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Autore: Garmr    14/01/2013    2 recensioni
Premetto che questo è solo l'incipit di un racconto più lungo, iniziato e abbandonato molto tempo fa.
L'ho ritenuto adatto alla pubblicazione per via della sua natura in sé autoconclusiva.
Sono i pensieri della Bestia, il Divoratore, che contempla dall'alto una Città di Mezzo, una città degli uomini, rievocando le proprie origini e ciò che lo rende diverso dagli abitatori delle città. Non aspettatevi azione: solo le sue cupe, morbose elucubrazioni.
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La città puzza. Puzza di umanità, puzza di vite costrette in forme innaturali, di sogni cresciuti in cattività e costretti ad azzannarsi l’un l’altro. Nei vicoli echeggia un silenzio diverso, un silenzio frustrato, un silenzio intimorito da se stesso, dalla sua stessa vacuità. Carcasse di mattoni incombono sulle vie – gabbie labirintiche in cui una razza pavida e insicura ha rinchiuso se stessa – asfissiate dalla fuliggine onnipresente e dal fetore delle cloache.

Non è un buon posto per cacciare. La selvaggina è smorta e consunta, grigia fino alle interiora, inquinata da veleni – veleni che mangia, beve, respira, e veleni che distilla da sé, dalle contorte profondità dell’anima. L’attaccamento di queste bestie mediocri alle loro inique esistenze è patetico quanto perverso.

Ho sognato di tempi antichi,tempi in cui questa razza era giovane e orgogliosa e compensava con coraggio e ingegno alla mancanza d’artigli o corna o zanne... C’era poesia e forza nel loro sopravvivere, nel loro essere preda e predatore; e cantavano per spiriti senza volto dai nomi segreti, e danzavano per la gioia di essere vivi; e cacciarli ed esserne cacciati e ucciderli ed esserne uccisi rispondeva a un’armonia profonda della quale nessuno aveva la pretesa di poter mettere in dubbio la legittimità...

Ora sono invecchiati, e il mondo è invecchiato con loro. Grigie marionette che fingono di non vedere i fili, fantasmi sconfitti convinti di aver trionfato, di essere i dominatori... Di ciò che è stato hanno fatto sfacelo; ora, in lente spirali ne solcano le rovine, pretendendo di poter dimenticare dell’abisso finale che li attende...

A immagine delle loro paure hanno scritto leggi, coniato monete, forgiato catene; esposti alla propria fragilità hanno preso a venerare la Morte maledicendola e fuggendola e strappando alla terra i corpi dei propri cari; e creata la Morte ne hanno avuto paura, e per pretendere di poterle sfuggire hanno preteso che la Vita, la Vita avesse un senso, una direzione, un Disegno più grande nel quale rendersi eterna. Parole su parole, catene su catene, hanno eretto ideali e plasmato una morale, inventando giustizia e peccato e vizio e virtù; tanto patetici da doversi chiudere in gabbie solo per poter assaporare l’illusorio piacere dell’evasione.

Eppure... non li biasimo, non più. Mi hanno reso simile a loro... Mi hanno strappato ai cicli della Luna costringendomi a venerare clessidre e orologi, mi hanno insegnato a pensare con parole invece che con i sensi... Predicatori e scienziati pretendevano di trovare in me un’anima, sono stato un giocattolo da far danzare al ritmo delle loro farneticazioni. Sono il frutto di un connubio che non era scritto dovesse aver luogo. Ne sono grato. Ora, la mia fame assume un significato deliziosamente nuovo.

Nella monotonia del loro squallore brillano rari esempi di una mediocrità più raffinata. Troneggiano sulle rovine i tiranni, gli spauracchi e gli aguzzini del loro stesso genere. Infimi, illusi megalomani, ebbri di un potere effimero, compiaciuti della propria presunta perversione... Nelle ombre si nascondono insetti convinti d’essere titani, frustrati edonisti che si inventano esuli,reietti o maledetti,satolli di vizio e di presunzione. La loro decadenza è il loro capolavoro. L’innocenza è macchiata del Bianco e del Nero, con arroganza il Bene è distinto dal Male, il Bello dal Brutto, il Giusto dall’Ingiusto ... Il mondo si scopre tinto di colori inesistenti e forme eteree si scontrano in un quadro d’illusioni. Angeli e demoni e macchine e ingranaggi si contendono milioni di anime e le paure primordiali vengono contorte in forme grottesche, diventando Devozione e Sacralità, e gli istinti si intrecciano e pervertono divenendo Vizi e Peccati ...

Splendido. Uno squallore tanto profondo da divenire capolavoro. L’universo è assurdo, ora ne sono consapevole, e nella sua assurdità il caos insensato delle loro infinite piccole vite, sprecate in un sogno artificioso di meschinità e frustrazione ... è di uno splendore insostenibile.

Tra queste prede infime vi sono perle che solo il delirio avrebbe potuto produrre, ibridi d’innocenza e perversione, figli dell’inferno e del paradiso. Questa atroce, squallida bellezza guida la mia caccia. Vi sono cuori in cui si nascondono ombre più fosche e contorte ... le mie prede mi attendono.

Rido nella notte complice e la Luna ghigna con me.

  
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