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Autore: tins_    15/01/2013    3 recensioni
Ora ho diciassette anni e sto guardando il mio mondo andare a rotoli su uno stupido schermo in diretta nazionale.
Che abbia inizio la sesta edizione degli Hunger Games.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III.
Sono in piedi dietro al divano, appoggiata ad esso con una tale forza che nemmeno mi accorgo delle pieghe che procuro al povero mobile.
Sono appena passati i tributi del distretto 3, parlando della loro vita e del perché vogliono vincere. Stranamente nessuno ha ancora risposto “Perché voglio vivere”.
Ora è il turno di mio fratello. Entra, splendido e raggiante nel suo completo blu notte. Ciò che stupisce non sono i gemelli a forma di conchiglia, bensì il modo in cui la camicia sembra rievocare le onde che si infrangono sugli scogli.
Il presentatore, il famoso Claudius Flickerman, gli porge la mano con un gran sorriso. Quest’anno i suoi capelli sono di un verde chiaro perfettamente intonati al completo verde smeraldo che indossa.
Si siedono scambiandosi qualche battuta e finalmente inizia la vera e propria intervista.
-Che piacere conoscerti, Marcus. Dopo la tua prova da ben dieci punti era d’obbligo sapere qualcosa in più su di te!- Claudius continua a sorridere. Per un momento sono convinta che la mascella possa cadergli e rido tra me e me.
Credo di essermi persa la domanda, ma non chiedo nulla perché ora Marcus sta parlando.
-Ho conosciuto Savannah sul treno per Capitol City. Splendida città, lasciamelo dire, ma la vista del mare all’alba batte qualunque cosa-. Sentire la sua voce mi scalda il cuore e sento la malinconia risuonare in ogni sua parola.
-Quindi, ricapitolando: sei dolce, bello e single giusto? Ehm.. buone signore!- scherza Claudius cercando di fermare l’ondata ormonale sfociata dal pubblico.
-No, no! A casa mi aspettano la mia fidanzata e il bambino che porta in grembo-. Tra il pubblico scatta un silenzio tombale sostituito poco dopo da un brusio infernale.
Vedo Maryse sul punto di scoppiare in lacrime.
-Perciò ora ti chiedo, caro Marcus, per cosa combatterai nell’Arena?-. In questo momento la voce di Claudius si è addolcita.
-Combatterò per poter tenere in braccio mio figlio per la prima volta-.
Maryse, istintivamente, si porta una mano alla pancia e sussurra qualcosa. Mi siedo di fianco a lei e insieme guardiamo l’uomo più importante delle nostre vite allontanarsi di nuovo dalla nostra vista accompagnato dall’applauso del pubblico.
Nessuno fiata.
Aspettiamo così l’entrata in scena di Savannah che arriva abbagliando tutti con la sua presenza quasi eterea. Il vestito che indossa è di chiffon azzurro e mentre cammina sembra fluttuare nell’aria. Tra i capelli vi sono incastonate delle perle bianche che riflettono la luce artificiale che illumina il palco facendola così brillare quasi di una luce propria.
Noto subito la somiglianza con la madre: stessi capelli biondi, occhi azzurro cielo. Il viso è leggermente allungato e le labbra sottili sono dipinte di rosso.
Da quello che sento, come punteggio ha ricevuto un nove, quindi deve essere abbastanza agile.
Mentre la osservo mi chiedo come qualcuno possa essere così crudele da uccidere una ragazza del genere.
-Con due fratelli maschi è quasi obbligatorio imparare a difendersi- scherza Savannah.
Davanti alla telecamera si sente sicura e mi chiedo se mai riuscirò a sembrare così anche io un giorno.
Claudius ride e le porge la prossima domanda –E tu, cara? Hai qualcuno da cui tornare a casa?-.
La ragazza sembra essere in difficoltà. –Ho la mia famiglia- risponde poi tremando.
Tenta di mascherare il nervosismo sorridendo e al pubblico basta, così quando scende dal palco anche a lei spetta un grande applauso.
Cala il silenzio, uno di quelli imbarazzanti.
Decido di andarmene da quella stanza e mi offro per sparecchiare e pulire la cucina.
 
Dopo qualche minuto entra dalla porta Sebastian.
-Posso aiutarti?- mi chiede gentilmente.
Gli sorrido debolmente e lo faccio sistemare di fianco a me di fronte al lavello. Visto da così vicino, e facendoci attenzione, noto che i suoi capelli non sono biondi come il resto della famiglia, ma sono più scuri. Forse per colpa della crescita. Gli occhi però sono uguali a quelli di Savannah.
Sovrappensiero gli passo un piatto e dico –Era proprio bella tua sorella stasera-.
Lui si irrigidisce per un momento e lo sento ironizzare –Considerando che domani andrà al patibolo-. Lascia la frase in sospeso.
-Non… non dire così, dai. Ha un buon punteggio ed è una bella ragazza, simpatica. Gli sponsor la adoreranno- cerco di migliorare la situazione.
-Per curiosità: non dovresti sperare che tuo fratello sopravviva?- mi schernisce lui.
-Credo di si- rispondo riluttante. –Ma sapere che dovrà uccidere degli altri ragazzi per riuscirci mi fa venire il voltastomaco- termino così la mia riflessione.
Sebastian smette di pulire per un secondo e mi guarda sorpreso. Come ho potuto dire una cosa del genere ad una persona che nemmeno conosco?
-Scusa, si non dovevo parlarne- dico in fretta per sistemare il casino che ho fatto.
Continua a guardarmi e mi ritrovo ad arrossire come una stupida ragazzina. Ride e a quel punto mi sorprendo di saper respirare di nuovo.
-No, credo che tu abbia perfettamente ragione. Mai stato d’accordo con i giochi, se così si possono definire. Dalla prima volta che li hanno proposti. Anzi, mi fanno ribrezzo. Vogliono ricordarci che non bisogna mai andare contro Capitol City? Credono che con questo metodo riusciranno a sottomettere il popolo?- sembra che queste cose se le tenga dentro da tanto. –So che parlare di guerra ora sarebbe da sciocchi, ma so che prima o poi la capitale crollerà e anche tutto questo-.
Mi lascia sgomenta. Tutto quello che ho pensato in questi anni lo sta tirando fuori lui in questo momento. Forse sto sognando.
Lo guardo con un misto di tensione e adorazione.
-Credo che potremmo andare molto d’accordo noi due- affermo poi.
Sebastian mi sorride e gli occhi gli brillano di una luce strana.
-Sai, ho sempre pensato che fossi come tuo fratello. L’ho conosciuto qualche anno fa ad una delle prime mietiture. Sai cosa intendo, pacato, troppo gentile per essere vero- ironizza –Però ora mi sto ricredendo-.
Lo guardo di traverso –Tu sapevi chi ero prima di stasera?-.
-Tutti sanno chi sei. Chi siete. Sai, tuo padre, Bram, è quasi una leggenda-.
Sentire quel nome è come un colpo al cuore. Mi giro di scatto verso il lavello e riprendo a lavare energicamente.
Lo sento che si avvicina a me. Prende i miei polsi e rallenta i movimenti della spugna.
-Se lavi con questa potenza rischi di rompere un piatto- sussurra lui dolcemente.
-Potremmo non parlare di mio padre?- dico poi tutto d’un fiato. Si irrigidisce per poi rilassarsi.
-Certo- annuisce sorridendo.
Mi giro per ringraziarlo e all’improvviso ci troviamo a pochi centimetri di distanza. Il cuore impazzisce.
Ma come al solito i bei momenti sono i primi a finire.
-Sebastian i tuoi genitori sono pronti per tornare a casa- irrompe Maryse nella stanza. Rimane impietrita davanti alla scena e con grande imbarazzo la prima cosa che faccio appena riesco a riprendere il controllo è spostarmi di almeno dieci passi da lui.
-Arrivo subito- afferma Sebastian. Rivolgendosi a me poi dice –Domani iniziano i giochi e vorrei che venissi a vederli da noi. Non accetto un no come risposta-. Mi rivolge un lungo sorriso e se ne va.
Rimango inerte per qualche secondo poi Maryse scoppia a ridere.


Image and video hosting by TinyPic"  Marcus  Image and video hosting by TinyPic"  Maryse


ANGOLO DELLA VERGOGNAA: Ciao cari lettori, si ho cambiato il nome del ragazzo da Sam a Sebastian ma a chi importa? Il prossimo capitolo svelerò il volto di Beth. Vi chiederete come mai ho fatto così in fretta.. BEH, a scuola non facevo niente e così ho iniziato a scrivere. Spero vi stia intrigando la storia e vi consiglio di lasciare tante recensioni. :)

  
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