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Autore: Cialy    31/07/2007    11 recensioni
È quando arriva il silenzio, che tutto si fa più difficile.
SPOILER GIGANTI DI "HARRY POTTER AND THE DEATHLY HALLOWS".
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER GIGANTI DI "HARRY POTTER AND THE DEATHLY HALLOWS", ANCHE NELLE NOTE DI INIZIO FIC.

 

 

Note: Ho appena finito di leggere il Settimo Libro. E, bene, non mi dilungherò in commenti, perché non è questa la sede, ma voglio precisare che la Rowling mi ha fatta incazzare. Al di là di tutto, quello che proprio non ho potuto reggere è stata la morte di Fred e, soprattutto, la superficialità con cui è stata trattata. La Rowling non ha pensato a George, non ha pensato a cosa voglia dire veder morire il proprio gemello, non ci ha pensato affatto. Tra l’altro, la morte di Fred non aveva un particolare significato e questo mi lascia pensare che sia stata una scelta casuale, un decidere a quale Weasley sarebbe toccata.

Beh, non mi sta bene, affatto. Nemmeno sapere di Remus mi ha fatto così male e questo vuol dire tanto.

 

Ora, nemmeno io, sostanzialmente, so cosa vuol dire veder morire il proprio gemello. Ma avevo il dolore di George che mi saltellava davanti e ho provato, e ripeto provato, senza l’arroganza di sapere, a scrivere qualcosa.

E The Bitter End (sì, Placebo, omonima canzone) è quello che ne è venuto fuori.

 

 

 

The Bitter End

 

 

Every step we take that's synchronized
Every broken bone
Reminds me of the second time
That I followed you home
You shower me with lullabies
As you're walking away
See you at the bitter end

 

The Bitter End – Placebo

 

 

 

È quando arriva il silenzio, che tutto si fa più difficile.

La battaglia era rumore, il funerale era parole, era gente, era un modo per distrarsi e non guardarsi intorno. Preferiresti tornare a combattere, essere ferito, morire, piuttosto che affrontare questo.

Non hai mai vissuto nel silenzio, tu, più di chiunque altro Weasley. Non hai mai saputo l’atroce significato della parola solitudine, mai avvertito la pronuncia scivolosa e amara della frase: “sono solo”. Non tu, non George Weasley. Tu avevi Fred.

 

E ora il soffitto sembra abbassarsi su di te ad ogni boccata d’aria. L’ossigeno raschia le vie respiratorie come se fosse polvere di piombo e ti chiedi perché non smetti, allora, perché non smetti semplicemente di respirare?

Sarebbe tutto così facile e il soffitto smetterebbe di ondeggiare, in questa camera così vuota.

Il letto sembra essere fatto di marmo, duro sotto la tua schiena; i vestiti, il completo nero elegante che ancora indossi, sembrano fasciarti il corpo come un ammasso di catene. Pesanti, forse utili per restare attaccato al suolo, invece di librarti in aria sollevato dal silenzio.

 

Si è rivelato così minaccioso, questo silenzio sconosciuto. Nemmeno i tuoi pensieri riescono a romperlo. Non una parola, nella tua mente, non uno straccio di ricordo, di proposta, di immagine lieta o triste che sia. Tutto è immobile, grigio, e persino spostare leggermente il braccio sembra uno sforzo inimmaginabile.

 

Allora resti fermo, sul letto, a guardare il soffitto.

Chiedendoti perché è dovuto succedere a voi, perché hai dovuto perdere proprio lui. Chiedendoti come farai, adesso, come farai, eh? La stanza in cui ci sono ancora i suoi vestiti, il vostro appartamento sopra il negozio, il negozio. Come potrai gestire tutto senza di lui? Come potrai vivere senza di lui?

 

Quando la prima lacrima si affaccia e scorre sulla tua guancia, pensi che anche il tuo cuore stia scivolando via con lei. Piccoli pezzetti di cuore, di amore, infestano le tue lacrime e le rendono rosse come il sangue.

Chiudi gli occhi, li riapri, un’altra goccia di dolore.

Ti volti su un fianco ed è come se un pugno si abbattesse sul tuo stomaco, facendolo esplodere, quando ti rendi conto di cosa stai guardando.

Uno specchio. E il tuo viso riflesso dentro di esso, il tuo viso che è il suo viso.

Il dolore esplode come una bomba; un miscuglio di sensazioni inscindibili l’una dall’altra si riversano dentro di te e finalmente hai la forza di alzarti, di raggiungere il dannato specchio, di staccarlo dalla parete e schiantarlo al suolo.

Milioni di frammenti argentati volano nell’aria, affilati e pericolosi. Ma tu, senza paura, senza nemmeno tentare di schermarti il volto, guardi questo incantevole spettacolo come rapito.

 

Uno specchio infranto, la tua immagine distrutta. E la consapevolezza che non avrai più un volto, degli occhi, dei capelli, delle labbra, un cuore, perché non potrai più guardare Fred, toccare Fred, baciare Fred, amare Fred.

Fred è morto. E tu, scivolando sul pavimento e raccogliendo le gambe al petto, mentre ogni centimetro del tuo corpo è scosso dagli spasmi del pianto, ti chiedi ancora

 

Come farai?

Come farai?

Come farai?

 

 

 

  
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