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Autore: mad_me    31/07/2007    0 recensioni
Questa storia mi è venuta un po' così...non è un granché anche perché é la prima, quindi se volete che il resto sia migliore leggete e commentate...il tema credo si capisca...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Devi proprio partire?» disse Jen con le lacrime agli occhi. «Si...te l’ho detto...i miei si trasferiscono...devo andare con loro» lui le alzò il viso verso il suo «Mi dispiace» disse mentre le loro labbra si sfioravano, Jen piangeva ormai ininterrottamente, faticava a respirare. In quel momento pensò a tutto quello che lei e Alex avevano passato nell’anno in cui si erano frequentati: genitori non troppo entusiasti e tutto il resto e non riusciva a credere che proprio ora che un po’ di cose si erano sistemate lui se ne dovesse andare! «Non è giusto» sussurrò Jen. Alex smise di baciarla , la guardò negli occhi (anche i suoi erano lucidi) e la strinse forte. Dopo un po’ sentirono un rumore alla porta, erano i genitori della ragazza. Subito si allontanarono e Alex comunicò anche ai nuovi arrivati quello che era venuto a dire prima alla sua ragazza: il martedì seguente lui e la sua famiglia avrebbero lasciato la città e si sarebbero trasferiti dove a suo padre era stato offerto un lavoro da “grande capo” di una parte dell’azienda per cui ora lavorava. A questa notizia i genitori di Jen sembrarono sollevati, in quel momento lei li odiò più intensamente di quanto avesse mai fatto. Da lacrime di tristezza le sue si trasformarono in lacrime di rabbia, se Alex non l’avesse trattenuta avrebbe urlato e insultato i suoi genitori, dopodiché se ne sarebbe pentita e avrebbe anche dovuto chiedere loro scusa. Ma come ho detto Alex la trattenne: disse che Jen doveva aiutarlo con i bagagli, o una cosa simile. Così andarono a casa del ragazzo. Qui la madre di Alex disse alla ragazza che sarebbero tornati qualche volta, che lei sarebbe potuta andare da loro e un altro miliardo di cose, era ovvio che le disse solo per consolarla, ma raggiunsero lo scopo. I genitori di Alex erano del tutto diversi da quelli di Jen, per fortuna. «Allora noi andiamo a fare la spesa» disse la madre di Alex facendo l’occhiolino al figlio. «Eh già!», aggiunse il padre e se ne andarono. La casa era tutta per i due ragazzi, sprofondarono nel divano davanti alla TV che come consuetudine non trasmetteva niente di interessante. Dopo qualche chiacchiera inutile Jen disse: «Dammi un bacio!» era sorpresa quanto Alex di sentirsi dire una cosa simile, ma dopo un istante di smarrimento lui si avvicinò, le mise un braccio attorno alle spalle e appoggiò l’altra mano sulla schiena della ragazza. Le sue labbra si avvicinarono, questa volta nessuno disse niente e quel bacio durò moltissimo. Era bellissimo stare lì abbracciati a baciarsi e nessuno dei due voleva interrompere quel momento. La settimana trascorse più o meno tutta così. Arrivò il lunedì, il giorno dopo Alex se ne sarebbe andato e Jen non riusciva a smettere di pensarci. I suoi genitori se n’erano andati in vacanza, sarebbero tornati mercoledì sera, così la ragazza era a casa sola. Erano le 11.00 del mattino ed era ancora a letto, sveglia, a pensare che non avrebbe più rivisto Alex, si sentiva proprio giù! Suonarono alla porta, probabilmente il postino, non se ne interessò. Suonarono ancora, quindi cominciò a pensare di doversi alzare. Andò ad aprire...era Alex! Appena entrato la guardò con aria interrogativa... “accidenti! sono ancora in pigiama! Quello con gli orsetti, i cuoricini e tutto il resto! Oh no!!!!” «Aspetta un attimo, ok?» disse Jen correndo in camera per trovare qualcosa da infilarsi, ma Alex la prese per un braccio, le appoggiò l’altra mano sulla spalla e la spinse contro il muro. Abbassò la testa in modo che Jen non vedesse il suo viso, ma sembrava stesse piangendo... «Ehi! Ma co...» «Shh» disse appoggiandole un dito sulle labbra. «Noi non stiamo più insieme! Non cercarmi più» le diede un bacio sulla guancia, così Jen capì che il ragazzo stava realmente piangendo e corse via. Jen era così sorpresa da non riuscire a reagire. Alex non si era mai comportato così! “Cosa gli è preso?” Jen cominciò a piangere e scivolò lungo il muro fino a sedersi per terra. Dopo un po’ dalla porta che era rimasta aperta entrò Sally, la vicina, nonché una delle migliori amiche della ragazza. «Ho visto che Alex è venuto a trovarti...allo...» quando la vide rimase spiazzata e, vedendo Jen che piangeva, la abbracciò «Cosa succede?Ti ha fatto qualcosa?Se lo vedo gli faccio del male!» «Mi ha lasciata!»rispose l’altra con quel poco di fiato che aveva per le lacrime e lo stretto abbraccio di Sally. Rimasero così un po’, poi Sally chiamò Vicky, altra loro grande amica. Dopo che Jen ebbe raccontato tutto, Vicky disse, da esperta in romanzi rosa: «L’ha fatto per non farti soffrire troppo a causa della vostra separazione...che romantico» «Già molto romantico...» ribatté ironicamente Sally. «Le storie a distanza raramente funzionano...» riprese Vicky con tono di chi la sa lunga «Poteva ucciderla e poi finirsi a sua volta...» continuò Sally «...ma devo ammettere che sulla vostra storia ci avrei scommesso di più!» concluse Vicky «...per non soffrire, anche questo è romantico!» finì Sally «SMETTETELA!» Jen stava scoppiando! Non ce la faceva più a sentire quelle due che discutevano tra di loro sulla sua storia appena finita. Durante la loro discussione però decise: il pomeriggio sarebbe andata a casa di Alex, di sicuro era lì per finire di preparare le valigie, dopodiché gli avrebbe chiesto una spiegazione e poi...bhé...ci avrebbe pensato... Sentì appena le scuse delle amiche e dopo un abbraccio collettivo le rispedì a casa. Mangiò pensando all’incontro del pomeriggio...era agitatissima e non riusciva a stare ferma. Trovò qualcosa da indossare: i suoi jeans preferiti e una maglietta a maniche corte che era davvero fantastica. Sudava come se avesse avuto un panno bagnato infilato sotto le ascelle...forse era per il caldo intenso dell’estate, o per l’agitazione, o la rabbia che ancora provava nei confronti di Alex, più probabilmente per tutte queste cose messe insieme. Era l’una, decisamente troppo presto per presentarsi a casa di qualcuno, comunque decise di andare da lui, non poteva aspettare ancora! Non ce l’avrebbe fatta! Si armò di tutto il coraggio e la determinazione che aveva e uscì di casa. Dimenticò le chiavi dentro... “me ne occuperò al ritorno” decise. Stava camminando quando qualcuno la chiamò. Si voltò. Era Will, il migliore amico di Alex. Era alto, con i capelli lunghi fino alle spalle e gli occhi neri, era molto carino. Si odiavano: tre anni prima Jen e Will erano molto...come dire...intimi...si, insomma, si frequentavano. Però ad un certo punto lei l’ha visto baciare appassionatamente un’altra e, per ripicca ha fatto lo stesso con un ragazzo bruttissimo...più o meno è andata così...quindi i due si sono lasciati. In poche parole era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento e il suo morale finiva sempre più sotto le suole delle scarpe! «Volevo chiederti...» cominciò Will in tono serio «...Accidenti sei uno schianto!» concluse quell’idiota! «Che vuoi?!» rispose Jen alquanto seccata «Se vuoi solo prendermi in giro ho di meglio da fare!» si voltò di scatto e riprese a camminare. «Non ti stavo prendendo in giro» mugugnò Will «Comunque volevo chiederti se sai cosa è preso ad Alex» «Non lo so!» rispose la ragazza, continuando a camminare «E’ per questo che sto andando a casa sua» «Allora non risolverai niente» «Cosa?Perchè?Dov’è?» Jen si girò di scatto a guardare l’altro. «Non so, so solo che non è a casa» «Non ti credo!» invece gli credeva ma voleva sperare che le cose stessero in modo diverso. «Senti! Tu puoi non credere a quello che ti dico ma questo non cambia le cose! Sono passato da casa sua, ma mi hanno detto che non c’era!» Will sembrava avere perso la pazienza e stava quasi urlando. «Scusa...bhé...da dove proponi di iniziare le ricerche?» «Campo di calcio?» ora si era un po’ calmato. «Direi che potrebbe andare», così si incamminarono verso il campo da calcio. Jen si fece raccontare precisamente quello che era successo a casa di Alex «Si può sapere cosa gli hai fatto?»domandò Will ad un certo punto. «Io?!? Proprio niente! Brutto stupido!» «Allora sai dirmi cos’è successo? L’ho visto sconvolto!» «L’hai visto?Quando?Dov’era?»Jen era convinta che l’altro la stesse prendendo in giro: prima le diceva che non sapeva dove fosse finito, poi che l’aveva visto. «L’ho visto stamattina, correva come un pazzo e quando l’ho chiamato non si è neanche girato! Allora, cos’è successo?» Jen non voleva dirglielo, in fondo erano solo fatti loro! «Non ti riguarda!» «Cosa?!?Vuoi che ti aiuti si o no?»Will sembrava profondamente offeso. “In fondo ha ragione lui...mi sta aiutando” «Bhé...diciamo che lui è venuto a casa mia stamattina...» «Davvero?!?» Will aveva l’aria sorpresa. «Perché quella faccia? Non è successo niente di quello che pensi tu, scemo!...comunque... è venuto da me e ha detto che noi due non stavamo più insieme» concluse Jen. «Che idiota! Non sarà per il trasferimento. Mi dispiace, comunque sono convinto che se gli parlerai cambierà idea» Jen era sorpresa! Will sembrava sincero, ma era strano sentire da lui quelle parole. Rimasero in silenzio finché arrivarono al campo di calcio. «Lo vedi?» «No, ma chiediamo ai suoi compagni di squadra» propose Will. Chiesero ma nessuno l’aveva visto dal giorno prima. «E adesso?» «Potrebbe essere...non ne ho idea» Jen stava pensando ai luoghi preferiti di Alex. «Se io volessi nascondermi da te andrei in palestra» affermò Will. «Cosa intendi dire?!?» Jen stava pensando di ucciderlo. «No, niente, solo che hai un fisico perfetto senza bisogno di andare in palestra» era così seccante dovere andare in giro per la città cercando qualcuno con una persona di cui non ti potevi sbarazzare e che non perdeva l’occasione per lanciarti frecciatine! Non ebbero successo neanche alla palestra. «In fondo lui non è come te!» puntualizzò Jen. Provarono anche in un pub in cui ogni tanto si andavano a divertire, nel negozio di musica preferito di Alex, nella sua gelateria preferita e da tutti i suoi amici ma non trovarono tracce del ragazzo. «Non può essersi volatilizzato» disse Jen sedendosi sulla panchina del parco dove Alex a volte andava. Le veniva una gran voglia di piangere, ma non l’avrebbe mai fatto di fronte a Will “Non in questa vita!” si ripromise. «Ci sono!» urlò Will. «Allora, dov’è?» chiese scettica Jen. «Come ho fatto a non pensarci prima?!?» continuò Will. «Ehi, grande genio! Rendimi partecipe!» «Ok...non ti sembra un po’ strano che i suoi genitori non si siano innervositi neanche un po’ quando sono andato da loro per chiedere dove fosse Alex? Loro mi hanno detto di non saperlo, ma se nessuno sapesse dove sono finito, i miei genitori si sarebbero preoccupati di più!» «Spero che tu abbia ragione, ormai è sera e domani Alex parte! Andiamo!» Jen prese per un braccio Will e se lo trascinò correndo fino a casa di Alex. «Che facciamo?» chiese Will quando arrivarono di fronte alla casa dell’amico. «Piano A: suoniamo e imploriamo» disse Jen che ci aveva pensato per tutto il tragitto. «E se non volessero dircelo?» «Piano B: l’albero sul retro!» i due si guardarono sorridendo, ricordavano anche troppo bene tutte le volte che per non farsi vedere dai genitori di Alex erano sgattaiolati su per quell’albero, arrivando nel corridoio e poi in camera dell’amico. «Piano A in fase di attuazione!». Suonarono alla porta, dopo qualche secondo la madre di Alex apri la porta. «Ciao ragazzi!» «Buonasera» risposero in un coretto perfetto Jen e Will. «Posso fare qualcosa per voi?» «Veramente si: sa dov’è Alex?» disse Jen. Il viso della donna faceva trasparire chiaramente che la risposta era si. Dopo un po’ disse: «Non dovrei dirvelo, gliel’ho promesso, ma credo che sarebbe meglio se voi vi chiariste...è in camera sua» disse spostandosi leggermente dall’entrata. «Grazie» disse Jen oltrepassando la donna. «Si, grazie» confermò Will seguendo Jen su per le scale che portavano alla zona notte nelle villette come quella. Si fermarono davanti alla porta della camera di Alex, quella con il poster di un gruppo semi sconosciuto. Da dentro proveniva “Where did you sleep last night” dei Nirvana, la canzone preferita di Alex. Jen non aveva il coraggio di aprire la porta. «Fallo tu» disse rivolta a Will. Lui la guardò e stava per dire qualcosa, probabilmente un’altra delle sue frecciatine, quando la porta si aprì. Rimasero tutti a bocca aperta mentre da dentro la stanza Kurt Cobain cantava. «Che ci fate voi due qui? Non ti ho detto che non volevo che mi cercassi?!?» urlò Alex rivolto soprattutto a Jen. «Non trattarla così! E’ tutto il giorno che ti cerchiamo! Per favore Alex, ascoltala» dall’occhiataccia di Alex, l’intervento di Will non doveva essergli piaciuto molto. «Andate via!» non urlava più, ma la sua espressione metteva comunque a disagio. «Alex! Ascoltami! Tu devi ascoltarmi!» alle parole della ragazza Alex si girò ed entrò in camera sua, stava per sbattere la porta alle sue spalle, ma Jen lo prese per un braccio, lo strinse e appoggiò la testa sulla sua spalla. Will guardò la scena e, sentendosi a disagio, se ne andò. «Ti amo» sussurrò Jen all’orecchio di Alex. Il ragazzo si girò, questa volta stava piangendo senza ombra di dubbio! Si avvicinò alla ragazza, la abbracciò forte e appoggiò il viso contro il suo. «Anch’io ti amo...lo sai!» «Si, lo so, ma perc...» «Così potevi odiarmi e cercare un altro ragazzo...ora non staremo molto insieme, anzi saremo sempre divisi da chilometri e chilometri...non saremo molto felici, staresti meglio con qualcuno che puoi avere vicino quando sei triste, o felice, o da consolare...è per questo che volevo finire questa storia prima di andarmene» ormai Alex stava piangendo ininterrottamente e parlava a fatica, Jen lo strinse più forte e pianse anche lei. Restarono così per parecchio tempo, ormai era molto tardi, Jen doveva tornare a casa, Alex doveva riposare per il viaggio, ma loro non volevano fare altro che restare abbracciati. «Vuoi che ti riaccompagni a casa?» chiese ad un certo punto la madre di Alex a Jen. «Accidenti!!!!Le chiavi! Le ho dimenticate dentro casa quando sono uscita!» La donna la guardò perplessa: «Voglio crederti...vuoi restare a dormire qui?» Jen e Alex si guardarono «Certo, grazie signora!» Quella notte, quando i genitori di Alex si furono addormentati, lui sgattaiolò in camera di Jen dove cominciarono a baciarsi dolcemente. Una mano di Alex si infilò sotto la maglietta di Jen e gliela sfilò. Cominciò a baciarla dappertutto, lei lo imitò e più tardi si ritrovarono svestiti e felici di quello che era successo. La mattina dopo, a colazione, non facevano che scambiarsi sguardi. Alex riaccompagnò a casa Jen e, con l’aiuto dei vicini entrò in casa e recuperò le chiavi. Dopo molti baci e carezze, Alex se ne andò a casa, dove i suoi lo aspettavano per andare all’aeroporto.
  
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