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Autore: telesette    13/01/2013    2 recensioni
Corrigan si domandò se non si era fatto un po' troppi scrupoli, nel concepire il proprio lavoro in modo idealista e convenzionale, e nella sua mente si fece strada l'idea folle di una nuova forma didattica.
Non era più in grado di pensare lucidamente.
Le espressioni di paura e terrore sul volto degli studenti, che non sapevano assolutamente fino a che punto costui si sarebbe potuto spingere o meno, Corrigan le interpretò come il simbolo dell'attenzione che aveva sempre richiesto loro senza mai ottenerla.
Ora invece tutti lo avrebbero ascoltato.
Stegman, il peggiore di tutti, lo avrebbe ascoltato.
L'unico modo per farsi capire da quelli come Stegman, ampiamente dimostrato dall'attuale situazione, era sì basato sul dialogo e sulla comunicazione... una comunicazione di piombo.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Classe 1984 ( Class of 1984 ) è un film del 1982, diretto da Mark L. Lester.
Andrew Norris ( interpretato da un giovane e carismatico Perry King ), professore supplente di musica presso la "Lincoln High School", si ritrova a dover fronteggiare cinque studenti neonazisti che spadroneggiano nella scuola con la violenza. La banda è composta dal sadico e spietato Peter Stegman ( interpretato da un "bello e dannato" Timothy Van Patten ), dalla perversa e intrigante Patsy, dal robusto e tarchiato Barnyard, dall'agile e aggressivo Fallon e dallo squilibrato Drugstore.
Ignorando le varie intimidazioni, nonostante i vari accadimenti all'interno della scuola, Norris opporrà una fiera e determinata resistenza.
Vista la sua cocciutaggine, i cinque decidono di rapire Diane Norris, moglie incinta di Andrew, minacciando di stuprarla ed ucciderla. Sconvolto e in preda ad una furia incontenibile, Norris scatenerà dunque una sanguinosa vendetta personale che culminerà con l'uccisione dell'intera banda.

Foto

Studiate, piccole carogne!

 

Sembrava una mattinata come le altre.
Solo un'altra tranquilla mattinata di scuola come tutte le altre.
Certo, con tutto quello che era solito accadere alla Lincoln High School, la "tranquillità" era una parola grossa.
Meno di qualche giorno addietro, la polizia aveva posto i sigilli al laboratorio di biologia, dove ignoti vandali avevano fatto a pezzi i piccoli animali che si trovavano nelle loro gabbie. Nel trovarsi davanti i piccoli corpicini sventrati, le membra infilzate sulle pareti lorde di sangue, il professor Terry Corrigan non riusciva a credere che ciò fosse successo davvero. Malgrado i tentativi del preside, e del suo amico e collega Norris, Corrigan non poteva cancellare dalla mente quell'orribile scena dalla crudeltà indescrivibile.
Quei miseri resti massacrati, un tempo piccole e dolci creaturine innocenti, erano tutto ciò che restava del suo lavoro come insegnante.
Corrigan ricordava ancora il calore e l'affetto, nell'accarezzare quei dolci musetti che si tuffavano fiduciosi nelle sue braccia.
Per anni aveva cercato di mostrare ai suoi studenti, oltre alle nozioni dei libri, l'importanza e il valore di ogni forma di vita. Anche la più piccola creatura vivente, un topolino da laboratorio o un morbido coniglietto peloso, rappresentava in natura il miracolo dell'esistenza. Corrigan aveva sempre pazientemente cercato di condividere, oltre al suo sapere e alla sua esperienza, soprattutto il fascino e la passione della sua tanto amata biologia...
Aveva fallito!
Davanti a quell'indescrivibile poltiglia di carni macellate, i resti dei suoi adorati animali, qualcosa nel suo cuore si era rotto in modo irreparabile.
Lo avevano distrutto.
Avevano distrutto le vite dei suoi animali, assieme ai suoi sogni e alle sue convinzioni, e gli avevano fatto perdere ogni possibile speranza nel domani.
Nessuno, nemmeno Norris, poteva immaginare quanto quell'orribile episodio avesse inciso la mente e l'animo del povero professor Corrigan.
Sembrava una mattinata come tutte le altre, quando Terry Corrigan entrò in classe per tenere la sua lezione.
Come tutti gli altri giorni infatti, Corrigan entrò in aula.
Si tolse la giacca e, appoggiando la propria valigetta sulla cattedra, si guardò attorno con espressione assente.
Davanti a lui c'erano le solite facce: ragazzi distratti, svogliati, arroganti e annoiati; gente che non aveva mai mostrato il benché minimo interesse alle sue parole; una massa di zucche vuote, interessati solo al sesso e alla droga...
E poi c'erano loro!
Peter Stegman e il suo piccolo gruppo di delinquenti.
Corrigan rabbrividì, nel vedere le loro facce tranquille e soddisfatte, nonostante quello che avevano fatto nel laboratorio.
Avevano ucciso il dono più puro e innocente di Madre Natura, con l'unico scopo di ferire l'odiato insegnante di turno, e non avevano il benché minimo rimorso per questo.
Per la prima volta, in tanti anni di carriera come docente, Terry Corrigan si sentì come se costoro gli avessero strappato dal petto ogni speranza.
Era un uomo finito, ormai.
Era disperato.
Non aveva più nulla da perdere, nulla per cui valesse la pena di continuare a credere, e non gli importava più neppure delle conseguenze.
Non sapeva quello che avrebbe fatto di lì a poco, così come non aveva la più pallida idea della gravità del suo gesto.
La sua mente si abbandonò ad un istintivo e primordiale senso di vendetta.
Le sue mani fecero scattare le chiusure metalliche della valigetta, come se stesse per prendere nient'altro che delle innocue scartoffie, e un attimo dopo gli studenti lo videro impugnare contro di loro un grosso revolver di acciaio brunito.
Non appena i ragazzi si resero conto che non si trattava di un giocattolo, e che l'uomo stava facendo tragicamente sul serio, nell'aula non si sentì più volare una mosca.
Le ragazze smisero di fare pettegolezzi sottovoce.
I ragazzi smisero di scaccolarsi e di tirare le chewing-gum contro il soffitto.
Perfino Stegman sembrava stupito della situazione.
Corrigan era sempre stato un omettino ordinario e prevedibile, forse addirittura più innocuo e inutile di Norris, tanto che Stegman non lo avrebbe mai ritenuto capace di sfoderare di punto in bianco un simile gingillo.

- Ma guarda che roba - pensò Stegman, mostrando il sorriso tipico di un folle. - Vuoi vedere che questo sfigato crede di avere le palle...

Corrigan tenne la pistola puntata davanti a sé, il volto apparentemente privo di qualsivoglia emozione, e così rimase per lunghi attimi in silenzio.
Per quanto ne sapeva, in quel momento, quella poteva essere benissimo la sua ultima lezione.
Un piccolo brevissimo barlume di coscienza gli suggerì di puntarsi l'arma alla gola e premere il grilletto.
Tuttavia, scacciato subito quel pensiero suicida, rimase invece sconcertato dall'improvvisa attenzione con la quale tutti quei ragazzi lo stavano osservando.
Era la prima volta che riusciva a catturare l'attenzione di quei piccoli bastardi, compresi quei miserabili di Stegman e compagni, e la cosa lo incuriosì piacevolmente.
Nel secolo scorso, gli insegnanti usavano ancora il frustino o una bacchetta leggera, per richiamare all'attenzione i loro studenti.
Che fosse dunque davvero necessaria una pistola, per inculcare qualcosa nelle loro dure testacce bacate?
Corrigan si domandò se non si era fatto un po' troppi scrupoli, nel concepire il proprio lavoro in modo idealista e convenzionale, e nella sua mente si fece strada l'idea folle di una nuova forma didattica.
Non era più in grado di pensare lucidamente.
Le espressioni di paura e terrore sul volto degli studenti, che non sapevano assolutamente fino a che punto costui si sarebbe potuto spingere o meno, Corrigan le interpretò come il simbolo dell'attenzione che aveva sempre richiesto loro senza mai ottenerla.
Ora invece tutti lo avrebbero ascoltato.
Stegman, il peggiore di tutti, lo avrebbe ascoltato.
L'unico modo per farsi capire da quelli come Stegman, ampiamente dimostrato dall'attuale situazione, era sì basato sul dialogo e sulla comunicazione... una comunicazione di piombo.

- Molto bene - esclamò Corrigan con voce piatta, armando il grilletto contro Stegman. - Ora che siete attenti, possiamo cominciare la nostra lezione!

Foto

FINE 

   
 
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