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Autore: Braina    14/01/2013    3 recensioni
"suo sorriso si allargò ancora di più: godeva del terrore stampato sui loro pallidi volti; sapeva che fine avrebbero fatto, sapeva cosa li aspettava, sapeva quanto avrebbero sofferto prima della fine."
Flashfic scritta per il concorso "Gold#AU" di Nisipulchra
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La porta dello scantinato uscì dai cardini con fin troppa facilità sotto i colpi dell’ariete.
Una frotta di uomini in divisa irruppe nella piccola stanza, urlando ordini e minacce; non c’era via di scampo.
Stipate in un angolo, una ventina di persone, per lo più donne e bambini, si abbracciavano gli uni agli altri come per farsi più piccoli, come per nascondersi ai loro aguzzini, come per scomparire inghiottiti dalla fredda parete di mattoni rossi alle loro spalle.
Bellatrix si fece avanti, gli occhi maligni puntati sul gruppetto. Non c’era pietà nel suo sguardo, quello sguardo privo di qualsiasi traccia d’umanità che le aveva permesso di entrare nella Gestapo, unica donna, ammessa sotto specifico ordine del Fuhrer. I suoi subordinati avevano imparato a temerla: non esisteva un’altra persona animata da una tale cieca devozione alla causa, e questo la rendeva infallibile, oltre che pericolosa.
La mano destra accarezzò la pistola nella fondina, ancora calda dopo aver fatto il suo dovere contro quel piccolo bastardo al piano di sopra. Sporco traditore del proprio sangue, aveva avuto quello che si meritava.
 “Auftehen!” gridò, avvicinandosi al terrorizzato gruppo e afferrando per il braccio una bambina, che iniziò a piangere. “Alzatevi!” ripeté, stavolta in italiano, in modo da non dare adito a fraintendimenti.
Bastò un cenno della sua mano per far muovere gli uomini in divisa grigia alle sue spalle: la donna si spostò, lasciando andare il braccio della bambina, e i soldati accerchiarono e trascinarono fuori i “clandestini”.
Bellatrix sorrise di una gioia perversa, malata: era la terza volta, quella mattina, che trovavano ebrei nascosti in casa di normali cittadini, ma l’avrebbero pagata cara, e la cosa le dava un piacere infinito, superiore a qualsiasi altra cosa.
Odiava quella feccia, sporchi luridi ratti che con la loro esistenza  minacciavano l’idilliaco futuro della razza ariana promesso da Hitler. Dovevano pagare, dovevano sparire.
Uscì dalla casa, stringendosi nella giacca della sua uniforme per proteggersi dal vento freddo di quell’ottobre: la strada pullulava di uomini grigi che spingevano senza troppi complimenti uomini, donne bambini e anziani verso il punto di raccolta.
Il suo sorriso si allargò ancora di più: godeva del terrore stampato sui loro pallidi volti; sapeva che fine avrebbero fatto, sapeva cosa li aspettava, sapeva quanto avrebbero sofferto prima della fine.
Animata da una malsana gioia, diede un ultimo sguardo al quartiere, per poi dirigersi a passi svelti verso i suoi subordinati, urlando ordini a destra e a manca, crogiolandosi nel suo potere e nella disperazione che la circondava.
Sapeva che Roma non era ancora decontaminata, sapeva che il suo lavoro lì era solo iniziato; come un segugio sulle tracce di una preda, bussò pesantemente con il calcio della pistola all’ennesima porta, sul volto un’espressione folle.




Grammatica e Sintassi 10/10 
Devo commentare? Grammatica impeccabile! 

Stile e Lessico 10/10 
Fantastico, credo che il tuo stile sia semplicemente fantastico. 
Essenziale e semplice, ma ricco di immagini e significati nascosti. Hai fatto un ottimo nella scelta di ogni singola parola e personalmente non cambierei nulla se non qualche punto e virgola. 
Ho notato che li usi spesso e per quanto la loro posizione non sia sbagliata grammaticalmente, credo che in alcuni punti sarebbe stato preferibile usare la virgola per non rischiare di creare un effetto troppo spezzettato. La narrazione è coinvolgente, soprattutto per la splendida e spietata caratterizzazione di Bellatrix che trasporta chi legge in quel preciso periodo. Anche la scelta di usare termini tedeschi è particolarmente azzeccata, sembra quasi che siano urlate esattamente nel proprio orecchio, portando il lettore nel buio scantinato. 

Utilizzo del pacchetto 10/10 
Pur nella brevità della storia sei riuscita a rendere perfettamente il contesto storico. 
Per quanto non si abbiano notizie di agenti Gestapo donne, per la caratterizzazione data a Bellatrix, coerentemente a ciò che è detto nei libri, non è difficile immaginare le motivazioni e il contesto in cui ciò potrebbe avvenire. Le brevi descrizioni permettono al lettore di immedesimarsi con facilità nel periodo storico, che credo sia anche uno di quelli meglio impressi nella memoria e immaginazione collettiva. Inoltre, come ho già detto e come dirò, quello che colpisce anche dal punto di vista della contestualizzazione è il personaggio di Bellatrix, perfettamente calato nel momento e perfettamente IC. 

Caratterizzazione personaggi 5/5 
Davvero, correggere la tua storia è stato una vera delusione per il mio animo sadico! 
Si potrebbe riconoscere qualcun altro in quell’agente della Gestapo crudele, sfrontato, così spietato da risultare quasi inumano anche di fronte alla disperazione di una bambina? No! 
È lei, è Bellatrix, davvero complimenti! 
Anche nelle riflessioni e in quell’accenno alla purezza del sangue della razza ariana, la caratterizzazione risulta perfetta. 

Gradimento personale 5/5 
Immagino l’avrai intuito anche dal resto del commento, ma ho adorato la tua storia! 
Dal titolo che getta immediatamente il lettore nella storia, all’assoluto sadismo e crudeltà che trasuda da ogni parola, la storia coinvolge il lettore a tal punto da rimanere quasi sconvolti dalla crudezza e la freddezza con cui è raccontata, ma è proprio questo che rende questa storia unica
  
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