Wenn nicht mehr geht
By Nausicaa212
Wenn nichts mehr geht
Werd ich ein Engel sein
Für dich allen
Und der in jeder dunklen Nacht erscheint
Und dann fliegen wir
Weit weg von hier
Wir werden uns nie mehr verlieren
Quando niente va più
Sarò un angelo
Per te solo
E comparirò tutte le notti scure
Poi voleremo lontano da qui
Non ci perderemo mai più
[Wenn nicht mehr geht- Tokio Hotel]
È strano.
È tutto strano.
È strano come ti affezioni a qualcosa che ti ricorda una persona importante.
Che so, una canzone.
Una canzone che magari prima odiavi, ma.
È strano come ti aggrappi a tutto quello che ti possa ricordare quel qualcuno.
È strano come ancora non riesci a credere alla realtà.
La realtà dei fatti ti dice una cosa, ma tu preferisci restare nel tuo mondo.
Incantandoti a sognare i momenti insieme.
Preferisci pensare che lui ti stia ancora accanto.
Che ti sussurri cose strane.
E tu, l’eletta, l’unica del suo cuore, ascolti.
Ti amava, si.
Ma non in quel senso.
Eri come una gemellina, per lui.
Lui lo era per te?
Non lo sai nemmeno tu.
E, ora come ora, preferisci non pensarci.
Lui ti era sempre accanto nei momenti di maggiore disperazione.
E in quelli bellissimi.
Con lui riuscivi a confidarti.
Eravate quasi telepatici.
Tu gli parlavi di tutto.
Lui ti parlava di tutto.
Anche di quella ragazza incontrata per caso in strada e diventata prima sua amica,
poi la sua ragazza.
Hai tifato tutto il tempo per lui, anche se sentivi che qualcosa non andava.
Ma lui doveva essere felice, era quello che importava.
Ma poi la tipa era gelosa di te.
Gli ha impedito di vederti.
Di chiamarti.
Di parlarti.
Di salutarti.
E lui, innamorato, ti ha detto che per un po’ non vi dovevate sentire.
Ti sei sentita schiacciare da un macigno.
Ti è mancato il respiro.
Il cuore ha perso un battito.
Ma la barriera d’orgoglio che con lui avevi tirato giu.
Quella è riapparsa in tutta la sua altezza.
E gli hai detto con indifferenza simulata quelle parole.
Quelle dieci parole.
Senti… lascia stare. È meglio che non ci sentiamo più.
L’hai visto sbandare.
Era stupito.
Ti sei sforzata di fottertene altamente.
Ti sei girata.
Te ne sei andata camminando con indifferenza.
L’hai lasciato basito nell’angolo dove ti aveva trascinata per parlare.
Non era il tuo unico amico, dopotutto.
Che andasse a farsi fottere.
E vaffanculo.
Ma allora perché al suo ricordo ti viene da piangere?
Dovrebbe andare tutto bene.
Now slide along side, yep, baby, that’s right…
Fa così la canzone no?
Slide along side.
Fa così?
Baby, that’s right…
Qui tutto è right, al giorno d’oggi.
Perché o è right, o è out.
E tu… beh, tu non te la senti di definirti out.
Ma tu sei fuori dal loro modo di giudicare.
Perciò sei rightissima.
Ma per loro sei out.
Pensavi di essere right almeno per lui,
ma evidentemente ti sbagliavi.
Dopo che l’hai mollato lì sei scoppiata a piangere.
Il mondo ti era crollato addosso.
Che avevi tu di sbagliato?
Che avevi fatto di male?
Gli eri stata troppo vicina?
Ti aveva scambiata per una persona troppo dolce forse,
da poter usare a suo piacimento.
E per colpa sua le tua braccia hanno sanguinato molto.
Tua madre le ha viste e ti ha chiesto se il gatto ti aveva graffiato di nuovo.
Tuo padre le ha viste e le ha ignorate.
Tuo fratello le ha viste e ti ha portato il disinfettante.
I tuoi amici le hanno viste e hanno capito.
Lui non le ha viste.
Lui non l’hai più visto.
Hai freddo nel cuore ogni volta che ci pensi.
Ma meno di prima.
Preferisci dimenticarlo.
Una sola cosa ti è rimasta di lui.
Una canzone.
Quella che ti cantava sempre.
Quella di De Andrè.
La Corale.
È bella.
Ti ricorda sempre lui quando l’ascolti.
Ti scalda il cuore.
Ma il freddo c’è lo stesso.
Ti avvolge il cuore nelle sue gelide spire.
Ti mozza il fiato.
Ti annulla totalmente.
Ed ora
Dopo quattro anni che non lo vedi
Ritorna tutto il dolore che avevi.
Lo vuoi vedere.
Lo vuoi veder.
Lo vuoi vede.
Lo vuoi ved.
Lo vuoi ve.
Lo vuoi v.
Lo vuoi.
Lo vuoi.
Lo vuoi.
Ti manca.
Hai mentito a te stessa per quattro anni.
Ma ora basta.
Ora sei all’università.
Non sei più una bambina.
Sai quel che vuoi.
Che in questo momento è il suo numero di cellulare.
- Pronto?-
- …Pronto?-
- Chi è?-
- S… sono io…-
- Tu?! Erano quattro anni che non ci sentivamo!-
- Eh… si…-
- A che università stai ora?-
- A Bologna…-
- Anche io!-
- C… che facoltà?-
- Medicina. Tu?-
- L… legge.-
- Perfetto! Dai, vediamoci tipo tra mezz’ora davanti alla tua facoltà. Ti va?-
- … ok.-
Balbetti per l’emozione.
Non ti ha dimenticata.
Non l’hai dimenticato.
Ti prepari febbricitante.
Non sai che metterti ed alla fine è la tua compagna di stanza a scegliere.
Arrivi in anticipo.
In maledetto anticipo.
Lo aspetti per un po’.
Non sai che pensare.
Sei agitata.
Vorresti sparire nei meandri della terra.
Ma poi lo vedi.
E capisci che non è cambiato nulla.
Gli corri incontro.
Lo abbracci.
Forse puoi ricominciare ad amare.
Banchieri, pizzicagnoli, notai
Coi ventri obesi e le mani sudate
Coi cuori a forma di salvadanai
Noi, che invochiam pietà
Fummo traviate
Navigammo su fragili vascelli
Per affrontar del mondo la burrasca
Ed avevamo gli occhi troppo belli
E la pietà non vi rimanga in tasca
Giudici eletti, uomini di legge
Noi, che danziam nei vostri sogni ancora
Siamo l’umano, desolato gregge
Di chi morì con il nodo alla gola
Quanti innocenti all’orrenda agonia votaste
Decidendo nella sorte
E quanto giusta pensate che sia
Una sentenza che decreta morte
Bene, eccomi tornata con una one shot scritta in due giorni. Nel primo ero depressissima, ma oggi mi è andata meglio. La cosa è finita bene.
Nella prima canzone, non so se la traduzione sia corretta… nel caso qualcuno che sa il tedesco leggesse, è pregato di correggermi ^__^
L’ultimo testo è un pezzo della corale di De Andrè. Uno dei pezzi parlati. Non c’entra molto con la ficcy, ma per me quel pezzo significa molto.
La frase della canzone nella ficcy è quella di un ritornello di Slide along Side, una canzone degli Shifty, con la quale sono fissata ora. Ho preso le parole ad orecchio, scocciandomi un po’ a vedere il testo. Non so se fa così. Solo il “baby, that’s right” credo sia giusto.
Non so cosa voglia dire per me questa storia.
Ho iniziato a scriverla pensando di dedicarla ad un carissimo amico, che ultimamente mi è spesso accanto, ma mi è uscita così. Credo che i peperoni la sera facciano male… (non so manco che c’entra, e non mangio peperoni.)
Detto questo, spero vi sia piaciuta, perché a me non piace >_< è raro che qualcosa mi piaccia davvero.
Se non vi è piaciuta, grazie lo stesso per aver resistito fino a qui. Io nei vostri panni non l’avrei fatto.
Phew… oggi passo da stati di allegria totale (con relativo cazzeggiamento) a momenti di depressione assurda. Bah. Chi mi capisce è bravo. (c’è qualcuno di voi che studia pissicologia?)
Ok, basta. Ora vi lascio sul serio… avete avuto fegato a leggere tutto sto sclero. Baciottoli.
Nausicaa due uno due.