“Cazzo no, no, no! Non doveva andare così. Non dovevo farlo” urlava James camminando su e giù per la stanza circolare nel dormitorio mentre il suo migliore amico Justin era seduto sulla soglia della finestra. Dopo circa un’ora che continuava a urlare cose incomprensibili e a misurare la stanza a grandi falcate Justin prese per le spalle l’amico per bloccarlo
“Ma si può sapere che cavolo hai fatto che continui a delirare?”
James si liberò in malo modo dalla stretta e incominciò a prendere a pugni il cuscino. Per fortuna Justin aveva avuto la brillante idea di toglierli la bacchetta quando, appena entrato nel dormitorio, lo aveva visto in quello stato per evitare che desse fuoco al castello.
A un certo punto si senti bussare alla porta e Justin andò ad aprire e si ritrovò davanti a se una Dominique Weasley con gli occhi arrossati di pianto ma bella e determinata come solo lei sapeva essere. “Ciao Justin. Mi hanno detto che James è qui, posso parlargli?” Justin guardando prima James e poi la ragazza e capi che voleva parlargli in privato e se ne andò lasciandoli soli nel dormitorio.
La ragazza si avvicinò al letto dove lui ormai esausto di dimenarsi vi si era allungato con la testa affondata nel cuscino. Lei si sedette accanto a lui e incominciò ad accarezzargli dolcemente i capelli
“Jamie sei sveglio?”
“Si” rispose lui con voce soffocata.
“E allora alzati e guardami”
“Come posso guardarti sapendo cosa ti ho fatto?” stringeva le mani a pugno. Non voleva piangere di fronte a lei.
“Ma cosa mi avresti fatto scusa?” la sua voce si alzò di un’ottava, “Mi hai baciata. Ci siamo baciati. Lo volevamo entrambi ricordi?”
“No!” lui si rizzò per fronteggiarla, ma appena vide gli occhi di lei; gli stessi suoi occhi di un castano così intenso da ipnotizzare chiunque vi posi lo sguardo, bellissimi anche se rossi e leggermente gonfi le parole gli morirono in gola.
“No cosa James?” chiese lei. “No cosa!” quasi urlava,ma lui non sentiva più.
La baciò. All’improvviso. Senza pensare. Spegnendo semplicemente il cervello. Esistevano solo loro due e quel bacio.
Quando si rese conto ciò che aveva fatto James si alzò come se si fosse svegliato all’ora da un sogno dal quale voleva scappare. Dolce e doloroso allo stesso tempo.
“Scusami ti prego”
Lei si alzo e gli si parò davanti. Avevano la stessa altezza, stessi occhi, stessa espressione. Se non fosse per il colore di capelli, lei rosso sangue e lui nero corvino, e per il cognome avrebbero potuto essere fratelli gemelli in quanto nati lo stesso giorno. E se lo fossero stati davvero magari non si sarebbero trovati in quella situazione.
“Ma scusa di cosa James? Non hai fatto nulla di male.” Lei gli poggio una mano sulla guancia e lui la prese per baciarla. “Non è colpa nostra ne di nessun’altro se ci ritroviamo in questa situazione. Ma appunto perché è complicata io sono completamente sicura di quello che provo. Sono anni che ci combatto!”
James la prese e la strinse a se e le sussurrò all’orecchio esattamente quello che lei sperava che lui dicesse “Anche io sono anni che provo a dimenticarti. Sono anni che mi ripeto ‘è tua cugina dimenticala’. Ma è tutto inutile, tutti i miei sforzi non sono serviti a nulla. Se tu sei con me niente mi sembra impossibile ora”