I tre ragazzi si
avvicinarono con passo molleggiato al campo da Quidditch, andando
incontro al
loro compagno.
Quando arrivarono
James stava giusto scendendo dalla sua Nimbus, i capelli perennemente
scarmigliati nell’aria gelida di Dicembre.
“Non smetterò
mai
di chiederti chi cavolo te lo fa fare di allenarti con ‘sto
freddo, Ramoso!”
fece il più avvenente dei tre, con i lunghi capelli ricci
che gli
incorniciavano il volto fine, a mo’ di saluto.
“Caro Felpato,
è
solo che l’amore per il Quidditch è quasi uguale a
quello per le belle ragazze:
nulla può tenermi lontano!”
Scoppio di
ilarità generale. Prendendo a braccetto Sirius e Remus, a
sua volta attaccato a
Peter, James condusse il gruppetto fuori dal campo, diretto verso
l’imponente
castello. Fuori dallo stadio, James alzò leggermente il
volto al cielo con gli
occhi chiusi, beandosi del tepore del sole che illuminava i giardini di
un
bianco accecante laddove permanevano alcune tracce di neve, quando
Sirius, con
una poderosa gomitata, gli fece notare due figure, un ragazzo e una
ragazza, che
stavano andando nella
direzione opposta alla loro tenendosi per mano.
“Salve, Evans!
Bella giornata, per portare a spasso il cane! La prossima volta
però, lavalo!
Sembra alquanto unticcio!” esclamò James mentre i
due li superavano, suscitando
di nuovo l’ilarità degli altri tre.
Scoprì, voltandosi a guardare, che Lily
Evans aveva astiosamente ricambiato il saluto con un’alzata
del dito medio.
Una volta tornati
in sala comune, James e gli altri iniziarono a discutere sulla
compagnia della
Evans.
“Proprio non la
capisco, quella ragazza. Come può preferire uno come quello
sciattone di
Mocciosus quando può avere me?”
riprese James, accompagnando l’ultima
parola con un gesto eloquente indicandosi il petto.
“Beh, Ramoso,
forse dovresti iniziare a parlare un po’ più di
lei, invece che di te. Sai come
sono, le ragazze..” rispose saggiamente Remus.
“Oh, ragazzi,
andiamo! Io sono semplicemente stra-or-di-na-rio! Come potrebbe volersi
sentire
dire, ad esempio… ma che ne so! Roba del tipo: ‘i
tuoi occhi sono come smeraldi
lucenti’ quando avrei tante cose da dire su ad esempio,
quanto sono bravo sulla
scopa!”
Peter, aprendo
bocca per la prima volta, non riuscì a reprimere una risata:
“James, non so se
ti ricordi, ma l’ultima volta che hai affrontato
l’argomento con
Mentre le risate
di rito scoppiavano una terza volta, James rimase qualche secondo a
osservare
il suo amico con occhi ostili. Per interrompere l’improvvisa
tensione, Remus
intervenne un’altra volta.
“Potresti farle
un regalo! Robe tipo dei fiori, un cucciolo, cose
così…”
James, dimentico
dell’astio improvviso verso Codaliscia, sembrò
illuminarsi come folgorato.
“Hey, che idea!
Bravo Lunastorta! Domani ci sarà la gita ad Hogsmeade,
potrei vedere se c’è
qualcosa di carino in qualche negozio! Proprio quello che ci vuole,
sotto
Natale!”
Il giorno dopo,
il quartetto fece irruzione nella Sala Comune con una furia mai vista a
memoria
dei loro compagni.
Tutto trafelato,
James non si prese neanche la briga di togliersi la giacca e la
sciarpa, e
passando accanto al camino acceso non si accorse neanche che essa aveva
preso
allegramente fuoco. Era troppo occupato a srotolare della carta da
regalo
argentea con sopra i pungitopo, che trattati con una magia sembravano
fremere
come mossi dal vento. La spiegò
mettendola sul tavolo con la parte
interna verso il soffitto, pronto a impacchettare il regalo che aveva
comprato
apposta per Lily. Si trattava nella fattispecie di un ciondolo,
coordinato ad
un anello, a forma di uovo di drago. Se si apriva l’uovo
sull’anello, partiva
una musichetta da carillon, e ne usciva fuori una minuscola
riproduzione di un
draghetto che volteggiava e mandava piccoli sbuffi di fumo rosato dalle
microscopiche fauci. Quando il draghetto tornava nell’uovo e
la musichetta
finiva, il fumo si raccoglieva a formare un cuore vaporoso a
mezz’aria.
Per fare il
romanticone, James conficcò ciondolo e anello sulla cima di
un Calderotto con
ripieno al cioccolato, i preferiti di Lily. Ciò lo sapeva
perché aveva chiesto
ad alcune amiche di lei di scoprire un po’ i suoi gusti,
addirittura mesi
addietro, per farle un regalo di San Valentino che le fosse
gradito, e
avrebbe anche funzionato se solo James non se la fosse subito presa col
povero
Piton, che stava facendo finta di vomitare alle spalle di lei.
Perso in questi
ricordi, quasi non si accorse che Sirius aveva sgraffignato un
po’ di carta da
regalo da quella inutilizzata da James, e la stava usando per incartare
una
Caccabomba.
“E quella?!”
chiese James con una risata, indicando con l’indice il
piccolo ordigno.
“È una
sorpresina
per quella pazza di mia cugina..” rispose lui, con un ghigno
satanico stampato
sulle labbra.
“Non credo che Meda
si meriti tanto..” intervenne quel Grillo Parlante di Remus,
sedendosi sul
tavolo e fissando con diffidenza
“Ma che hai
capito, Remus! Questa non è per lei, è per quella
maniaca di Bellatrix!”
“Contento tu, io
non vorrò essere nei paraggi quando quella cosa
esploderà” rispose prontamente
Remus, facendo spallucce e voltando il busto a guardare James, che
aveva un po’
di problemi a incartare il Calderotto senza che i due gioielli fossero
riconoscibili anche da sotto la carta.
“Tieni, prendi
questa!” rise Sirius afferrando una scatolina di cartone
identica a quella
usata per contenere
In realtà lo
Zuccotto ci stava un po’ largo, ma meglio così, si
disse James.
Intanto Sirius si
era messo a scrivere furiosamente su un pezzetto di pergamena, che
infilò
sollecito sul fondo della sua scatolina.
Rispose alle
occhiate interrogative degli altri tre come a giustificarsi:
“Ho solo scritto:
‘sei una pazza rabbiosa talmente cornuta che pure un ariete
ti girerebbe al
largo, e spero che un giorno (pregando sant’Iddio che non
debba aspettare
troppo’) finirai divorata dalla Piovra Gigante o in
alternativa da un drago con
molto appetito. Tiè, stregaccia rognosa! Per il resto,
felice Natale. Salutami
quella befana di mia madre e dille che spero schiatti pure lei, con
disprezzo,
il Cugino Sexy’”
Il biglietto fece
sganasciare ad oltranza il felice gruppetto, e James ebbe
l’idea di copiare
l’amico, scrivendo però cose più
lusinghiere.
Finita l’opera e
posta la firma, mise anche lui il bigliettino nella scatola e chiuse
quest’ultima nella carta argentea con i pungitopo stampati
sopra. Si mise le
mani ai fianchi, guardando soddisfatto il suo lavoro.
“Dài ragazzi,
andiamo a cena, se no ci perdiamo il dessert!”
esclamò allegro Peter,
guadagnando la porta con una corsa, seguito a ruota da Remus. Nella
fretta di
fare a gara con Sirius, i due pacchetti furono dimenticati senza troppe
cerimonie sul tavolo in sala comune, deserta. Al ritorno dalla cena, i
due
ragazzi portarono i rispettivi pacchetti in dormitorio, dove li misero
sul
comodino che i due condividevano. Infilandosi sotto alle coperte, i due
concordarono di consegnare l’indomani, vigilia di Natale, i
doni al termine
della lezione di Lumacoso, che avevano in comune con i Serpeverde.
Dopo che Sirius
ebbe consegnato il pacchetto alla destinataria, la quale lo
accettò come se le
avessero porto un paio di mutande sporche, James stava giusto tornando
da una
conversazione-lampo con Evans.
Lei era davvero
molto dolce, con quel suo sorriso imbarazzato ma sincero, e si era
detta
piacevolmente sorpresa dal cambio repentino di James, da pezzo di mota
a
galantuomo, ed aveva aggiunto che continuando così avrebbe
anche potuto pensare
di cedere una buona volta alle sue attenzioni. Poi, alla domanda di
lei: “Ti
spiace se lo apro oggi? Non ce la faccio ad aspettare fino domani!
Peccato solo
che io non abbia nulla da darti in cambio!”
Lui aveva
risposto: “Va bene, ma solo quando mi sarò
allontanato. In quanto al regalo, me
l’hai già fatto. A me basta la tua
presenza”
Lei ovviamente si
era sciolta in una profusione di sorrisi melensi e aveva aspettato che
lui si
allontanasse. Voltandosi a guardare mentre se ne andava, James
notò con immenso
piacere che Mocciosus si stava avvicinando a Lily con sguardo omicida
rivolto a
lui, ovviamente pazzo di gelosia. James raggiunse gli altri appena
fuori dalla
porta di Pozioni e si stava giusto pregustando l’immagine di
Lily che gli
correva incontro avvinghiandosi a lui, magari addirittura concedendogli
un
bacio. Perciò rimase totalmente spiazzato quando dalla porta
chiusa arrivò un
sonoro boato che fece tremare il pavimento. Anzi, rimase completamente
inorridito. Da sotto la fessura della porta era schizzata fuori una
puzzolente
poltiglia marrone. Remus ne raccolse un po’ con
l’indice e dopo essersela
portata al naso sentenziò, con voce greve e una faccia da
funerale:
“Caccabomba”
James neanche si
accorse che Sirius si era irrigidito come un manico di scopa. Si mise
le mani
nei capelli, proprio mentre da dietro alla porta la ragazza
urlò: “JAMES
POOOOOTTEEEER!”
Allora corse
verso la porta e la aprì come un forsennato. Lo spettacolo
che gli si presentò,
era sì drammatico ma ciò non gli
impedì di farsi scappare una risata,
dissimulata comunque in un rantolo di orrore. Lily e Piton erano al
centro
della stanza, là dove James li aveva lasciati, interamente
ricoperti di
poltiglia fetida. Lily, che sembrava una statua della dea
dell’odio (su un
piedistallo di cacca) si sradicò con un disgustoso
‘splotch’ dalla sozzura in
cui era invischiata e si avvicinò a falcate ampie e decise a
James. Dopo un
attimo in cui lei lo guardò in cagnesco, gli
voltò la faccia con un poderoso
manrovescio, e tornata indietro a prendere Piton per il lembo della
manica,
uscì dalla porta senza salutare. James si pulì
distrattamente la traccia di
schifitume dalla guancia con la manica, e proprio nel contempo
arrivò Bellatrix
con il pacchetto per Lily in mano.
“Potter, le tue
paroline smielate mi hanno fatto venire la nausea, riprenditi questa
paccottiglia, che io non so che farmene. A proposito, che hai fatto
alla
faccia? Stai facendo una maschera purificante o che altro?”
detto questo porse
con calibrata forza il pacchetto a James, colpendolo allo stomaco con
fare
sdegnoso e voltò il sedere per andarsene.
Peter, Remus e
Sirius rimasero immobili nel corridoio di pietra senza osare emettere
un fiato,
e quando quest’ultimo iniziò a muoversi
furtivamente e lentamente verso
l’uscita, James disse, con voce tremante dalla collera:
“Sirius…”
L’interpellato si
fermò di botto sudando, voltando la faccia verso il compagno
con un sorriso
tirato fino allo spasmo.
“James… amico
mio! Non vorrai picchiare un povero ragazzo solo perché ha
confuso i regali?
Vero, fratello?”
“Inizia a
correre, Sirius” mormorò James
“Eh?!” fece
Sirius
“Ho detto, inizia
a correre, perché se ti prendo ti appendo alla torre di
astronomia e lascio che
le aquile mangino il tuo cadavere pesantemente mutilato!”
Sirius schizzò
via come un razzo, seguito prontamente da James, che esibiva una faccia
omicida
che metteva una strizza boia. Nonostante ciò Remus e Peter,
mettendosi
all’inseguimento, concordarono tra loro sul fatto che quella
sembrava una fuga
dopo una marachella come tante altre, e addirittura sospettarono di
sentire le
risate dei due amici raggiungerli dallo sbocco del corridoio.
Spazietto
autrice: grazie a kary218
per le sue benvolute dritte di correzione, mi hai aiutato
moltissimo! Come vedi ho rivisto la storia rimediando a tutte le boiate
scritte
in uno stato confusionale XD e un grazie anche a tutti quelli che pur
non
commentando hanno letto la storia, spero solo vi sia stata gradita!
Tec