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Autore: Dominil    14/01/2013    0 recensioni
Erano passati circa dieci minuti dalla partenza, quando la porta scorrevole della sua carrozza venne aperta e Castiel si voltò a guardare incuriosito il passeggero, il treno doveva essere davvero pieno se quel ragazzo sulla trentina era arrivato fin laggiù a cercare un posto.
“Buongiorno.” rispose facendo scorrere lo sportellone alle sue spalle, quasi ignorando lo sguardo penetrante dell'altro passeggero.
Castiel lo seguì facendo guizzare i suoi occhi blu fino a quando non si sedette di fronte a lui, continuò a fissarlo nonostante l'uomo che aveva di fronte sembrava talmente distratto da non essersi nemmeno accorto di quelle occhiate insistenti.
Aveva un completo e capelli chiari, l'altro, una valigetta ventiquattr'ore simile alla sua e scarpe lucide.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Comperio: incontri ravvicinati e verità nascoste
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Castiel
Rating: giallo
Avvertimenti: AU, one-shot
Set/Prompt: Sesso/Treno
Disclaimer: i personaggi presenti in questa fanfiction non mi appartengono e il copyright è degli autori della serie. Lo scopo dell'autrice non è di lucro.

Note a fine pagina







Comperio: incontri ravvicinati e verità nascoste






La stazione era gremita di gente, l'ora di punta costringeva decine di pendolari a spintonarsi vicino ai binari, a lottare per il posto vicino al finestrino e a trovare una carrozza vuota. Il tutto avveniva in silenzio, sbuffi e grugniti a parte.
Castiel Novak non si era fatto avanti quando gli sportelloni del treno si erano aperti, non aveva desiderato scavalcare le persone davanti a lui, aveva semplicemente aspettato in piedi e con lo sguardo puntato davanti a sé stringendosi nel suo impermeabile chiaro.
Solo negli ultimi vagoni era rimasta qualche carrozza vuota e, dopo qualche minuto di ricerche, era finalmente riuscito a sedersi e a scrutare il cielo sereno.
Ogni mattina si recava alla stazione di Lawrence per raggiungere l'Università di Kansas City e, non appena riusciva a prendere posto, Castiel iniziava a desiderare ardentemente che quel piccolo viaggio quotidiano non finisse mai.
Amava i treni, amava aspettare seduto su una panchina, amava guardare innumerevoli paesaggi sfrecciare veloci sotto i suoi occhi, amava sentirsi senza patria, credere che il suo destino fosse nelle sue mani e che gli sarebbe bastato salire su un treno per sconvolgerlo.
Aveva passato fin troppo tempo a guardare le giornate passargli davanti, a lasciare che chiunque ne avesse l'occasione prendesse decisioni al suo posto... La vita o meglio, la signora Morte, aveva preso tutto ciò che gli apparteneva ed aveva quindi bisogno di credere nel libero arbitrio, in un nuovo futuro possibile.
Erano passati circa dieci minuti dalla partenza, quando la porta scorrevole della sua carrozza venne aperta e Castiel si voltò a guardare incuriosito il passeggero, il treno doveva essere davvero pieno se quel ragazzo sulla trentina era arrivato fin laggiù a cercare un posto.
Buongiorno.” rispose facendo scorrere lo sportellone alle sue spalle, quasi ignorando lo sguardo penetrante dell'altro passeggero.
Castiel lo seguì facendo guizzare i suoi occhi blu fino a quando non si sedette di fronte a lui, continuò a fissarlo nonostante l'uomo che aveva di fronte sembrava talmente distratto da non essersi nemmeno accorto di quelle occhiate insistenti.
Aveva un completo e capelli chiari, l'altro, una valigetta ventiquattr'ore simile alla sua e scarpe lucide.
Faceva parte di un'agenzia di credito, forse.
Lo osservava dal riflesso del finestrino, guardava come scollegava il cavo dell'auricolare dal cellulare e notò l'occhiata che rivolse all'orologio che aveva al polso.
Stupidi treni...” sbottò il ragazzo a denti stretti, ma non abbastanza da impedire a Castiel di ascoltare.
Sembra nervoso.” rispose, aspettando che l'altro si decidesse finalmente a guardare nella sua direzione.
Sono nervoso.” ribatté, senza però voltarsi e sembrando ancora più concentrato a scrutare l'esterno. Dal momento in cui aveva messo piede nella carrozza si era ritrovato gli occhi blu e limpidi dell'uomo addosso, lo avevano seguito per tutto il tempo e non sembravano stancarsi. Per di più quell'espressione così tranquilla e serena lo faceva innervosire di più, non poteva più permettersi di perdere tempo per nessun motivo al mondo e quello specie di psicopatico lo stava distraendo. “Il treno è in ritardo e io ho un importante impegno di lavoro.” proseguì.
Se non mi porti un contratto ti licenzio, Winchester.”
Nel giro di un mese si erano lasciato scappare moglie, figlio e foto dell'impiegato del mese dalla cornice posta all'ingresso dell'ufficio e non poteva far sì che anche il lavoro gli sfuggisse dalle mani. Aveva versato sangue e sudore in quell'azienda, avrebbe fatto di tutto per salvare il suo posto anche se il treno non stava aiutando.
Doveva vendere quella villetta a Kansas City, non doveva distrarsi.
È un agente di credito?”
Immobiliare.” lo corresse prima di sbuffare, senza staccare gli occhi dall'orologio.
Io mi chiamo Castiel Novak.” rispose l'uomo facendo guizzare i suoi occhi chiari e tendendo una mano verso l'altro che, di tutta risposta, la guardò senza stringerla.
Dean Winchester.”
Piacere, Dean.”
Castiel continuava a sorridere e continuava a fissarlo, continuava ad urlargli contro quanto la sua vita fosse perfetta e priva di incrinature, quanto tutto fosse splendido.
Potresti smetterla di fissarmi? Mi stai infastidendo.”
Erano passati dal lei al tu senza neanche chiedere il permesso, si erano ritrovati a parlare nonostante Dean non avesse alcuna intenzione di intrattenere una qualsivoglia conversazione. E invece, parola dopo parola, stavano parlando. Grazie a Castiel ovviamente, ma per la prima volta dopo molto tempo l'altro si sentiva meno teso e sotto pressione, riusciva quasi a godersi il viaggio nonostante l'estrema irritazione causata da quegli occhioni azzurri.
Sei un po' sotto pressione, o sbaglio?”
Il mio capo mi alita sul collo, regolare routine.” rispose Dean, guardandolo per la prima volta dritto negli occhi, perdendosi in quelle iridi blu che quasi sembravano sfociare nell'Infinito.
Non riuscirei mai a lavorare in certe condizioni.” ammise l'altro, scuotendo la testa.
Soprattutto se per colpa del lavoro ti ritrovi col culo a terra su tutti i fronti.”
Dean non aveva la più pallida idea di cosa significava davvero perdere tutto, secondo l'altro, se solo lo avesse voluto davvero Dean avrebbe riconquistato tutto ciò che non aveva più. I suoi cari invece se li era presi la strada e in quel caso sì, non aveva più niente e nemmeno quel cazzo di libero arbitrio avrebbe potuto farci qualcosa.
Quando il ragazzo si trovò di nuovo a guardare il viso di Castiel, lo trovò improvvisamente diversi. La sua espressione si era indurita e i suoi occhi erano come spenti.
Cambia lavoro, se ti ha condizionato così tanto.” disse abbassando la testa e lasciando che nella sua testa venissero liberate le immagini più crudeli che ricordava: la sua famiglia bianca ed esangue distrutta da uno psicopatico al volante.
Nel frattempo Dean continuava a pensare a quanto quella frase fosse ovvia ma importante, a quanto si era intestardito a dare le colpe del suo divorzio a chiunque eccetto a se stesso e a quello stupidissimo lavoro e a quanto tempo aveva già sprecato. Il viso di Castiel rimaneva immobile, non aveva più sorriso e Dean si sentì male, sentì come se qualcosa all'interno dell'altro ragazzo si fosse spezzato e forse qualche coccio rotto ce l'aveva pure lui.
Qualcosa non va?”
No.” rispose, la sua voce era fredda e i suoi occhi di vetro. “Corri a riprendere la tua vita, tu che puoi. Scegli personalmente la piega che le tue giornate devono prendere, fammi questo favore Dean.”
Il passeggero irritante che il ragazzo aveva incontrato era stato sostiuito da quelle specie di essere umano pragmatico e quasi privo di essenza vitale, ogni caratteristica del suo aspetto era cambiata e in certi momenti non esprimeva alcuno sprazzo di umanità. Sicuramente il loro discorso lo aveva turbato in qualche modo ma Dean non osò chiedere, geloso di custodire e preservare quell'empatia particolare che aveva provato non appena si era seduto.
Mi hai capito?” insistette, per poi avvicinarsi alla porta. “Io devo scendere a questa fermata, mi raccomando. È stato un piacere conoscerti.”
Castiel Novak uscì dalla carrozza senza dare a Dean Winchester nemmeno la possibilità di ricambiare il saluto, la sua espressione allibita guardò lo sportellone chiudersi totalmente dimentico del dono della parola che era stato donato agli umani.
Era sul treno da un bel po' ormai, ma sinceramente non aveva capito molto di tutto quello che era successo, teneva solo ferme dentro di sé quelle parole importanti che aveva sentito e che, stranamente, avevano avuto un particolare effetto su di lui.
Probabilmente non avrebbe mai più visto quel ragazzo, le loro vite non si sarebbero incrociate di nuovo, né in quel treno né in qualsiasi altro ma una cosa era certa: Castiel Novak aveva fatto molto per lui forse senza nemmeno saperlo, quell'apparizione tanto fugace da non sembrare quasi vera aveva avuto più peso di molte altre lunghe conversazioni e questo Dean non lo avrebbe mai dimenticato.
Te lo prometto, Castiel.”









Note: trovo che questa specie di parto che ho avuto sia qualcosa di particolare, spero solo di essere riuscita a trasmettere ciò che intendevo dare al lettore. In sintesi volevo solo raccontare della piacevole empatia e/o simpatia che si prova con sconosciuti che si incontrano sul treno, pullman, sale d'attesa e quant'altro, di quanto a volte basti un punto di vista esterno per rendere più chiare molte situazione e che, più spesso di quanto si pensi, basta desiderare qualcosa solo un po' di più così da avere abbastanza coraggio per affrontare tutto.
Infine volevo ammettere la mia incapacità, a volte, di scegliere titoli convincenti e questa volta ho chiesto una dritta al gruppo Distributore automatico trame|titoli|citazioni per EFP su Facebook e informarvi del fatto che questa one-shot partecipa alla challenge Think Angst indetta sul forum del sito.
Spero che la storia sia piaciuta e che mi facciate sapere che ne pensate.

Dominil.
   
 
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