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Autore: fisio    31/07/2007    13 recensioni
"Ma una volta arrivata in cucina constatò che c’era già qualcuno in piedi: suo figlio maggiore Gohan, ancora in pigiama, con una tazza di caffè in mano e un’espressione preoccupata sul volto, era intento a guardare qualcosa fuori dalla finestra.
<< Buongiorno tesoro! Come mai già in piedi?>> chiese la madre, mentre recuperava il bollitore da uno scaffale.
<< Buongiorno mamma… Ehm… mamma?>> continuò,dandole le spalle, mentre sembrava sempre più a disagio << Per caso… Papà ti è sembrato strano ‘sta mane?>>"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strane forme d'affetto


Una notte piena di stelle, luminosa.
Un grillo curioso si posò baldanzoso sul davanzale della finestra, lasciata aperta come ultima speranza all’aria afosa di quella sera. Iniziò allegramente il suo canto, però quei due strani esseri, all’interno della stanza, sembravano non solo non apprezzarlo, ma addirittura ignorarlo completamente:
<< Prego?>> sbuffò Goku tra una flessione e l’altra, ultima sua bislacca convinzione, che un centinaio di flessioni prima di coricarsi potessero conciliare il sonno.
<< Hai capito benissimo!>> si accigliò Chichi dal letto, distogliendo l’attenzione dal libro che stava leggendo. Goku continuando le flessioni su un solo braccio, si girò nella sua direzione alzando le sopracciglia a formare un unico arco di stupore << Non ti seguo… dovrei assomigliare di più a Vegeta?>>;
la donna buttò il libro sul letto balzando seduta sulle ginocchia nella foga di rispondergli << Sei il solito idiota!>> agitando un pugno con fare minaccioso, mentre alcuni dei suoi lunghi capelli neri sfuggivano dalla coda improvvisata con una matita:
<< Non ho detto questo! Semplicemente oggi è venuto Trunks a giocare con Goten… E ancora una volta ha raccontato di com’è bello allenarsi col suo papà! Ci crederesti? Dovevi vedere come al piccolo Goten brillavano gli occhi a sentire di quegli
scontri! >>.
Goku ci mise un po’ per prendere la parola, impegnato com’era a flettere le braccia, ma alla fine riuscì a dire, cercando di non boccheggiare: << Ehm… non ho capito molto, ma se ti fa piacere, domani mattina, posso sempre scaraventare Goten dalla’altra parte del bosco… però ti avverto>> concluse con un sorriso sornione << Non penso che lui ne sarà entusiasta!>>. L’aria meditabonda che aveva assunto il Super Saiyan fin da quando aveva iniziato a parlare aveva messo, a ragione, Chichi sull’attenti: non si poteva mai sapere quale direzione folle potessero prendere i pensieri del suo uomo.
Di fatti un’espressione inorridita non tardò a comparire sul suo volto: << Ma che diavolo hai…?>>, si bloccò scorgendo un sorriso sul volto piegato del ragazzo, << Sei… sei impossibile!>> sibilò scattando in piedi: con passo deciso gli si parò dinanzi e sperando di fargli scricchiolare almeno qualche osso, si sedette bruscamente sulla sua schiena.
Ma l’uomo più forte del mondo non si scompose: continuò placidamente le sue flessioni con un leggero sorriso a increspargli le labbra… di certo non erano quei pochi chili della moglie a ostacolargli l’esercizio… no… era quella diabolica sottanina, che lei usava per dormire nelle calde sere di estate, a distrarlo peggio di una calamita, con le sue bretelline maligne e con il suo perfido orlo merlettato che non arrivava nemmeno alle ginocchia. Sentiva le sue morbide “forme” far pressione sulla sua schiena ogni volta che si rialzava e il suo profumo di pulito e di ciliegia (come faceva? Come faceva a profumare sempre di ciliegia? A volte, quando era lontano da casa, quel profumo l’ossessionava… e lo struggeva per la nostalgia) lo stava stordendo, come una droga speziata che annebbia la ragione. Si accorse troppo tardi che “l’oggetto” dei suoi pensieri poco candidi aveva continuato a parlare appollaiata dalla sua schiena, incrociando comodamente le gambe :
<< Capisci? E’ che tu sei sempre in giro ad allenarti e lasci Goten qui… a lui piacerebbe tanto imparare da te a combattere
sai?>>
<< Ma quando gli viene voglia di allenarsi un po’ ci pensa Gohan ad accontentarlo…>> cercò di difendersi il Saiyan, fermandosi un attimo a mezz’aria, con il titanico intento di concentrarsi sulla conversazione e non sulle sue gambe nude.
Ma la donna di certo non gli facilitò il proposito, visto che da quella posizione allungò un piede per colpire moderatamente la testa del suo zuccone: << Ma non è la stessa cosa!>> lo rimbrottò, nel non troppo convinto tentativo di non perdere tutte staffe << E’ un bambino! Vuole il suo papà maledizione! Vegeta per quanto rude e scorbutico possa essere presta attenzione a suo figlio!>> poi riprendendo un po’ di calma << Certo… un’attenzione un po’ pericolosa se vogliamo…ma il piccolo Trunks ne è entusiasta!>>.
Il guerriero cercò di ignorare che ora, oltre alle gambe, poteva avere una paronimica discreta anche delle sue mutandine. Con una sola mano la sollevò delicatamente e l’adagiò sul letto, rimanendo in ginocchio ai suoi piedi:
<< Dunque, ricapitoliamo: vorresti che io prestassi più attenzione a nostro figlio e, cosa non meno importante, secondo te Vegeta sarebbe il modello di affetto paterno… però! Se vuoi…>> continuò bloccando Chichi che aveva spalancato la bocca, colta di sorpresa smettendo di annuire alle sue parole << Se vuoi posso tentare di imitare questo inarrivabile esempio di dolcezza paterna>>, mentre parlava iniziò ad accigliarsi e assumere un’espressione seria, indurì la mascella e passandosi una mano tra i capelli tentò di sistemarseli tutti in su. Poi con voce un po’ più bassa del normale e più lugubre scandì: << Zitta donna! Sono il principe dei Saiyan! Devi obbedire ai miei ordini!>> e guardandosi intorno con un’espressione di disgusto
<< Dove sono i miei figli… anzi no! Dove sono i miei mocciosi! Devo allenarli! Diventeranno delle spietate macchine da guerra e poi tutti insieme andremo a uccidere Karoth… no aspetta, com’era? Ah si! Kakaroth!>> ripeté quasi sputando, schivando qua e là le cuscinate con cui Chichi si affannava a colpirlo ad ogni sua parola, nell’inutile tentativo di nascondere l’ilarità che la stava assalendo da quando aveva cominciato quella caricatura grottesca:
<< Sei il solito testone! Non ti consiglio di fare tanto lo spiritoso! Almeno Vegeta passa tempo con suo figlio! Condivide qualcosa con lui! Una passione! Tu al massimo condividi… la voracità con cui ogni sera vi ritrovate a cenare!>>.
<< E poi sarei quello ingenuo della coppia>> la canzonò bloccandole le mani << Tesoro: lui non lo allena per amore filiale, è suo figlio, stirpe reale, e quindi deve essere forte, per principio, o sarebbe un’onta per lui! >>.
<< Vediamo >> continuò mentre con nonchalance se la caricava su una spalla, << come posso spiegarti, per lui Trunks deve essere forte, più di Goten e Gohan messi insieme. Loro sono la classe superiore, mentre noi… solo una misera terza classe… Capisci?>> disse dando un’occhiata di sbieco alle sue spalle, dove Chichi si inerpicava nel tentativo di issarsi su.
<< Okay, premettendo che non sono d’accordo con te>> sbuffò mentre si artigliava alla sua canotta, cercando disperatamente di non ritrovarsi col collo piegato sul pavimento << Secondo me Vegeta fa solo finta di essere così… così…impossibile!... E si può sapere cosa stai facendo?>> scandì mandando fiamme e fulmini dagli occhi .
<< Be', che domande… ho finito le flessioni no? Devo fare la doccia! O vuoi che venga a letto in queste condizioni?>>. Nel frattempo aveva già raggiunto il bagno e ora armeggiava con gli indumenti, ben attento a non lasciarsi sfuggire la sua “preda”. << Ma io l’ho già fatta la doccia razza di scimmione che non sei altro!>> protestò la donna iniziando a tempestargli la schiena di pugni, << E poi non è il modo di chiedere a una ragazza se vuole accompagnarti in bagno!>>.
Goku sorrise e la posò finalmente a terra, anzi no… nel box della doccia, imperterrito, pur sapendo che se continuava con quel fare brusco, rischiava di beccarsi uno dei portentosi manrovesci della moglie. Ma ormai, Vegeta, Goten e il rapporto “padre- figlio”, come amava dire tanto Chichi, erano ben distanti dalla sua testa: quella infernale sottanina l’aveva completamente stregato; si poteva intravedere la morbida linea dei suoi seni, i suoi fianchi sottili e col suo candore, metteva in risalto la pelle resa leggermente scura dalle calde giornate estive; ci voleva un bel coraggio a pretendere che seguisse quello che gli si stava dicendo!
Si destò dalla sua contemplazione, << Ma insomma>> cercò di rabbonirla mentre una luce furba gli traspariva dagli occhi
<< insomma, non vuoi fare compagnia al tuo maritino, l’uomo più forte del mondo… ma che dico, dell’intero universo?>> si appoggiò con le mani alle piastrelle del box, mettendola in trappola.
Continuò: << Non vuoi?>> mentre sul viso comparve la sua espressione da cucciolo, che aveva visto essere un’ottima arma contro quella ragazza di indole così “indomabile”.
Chichi seguendo l’occhiata con cui il guerriero ora stava accarezzando tutto il suo corpo, arrossì lievemente, scuotendo la testa << Non è questo il punto!>> puntualizzò, cercando di riacquistare sicurezza nella voce << Stavamo parlando di una cosa ser… NON CI PENSARE NEMMENO!>> sbottò cercando di intercettare le mani di Goku che si stavano muovendo verso la manopola della doccia, << Mi hai sentito, troglodita che… No! No! Questa me la paghi! Capito?>>.
I capelli si sciolsero definitivamente dalla coda di fortuna, bagnati da una leggera pioggerella che iniziò a scendere pian piano e la leggera veste le aderì al corpo come fosse inconsistente. Il Saiyan si impose di ignorare quei capezzoli che già si intravedevano da sotto la stoffa bagnata, per i brividi provocati dal getto improvviso d’acqua e le chiuse la bocca con un morbido bacio, non violento, quasi a voler saggiare fin dove avrebbe incontrato il disappunto della fiera compagna. Percepì che un sorriso stava iniziando a incresparle le labbra: seppe che la vittoria dello scontro era prossima finalmente; due piccole mani si posarono sul suo ampio torace, un gemito sfuggì dalla bocca della sua donna,
<< Non vuoi?>> ripeté dolcemente costringendola a guardarlo negli occhi e accarezzandole una guancia.
Maledizione, quello sguardo… la bloccava, le faceva dimenticare tutte le buone ragioni per cui era meglio ignorare in tronco le idee “brillanti” di Goku ( poteva essere l’adozione di un cucciolo di una qualche specie animale altamente pericolosa o atterrare come un maledetto super eroe nella scuola di Goten, per portare la merenda dimenticata…o tante altre cose…). Quello sguardo era passione, era bisogno urgente, era bramosia, era amore; finalmente prese una decisione e con fare languido alzò le braccia in alto… il suo tacito permesso, la rinuncia al suo cercare di essere sempre responsabile per entrambi, per un attimo, per quella notte, domani… non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Venne sospinta con la schiena contro le piastrelle fredde della parete, sovrastata dal corpo imponente del super Sayan, una mano risalì impaziente lungo la sua gamba portandosi con sé l’odiata sottanina; un altro bacio le imprigionò la bocca, più passionale, più audace, un movimento fulmineo e fu sollevata da terra.
Quasi come un riflesso incondizionato le sue gambe si intrecciarono dietro la larga schiena dell’uomo. Sorrise mentre le labbra di Goku scesero a chiudersi sui suoi seni turgidi e con una voce roca, scossa dai gemiti riuscì a dire: << Che fine ha fatto il mio ragazzone ingenuo di un tempo?>>, l’interpellato trovò in qualche modo la volontà di interrompere quei baci voraci e, con guizzo divertito che traspariva dagli occhi, ribadì:
<< Mah... l’ho stordito giù in cucina, prima di raggiungerti in camera da letto…>> con voce più bassa, quasi un sussurro, << Muoviamoci prima che recuperi i sensi!>> prendendo a baciarle il collo.


Era tardi ormai, troppo. Tra un paio di ore sarebbe già stato ora di alzarsi e riprendere i soliti sfiancanti allenamenti quotidiani. Ma lui l’osserva. Immersa in un pacifico sonno, a pancia in giù, la schiena metà coperta dal lenzuolo, i capelli riversi sul cuscino, un’espressione…adorabile sul volto, così tranquilla, così serena.
Stando ben attento a non fare movimenti bruschi, prese a seguire la linea di quella schiena nuda con una mano,arrivando fino all’inizio della gamba. Per un attimo si accigliò nel notare che sui polsi abbronzati, si iniziavano scorgere delle lievi macchie rossastre: la sua stupidissima forza! Che idiota! In quei momenti di pura passione, in cui riusciva a discerne a malapena il bene e il male, a volte si dimostrava troppo… animale come diceva lui… troppo passionale come gli diceva Chichi, per consolarlo quando cercava di autoflagellarsi, nello scoprire che la sua passione aveva lasciato dei segni evidenti sul corpo perfetto della moglie. “Sono il segno del tuo amore!” Gli diceva Chichi gioviale, per mettere fine al suo mea culpa.
Già… certo che era proprio bravo a dimostrare il “suo amore”, non è vero Goku? Si passò una mano sugli occhi stanchi; ormai quasi pendolare tra l’aldilà e questa dimensione, sempre col piede pronto in partenza, e nei brevi periodi in cui rimaneva più a lungo in quella casa… be'… alcune immagini dei momenti appena trascorsi si affacciarono alla sua mente: lei che gli stringeva i capelli, come un appiglio al piacere che la scuoteva, lei sotto la doccia grondante d’acqua, lei nel letto che lo sovrastava, con gli occhi chiusi e un sorriso di soddisfazione ad abbellirle le labbra… . Scosse la testa, come a voler sfuggire dalle briglie in cui lo stavano imprigionando quei pensieri.
Chiuse gli occhi… Chichi meritava di più, ammise, mentre una sensazione di fastidio si impossessava di lui; meritava che le dicesse sempre quelle due paroline così ardue: al posto del ‘buongiorno’ della mattina, della ‘buonanotte’ la sera, dall’inizio alla fine dei loro incontri ‘infiammati’… e tante altre volte ancora. Però… suo malgrado, aveva sempre trovato grande difficoltà nel dare voce a quelle parole pensate un sacco di volte nella testa.
Non era questione di non amare o non farlo abbastanza! Assolutamente no!
Scrollò la testa con veemenza, quasi ci fosse qualcuno a sentire i suoi pensieri. Lui amava Chichi, la desiderava, la bramava, la…
il fatto è che lui era Goku, il super Saiyan che ripudiava morte e distruzione, il guerriero dalla faccia pulita ed animo sereno… il ragazzino ingenuo che si univa a suo figlio minore nelle birichinate… .
Lui non ne sapeva niente dei sonetti e poesie d’amore, non era un gran oratore, non era bravo con le parole. Però amava Chichi. Si! Annuì convinto come a volere dare più forza a quel pensiero. La guardò ancora, si chinò a darle un ultimo bacio sulla spalla sinuosa e finalmente adagiò la schiena sul materasso. Il sonno lo stava per vincere, si sentì le palpebre pesanti; la testa rivolta verso la giovane donna, le sue labbra si piegarono a sussurrare uno spontaneo << Ti amo Chichi>>.
Da molto lontano, quasi come in sogno, gli arrivò una voce conosciuta, un po’ ovattata: << Lo so Goku…>>; un ultimo guizzo prima di cadere nell’oblio, una fugace occhiata e l’ultimo ricordo di quella notte furono le labbra di lei curvate in un leggero sorriso.


Scrutava sospettosa la figura che le rimandava lo specchio; la spazzola calava come una mannaia sui capelli neri innocenti. Era pensierosa. Quella mattina stranamente il marito si era alzato prima di lei e, scoccandole un sonoro bacio sulla bocca, le aveva detto anche fin troppo allegramente:
<< Sai, hai ragione tu! Oggi ascolterò il tuo consiglio!>> e con un sorriso furbo, che non le era affatto piaciuto, era filato al piano di sotto di tutta fretta. Cercò di scrollarsi quei pensieri di dosso, dopo tutto non doveva essere così pessimista, si disse fissando con aria critica una ruga che era sicura di non avere il giorno prima. Oh kami, quel ragazzo l’avrebbe fatta invecchiare prima del tempo o morire di crepacuore con tutte le volte che rischiava di lasciarci (cosa già successa un paio di volte!) le penne.
Pensò bene di lasciar perdere quel tasto dolente e si infilò uno dei suoi leggeri vestitini estivi, i quali, come aveva scoperto con un pizzico di soddisfazione, erano dotati della straordinaria capacità di mandare Goku in panne. Quell’ adorabile idiota! Si scoprì a pensare sorridendo, tutta a un tratto più ottimista… magari alla fine ieri notte aveva ascoltato qualcosa, prima che iniziassero… arrossì violentemente, in preda ai ricordi della serata.
Un'ultima occhiata allo specchio e si risolse a scendere sotto, per preparare la colazione ai suoi uomini.
Ma una volta arrivata in cucina constatò che c’era già qualcuno in piedi: suo figlio maggiore Gohan, ancora in pigiama, con una tazza di caffè in mano e un’espressione preoccupata sul volto, era intento a guardare qualcosa fuori dalla finestra.
<< Buongiorno tesoro! Come mai già in piedi?>> chiese la madre, mentre recuperava il bollitore da uno scaffale.
<< Buongiorno mamma… Ehm… mamma?>> continuò,dandole le spalle, mentre sembrava sempre più a disagio << Per caso… Papà ti è sembrato strano ‘sta mane?>>
<< Dipende >> ironizzò l’interpellata, avvicinandosi al lavandino << Purtroppo credo che la tua scala di normalità non coincida con la mia, quando si parla di tuo padre! Dovrai essere più preciso!>> concluse ridendo. Finalmente Gohan si girò verso la madre e le scoccò un occhiata penetrante:
<< Be'… allora… questa mattina papà è piombato in camera nostra, ha preso Goten per il pigiama e, scrollandolo qua e là, ha detto qualcosa circa lo stare insieme, il “rapporto padre-figlio”>> e qui la guardò dritto negli occhi << e che ci teneva ad allenarlo personalmente! In che posto della tua ‘scala’ ci metteresti questo?>> posò la tazza, con una flemma che tradiva il suo turbamento.
<< E’… è una cosa buona no?>> balbettò Chichi, che da quando il figlio aveva iniziato a raccontare era diventata di un quanto mai opportuno colore porpora rivelatore, come a dire a chiare lettere “E’ lei la causa di tutto!”.
<< Si… in genere si>> convenne Gohan paziente, quasi si fossero invertite le parti e lui stesse tentando di far confessare la figlioletta birichina, << sicuro… diciamo che… è un po’ strano… non è da papà apostrofare Goten con ‘sei una femminuccia, fammi vedere cosa sai fare’ e tentare di mandarlo… in orbita…Non credi? Mi ricorda molto qualcun’altro, a te no?>> .
<< Non in particolar modo!>> mentì lei spudoratamente con savoir faire, tentando di recuperare un’espressione impassibile, mentre nella sua testa girava solo un ritornello:
"Non è possibile. Non è possibile! NON E’ POSSIBILE!!"
Quella era una chiara sfida, una provocazione! Le sembrava già di sentire il suo tono eccessivamente sorpreso, di vedere le sue sopracciglia a formare un unico arco di meraviglia volutamente esagerato:
<< Mbe'? Ho fatto quello che volevi!>>.
Certo, come no!
Gohan si lasciò andare a un sorriso… aveva proprio una strana coppia di genitori rifletté, mentre osservava la madre andare dritto verso gli scaffali del pentolame e iniziare a tirare fuori, a una a una, un gran numero di padelle. Ne saggiava l’impugnatura con una mano, fendeva l’aria per sentirne il suono e ne controllava la dimensione.
<< Se posso suggerirti… quella lì con il manico blu sembra resistente>> l’interruppe il giovane Saiyan, cercando di non ridere troppo.
<< Vuoi che controlli il bollitore nel frattempo?>> si offrì volenteroso: dopo anni che analizzava quella strana forma di amore che rappresentavano i suoi genitori, aveva imparato una sacrosanta regola: lasciarli… fare! Punto primo: era completamente impotente davanti a quelle furie; punto secondo: aveva concluso che anche quello era una forma di… affetto.
<< Sono qui fuori.>> concluse.
<< Grazie tesoro>> l’accarezzò Chichi, lisciandogli i ciuffi irti e in disordine che aveva in testa, scuri come i suoi. Marciò con passo deciso verso la porta d’ingresso. La spalancò. Gohan per un attimo sentì… silenzio, come in una delle sue tante battaglie affrontate; il silenzio che precede… la mischia.

Fu un attimo… e tra i monti Paoz risuonarono le urla agitate del Saiyan più forte dell’universo.


Fine


Alla mia sorellina Giulina, che in questo periodo si sta arrovellando per la seconda prova scritta degli esami, ovvero MATEMATICA!


NB: si, quest'ultima dedica rivela che l'ho scritta un po' di tempo fa... ma le mie storie sono un po' come le banane: dopo averle colte devono maturare quanto basta prima di "esporle" ^__- .

L'angolo dei RINGRAZIAMENTI di fisio:


Ringrazio di tutto cuore tutte le persone che hanno letto la mia prima storia "E' meglio essere diretti" ( sperando che non abbiano chiuso, disgustati, la pagina a metà racconto! ^__^) . In particolare, un caloroso e grosso GRAZIE a:

Annetta chan
Beverly Rose
Ciuiciui
Dianatabo
Kairi
Lauratheangel
Puffoletta
Sirenis
Sybelle
Toruchan
Ylime
ragazze, grazie di cuore per il vostro incoraggiamento! Un bacione! ^__^
Dimentico qualcosa?
Umf... si... il mio Beta reader, altrimenti piange ^__^ : Grazie Ale!

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