“Sono quasi le due sarà meglio sbrigarsi”sussurravo tra me e me in quella giornata durissima che sembrava non finisse mai. 

 

Il pomeriggio avrei avuto moltissime cose da fare e non ero certo in vena di perdere tempo .-“Qual è la strada per arrivare prima ? “– .

 

Era un grave problema poiché avrei dovuto finire i compiti e fare dei servizi urgenti che non potevano essere rimandati. 

 

All’improvviso ebbi un’illuminazione – “Ma certo “!- -“Se passassi per il parco eviterei un bel po’ di problemi” – e senza pensarci due volte mi avviai in quella direzione . 

 

Aveva appena finito di piovere e la gente era ormai già nelle proprie case … solo io dispersa in quel prato verde che per me aveva rappresentato la mia infanzia . Era in quel parco di Londra  dove passavo le mie giornate a rincorrere i miei fratelli o i piccoli cani che ogni tanto passeggiavano con i loro padroni .Quel luogo mi ha lasciato tanti bei ricordi ed era da molto che non ci ritornavo. Scavando tra i miei pensieri non mi accorsi di un piccolo sasso davanti a me e scivolai . 

 

In un primo momento, dopo essermi ripresa, mi guardai attorno pur essendo convinta di essere sola ma mi accorsi che un gruppo di ragazzi si stavano avvicinando a me . Non avevano affatto la faccia da bravi ragazzi … e questa mia intuizioni si rivelò essere vera senendo le risate dovute alla mia scivolata e arrossii dalla vergogna. 

 

–“Non ti ho mai visto da queste parti”- disse uno di loro con i capelli a cresta , piercing che gli coprivano quasi tutta la faccia e un tono di superiorità . 

 

–“Vieni a fare un giro con noi , ti divertirai”-disse un altro , ancora più inquietante ,alto quasi due metri nonostante avesse secondo me sui diciotto anni.

 

 Da questa proposta mi scansai  e risposi “no” a voce bassa cercando di proseguire per la mia strada quando poi mi sento tirare il braccio e di nuovo quella fastidiosa voce che ripeteva 

 

“Vieni con noi , ti divertirai “ a cui io risposi con un No più deciso ma neanche cercando di muovere un passo c’era ancora uno di loro che rispose con voce piuttosto aspra –“Non era una domanda”. 

 

A quelle parole mi spaventai a morte e cercai di scappare ma ogni mio sforzo era inutile. Quei bulli volevano i miei soldi nonostante ne ero rimasta senza dopo averli spesi tutti . Erano determinati a non lasciarmi andare e cominciai a opporre resistenza ma senza nessun risultato. 

 

Dalla frustrazione mi scese una lacrima ma questo a loro non importava . Mi ricordai del telefono ma cercando disperatamente nella borsa in quel minuto in cui si erano distratti a causa di un altro dei loro compagni di cui ebbi la stessa cattiva impressione. Nulla. Non c’era. Improvvisamente era sparito ma poco dopo mi accorsi che uno di quei bulli lo teneva con sé e me lo sventolò in faccia come fosse un premio.

 

 

 A quel punto avevo perso le speranze poiché mi ci voleva un miracolo . D’improvviso sentii qualcosa dietro di me . Era un ragazzo, sembrava avesse buone intenzioni. -