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Autore: J_e    14/01/2013    2 recensioni
Un'ipotesi di come l'amore tra Bulma e Vegeta possa essere nato. Già, lo so, il sito è pieno di queste ff ma spero comunque che la mia vi piaccia. In verità non c'è molto da dire, una premurosa Bulma che soccorre un ferito e morente Vegeta... Non aspettatevi chissà cosa, davvero, però spero comunque di sentire la vostra opinione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un inizio sorprendente

 

In una notte di luna piena, mentre il cielo era sereno e le cicale cantavano allegre nell'immenso giardino della Capsule Corporation, un'unica luce era ancora rimasta accesa in tutta la casa. Era la luce proveniente dalla Gravity Room, la stanza in cui la gravità poteva essere modificata mediante dei complessi meccanismi che solo una brillante scienziata come Bulma Brief poteva creare. Ed erano proprio questi i pensieri che avevano accompagnato il nostro caro Vegeta per tutte e cinque le ore di allenamento serali, e per colpa di questi scomodi pensieri, ancora, non voleva decidere di uscire da quella palestra.

Pensare alla terrestre come una qualunque scienziata, nemmeno troppo attraente, gli risultava sempre più difficile. Di certo lui era un mercenario e terribile assassino che nella sua vita non aveva pensato ad altro che non fosse la guerra, ma anche lui era un uomo e gli occhi per notare le generose curve della terrestre li aveva. Il suo cervello dunque non gli voleva dare tregua e inesorabilmente non passava un secondo in cui l'immagine della donna non lo disturbasse. Si sentiva stanco, anche troppo, rispetto ai suoi standard, non era uscito dalla stanza per tutto il pomeriggio e si era riservato solo un'ora per la cena e poi era tornato ad allenarsi. Aveva deciso che non avrebbe più risparmiato nemmeno un secondo di quelle giornate e si sarebbe imposto di pensare solo agli allenamenti.

Ma appena si distraeva la mente vagava tra iridi azzurre e ricci capelli di quella stessa tonalità. Come era esotica quella donna per i suoi occhi, quei colori tanto splendidi non erano adatti ad un Saiyan come lui, eppure non poteva fare altro che pensarci, senza sosta e così cercava di sviare quei pensieri portando il corpo allo stremo.

Così tanto allo stremo che alla fine della nottata usciva dalla stanza speciale con la testa che girava e pulsava di dolore. Non faceva in tempo a raggiungere la stanza che sveniva distrutto sul comodo letto.

Bulma l'aveva trovato spesso in quello stato e sempre si era rammaricata di non poterlo aiutare. Sapeva che il Saiyan si comportava in quel modo per superare Goku e che non avrebbe smesso finchè non si fosse trasformato in Super Saiyan.

Quando alla mattina si svegliava il suo primo pensiero era quello di andare a controllare come stesse Vegeta, lo aveva visto sempre più stanco nelle ultime serate, quando li raggiungeva per cena, ma mai una volta che si fosse fermato a riposare per più del tempo necessario a consumare il suo pasto. Il volto era sempre meno in colore, anche se la sua pelle era più scura di quella della fanciulla, il colorito del volto si stava schiarendo e gli occhi erano sempre più contornati da orribili occhiaie scure.

Si sentiva male ogni volta che lo vedeva in quello stato ma poco poteva fare per aiutarlo. Così, alla mattina, andava nella stanza del Saiyan e gli rimboccava le coperte, lui non le aveva mai detto niente ma sapeva che aveva notato quella premura.

Quella mattina però si trovò davanti uno spettacolo shoccante, Vegeta aveva sporcato di sangue le lenzuola e il tappeto ai piedi del letto. Dalle ferite il sangue era uscito per quasi tutto il tempo in cui era rimasto sul letto svenuto e stava rischiando di morire dissanguato.

Bulma gli corse vicino e chiamò a gran voce il padre, non sarebbe mai riuscita a sollevare, sistemare e curare il Saiyan tutta da sola.

Mentre il padre e la madre si prendeva cura di Vegeta, Bulma li guardava dallo stipite della porta della pseudo infermeria che avevano formato nella stanza del Saiyan.

Avevano chiamato il dottore di famiglia e questo stava procedendo in una trasfusione di sangue per il Saiyan, in più gli aveva suturato le ferite più profonde e ora gli stava somministrando una flebo.

A Bulma sembrava così indifeso in quello stato, si chiedeva come avesse potuto arrivare a quel punto, si era quasi ammazzato nella sua dannata convinzione di dover superare il proprio nemico. Alla scienziata tremavano le mani dal nervoso, quando lo aveva visto in quello stato le si era fermato il cuore. Si stava promettendo che appena Vegeta avesse riaperto gli occhi gliele avrebbe cantate di santa ragione. Con lui sul piano fisico non aveva possibilità ma quando si metteva la sua lingua sapeva essere più potente del pugno del guerriero Saiyan.

Quando tutti uscirono dalla stanza e le condizioni di Vegeta furono stabili, Bulma entrò e si sedette al fianco del guerriero. Si mise a guardare Vegeta in volto e notò che mentre dormiva sembrava più giovane del solito. Quando lei lo incontrava Vegeta aveva sempre il solito cipiglio severo e il volto scolpito in una maschera di indifferenza. Invece, ora che dormiva, sembrava rilassato e il volto gli si era steso in linee meno severe e più giovani. Bulma scommetteva che Vegeta non fosse più vecchio di lei di due anni.

Senza accorgersene alzò una mano fino al suo volto e lo accarezzò per tutta la lunghezza della guancia e del mento, una carezza così proibita che non sarebbe mai riuscita a dargli da sveglio. Se Vegeta l'avesse vista si sarebbe di sicuro adirato, ma ora, attaccato ad una bombola di ossigeno e con l'ago della flebo che gli usciva dal braccio, non le sembrava così minaccioso.

In un attimo si trovò con gli occhi lucidi e i singhiozzi che le facevano tremare il petto. Vegeta si era salvato per un pelo e alla sola idea di poterlo perdere lei si sentiva davvero male. Non aveva alcun legame con il Saiyan, ne era consapevole, ma la sola idea di non averlo più tra i piedi la faceva stare male. Si ripromise nuovamente che lo avrebbe tartassato per bene quando si fosse svegliato. Appoggiò il capo al braccio fasciato del guerriero e scoppiò in un pianto liberatorio, lacrime di paura e di sollievo per lo scampato pericolo e poi stava nascendo dell'altro, forse, di quel Saiyan le importava più di quanto potesse essere normale.

 

L'oscurità sembrava non volerlo più lasciare andare, lo stava inghiottendo sempre di più come un oceano profondo, lo stava asfissiando continuando a portarlo verso il basso.

Mai era stato così vicino alla morte e mai si era sentito più libero, se tutto quello sarebbe finito forse avrebbe potuto smettere di tormentarsi, eppure la morte gli sembrava una via per i codardi e così stava lottando contro di essa per tornare a galla, per vedere ancora la luce del sole.

Gli arti erano tesi verso l'alto, tentavano di raggiungere il pelo dell'acqua per poi sollevare il capo e tornare a respirare.

A poco a poco l'ossigeno tornò nei suoi polmoni e un calore sconosciuto ma piacevole gli attraversò la pelle del volto. Quel calore si diffuse in fretta sul suo braccio destro e qualcosa di caldo e bagnato andò a stuzzicargli l'epidermide ferita e fasciata. Quello stimolo portò il suo corpo al risveglio e il suo udito iniziò a sentire dei suoi strozzati, singhiozzi tremanti molto vicini a lui. Aprì lentamente gli occhi trovandosi vicino la terrestre, piegata sul suo braccio e scossa da violenti fremiti.

Vegeta sgranò gli occhi a quella vista e tentò di sottrarsi alla presa di Bulma, la terrestre, sentendolo muovere alzò lo sguardo. I suoi occhi azzurri e offuscati incontrarono quelli neri e profondi del principe. Entrambi si bloccarono, anche il tempo sembrò fermarsi, ed ogni loro respiro sembrò dilatarsi in un tempo infinito. Vegeta si mosse lentamente sedendosi sul letto e appoggiando il braccio, umido delle lacrime della ragazza, sul cuscino dietro di sé. Bulma lo vide indietreggiare e non le piacque, doveva dirgli di quanto era stato stupido, doveva fargli una lavata di capo e doveva andarsene stizzita. Ma la sua lingua, per la prima volta non voleva muoversi, stava facendo la figura della stupida rimanendo bloccata a fissarlo. Con una mossa fulminea circondò il collo di Vegeta con un braccio e fece combaciare le loro labbra. Sentiva la resistenza shoccata del Saiyan ma poco le importava, aveva fatto la sua mossa, aveva usato tutto il proprio coraggio ed ora doveva convincerlo.

Vegeta era rimasto impietrito per la sorpresa, mai, in tutta la sua vita, un donna si era permessa di toccarlo e di baciarlo come stava facendo lei. Però si ritrovò a pensare che non gli dispiaceva quel bacio, così piano piano iniziò ad assecondare quel bacio, chiudendo le palpebre e stringendo Bulma con il braccio destro, quello libero dalla flebo. La strinse a sé in un modo vergognoso per un guerriero ma poco gli importò. Aveva pensato così tanto a lei che ormai gli sembrava fosse il gesto più naturale del mondo. Poté finalmente sentire il corpo caldo e invitante dalla donna su di sé, si perse in lei attraverso quel bacio e quando i loro volti si scostarono, per riprendere fiato, si guardarono confusi negli occhi.

La prima a riprendersi fu Bulma, la donna non si era dimenticata della ramanzina che avrebbe dovuto fargli, ma sapeva che non sarebbe servito a niente urlargli contro.

Saresti potuto morire razza di idiota.”

Vegeta sbatté le palpebre sorpreso.

Me la sono sempre cavata, devo avere uno strano angelo custode che veglia su di me.”

Sfiorò nuovamente le labbra della donna e ne aspirò il profumo dolce.

Forse sei tu quell'angelo?”

Ti prego, Vegeta, se ti capitasse qualcosa non me lo perdonerei mai.”

Le lacrime ricominciarono a solcarle il volto e Vegeta gliele asciugò con una dolcezza che non gli era mai appartenuta. Come poteva farsi manovrare così facilmente da una donna terrestre? Però era così piacevole tutto ciò e non poteva desiderare di meglio dopo il risveglio da una lotta contro la morte.

Si sdraiò nuovamente e trascinò con sé la terrestre, la strinse fra le braccia e le baciò la testa.

Continua ad essere il mio angelo ancora per un po'.”

Bulma gli baciò un pettorale e passò una mano sul braccio che la stringeva.

E tu promettimi che non rischierai più la vita così insensatamente.”

I due si scambiarono un altro sguardo carico di un'intensità strana e a cui non seppero o non vollero dare un nome.


 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo J_e:

Buon pomeriggio-sera a tutti, questa è una piccola one-shot sulla nascita dell'amore tra Bulma e Vegeta, lo so ce ne sono a quintali di queste storie in giro per il sito ma guardando l'immagine non ho potuto fare a meno di scrivere.

Sono anche consapevole del fatto che questo Vegeta è piuttosto fuori dall'ordinario ma oggi mi girava così e non ho potuto fare a meno di farlo sembrare più simpatico del solito :P

Nonostante tutto spero che vi piaccia in ogni caso e spero che mi lascerete una piccola recensione con le vostre impressioni, positive o negative che siano.

Un bacione a tutti, J_e :D

  
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