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Autore: HanaNoAme    14/01/2013    1 recensioni
Mel ha perso i genitori, il dolore è talmente grande da aver portato la giovane ad isolarsi dal mondo. Passa il suo tempo leggendo libri di tanto tempo fa, specie tutto quello che riguardano il Grande Buio. Ma in un pomeriggio d'estate Mel vede qualcosa, ed è allora che il tutto cambierà... Il suo mondo verrà stravolto e Mel verrà messa alla prova insieme al resto dell'umanità.
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era arrivata l'estate. Quella mattina, con un libro in mano mi ero ritrovata a pensare al passato. Avevo sempre amato leggere, mi interessava molto il passato e le nostre origini di cui poco è rimasto dopo il Grande Buio. Cosi lo chiamavamo noi. Anni prima il nostro pianeta venne devastato da una serie di disastri climatici e naturali che sconvolsero l'ordine del pianeta, affondando molti dei mondi conosciuti al tempo. Ora l'acqua occupa una superficie del 90% del suolo terreste e il restante 5% è quello che resta del nostro povero pianeta. Gli innumerevoli terremoti spostarono anche l'asse del nostro pianeta e le stagioni come erano conosciute ai tempi non esistevano più, anche molti tipi di vegetazioni ormai erano estinte a causa del cambiamento climatico e di altro. Ormai in estate si stava bene, non si superavano mai i 24 gradi centigradi e spesso tiravano venti freschi e le piogge erano abbondanti. Non avevamo più avuto problemi di siccità o altro, come se il pianeta cercasse di tenerci in vita con mille sforzi. 

Eppure quell'anno era diverso, lo percepivo nell'aria, ma non ero mai riuscita a spiegarmi il perché. Comunque quel giorno decisi che rimanere a casa tutto il tempo non poteva essere di aiuto in nessun caso così decisi di andare a fare una breve passeggiata lungo le strade di una delle poche città rimaste su questo minuscolo mondo. Ormai non era neanche più necessario prendere l'aereo per muoversi da un posto all'altro con il treno si tracciavano brevemente tutte le distanze e viaggiare in aria non è più consigliabile come un tempo. 

Presi le chiavi di casa infilandomele nelle tasche dei jeans, che usavo come borsa dato che non avevo mai amato le borse e mi ritrovavo spesso ad infilare nelle tasche dei miei pantaloni tutto il possibile, forse era anche per questo le tasche si erano allargate  e deformate senza ritorno. Vivevo in un palazzo benestante, il mio appartamento è quello che tutti definiscono un attico, ma la storia dell'edificio racconta che anni fa era un dormitorio di una scuola privata per pochi eletti, infatti se non fosse per l'arredamento la casa sarebbe predisposta ad avere un enorme corridoio che affaccia su dieci stanze da letto diverse. I miei però decisero di rinunciare a due stanze per costruire un enorme cucina e un ripostiglio, mentre il salone era stato allestito nel lungo e ampio corridoio in modo da sfruttare al meglio gli spazi, forse anche in precedenza gli studenti lo utilizzavano in quel modo. L'enorme corridoio poi partiva dalla porta di casa fino ad arrivare ad un imponente porta a finestre che ospitava un enorme balcone dove tanto tempo fa io e i miei genitori eravamo soliti cenare in queste serate calde. Mi perdevo sempre a pensare a come ai miei era piaciuto arredare e ristrutturare casa nostra dopo che l'avevamo ereditata da un lontano parente. Ma io avevo perso loro qualche anno dopo e questa casa cominciava a risultarmi stretta nonostante la sua grendezza. Chiusa la porta alle mie spalle, scesi le scale seguendo un ritmo tutto mio cercando di non cadere di nuovo in ricordi dolorosi. Ormai erano quattro anni che vivevo senza i miei e non avrei dovuto soffrire ancora cosi tanto, loro non lo avrebbero voluto. Aperto il portone la luce di un tiepido pomeriggio estivo illuminava la strada e davanti a me, con mia grande sorpresa, avevo trovato una mia vecchia conoscenza. 

"Ehilà Elys"

"Mel quanto tempo"

Già ne erano passati di giorni da quando avevo incontrato l'ultima volta mia vicina di casa, non uscivo cosi spesso.

"Vai a fare la spesa?"

"Veramente una delle mie rare passeggiate..."

"Effettivamente è una cosa rara, se mi aspetti ti accompagno verso il nulla, devo solo mettere questa nella cassetta delle lettere" 

Aveva una lettera in mano, molti si sarebbero chiesti il contenuto di tale busta, ma non io, mi era sempre stato insegnato a rispettare la vita degli altri, il che mi impediva fisicamente e psicologicamente di interessarmi oltre un tot agli affari degli altri.

Rimasi comunque ad aspettare la mia vicina, ormai mi aveva vista, non potevo scappare e dovevo anche ammettere che la sua compagnia non mi dispiaceva più di tanto, anche se preferivo sempre camminare da sola. 

"Ho fatto"

Avvisò toccandomi delicatamente una spalla.

"Incamminiamoci allora, pensavo di andare sul lungo mare"

Avanzammo insieme in silenzio, il buono di Elys era proprio il suo riuscire a stare in mia compagnia senza sentire un bisogno continuo di cercare di comunicare con me. Riuscivamo a stare insieme nella stessa stanza ore e ore senza dirci nulla, facendoci semplicemente compagnia quando non volevamo, o forse dovrei dire volevo, stare sola.

"Senti Mel, secondo te, quest'anno farà abbastanza caldo per fare il bagno in mare?"

"Il bagno si può fare già adesso Elys basta mettere la muta"

"Ma io vorrei sfoggiare un bel bikini per i ragazzi, queste sono le cose di cui le adolescenti come noi hanno bisogno"

"Puoi prendere il sole in bikini"

"Non è la stessa cosa"

Girò il volto altrove, sembrava offesa, ma io che ci potevo fare? Non potevo mica riscaldare il mare apposta per far felice lei. Inoltre sapevo che Elys in quel momento stava parlando a vuoto, non è il tipo di ragazza che farebbe il bagno a mare, al conoscevo troppo bene, per sapere che stava parlando tanto per parlare in quel momento.

"A volte mi domando se non sei una vecchietta nel corpo di una adolescente"

"Possibile, chi lo sa"

E' vero spesso non riuscivo assolutamente a comprendere i bisogni dei miei coetanei semplicemente li trovavo stupidi, ma una parte di me sapeva benissimo che stavo perdendo velocemente e senza fare nulla, momenti di un adolescenza che presto sarebbe svanita. Ma forse al tempo ancora non avevo ben capito che valore dare ad una vita che non stavo vivendo pienamente.

"Ci sarà molta gente sul lungo mare oggi?"

"Non più del solito, fra una settimana sarà peggio, ti ricordi? C'è il festival estivo"

"Si! Non vedo l'ora! Ci sono sempre tanti giochi divertenti al festival estivo, senza contare tutti gli stuzzichini che vendono i banchetti, qui si mangiano solo in quella settimana all'anno in cui si festeggia l'estate, quindi ho deciso che quest'anno mi ingozzerò"

"Se poi ti senti male, non venire da me a lamentarti"

"Cattiva, parli come mia madre"

"Perché io e tua madre sappiamo che sei una ingorda che poi si sente male e si lagna per giorni"

Più di una volta era capitato che Elys esagerasse con il cibo delle occasioni speciali, dandoci dentro come una affamata denutrita maltrattata, per poi stare male per giorni e giorni lamentandosi con la madre fino a che non la cacciava di casa. A quel punto Elys veniva a casa mia e si lamentava finché non ero io a rispedirla con amore dalla madre, il che spesso consisteva nel suonare il campanello fino all'esasperazione della donna che apriva la porta, depositare con uno spintone la figlia nel suolo privato dell'appartamento Lightsphere e chiudere velocemente la porta, prima che la madre potesse restituirmi il pacco indesiderato.

"Cattiva doppiamente"

Si lamentò Elys mentre fingeva di asciugarsi le lacrimucce, come sempre. Era una ragazza molto teatrale a volte era anche divertente vederla mimare le scene che raccontava, rendeva tutto più facile da capire e anche più divertente.
Continuammo a camminare insieme ancora per molto, il molo era abbastanza lontano da casa nostra, ma il tempo ci era favorevole ed era piacevole, la brezza estiva che rinfrescava il viso appena arrossato a causa del movimento prolungato nel tempo. L'aria mi muoveva i capelli solleticandomi il collo mentre per un attimo mi persi a guardare Elys. Era una ragazza esile e il suo collo era lungo, era facile vederlo perché non aveva mai sopportato i capelli lunghi quindi tendeva a tagliarseli sempre in un caschetto molto sbarazzino che lasciava il collo completamente scoperto. Aveva grandi occhi verdi che contornati da capelli castani risultavano ancora più visibili e ne erano naturalmente esaltati. Poi lei per me era decisamente femminile, si vedeva che passava molto tempo a curarsi e questo per un attimo mi fece quasi sentire in colpa, non ero di certo un esempio di ragazza curata, spesso mi guardavo allo specchio e mi sentivo decisamente a disagio. Da quando erano morti i miei genitori avevo smesso di tagliarmi i capelli e quindi mi ritrovavo una massa informe di lunghissimi capelli lisci. Forse anche io avrei dovuto tagliarli.

"Seconto te dovrei tagliarmi i capelli?"

"Perchè chiedi questo?"

"Ci stavo pensado ora cosi, senza un motivo preciso.."

"No non devi, i capelli lunghi ti stanno molto bene però forse dovresti sistemarli, se vuoi te li taglio io"

"Posso fidarmi?"

"Certo che si!"

"Se lo dici tu..."

Non ero assolutamente convinta, come potevo? Rischiavo di diventare una cavia di Elys e non sarebbe stata la prima volta, purtroppo. Quando eravamo più piccole e andavamo ancora a scuola, Elys venne a casa mia e mi portò una torta al cioccolato che faceva da prova all'originale che voleva regalare ad un suo ragazzo per la festa degli innamorati. Una torta decisamente unica... penso che Elys sia l'unica ad avere la capacità di trasformare il cioccolato in fango... Non che io abbia mai assaggiato il fango, ma se dovessi compararlo a qualcosa credo proprio che sarebbe la torta di Elys e rimango anche convinta che sia un complimento alla sua cucina.

"A che pensi?"

"Nulla d'importante..."

Non potevo certo dirle a cosa stavo pensando non sarebbe stato molto carino da parte mia... Era decisamente meglio evitare. Alzai lo sguardo accorgendomi che nonostante tutto eravamo state abbastanza veloci nell'arrivare al mare.Davanti a noi si apriva un enorme spiazzo che avanzava sull'acqua dove era possibile ammirare tutto quello che c'era oltre la terra ferma. Ma ad essere sinceri ormai erano poche le persone che si fermavano ad ammirare l'immensità del mare o decidevano di concedersi un bagno nelle sue fresche acque, probabilmente perché bastava mettere la testa sott'acqua per vedere tutto quello che non c'era più. Sul fondo del mare erano riconoscibili molti resti di palazzi distrutti e resti di ogni tipo. Sulla spiaggia era possibile ritrovare ancora oggetti appartenuti al passato e non era neanche difficile trovare cose di valore, ma nessuno a parte rare eccezioni osava portare via ciò che il mare aveva restituito, probabilmente per rispettare chi ormai non era più con noi. Molti degli oggetti che arrivavano a riva venivano portati in un palazzo nel centro della città dove tutti di tanto in tanto andavano a cercare oggetti appartenuti alle proprie famiglie e quelli che non venivano reclamati, se erano particolarmente belli o pregiati venivano esposti in un museo apposito, gli altri invece venivano comunque mantenuti in un magazzino dato che nessuno aveva il coraggio di sbarazzarsi di questo tipo di oggetti.
Elys ed io ci affacciamo su una delle ringhiere che costeggiavano il percorso e ci fermammo a guardare il mare, mai sotto... sempre verso l'orizzonte, dove il sole si stava lentamente dirigendo, colorando il cielo di quell'arancio pastello tipico dei pomeriggi inoltrati estivi.

"Sembra che ci sarà un bel tramonto oggi"

"Si sembra di si"

Alzai gli occhi al cielo lasciando che quell'aria intrisa di mare riempisse i miei polmoni mentre osservavo le nuvole vicine al sole, il cielo mi dava sempre un senso di libertà, mi perdevo spesso ad osservalo domandandomi quanto sarebbe bello volare in esso, libera come un uccello, ma ad essere sinceri il mio elemento era sempre stato l'acqua, mi sarebbe piaciuto nuotare in mare, ma vedere quello che circonda la terra ferma mi ha sempre spaventato molto, forse anche a causa delle storie che si sentivano dire in giro da chi sott'acqua c'era stato.

Un brivido mi salì lungo la schiena e per calmarmi tentavo di fare respiri profondi, possibile che solo delle storie avessero il potere di turbarmi cosi tanto? Ma dopo quello che è successo in effetti chi non sarebbe turbato da tutto ciò che lo circonda?
Ero immersa nei miei pensieri continuando a guardare il cielo quando lo vidi. Si in mezzo alle nuvole c'era qualcosa, qualcosa di strano che era troppo lontano per essere identificato. Provavo a sporgermi dalla ringhiera il più possibile per provare a guardare meglio quello che avevo visto, ma proprio quando sembrai sul punto di riuscire ad identificare quello che avevo notato, si mostrò da solo. Lassù nel cielo c'era una sorta di veicolo forma discoidale che in pochi secondi era sparita, come se avesse capito che l'avevo vista. Afferrai una spalla di Elys con forza e foga indicandole il punto in cui avevo visto quell'oggetto. Lei si girò spaventata verso di me con una faccia sofferente.

"M-mi fai male Mel..."

"L'hai visto anche tu?"

"Mel lasciami, mi fai male..."

"Hai visto anche tu?!"

"Ho visto cosa? Ti prego Mel lasciami mi stai facendo male..."

Lasciai la presa, delusa. Dalla sua reazione avevo capito che non aveva notato nulla, niente di quello che avevo visto io. Mi girai per guardare le altre persone intorno a me, ma nessuno sembrava condividere quel misto di emozioni che mi scuoteva nel profondo. Il cuore batteva forte, pompando tanto di quel sangue che il cervello sembrava sul punto di scoppiare e il petto mi faceva male. Non riuscivo a respirare mi sentivo come chiusa in una scatola mentre continuavo a ragionare su quello che avevo visto...
Che avevo visto? Che cosa stava succedendo? Cominciai a sudare freddo e le mani le sentivo fredde e pesanti, non capivo più nulla e non facevo altro che guardare il cielo e poi guardarmi intorno per cercare qualcuno che mi capisse e mi confortasse, perché non potevo proprio accettare l'idea di essere stata l'unica in mezzo a quella folla ad aver visto quella cosa. Il mio cervello cercare una soluzione un qualcosa che potesse aiutarmi a capire se quello che avevo visto me lo ero immaginato o qualcun altro lo aveva visto. L'idea arrivò alla testa e presi il mio cellulare e cercai di collegarmi velocemente sulla rete scrivendo nella barra di ricerca "Oggetto non identificato molo" e cominciai a strusciare il dito sullo schermo scorrendo le pagine più importanti delle testate più importanti alla ricerca di qualcosa. Se qualcuno lo avesse visto sicuramente sarebbe uscito sul giornale, pensavo questo, in quel momento. Elys nel mentre non aveva osato dire una singola parola, stava li in silenzio massaggiandosi la spalla dolorante sull'orlo delle lacrime. Continuavo a scorrere pagine, anche se la data mostrava che ormai mi stavo allontanando troppo nel tempo e che non c'erano risultati recenti alla mia ricerca.Alzai lo sguardo cercando Elys che mi guardò quasi impaurita, avevo la conferma che quello che temevo.

 

Possibile che solo io avessi visto quella cosa?

  
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