Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: redblack    14/01/2013    3 recensioni
-Ehi, venite c’è posta!- tutti si alzarono e si diressero in massa verso Devon che aveva in mano tutte le loro lettere. Anche Josh si alzò, finalmente poteva sapere come andava a casa, come stava la sua famiglia, ovvero come stava lei. La sola che in tutta la sua vita fosse riuscita a ridargli la speranza. Che non lo aveva mai giudicato nonostante il suo comportamento poco gentile e un po’ rude. La sola che lo aveva veramente amato, visto che anche sua madre lo odiava.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La lettera.

 

Finalmente era sera, finalmente dopo tutto quel lavoro potevano stare a riposo. Non che non ci fosse il pericolo di un attacco anche di notte, ma almeno cercavano di non pensarci.
-Finalmente un po’ di relax.- disse un compagno buttandosi a peso morto sulla brandina.
-Oggi è stata una giornata stranamente tranquilla.- commentò un altro entrando nella piccola sala che li ospitava.
-Ehi, venite c’è posta!- tutti si alzarono e si diressero in massa verso Devon che aveva in mano tutte le loro lettere.  Anche Josh si alzò, finalmente poteva sapere come andava a casa, come stava la sua famiglia, ovvero come stava lei. La sola che in tutta la sua vita fosse riuscita a ridargli la speranza. Che non lo aveva mai giudicato nonostante il suo comportamento poco gentile e un po’ rude. La sola che lo aveva veramente amato, visto che anche sua madre lo odiava.
-Wohoo, sapremo cosa succederà tra i due piccioncini. Tieni Josh c’è una lettera dalla tua dolce metà.-
-Finiscila Devon e dammi quella lettera.- nonostante il tono serio con cui disse quelle parole non riusciva a levarsi quel sorriso dalla faccia. Si era sempre chiesto come faceva, lei riusciva sempre a farlo sorridere e a non pensare alle disgrazie o ai problemi. Lei riusciva sempre a farlo stare bene.
Iniziò a leggere in silenzio sempre con quel sorriso onnipresente a segnargli il volto e sotto lo sguardo curioso dei suoi compagni.
All’improvviso sbiancò, sgranò gli occhi e rimase immobile a fissare quel semplice foglio a righe.
-Ehi Josh tutto bene?- sentì appena le parole di Carl, il suo migliore amico. Fissava quelle parole, quella frase dalla scrittura disordinata e rotonda della sua Stephany, e non ci credeva. Non poteva crederci, era un sogno. Ripensò così tutto d’un colpo alla loro storia, così strana.

La guardò, era carina. Anzi era bella, veramente bella. Ed era la sua nuova vicina. Si era appena traferita e nonostante la bellezza non gli sembrava la classica ragazza facile, una seria insomma. O forse come molte si atteggiava a ragazza seria, per farsi desiderare e poi invece era la classica sciacquetta.
Rimaneva comunque la sua vicina di casa, e lui era solo. Aveva diciassett’anni e già viveva da solo. Suo padre era morto durante un attacco in Afghanistan per salvare un suo compagno ferito. Sua madre non c’era mai poiché era sempre più spesso costretta a rimanere al centro di disintossicazione visti i suoi problemi con l’alcol. Non era mai tornata la stessa dopo la morte di suo padre.
Guardò la ragazza mora e dalla corporatura esile, aiutare i genitori a scaricare le ultime cose dal furgoncino bianco e decise che sarebbe stato un buon inizio con i nuovi vicini andare ad aiutarli.
-Serve una mano?- chiese alla ragazza che stava cercando in tutti i modi di non far cadere la pila di libri che fuoriusciva dallo scatolone.
-Magari..- lui prese la scatola e lei tolse qualche libro dall’alto per portarli. -Grazie, sono Stephany.-
-Io sono Josh, il vostro vicino..- da quel momento iniziarono a parlare sempre più spesso, a vedersi ogni giorno con la scusa di aiutarla a sistemare le cose.
Si ritrovarono nella stessa scuola, ma lui al di fuori di casa si vergognava quasi a parlarle e quando lei lo salutò lui la ignorò iniziando a scherzare con gli amici.
Da quel momento iniziarono conversazioni più o meno litigiose e iniziò anche il loro stranissimo rapporto.
 
Ricordò poi l’ultima volta che si erano visti.
 
Era di nuovo davanti a quella casa, quella villetta che aveva visto crescere quella bellissima donna di cui si era perdutamente innamorato. Quella villetta che aveva ospitato le loro chiacchierate da semplici amici, che poi erano diventate sempre più profonde e private e che li avevano portati ad una conoscenza l’uno dell’altra che nemmeno loro stessi avevano mai avuto. Quella viletta che dopo una serie di litigi li aveva visti fare pace e che aveva ospitato la loro prima volta. Quella villetta che era la loro storia.
Suonò con le mani che gli tremavano, le stava per fare una sorpresa. Non la vedeva da ben tre mesi, da quando era partito e si era arruolato nell’esercito per seguire le orme del padre.
-Non mi serve nient… Josh!- la ragazza gli era praticamente saltata addosso. E lo stava abbracciando in maniera quasi possessiva.
-Sei tu vero. Ti prego dimmi che non è un sogno..- sussurrò piano lei ancora in braccio a lui. Lui continuava a stringerla prepotentemente rendendosi conto solo in quel momento quanto effettivamente le era macata.
-Sì, sono io. Sono qui.- le rispose facendole poggiare di nuovo i piedi sul portico di legno.
-Cazzo Josh! Però devo dire che ci stai bene pelato!- rise la mora.
-Ma io non sono pelato! Sta attenta a come parli tu. Ma vuoi farmi entrare o stai cercano di distrarmi mentre il tuo amante esce dall’armadio e scappa dalla finestra. Ammettilo ti ho scoperta!- scherzò Josh.
-Cretino! Entra, stavo guardando la tv..- entrarono in quella casa. Per Josh ogni cosa era un ricordo ed non era cambiato niente dall’ultima volta che era entrato lì, eppure tutto sembrava diverso.
Passarono la prima mezz’ora a parlare accoccolati sul divano. Parlava soprattutto lei e lui stava lì ad ascoltarla. Quanto gli era mancato anche solo sentire la sua voce. La teneva così tra le sue braccia, e con la testa di lei appoggiata sul suo petto, ancora coperto dalla divisa verde militare che indossava. I capelli scuri e ondulati di lei gli solleticavano il collo e il mento, ma lui rimaneva così. Fermo, per assimilare e fare scorta di tutto ciò che la riguardava per quando sarebbe ripartito. Perché purtroppo sarebbe dovuto ripartire fra solo dieci giorni. E non bastavano a entrambi.
-Però non mi hai salutato per bene..-
-Che intendi?- chiese lui nonostante avesse benissimo capito le intenzioni della ragazza.
-Mi hai dato solo un misero bacetto a stampo..- lei sorrise e lui non poté fare a meno di fare lo stesso.
-Vieni qui, noto anch’io che sei in carenza d’affetto.-
Si baciarono lentamente, finalmente riuniti dopo tanto tempo, troppo. Lì, su quel divano, continuarono a baciarsi, assaporarsi, mentre le loro mani vagavano veloci  sul corpo dell’altro ritrovandolo ancora dopo tanto. Si accarezzarono senza mai smettere di baciarsi, per troppo tempo erano stati lontani, per troppo tempo non si erano potuti baciare, e ora, che finalmente si erano riuniti, non sentivano più nemmeno la necessità di interrompere quel bacio per respirare, per scomodità, vista la loro posizione. Tutto era sparito, c’erano solo loro, distesi sul divano. Solo loro.
Si spogliarono lentamente e fu quasi doloroso staccarsi per levarsi le maglie. Presto si ritrovarono solo in intimo, ancora presi a baciarsi.
-Andiamo in camera, è meglio.- disse lei guardandolo e sorridendo con gli occhi come solo lei sapeva fare.
-Certamente mia piccola Stephany in carenza d’affetto..- si sorrisero e lui la prese in braccio accompagnandola distrattamente verso la camera da letto di lei.
-Steph, mi distrai troppo con i tuoi baci.. se continui così non ci arriveremo mai alla tua camera.- l’avvisò lui.
-Scusa ma non riesco a fermarmi, mi sei mancato troppo..- gli sussurrò lei con la bocca ancora sul collo di Josh.
-Anche tu, piccola. Anche tu.-
Entrarono nella camera dalle pareti  azzurre che lui aveva criticato tanto, ma che in fondo adorava solo perché era diventata la loro camera.
Si baciarono sdraiati sul letto e ben presto diventarono una cosa sola. Come ogni volta sembravano esattamente sapere cosa passava per la testa dell’altro, non erano una cosa sola solo fisicamente ma soprattutto mentalmente.
Non appena i loro gemiti cessarono, si accoccolarono di nuovo, lei con la testa sul petto di lui e con le braccia a cingergli il petto quasi possessivamente, lui che la stringeva sempre più forte tra le sue braccia e che le accarezzava lievemente i capelli.
-Ti amo Josh.- sussurrò lei timida alzando la testa e fissando gli occhi grigio-verdi di lui.
-Dio, quanto ti amo! Mi fai impazzire quando sei timida così.- la baciò di nuovo, lentamente e con più calma.
 
Erano passati due mesi da quel giorno.
-Ragazzi ditemi che è vero.. perché io non ci credo.- disse Josh poggiando la lettera sulla brandina e tenendosi la testa tra le mani. –Leggi l’ultima parte Carl..-
-Okay.. allora.. “Qui è tutto apposto, solo che mi manchi..” bla bla bla, “Ti AMO TROPPO.” Bla bla bla.. “Devo dirtelo per forza, non volevo farlo per lettera, ma quando tornerai sarà troppo evidente per farti comunque una sorpresa. Spero che dopo questa notizia starai ancora più attento e che magari tornerai prima (lo spero veramente molto!) .. ti ho tenuto sulle spine abbastanza. SONO INCINTA DI QUASI DUE MESI! “-











Ciao a tutti. Questa è la prima os che pubblico e mi piacerebbe moltissimo sapere che ne pensate, accetto ovviamente anche recensioni negative o neutre con consigli per poter migliorare in futuro.
Grazie (:  


 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: redblack