Kon'nichiwa! rieccomi con una nuova ff su DC  :) spero vi piaccia miraccomando...recensite!!    
Buona lettura xD

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La fine subito dopo l’inizio, tutto come sempre
 
Lui era li, fermo, immobile, che scrutava con interesse le mosse di due uomini, vestiti completamente in nero.
Il primo, alla sua sinistra, aveva lunghi capelli biondi e come l’uomo al suo fianco nascondeva la sua identità con un paio di occhiali da sole, anch’essi neri.
Il secondo, quello più robusto dei due teneva in mano una valigetta. Era chiaro cosa stessere facendo.
Tutto d’un tratto Shinichi sobbalzò, una mano gli aveva sfiorato una spalla.
Con sangue fermo girò il volto, il tanto che gli bastava per scoprire l’identità di chi gli stava alle spalle, era Ran. Sospirò sollevato.
La sensazione di calma svanì dopo pochi istanti quando vide la frenesia che stava avvenendo tra  quei due loschi uomini in nero.
“Cosa stai facendo?” iniziò la ragazza con tono quasi infantile “perché ti sei fermato?” continuò lei che evidentemente non si era accorta di nulla.
Con una mossa veloce ma delicata il detective tappò la bocca della sua, per ora, solo amica e la trascinò via da quel buio vicolo.
Nessuno gli aveva visti, o almeno questo era quello che credeva Shinichi.
“Cos’è successo, Shinichi?” chiese lei con il fiatone dovuto alla corsa.
Il suo tono era adirato, e come esso lo era anche il suo viso.
La usa espressione pian piano si distese e si tramutò in un’espressione rassegnata.
Era da tanto, tanto tempo che conosceva quel ragazzo, ormai sapeva bene che molte cose lei proprio non le poteva sapere. Il guaio di aver come amico un detective.
“E’ che” iniziò lui, interrotto subito dalla mano di lei “non importa, andiamo a casa?” chiese dopo poco Ran per poi accennare un sorrido, il ragazzo annuì.
Il cielo era limpido e un leggero arcobaleno si ergeva in alto nel cielo, aveva appena smesso di piovere.
Era da qualche minuto che i due camminavano, quando una sensazione di pericolo raggelò il sangue di Shinichi.
Senza farsi notare il detective rallentò il passo e grazie ad una pozzanghera, notò una grassa auto nera dietro di loro. Ancora nero.
Sapeva di chi era quella macchina, o almeno lo poteva supporre.
Poco fa aveva visto lo stesso modello di macchina appena fuori a quel vicolo, quel buoi vicolo dove c’erano l’oro, i due cupi uomini.
La mente di lui iniziò a ragionare sul da farsi.
“Se mi fermo e li affronto Ran sarebbe in pericolo, se scappiamo loro ci raggiungeranno subito, ma non posso far finta di” i suoi pensieri furono interrotti.
Ran, la sua dolce bella amica Ran lo stava fissando con aria buffa e ciò non lo trattenne dal ridere.
Lei era lì, rossa in viso che pian piano afferrò la mano di lui.
I loro occhi si incontrarono. Pochi attimi dopo e i due avevano già esplorato l’uno l’anima dell’altra.
I loro volti si avvicinarono sempre più, si baciarono. Il mondo attorno a loro non esisteva più.
Il primo bacio, lento, appassionato; finì e i loro visi si allontanano lentamente, i loro occhi però non smisero mai di scrutarsi, forse solo una volta, solo per pochi secondi. Secondi essenziali per lui per controllare la strada, era deserta.
I loro occhi si rincontrarono poco dopo, quelli di Ran, come i suoi brillavano e sul viso del giovane detective di aprì un enorme sorriso. Si spense poco dopo.
Pian piano le sue labbra si chiusero ed insieme ad esse anche le sue palpebre, che nascosero due occhi ora spenti.
Il mondo si fermò in quell’istante, tutto sembrava girasse attorno a loro sue, tutto sembrava stesse aspettando il tonfo provocato dal corpo di Shinichi a contatto con il suolo.
Accadde, il mondo ricominciò a ruotare.
Era lì, fermo immobile, il suo viso pallido, spento. Una grossa pozza scarlatta si espandeva sotto di lui, sotto al corpo ormai esanime del giovane detective.
Un urlo straziante riecheggiò in quell’atmosfera tombale.
Il volto di Ran shockato si trasformò ben presto in terrorizzato e poi distrutto dal dolore.
Singhiozzi riempivano l’aria, lacrime si mischiavano al sangue. Durò tutto poco, pochissimo.
Due corpi, pallidi, esanimi stretti anche nella morte giacevano ora al suolo in una pozza scarlatta. Una piuma corvina cadde lenta al suolo, macchiandosi di sangue.
 
In fin dei conti nulla era diverso in quel giorno.
L’unica cosa variata era il corpo, o meglio i corpi.
Era tutto come sempre.
Sangue al suolo, una vittima, un assassino scomparso, indizi e ancora indizi.
Tutto era come era sempre stato, l’unica cosa variata era il detective.
Non più moro con occhi glaciali, no, lui era la vittima questa volta.
Per la prima, e ovviamente, ultima volta.
Tutto era come sempre, fine scontata per un detective.
Morto come ogni suo altro mistero.
Morto come in un libro del suo amato Holmes.
Era tutto come sempre, come ogni giorno.
Morto, diventando lui stesso la seconda cosa che più amava al mondo.
Morto, insieme alla persona che più amava al mondo.
Era tutto come sempre.

 
                                                     *****
“Conan-kun!” una flebile voce iniziò a farsi sempre più potente “Conan-kun” insistette svegliando il diretto interessato.
Il piccolo, ora più che mai, detective aprii gli occhi ancora assonnati “Ran-nechan!” esultò quest’ultimo nel vedere la donna amata “dai muoviti, farai tardi a scuola” intimò la ragazza adirata.
Il suo tono di voce cambiò in un secondo e come esso anche la sua espressione “ti voglio bene Ran, ti voglio davvero molto bene Ran-chan” disse Conan, dopo aver abbracciato la ragazza, con tono il più adulto possibile “te ne voglio anch’io piccolo mio”. 












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Hahahah xD non avrete davvero pensato che avrei ucciso Ran e Shinichi ?? :)
Spero vi sia piaciuta questa mia ff!! ^_^

  Sayonara xDxD