Desidero farmi del male. La lama mi chiama, è così bella: scintilla al buio, mi invita. È allettante, lo sa mi piace e che la mia resistenza non durerà ancora molto. È così paziente, elegante, è mia amica. Lei no, non mi lascia sola.
Mi scruta da lontano, osserva le mie idee aggrovigliarsi e confondersi, blocca le mie lacrime e mi parla , mi aspetta. Ho voglia di sentirla scorrere sulla mia pelle, ho voglia di vedere le innumerevoli gocce di sangue rincorrersi e fuggire via dal mio corpo. Avverto questo desiderio come una stretta allo stomaco, mi blocca le parole, alimenta il fuoco delle mie paure, cerca una via d'uscita, è un urlo muto che precipitosamente sale dallo stomaco e si aggrappa alla gola. Un rantolo. Vuole uscire, non può più aspettare.
Ogni cellula si scuote e si libera dal torpore della mia apatia, i muscoli si stendono, si rilassano, finalmente respirano... E la mia mente si placa come il mare dopo la tempesta. I pensieri e le ansie si annullano, si sgretolano e ritrovano la loro forma naturale nel nulla.
Dolore e piacere. Si formano in una lama, si mescolano nel mio sangue ed esplodono in una libertà perfetta.