette dall’amica. Significavano letteralmente: «Vorrei un ragazzo. Uno di quelli che mi ama per come sono, anche se sono svampita e matta. Uno di quelli pronto a sorreggermi se inciampo nei miei stessi piedi. Uno di quelli che è pronto a ridere con me se faccio una figuraccia
«Io non ne ho bisogno.» Belle puntò il suo sguardo verde in quello nero dell’altro «Una relazione in questo periodo sarebbe troppo avventata. Non ho tempo, come ho detto, nemmeno per dormire, figurati per stare con qualcuno.» spiegò meglio.
Belle gonfiò le guance, indispettita. Sempre a programmare, a tenere tutto sotto controllo, lui! Non si lasciava mai andare alle emozioni per una volta. Era tutto calcolo e niente azione. Si chiedeva come poteva essere diventato un Capopalestra con quell’atteggiamento.
«Non cambi mai.» soffiò, abbandonandosi sulla poltrona, portando la testa all’indietro e osservando la stanza di Cheren all’incontrario. Sentiva il sangue andarle al cervello e gli occhiali scivolarle piano piano. «Sei sempre il solito.»
Lui sorrise «Consolati, ci sono persone peggiori.» poi si alzò e si diresse in cucina. Si era accorto di non aver offerto niente a Belle «Vuoi una cioccolata calda?»
La biondina scattò in piedi, annuendo energicamente dimenticando di essere infastidita dal comportamento di Cheren, seguendolo. Si sedette sul tavolo osservando l’amico mettere a riscaldare il latte.
«Vivi da solo?» domandò. Pensò che, se la risposta fosse stata sì, Cheren si dovesse sentire molto solo e che forse – sottolineò forse cinque o sei volte, nella sua mente – la sua presenza gli faceva piacere. O meglio, più che piacere.
«Sì. Però i ragazzi della città mi vengono a trovare tutti i giorni dopo la scuola per osservare le mie lotte contro gli sfidanti che mirano alla Lega.» rispose lui «Perché?»
«Così, per chiedere.»
«E tu? A Soffiolieve intendo.»
«Con mamma e papà.» rise imbarazzata. Insomma, lui viveva da solo e lei invece ancora con i genitori. Si sentì tremendamente ridicola.
Cheren sorrise mettendo il cacao in polvere nel pentolino «Tuo padre che ne pensa? Dico, che tu sia diventata l’assistente della professoressa Juniper?»
«Stranamente, era d’accordo. Ha detto che la ricerca è più adatta ad un tipo come me. Per lui fare l’allenatore è troppo pericoloso per una tipa svampita.» disse, facendo una pausa «Forse ha ragione.»  
Il ragazzo le porse la tazza con dentro la cioccolata. «Anche io credo che la ricerca faccia per te. Lo hai detto tu stessa, prima. E poi ti vedo più maturata rispetto a due anni fa quando viaggiavamo per Unima, Belle.»
Lei sorrise «A me piacciono i Pokémon e scoprire come si siano formati, perché hanno questi poteri particolari e come si evolvono è emozionante. Ogni giorno con la professoressa scopriamo cose nuove e interessanti.»
«Per quanto ti fermi ad Alisopoli?» ritornarono nel piccolo soggiorno e si risedettero sulle poltrone.
«Due o tre giorni.» rispose Belle, soffiando sulla sua cioccolata «Domani incontrerò i nuovi allenatori e poi vedrò. Ultimamente la professoressa è impegnata con la professoressa Fennel e io non sono molto d’aiuto quindi potrei decidere di rimanere un po’ di più.» Sempre se tu vuoi, aggiunse mentalmente.
«E’ un ottima idea.» Belle si sorprese della risposta di Cheren «Dovresti rimanere per qualche giorno. Potrei farti vedere come combatto in palestra e mi piacerebbe averti qui.» continuò, sorridendo.
Belle si aprì in un sorriso a trentasei denti.
«Domani mattina chiamo la professoressa, allora.» si alzò in piedi, posando la tazza ormai vuota sul tavolino «Ora vado, si è fatto tardi. A domani, Cheren.» si avvicinò al suo viso che assunse un espressione confusa.
Fu un attimo: Belle poggiò le sue labbra su quelle di Cheren in un bacio a stampo. Subito dopo la bionda era fuori dalla porta, correndo verso il suo hotel mentre il ragazzo si toccava le labbra, sorpreso. Poi sorrise.  


 
 
   
 
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