La mamma camminava avanti e indietro per tutta la cucina. Ogni tanto si avvicinava alla porta, l'apriva, guardava fuori e poi la richiudeva alle sue spalle. Il suo passo era veloce e leggero e si spostava con grazia dalla sedia alla finestra. Girava appena la testa per guardare l'enorme orologio appeso alla parete e poi desolata tornava a fissare il vuoto davanti a se.
-'Tornerà, stai tranquilla.' Tentavo di non farle pensare a mia sorella che era sparita da circa tre ore, ma era tutto inutile. Il suo pensiero era fermo lì "Dove sarà? Perchè tarda a tornare? Povera piccola!" Quelle erano le uniche frasi che riusciva a dire.
-'Se me ne fossi andata io non avrebbe fatto queste tragedie.' sussurro parlando tra me e me.
-'Cosa hai detto Mac?' mi chiese guardandomi con occhi disperati e pieni di paura e tristezza.
-'Niente mamma, vado a cercarla.'
-'Ok, grazie piccola.' mi aprì la porta e prima che potessi uscire mi diede un bacio sulla fronte.
Odiavo le dimostrazioni d'affetto, odiavo ricevere baci, carezze, abbracci e quant'altro simile. Odiavo guardare i film d'amore perchè era tutto un susseguirsi di baci e coccole che mi facevano venire il voltastomaco solo a guardarle.
Iniziai a camminare a passo sostenuto per la strada buia ripensando alle ultime parole che mi disse papà prima di morire "Bada a tua sorella. Lei ha spesso la testa tra le nuvole, sarà anche un'impicciona senza confini o potrà fare l'ochetta per attirare l'attenzione della gente, ma bada a lei. Fallo per me."
Era solo lui la causa del mio comportamento. Ammetto di non essere mai andata d'accordo con mia sorella eppure c'è stato  un momento della mia vita in cui ciò che m'importava era solo lei.
-'Stupidaggini!' esclamai mentre i piedi iniziavano ad aumentare la loro velocità e il fiato a farsi corto.
Mi fermai in mezzo al marciapiede a pensare. Mi capitava spesso di bloccarmi all'improvviso per riflettere, chiudendo gli occhi e portando i palmi delle mani sulle tempie.
-'Dove può essere?' pensai ad alta voce. Non c'era nessuno in zona, non mi sembrava nemmeno di essere in quel posto. Mi girava la testa, dovevo sedermi e respirare profondamente, ma in quel momento non ce n'era nè la possibilità nè il tempo. Dovevo ritrovarla a tutti i costi prima che il cielo diventasse troppo buio per poter proseguire.
La testa iniziava a pesare sempre di più, come se portassi un peso sopra di essa. Forse avrei dovuto fermarmi, ma il mio cervello diceva di continuare ad andare avanti.
-'Ehi! Ragazza fermati!'
Mi voltai. Qualcuno mi stava chiamando e stava camminando verso di me. Non riuscivo a decifrare l'espressione del suo viso, forse era preoccupato o semplicemente si era accorto che barcollavo e voleva essermi d'aiuto.
-'Tutto bene? Mi sembri un po' frastornata.' mi chiese con gentilezza lo sconosciuto.
-'Si tutto ok, solo un po' di mal di testa.' gli risposi.
La sua voce era famigliare, mi spostai sotto la luce del lampione e finalmente lo riconobbi. D'istinto abbassai lo sguardo e me ne andai. Era lui, ne ero più che certa. Era l'ultima persona che avrei voluto vedere sulla faccia della terra.
-'Aspetta! Ma dove vai?' iniziò a rincorrermi finchè non mi fermò prendendomi un braccio con la sua mano.
-'Harry, sparisci!'
-'Harry? Come fai a sapere il mio nome?' mi chiese.
-'Come faccio?' gli chiesi gridando.
Mi girai verso di lui, abbassai il cappuccio quanto bastava per mostrare il mio viso e lo fissai negli occhi.
-'Mackenzie?' il suo tono di voce era sorpreso e allo stesso tempo disgustato.
-'Si, Mackenzie. E ora lasciami andare.'
Mollò subito la presa sul mio braccio e sbarrò gli occhi.
-'Se avessi saputo che eri tu, non ti avrei fermato.' disse con tono acido.
-'Se avessi saputo che eri tu, non mi sarei fermata.' gli risposi con lo stesso tono.
Il ragazzo mi guardò un'ultima volta e poi tornò dalla strada da dove era venuto. Lo guardai allontanarsi con la testa bassa ma con passo veloce, poi girò dentro una piccola strada e sparì.
Sbuffai e ricominciai a cercare mia sorella.
Harry era insopportabile. Non andavamo d'accordo dal primo anno di liceo, molto probabilmente non siamo mai andati d'accordo. Era il classico ragazzo che amava attirare l'attenzione su di sè. Egocentrico in modo incredibile, fastidioso ed esuberante oltre il limite della sopportazione, ma di una bellezza angelica. Questo non potevo negarlo.

Tornai a casa senza aver trovato Courteney, che nel frattempo era già a casa. Entrai e mi sdraiai sul divano, sfinita.
-'Grazie Mac per essere andata in cerca di tua sorella.' Mia madre mi venne vicino e mi diede un altro bacio sulla fronte, poi tornò dalla sua figlia prediletta.
Non avevo un brutto rapporto con mia madre. Le volevo bene anche se non glielo dimostravo apertamente e la trattavo con rispetto. In realtà non volevo nemmeno avercela con lei, ma il solo pensiero che preferisse Courteney al posto mio, perchè era la sua figlia maggiore mi dava sui nervi. Lei diceva sempre che ci amava in egual modo, ma io sapevo che non era così, sapevo che il settanta per cento del suo amore era rivolto a lei, sapevo che se pensava alle sue figlie il suo primo pensiero era lei, sapevo che se spariva lei sarebbe andata in capo al mondo pur di ritrovarla, mentre se sparivo io ero l'ultimo dei suoi pensieri.
Papà diceva che dava più attenzioni a Courteney perchè era meno responsabile e doveva essere controllata di più, ma io non ci credevo molto. L'unico che mi voleva davvero bene era proprio lui, ma ormai non c'era più.

Ok, questo è il primo capitolo. Senza recensione non continuo, spero lo leggiate!