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Autore: Evilcassy    31/07/2007    14 recensioni
Nel Tempio del Supremo, la notizia della morte di Gohan e Vegeta è appena stata data. Una persona rimane colpita dal dolore di Bulma.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai sentito un urlo del genere

Inadeguato.

 

 

Non ho mai sentito un urlo del genere.

Mai, nella mia giovane vita, ho udito un simile grido. Nemmeno durante lo sterminio dei miei simili, su Namek.

Lo strazio dell’amore perduto, strappato, disperso nel vento. Come i resti di chi portava quel nome, che tu ripeti ossessivamente, tra le lacrime, tra i singhiozzi.

Deve essere questo l’amore di cui tutti parlano. Deve essere questo il risultato del sentimento a cui tutti anelano.

Dolore.

Piegata per terra, su te stessa, il tuo viso tra le mani, le spalle scosse dai singhiozzi che sembrano spezzarti.

Yamcha cerca di sollevarti, invano, scuoti la testa più e più volte, gemendo.

A Pochi centimetri da te, Goku ha sollevato delicatamente sua moglie, priva di sensi, da terra. La porta in braccio e la guarda con uno sguardo carico di rimorso.

Dende, posso portarla dentro?”

La voce di Goku mi desta dalla pietosa contemplazione. Annuisco: “Certo, ha bisogno di riposare… Popo, portali in una stanza. Poi sfioro la spalla di Yamcha. “Cerca di portare anche Bulma dentro…”

Cerca di sollevarla di nuovo. Non ci riesce. “Ti prego…” Lei cede appena, il minimo indispensabile per farsi guidare nel porticato.

 

Mi avvicino al bordo del santuario, e guardo giù, sulla Terra. Vedo solo nuvole bianche, ma percepisco l’immensità della tragedia che si sta consumando sotto i nostri piedi.

L’ansia mi divora. La paura mi attanaglia. “E adesso?” mormoro, torcendomi le mani per l’agitazione.

Non mi accorgo che Piccolo si è avvicinato a me. “E’ inutile che stai qui a tormentarti. Parla in sussurri. “Non puoi far nulla”

“Perché… perché sono un incapace? Perchè non sono un Supremo degno di questo nome, vero? La mia magia… la mia magia non può nulla perché non sono capace di utilizzarla, vero? ”

Piccolo sibila “Idiota.

Trattengo un singhiozzo. Un Supremo non piange.

“Nemmeno il precedente Supremo avrebbe potuto fare qualcosa. Incrocia le braccia al petto, lo sguardo perso tra le nubi. “Nemmeno lui era un guerriero. Certo, aveva una conoscenza migliore della tua, indubbiamente. Probabilmente avrebbe anche avuto qualche idea brillante. Ma in questo caso nemmeno lui avrebbe potuto esserci utile. In senso pratico, intendo.

Sospira, perso nei suoi pensieri. Chiudendo gli occhi. “Porterò i due ragazzini dentro la Stanza e li allenerò. Spero di cavarne qualcosa di buono…”

“Non ho dubbi” un piccolo sorriso si fa spazio nel mio viso. Mi volto verso il Tempio. “D’altronde, sei stato il primo Maestro di Gohan, e guarda cos’è diventato…”

“Un cadavere” precisa Piccolo.

 

Qualcosa mi attrae verso il tempio. Gli altri sono seduti sui gradini. In silenzio. Crillin gioca distrattamente con sua figlia. C-18 li guarda, le ginocchia strette al petto. Una vena di paura nelle sue iridi di ghiaccio.

Il genio siede a gambe incrociate, appoggiato ad una colonna. Sembra assorto, o forse addormentato. Videl si attorciglia un lembo della maglietta alle dita, lo sguardo triste, le lacrime imprigionate tra le lunghe ciglia. Goku raggiunge Piccolo, passandomi di fianco, mi da una piccola pacca di conforto sulla spalla. Sorrido alla sicurezza che mi dona il contatto.

Schivo il resto della compagnia, sentendomi inadeguato a stare in mezzo al loro dolore, alla loro preoccupazione. Dovrei essere colui che conosce, colui che dona sicurezza attraverso la sua conoscenza; ed invece sono un piccolo alieno verde insicuro e impacciato. Bel Supremo che sono diventato. Devo farmi i complimenti da solo. Potessi mi stringerei la mano.

 

Giro attorno al tempio.

E ti vedo.

Ti sei alzata dal letto in cui Yamcha ti aveva portato ed ora ti trovo seduta in terra, la schiena appoggiata al muro, tra le labbra una sigaretta accesa.

Il trucco si è sciolto, ed è colato dalle tue ciglia, impiastricciandoti gli occhi.

Eppure sei…

Sei splendida.

 

Si, davvero. E non è la prima volta che lo penso. Quando ti ho visto… dopo Namek, la prima volta…

Ho pensato inizialmente che tu fossi una buffa aliena isterica. E poi, invece… eri una cosa strepitosa… una testa cosi non ce l’ha nemmeno il Capo dei Saggi. Non ce l’ha nessuno.

Sei intelligente, sei gioviale…. Sei anche dolce. L’ho vista da vicino, la tua dolcezza, quando mi accarezzavi la testa e dicevi che ero la mascotte delle Capsule Corp. Quando sorridevi e io sentivo le guance diventare calde, perché mi dicevi che ero “carinissimo”.

Ed ora sei seduta per terra e piangi tra una boccata di fumo e l’altra.

Stringi i pugni. La sigaretta si deforma e tu la getti, rabbiosa, nel cortile.

“Perché…?” mormori.

Si, Bulma, perché? Perché soffri tanto? Perché soffri per l’abbandono di un essere tanto crudele come Vegeta?

Forse è la delusione perché non sei riuscita a cambiarlo? Perché hai dato il tuo amore invano, al vento?

Perché ci credevi davvero?

Cosa hai visto in Vegeta? Cosa ti ha fatto credere di nascondere, dietro la sua maschera di crudeltà?

 

Singhiozzi di nuovo.

Vorrei venire da te, posare il bastone a terra e abbracciarti, consolarti. Raccontarti magari qualche bugia su come si sta bene nell’aldilà e su come si smette di soffrire.

Eppure me ne sto qua, a fissarti, incapace di fare qualsiasi cosa, se non a pensare. Non so fare altro, nella mia vita. Pensare e rimurginare, rimurginare e pensare.

Mentre ti asciughi le lacrime mi vedi. “Dende…”

Trasalgo, mi vorrei nascondere. Che figura… “non…non volevo disturbarti… scusami” Abbasso lo sguardo.

“Non preoccuparti… “ dici tristemente. “Come farò a dirlo a Trunks?”

Mi mordo le labbra. Vorrei seppellirmi. Dovrei dire qualcosa, qualche frase che non suoni banale, o fatta, che venga dal cuore. Vorrei dirti che non so cosa darei per asciugare le tue lacrime, anche solo con le mie dita, e per accarezzarti quei capelli azzurri tanto buffi, per togliere il resto del trucco sciolto da quei tuoi occhi che sembrano frammenti di cielo rubati.

 

O forse…

Forse non so cosa darei per essere la causa del tuo pianto. Per essere quel nome che hai urlato nel vento.

Noi namecciani non dovremmo conoscere l’amore, se non quello fraterno, se non quello dato dall’amicizia.

Invece, non riesco a dare un nome diverso a quegli spilli che sono dentro al mio cuore, in questo momento.

“Mi dispiace…” biascico “Tanto…davvero…”

“Come può essere successo?” il tuo sguardo vaga, vuoto, nel cortile lastricato. “Come può aver fatto una cosa simile… dopo… dopo tutto... quello che abbiamo passato insieme”

Mi guarda. “So cosa stai pensando: povera patetica ragazzina che si è innamorata dello stronzo di turno. Ma ti posso assicurare che non è cosi. Vegeta –il MIO Vegeta – è totalmente diverso da quello che credete di conoscere tutti. E’… non riesco nemmeno a spiegare ciò che ci unisce. Quello che sentiamo entrambi dell’altro, quella sottile connessione che c’è tra di noi… Quando è morto ho sentito una fitta al cuore… E qualche tempo fa… è successa anche a lui questa cosa. Non stavo morendo ma…”Le sue parole si interrompono: “ma non ero stata affatto bene…”

Si alza e fa per tornare dentro la stanza. “Scusami Dende. Vorrei restare un pochino sola…Mi rinfresco un attimo.”

Annuisco. Ho un nodo in gola, non riesco a mandarlo via. Non riesco nemmeno a respirare molto bene. Mi volto e vado a sbattere contro Piccolo. Da quanto tempo è li?

Sembra che legga nei miei pensieri, perché mi risponde: “Ho sentito quasi tutto. Ti stavo cercando.

“io… volevo solo consolarla… e … non la stavo nemmeno cercando. Mi giustifico.

Lui mi mette le mani sulle spalle e mi fissa negli occhi. “E’ inutile che ti spieghi che noi namecciani NON siamo fatti per stare con i terrestri. In senso fisico, intendo. Ma Sappi una cosa: non si può impedire a nessuno di amare una persona.

Deglutisco. La mia vista si offusca.

“Non ho nessun tipo di dubbio che tu stia male a vedere Bulma cosi. Sospetto anche che nella tua testa sia comparsa l’idea che TU potresti renderla felice. Si, l’ho sentita di già da qualche parte questa frase…” la testa indica un punto dietro di lui. Probabilmente Yamcha.

“Sappi che è Vegeta che l’ha resa felice. Vegeta, il suo uomo. Quello che si è sacrificato per salvare la sua famiglia”

Il mio cuore manca di un battito. Sgrano gli occhi dallo stupore. Vegeta ha davvero fatto questo? Non posso crederci.

“si, esatto. Vegeta si è sacrificato, purtroppo inutilmente. Ecco tutto l’amore che ha potuto dimostrare alla sua famiglia.

Deglutisco ancora. Non riesco più a frenare le lacrime. E non mi interessa se un Supremo non frigna come un moccioso.

Piccolo sembra capire. Distoglie lo sguardo e gira i tacchi. “Come ti ho gia detto, è inutile che ti tormenti.

 

Ed io…

Io ho capito cosa hai visto davvero in Vegeta. E mi vergogno di quello che ho pensato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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