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Autore: Lady Lunete    12/01/2013    2 recensioni
Ambientata nel/dall'episodio 4x06 "Glease"
Dopo l'addio definitivo tra lui e Rachel, Finn chiama Jesse per informarlo delle lacrime della ragazza a causa di Brody e cercare di convincerlo a confortarla.
Dal testo:
"Stasera ho perso il diritto di intromettermi nella sua vita..."
"Allora perchè lo stai facendo?"
"Sai qual'è la cosa più sorprendente di tutta questa assurda storia? Che contro ogni mia logica Jesse St. James abbia dato retta a Finn Hudson."
Alliance!Finn/Jesse; Friendship!Jesse/Kurt
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Jessie St. James, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'However Long It Takes'
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Salve, coraggiosa/o lettrice/ore!
Questa è la prima volta che pubblico qualcosa in questo fandom e beh... sono piuttosto nervosa! Questa One-Shot è nata grazie alla fiducia di una mia cara amica nel pairing Rachel/Jesse. Dopo aver visto l'episodio "Glease" sono rimasta male... per tante cose, in realtà. Una di queste la Brody/Cassandra. Posso capire perfettamente le sue ragioni, davvero, solo...vorrei che non ci fosse nulla da capire xD Mi ha un po' delusa e ciò ha fatto risvegliare il mio amore per il paring!StBerry. Perchè poi, da "Hell-O", sono loro, il mio OTP: non Finchel, nè...altro.
Buona lettura! (sempre che non siate scappati prima...)
 
DISCLAIMER: Ringraziate che al comando di Glee ci sia Ryan Murphy e la Fox e che, di conseguenza, nessun personaggio mi appartenga: altrimenti farei volatilizzare Quinn e riempirei la serie di episodi con soli Warblers!
 
 
 
♫LET ME START BY SAYING… HELLO♫
 
“Pronto, Jesse?”
“Hudson? MJ, amico, a cosa devo l’onore di questa chiamata? Non sapevo nemmeno che avessi il mio numero.”
“L’ho preso da Rachel.”
Tre secondi di silenzio e : “Sta bene? Cioè…state bene, siete… felici?” si corresse il castano.
“Noi… non ci siamo mai sposati. Quando ha scoperto che né io e né Kurt eravamo stati ammessi all’Università… ha deciso che avrebbe aspettato un anno, prima di andare alla NYADA. Per andare così tutti insieme a New York.”
“Che cosa? Ero riuscito a convincere la Tibidaux a darle una seconda possibilità e lei era passata! Doveva lasciarti a marcire in Ohio e seguire il suo sogno, accidenti!”
“È quello che sta facendo. Lei… lei sta seguendo il suo sogno, Jesse. Il giorno del matrimonio l’ho portata alla stazione e… l’ho lasciata andare via.”
“Allora è tutto a pos-”
“No. Rachel è venuta in Ohio a vedere Grease qui a scuola. È appena andata via con Kurt…stava piangendo, Jesse.”
“Perché? Le hai detto qualcosa di stupido, vero?”
“No. Piangeva per un ragazzo, uno della NYADA.”
“Chi?” la voce di Jesse suonò, alle orecchie di Finn, minacciosa come non mai.
“Brody Weston. È un juni-”
“È un cretino.” Sibilò Jesse.
 
Finn sospirò: “Odio doverti dare ragione… anche se non serve a nulla. Rachel a quanto pare, ci tiene…”
“Certo che ci tiene, altrimenti non avrebbe pianto per lui” dalle labbra di Jesse fuoriuscì un verso pieno di frustrazione “sempre a crogiolarsi per il ragazzo sbagliato.”
Punto nel vivo da queste parole, il più alto replicò: “Se ti credi tanto meglio, e visto che sei a New York, valla a trovare e-”
“E cosa? La vado a trovare e la supplico di tornare da me, come la scorsa volta? Non ha funzionato allora e non funzionerà adesso. E sinceramente non voglio neanche provarci: non rischierò di perdere quel poco che resta di ciò che siamo mai stati solo perché tu non sei riuscito a renderla felice, Hudson. Non farò di nuovo la figura dell’idiota perché tu possa poi riprendertela, MJ. Hai già avuto tutte le tue opportunità e le hai bruciate tutte quante. La verità è che tu non la meriti.”
 
La voce di Finn tremava, quando rispose: “Credi forse che non lo sappia? Maledizione, Jesse! L’unica cosa decente che io abbia fatto in mesi è stato dirigere insieme ad Artie il musical di Grease qui a scuola! Vuoi la verità? Tutti hanno trovato il proprio centro. Anche Kurt, che non è stato ammesso alla NYADA, pare abbia trovato la sua strada nel mondo della moda. Io sono l’unico che ancora non ha capito cosa fare della sua vita. Hai ragione, io non merito Rachel perché lei, al contrario di me, ha trovato il suo centro: è semplicemente perfetta per Broadway. Per favore, te lo chiedo per lei. Aiutami a non farle perdere la fiducia in se stessa. Solo perché un ragazzo, un’altra volta, non ha capito quanto in realtà lei sia speciale.” Concluse Finn, sconsolato.
“Finn…davvero, cos’hai nel cervello, segatura? Rachel non vorrà nemmeno aprirmi la porta di casa sua! Non capisci? Le ricorderei troppo te e Lima…”
“Non credevo fossi così codardo, Jesse St-Schifo.”
“Io non son-..”
“E invece lo sei! Qui sei tu, tra noi due, a non capire nulla! Non devi dire a Rachel di questa chiamata. Neppure il minimo accenno. Stasera ho perso il diritto di intromettermi nella sua vita…”
“E allora perché lo stai facendo?”
“Perché l’amo, idiota! Perché voglio che sia felice! Ti ho chiamato perché penso che tu possa aiutarla, qualsiasi tipo di aiuto lei abbia bisogno. Vi assomigliate, Jesse. Sei l’unico che conosco che possa immaginare cosa farebbe Rachel Berry in una situazione del genere.” Concluse Finn, cercando di tranquillizzarsi.
 
“Riuscirà a rialzarsi anche senza di noi. È Rachel: semplicemente fantastica.”
“Jesse-…” mugugnò Finn dall’altra parte del telefono, ma venne subito interrotto: “No, MJ. Rispondimi sinceramente. Questa chiamata, l’hai fatta davvero per lei, o per toglierti un peso dalla coscienza?”
il silenzio che gli rispose fu piuttosto eloquente.
Il castano perciò rincarò la dose: “Se io andassi da lei. Se io la consolassi. Se io la corteggiassi. Se cercassi di farla innamorare di me… tu saresti ancora così sicuro di aver fatto la cosa giusta, chiamandomi?”
Finn deglutì, per poi rispondere risoluto: “Fai quel che ti pare. Ma la prossima volta che la rivedrò mi aspetto di trovare sul suo viso un sorriso, non delle lacrime. Mi sono spiegato?"
“S-sì”
A sentire la titubanza nella voce dell’altro, Finn sorrise: “È il tuo momento Jesse. Non fartela portare via da un altro cretino.”
“Non lo farò.” Rispose prontamente il castano. Per poi aggiungere, in un sussurro, una volta che la chiamata era stata chiusa: “Grazie…”
 
***
 
Ancora non sapeva se era stata fortuna o sfortuna ritrovarsi Kurt che ritornava da lavoro, proprio quando stava per suonare il campanello. Il ragazzo l’aveva tenuto mezz’ora sotto torchio davanti alla porta, non facendolo entrare nell’appartamento e lasciandolo alle intemperie del freddo inverno newyorkese. Forse, se non avesse iniziato a blaterare su una promessa (ovviamente falsa) fatta a Rachel, di ritrovarsi una sera a cena, una volta che si fosse trasferita a New York, Kurt gli avrebbe permesso di scaldarsi davanti ad una bella tazza di caffè nero bollente. Ma non ci avrebbe scommesso niente: anche dopo avergli spifferato tutta la verità in meno di cinque minuti, il fratellastro di Frankesteen aveva continuato a porgli domande random su Rachel, Finn e sul suo piano geniale per tirare Rachel su di morale. Il tutto condito con un sorrisetto beffardo degno del gatto del Cheshire.
 
***
 
“Sai qual è la cosa più sorprendente di tutta questa assurda storia?” chiese Kurt a Jesse, mentre gli porgeva una tazza di caffè.
“Il fatto che, contro ogni tua logica, io riesca a pensare a qualcun altro, oltre che a me?”
“Anche. Ma no. Il fatto che, contro ogni mia logica, Jesse St. James abbia dato retta a Finn Hudson."
“Questo significa che non le dirai nulla?”
Kurt annuì: “Però ti avviso: Rachel non è poi così fragile come Finn crede che sia.”
“Lo so che è forte abbastanza da prendersi cura di se stessa da sola. Ma ciò non toglie il fatto che stava piangendo per un idiota che non la merita come farebbe una ragazzina di quattordici anni.”
“Perché tu invece pensi di meritarla?” il sopracciglio alzato e il tono beffardo con il quale quelle parole gli erano state rivolte, fecero scattare Jesse, che abbaiò a Kurt: “Sarò anche il ragazzo delle uova, ma almeno per me non ha versato alcuna lacrima! Non lo penso, so di meritarla!”
Kurt arricciò le labbra in una smorfia divertita mentre alzava gli occhi al cielo: “Lieto di vedere che sei rimasto il narcisista che ho conosciuto al liceo.” Quando vide Jesse aprire bocca per ribattere, scosse la testa e lo anticipò: “Puoi avere tutti i difetti che ti pare. A me interessa che tratti Rachel come si deve, stavolta. E che impari a conoscerla come lei conosce te e i tuoi scatti d’ira.”
 
La porta d’ingresso si aprì ed entrò Rachel: “Kurt, sono tornata!”
Il ragazzo la raggiunse all’ingresso: “Bentornata! Le prove sono andate bene?”
“Sì, anche se spero vada meglio all’audizione… cosa c’è per cena?” “Non sono riuscito a preparare niente perchè vedi… abbiamo un ospite.” Rachel lo guardò con cautela e lui si affrettò a precisare, mentre lei si toglieva il cappotto e si dirigeva in soggiorno: “L’ho incontrato mentre tornavo da Vogue e l’ho invitato ad entrare. Voleva salutarti.” Concluse Kurt, alzando le spalle con nonchalance quando l’amica si ritrovò davanti Jesse. Poi si congedò con un: “Vado a vedere se c’è qualcosa nel frigo.”
Prima che Rachel potesse chiedergli qualcosa, Jesse disse: “Lasciami iniziare col dirti…” “Ciao.” Sussurrò la ragazza. Entrambi si scrutarono per un secondo, prima di ridacchiare appena un po’ imbarazzati al ricordo.
“A parte. Sei sempre stata fantastica… adesso sei pure un vero schianto!” rispose Jesse con un sorriso ebete mentre ammirava come stava bene con quel vestito che aveva indosso.
Rachel arrossì e abbassò lo sguardo, prima di dire: “Tutto merito di Kurt e del suo lavoro a Vogue. Mi ha rivoluzionato l’intero armadio!”
“Sei splendida."
Lei gli sorrise riconoscente. Poi Kurt sbucò dalla cucina: “Rachel, non c’è nulla da mangiare, ti dispiacerebbe andare a prendere del cinese?” poi guardò Jesse, che afferrò al volo la sua chance: “Se mi invitate a cena offro io. Ma avrò bisogno di un accompagnatore, da solo mi annoierei.”
“Bene! Grazie Rach!” e con questo Kurt sparì nuovamente in cucina.

***
 
Dopo quella sera, Jesse iniziò a frequentare assiduamente non solo Rachel, ma instaurò pure una sincera amicizia con Kurt, il quale si confidò con lui riguardo a Blaine. Kurt a sua volta gli consigliò come comportarsi con Rachel affinché questa lo vedesse sotto una nuova luce e lasciasse perdere Brody. Quando fu il momento, diede il ben servito all’idiota e dopo cinque mesi di sola amicizia, si arrischiò a chiedere a Rachel un appuntamento.
“Sì.” Gli rispose lei, semplicemente, radiosa nel suo sorriso.

Lunete's corner(ino):
Finito! Alèèèèèèè! Ti ringrazio per aver letto e aver aumentato così le visualizazzioni di questa sciocchezza. Se vorrai lasciare un commento...te ne sarò davvero grata! :)
  
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