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Autore: KeyDavis_    14/01/2013    0 recensioni
Delusioni,nuovi amori, vecchi amori rinnovati, amicizia, musica....... ossa.
Bones è il continuo di ''no consequences'' quindi se volete capire di più leggete anche quello!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Passarono parecchi mesi dal giorno in cui io e Jeremy avevamo rinnovato le nostre promesse: Amici come prima. Anche se suonava assurdo, soprattutto per Rebecca e Chad.
‘’Hey , Key!’’ Mi urlò Chad vedendomi sveglia di prima mattina a riordinare gli scatoloni, a breve ci saremmo trasferiti in un’altra casa, i nostri lavori ci stavano permettendo la vita che volevamo da sempre, Chad era diventato un giornalista sportivo, Jeremy con la sua band ormai stava facendo breccia nei cuori di teenagers e casalinghe disperate, mentre io aggiornavo blog sulla musica inserendo le foto scattate da Rebecca, la parte migliore era quando dovevo intervistare Jeremy assumendo  comportamenti formali, così per Natale ci stavamo regalando una nuova casetta.
Tuttavia l’urlo da vichingo del mio migliore amico mi fece saltare in aria facendomi tirare il pennarello indelebile che mi serviva per scrivere sugli scatoloni ciò che contenevano  con gesto meccanico.
Mi girai verso di lui guardandolo in cagnesco, era ancora in mutante. Com’era possibile che riusciva a stare in mutande anche quando fuori nevicava? Con passi costanti e pesanti si avviava, assonnato, verso la cucina, percorreva tutto il lungo corridoio pieno di scatoli e andava ad aprire il frigo, trovando l’ultimo bicchiere di latte lasciato a posta per lui, lo bevve senza esitare e con non curanza, buttandosene un po’ lungo il petto. ‘’Buongiorno anche a te, Chad! Sto finendo di imballare le ultime cose, tra due ore verrà il camion dei traslochi’’  Chad annuì  impressionato dalla mia organizzazione, come sempre.
‘’Rebecca è già li e mi ha detto che ha sistemato e riordinato tutta la casa, ieri sera sono stato lì con lei e abbiamo messo a posto tutti i mobili, adesso cosa dobbiamo portare ancora?’’ Chad era seduto a terra, e cercava qualcosa nel suo iphone  grattandosi la testa che aveva piegato di lato.
Davanti a me: Scatoloni di cartone marrone, sui quali c’erano diverse etichette, tovaglie, utensili, libri, film, quadri.. c’era ancora molto da portare nell’altra casa e sistemarla. ‘’Beh, c’è un bel po’ di roba!’’ Chad alzò la testa e guardò tutti gli scatoli ‘’Ho superato traslochi peggiori, tesoro’’ Si alzò stropicciandosi gli occhi abbozzandomi un sorriso, così si avvicinò a me facendomi vedere una foto ‘’In anteprima, solo un assaggio della meravigliosa sorpresa che avrai sta sera.’’ Mi passò l’iphone che era entrato in stand-by, così schiacciai il pulsante per sbloccarlo e davanti a me, si pose un’immagine.
Era un camino, fantastico, immenso, ai lati c’erano dei decori in pietra, illuminati dal bagliore del fuoco  e in alto c’erano addobbi natalizi, le palline rosse, arancioni, marroni e dorate lucide riflettevano anche loro il fuoco, mentre una  stella di natale scendeva per tutto il cornicione insieme delle calze con su scritto i nostri nomignoli. Avevo sempre desiderato un camino, sin da quando ero piccola, ma non ne ho mai avuto uno.  Io e la mia famiglia eravamo soliti viaggiare, o trasferirci, ho conosciuto paesi caldi, paesi freddi, paesi poveri e paesi ricchi, ma il mio cuore è sempre stato nel paese in cui ho conosciuto Jeremy e Chad;  Continuai a guardare l’eleganza del fuoco, avevo sempre sofferto il freddo, in una maniera terribile, nonostante avessi la temperatura corporea simile a quella di un licantropo. Cercai di capire in che stanza fosse situato quella meraviglia, in modo da sapere che stanza avrei dovuto rendere mia, ma  Chad prese il cellulare dalle mie mani e mi disse in tono da padre ‘’Hai visto troppo!’’ lo guardai male spalancando gli occhi, lui fece altrettanto imitandomi e io iniziai a dargli pizzicotti in pancia, e lui iniziò a correre per casa.  Una volta raggiunto, mi abbracciò e io non feci a meno di spiaccicare la mia faccia contro il suo petto muscoloso e fin troppo pompato. Aveva un odore strano, non l’avevo mai sentito su nessun’altro ragazzo, Chad profumava di Chad, e non c’era niente di sbagliato nell’ammetterlo. Respirai a pieni polmoni non staccandomi più da li, e iniziai a sentire il battito rilassante del suo cuore. Volevo tanto, troppo bene a Chad, era il mio fratello maggiore, non avrei mai permesso che qualcuno lo facesse soffrire, allo stesso modo in cui lui non avrebbe mai permesso che qualcuno potesse ferirmi.
‘’tu hai bisogno d’affetto. Di calore..umano.’’ Lo ignorai e lui mi strinse ancora più forte, io iniziai a fare la fusa imitando un gatto ‘’cazzo fai? Le fusa? Ahahah cogliona!’’ mi accarezzò i capelli per poi guardarmi negli occhi ‘’Lo so che dentro quella testolina c’è una rivolta, abbiamo un’ora, ne vuoi parlare con me?’’
acconsentì con la testa ed entrambi ci sedemmo per terra a gambe incrociate.
‘’Abbiamo deciso di non …uscire dai confini, ma sto male. Continuo a impormi mentalmente limiti che non dovrebbero esistere per la mia felicità, e poi sta con quella lì.. ma perché non si lasciano?’’ guardai un altro lato della casa vuota, mettendomi la mano alla bocca dopo aver sentito cosa avevo detto. Di certo stavo augurando tristezza alla persona che meritava felicità. Ma perché? Io come stavo? Fingevo e basta, ormai avevo un sorriso rotto, non era più lo stesso, gli occhi gonfi riempivano il mio viso pallido e tutte le espressioni andavano verso il basso e non verso l’alto. Passai una mano tra i lunghi capelli castano chiaro e biondo legandoli, per poi sistemare gli occhiali e guardare Chad, che aveva il fuoco negli occhi. Come ho detto prima? Ah, si, lui non avrebbe mai permesso che qualcuno mi facesse soffrire. Ma in un modo o nell’altro doveva farlo, era impotente davanti a Jeremy, avrebbe messo in gioco l’amicizia alla quale tenevano un sacco entrambi.
‘’Penso tu debba togliertelo dalla testa, fai come se tutta la tua vita dipendesse da lui, non sono d’accordo per tutto quello che sta succedendo, ma sai che ho un debole per te, sarò sempre dalla tua parte, quando ne avrai bisogno’’
‘’Ne ho bisogno adesso’’
‘’Sono qua, adesso più che mai’’
Chad mi aprì le sue braccia sorridendo, seduto a gambe incrociate. Io mi alzai sulle ginocchia e mi ci gettai addosso appoggiando il mento sulla sua spalla, così mi ritrovai su di lui, gli stampai un bacio in guancia e poi mi rimisi a lavoro.

I camion del trasloco portarono tutto quello che io e Chad gli passammo  nella nostra nuova casa, dove Rebecca e un Team di suoi cugini sistemavano tutto. Anche Chad mi abbandonò ore e ore in un centro commerciale. Non avrei dovuto vedere casa fino alla sera. Avevano un pomeriggio per sistemare tutto. Ce l’avrebbero fatta? Sola e disperata, iniziai la mia caccia a vestiti taglia quaranta, jeans, felpe , anfibi,cd e regali natalizi per tutti.
L’aria natalizia iniziava a piacermi più del dovuto, il centro commerciale aveva un aria magica, c’erano set fotografici con tanto di un finto babbo natale e i commessi e le commesse avevano, alcuni, cappelli da babbo natale, altri erano addirittura vestiti da aiutanti o da folletti. Dov’era il grinch? In un colpo, un ragazzo simile a Jeremy attirò la mia attenzione. Era appena entrato al negozio di videogiochi, così lo inseguii impedita dai miei numerosi sacchetti e dai miei stivaletti col tacco, che non mi aiutavano per niente nella corsa, percorsi il corridoio spazioso e luminoso in marmo, spingendo persone. Un bambino mi sfidò, giocherellai un po’con lui e poi di nuovo cercai quel ragazzo, magari era Jeremy, era tornato da casa,dal tour e non mi aveva voluto dir niente per farmi una sorpresa, di nuovo, ripresi a camminare velocemente, i miei boccoli biondi continuavano a rimbalzare sull’altezza del mio seno, mentre i sacchetti in carta e plastica sbattevano, impertinenti, sulla gente che a volte mi sorrideva perdonando, altre mi insultava guardandomi male. ‘’sta attenta a dove cammini! Stupida!’’
Determinata continuai a camminare, vedendolo uscire dal negozio, c’ero quasi. Camminai ancora, quando una stupida ragazza in tutina da babbo natale mi bloccò
‘’Hey ciao ti interesserebbe diventare rappresentante della nostra nuova linea di trucchi ‘’venere’’?’’ La ignorai guardando ‘’Jeremy’’ dalle sue spalle, oddio era proprio lui! Lei continuava a parlare nonostante la stessi ignorando, così la lasciai li, a parlare da sola, per inseguirlo, ma una volta girato l’angolo era sparito.
Mi sedetti su una panchina vicino un tizio vestito da biscotto e mangiai una barretta di cioccolato. Avevo con me tutti i regali natalizi. Nonostante a Natale mancavano solo due settimane.Aspettai, a lungo Chad. Che finalmente mi venne a prendere.

********

Mi guidò  lui nel tragitto giardino-casa, poiché una benda mi copriva la vista, aprì un portone in ferro battuto ed eccomi a casa nostra. Sentivo odore di vaniglia e molto calore sulle mie guancie. Una volta entrata, finalmente, quella santa di Rebecca mi sfilò la benda dagli occhi, e poi si buttò tra le braccia del suo ragazzo perdendosi in un super bacio, seguito da una serie sconfinata di ‘’ti amo’’ .
Quando la benda scivolò dai miei occhi per finire sul pavimento rimasi a bocca aperta da quanto lusso avevo davanti, i mobili che avevamo in casa nostra, non so che fine avevano fatto. Davanti a me c’era un ingresso niente male, delle scale  nel bel mezzo dell’ingresso catturavano la mia attenzione, ma preferii guardare attentamente il piano di sotto, per poi dedicarmi al piano di sopra.
A destra della scala vi era un salone immenso.  Dei meravigliosi divani in pelle marrone catturarono la mia attenzione, al centro un tavolino in legno posto  sopra un tappeto etnico che giocava con colori come il bordeaux, il marrone, e l’arancione. Ai lati dei divani vi erano due imponenti lumi che riflettevano luce soffusa nella parete  bordeaux. Davanti  i divani, un meraviglioso televisore al plasma posto su una parete attrezzata che includeva alla sua destra, una libreria, e alla sua sinistra, cd, e dvd.
 Sorpassai il salone ed entrai nel bagno, tutto in marmo, con una vasca con i piedi dorati. E una parete di specchio che conteneva, a sua volta, il lavandino. Scioccata da quel designe e dal mio riflesso sullo specchio, scappai.  Dall’altra parte, vi era la cucina, che era molto spaziosa. L’angolo cottura, in muratura, sembrava molto comodo e utilizzabile, e in alto vi era una finestra, passai il dito in tutte le rifiniture per poi arrivare ad accorgermi che avevamo la lavastoviglie, sorrisi soddisfatta, mentre  Chad e Rebecca godevano del nostro divano. Un tavolo in legno riempiva la metà della cucina, e due frigoriferi in metallo vi erano anteposti, li aprii mangiando dei dolcetti al cocco.  Le pareti erano gialle canarino, e le tende arancioni. Tutto l’arredamento si manteneva sul legno e sui suoi colori caldi che tanto adoravo.  Salii le scale. Il piano di sopra era ancora più grande.  Finita la rampa, i miei stivali vennero a contatto con una moquette nera.  Alla mia destra  vi era una sala di musica , le chitarre di Jeremy erano appese al muro, e davanti un pianoforte a coda, e una batteria. Rimasi affascinata soprattutto perchè, era una stanza di registrazione! In un angolo, vi erano tutti gli arnesi e dei microfoni. Iniziai a canticchiare qualcosa gasata, per poi uscire e proseguire per un corridoio color panna con diversi quadri alle pareti. Ecco la zona notte. Vi erano due camere da letto, una aveva pareti chiare, ma letto e arredamento nero, sebbene ne fossi particolarmente attratta, capii che quello stile moderno, e fottutamente cupo, era di due teste –di cazzo- come Chad e Rebecca. Il letto era maledettamente grande, e sopra le lenzuola nere, vi erano cuscinoni grigi, bianchi, neri e a righe. Al lato del letto vi erano due comodini, neri  che ospitavano, nella superficie, delle lampade, e, una volta spostata la tenda, mi meravigliai nel vedere che la loro finestra, faceva vedere un meraviglioso panorama di una meravigliosa chicago notturna. Morii di invidia e scappai. Di fronte, c’era una stanza singola, che era la mia, l’avevo capita, perché entrando notai che lo stile era mio. Il letto era in legno, le pareti rosse,  e la luce era soffusa, in più, la mia scrivania, aveva una mini libreria , e davanti il mio letto, c’era un televisore al plasma poggiato su una mensola, anche quella in legno –quanto sono scontata- che  conteneva anche tutti i miei film preferiti. Chiusi la porta soddisfatta, e aprii un'altra stanza. La stanza di Jeremy e Chad, la richiusi, era piena di videogiochi, riviste porno, e c’era anche una bambola gonfiabile! Ne aprii un’altra, in un punto più nascosto, impiegai tanto per trovare l’interruttore, ma, una volta trovato, mi meravigliai di avere acceso,  quattro lampade poste agli angoli delle pareti, che illuminavano una parete in mattoncini che andavano da tutte le sfumature di arancione alle sfumature di oro, le altre pareti erano color panna, il letto era poggiato davanti la meravigliosa parete, aveva una base in legno, che era coperta da un piumone arancione chiaro tendente al dorato con sopra diversi cuscini di colori altrettanto abbinabili, mi girai, notando che il camino era nella mia stanza da letto,e i suoi colori erano abbinati alla parete dietro il mio letto, lo guardai, era identico a quello della foto, presi un fiammifero e accesi una piccola fiamma che divampando diventò grande, e mi sedetti sul tappeto che era posto sopra il palchè. Guardai il fuoco affascinata, a gambe incrociate. La mia camera era l’eleganza e la vitalità.
Mi sdraiai sopra il letto, che era super comodo. Quando ad un tratto mi annullai e tutti i miei pensieri finirono sulla persona che tutti conoscono, Jeremy. Avrei voluto avercelo con me, quella notte.
Ma solo per me. E non solo quella notte, ma anche la notte dopo, e la notte dopo la notte dopo. Tutte le notti, tutti i giorni.  La realtà è semplicemente palese, io lo volevo, e sapevo che lui ricambiava i miei sentimenti, e non sono pensieri di una ragazzina innamorata, insomma dai, lo conosco abbastanza bene, riesco a capire quando è preso da qualcuno ,e quella persona in realtà non è Sierra. Sentendomi cattiva di ciò che avevo appena pensato presi il mio cellulare e decisi di scrivergli un messaggio, visto che non avevo più risposto ai suoi messaggi.  Una volta preso il telefono pensai che magari non era opportuno inviarglielo, così mi concessi una doccia calda nel mio bagno in camera.  Il mio bagno era forse il più semplice, era tutto bianco con rifiniture rosse, mi infilai in doccia e mi insaponai canticchiando per poi sciacquarmi in fretta e furia. Uscendo congelata dalla doccia,  presi il phon da un cassetto e asciugai i miei capelli, prevenendo le cervicali.  Avvolsi attorno a me l’asciugamano bianco quando un rumore proveniente dalla stanza catturò la mia attenzione. Spaventata uscii dal bagno, notando che la finestra era stata aperta, non ricordandomi di averla aperta, la richiusi, e poiché aveva spento il fuoco lo riaccesi turbata. Controllai la stanza, non c’era nessuno. D’un tratto qualcuno bussò alla porta. Aprii vedendo Jeremy davanti a me, più bello del solito. Ogni volta che lo vedevo era sempre più bello, dimenticai tutto quello che stavo pensando poco fa. Ci guardammo negli occhi per due secondi, anche se lui prima guardò com’ero ridotta, e poi mi guardò negli occhi. Spinta da qualcosa dentro di me mi lasciai andare a lui, abbracciandolo, lui mi prese dai fianchi e mi attrasse a sé, come una calamita, cosi posò le sue labbra carnose e fredde sulle mie, il suo alito caldo mi invase,il cuore iniziò a battere accompagnato da un’ondata di calore in un bacio molto passionale, uno di quelli che vuoi da tanto tempo ma che non puoi avere, un bacio sofferto, voluto, e desiderato tanto, i miei capelli gli scivolavano in faccia e nessuno dei due si preoccupo’ di toglierli, la sua lingua faceva pressione sulle mia labbra ricalcandone il contorno, e le sue mani ghiacciate stringevano i miei fianchi, lui avanzò entrando in stanza, chiudendo la porta con un piede. Cosa-stavamo-facendo? Mi fermai per guardarlo negli occhi color nocciola che  riflettevano al fuoco
‘’Ciao anche a te Jeremy’’
aveva un sorriso da rincoglionito del quale non feci a meno di ridere, per poi tornare seria, perché dovevo trattenermi anche quella sera? Lo ribaciai, quest’altro bacio era più dolce, lui si sedette sul letto trascinandomi su di lui, accarezzandomi, con le mani fredde e grandi,le gambe calde, che quasi bruciavano, un brivido mi percose lungo la schiena ‘’Che stiamo facendo, Kyle?’’ usai il suo secondo nome, sapeva che mi arrapava da morire, lui sorrise, di nuovo, tranquillo. Possibile che non pensava a Sierra? Mi prese dai polsi salendo su di me ‘’Credo che stiamo facendo quello che tu sai,Williams,quello che stai provando’’ era una dose sconsiderata di amore e affetto quella che stavo provando, ma non volevo perdere la verginità con una persona fidanzata. Glielo ricordai mentre lui già stava iniziando a baciarmi sotto il collo  ‘’Sierra Kusterbeck’’ si alzò e mi sussurrò all’orrecchio ‘’E’ per questo che sono venuto qua, stasera. Key.. è te che voglio, solo te, e non voglio essere solo tuo amico, voglio essere di più’’ Lo baciai togliendogli la felpa,mentre lui, al contrario mio, mi aveva già spogliato, gli slacciai i pantaloni, tolsi via le sue mutande, e..mentre aveva il dominio su di me: ‘’Fai piano’’.              Mi guardò alzando il sopracciglio ‘’tu non hai mai..?’’ feci di no con la testa, lui sorrise e mi baciò.
Lo avevo, quella notte, il giorno dopo e la notte del giorno dopo. Sperando di avercelo solo per me per sempre, visto che era la cosa per cui avevo lottato di più al mondo.
  
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