You
can always be
found
Alle
mie compagne di banco,
non
che mi dispiaccia scrivere
nelle ore di filosofia.
Ma
senza di voi non immagino dove
sarei adesso..
Un po’ come Sebastian.
Ora lo so:
“If you get lost, you
can always be found”
Here and now – Prologue
Ian:
http://imaginatephotography.com/wp-content/uploads/2-year-old-Colin-3.jpg
Songlist:
http://www.youtube.com/watch?v=ympZNmzbJwY
(quanta
prevedibilità..)
- Ehy, papà buono, vai a leggere la
storia a
quell’antipatico di tuo figlio… Vuole solo te.
Un bambino dai
capelli biondi e meravigliosi occhi verdi sorride eccitato dal suo
lettino,
nell’ascoltare queste parole. Un uomo con i suoi stessi occhi
le ha
pronunciate, accompagnandole ad una linguaccia scherzosa. Nonostante
abbia
invitato l’altro a raggiungere il bimbo, si dirige verso di
lui, lasciandosi dietro
l’uscio cui era appoggiato, attraversando la cameretta
azzurra disseminata di
giocattoli. Si china a raccoglierne qualcuno, pensando che non vede
l’ora che
il piccolo cresca, così da poterlo costringere a raccogliere
la sua roba da
solo.
Un improvviso e
familiare panico gli attanaglia lo stomaco. Quando pensa
all’adolescenza della
meravigliosa creatura che ha davanti, non riesce a fare a meno di
chiedersi se
ne sarà in grado, se sarà quel padre che vuole
essere. Se sarà bravo come il
suo, di padre: capace di capire i suoi bisogni, le sue inclinazioni, e
disposto
a ballare Single Ladies solo per lui. L’ansia blocca i suoi
arti inferiori,
impedendogli di camminare e raggiungere suo figlio, il suo bellissimo
bambino.
Non può fare a meno di richiamare l’attenzione di
suo marito, perché raggiunga
la camera al più presto: è l’unico modo
che ha per calmarsi. Un rilassante
muscolare non è nulla a confronto.
- Sebastian!!
- Eccomi Kurt,
ero sotto la doccia - , qualche parola, e la presenza
dell’altro appena dietro
la porta, e Kurt si sente subito incredibilmente tranquillo, dedito
solo a
guardare il corpo alto e scolpito dell’uomo con cui condivide
la vita, i suoi
occhi verdi, le mani… anche con i pantaloni del pigiama e
una semplice t-shirt
grigia risulta assolutamente perfetto. Non riesce a resistere dallo
sporgersi
sulle punte per dargli un leggero bacio all’angolo della
bocca, avvolgendogli i
fianchi con le braccia. Ancora abbracciato a lui, Kurt si rivolge al
piccolo,
che li guarda, ipnotizzato.
- Sei contento
che sia arrivato papà Seb, eh piccola peste?
- Non ti
piacciono le storie che ti legge papà Kurt, mostriciattolo?
– gli chiede
Sebastian, allontantandosi da Kurt, per stendersi di fianco al bambino,
abbracciandolo.
- Sì mi
piacciono. Però tu le inventi, e
così
sono più belle.
L’uomo
accanto
al bambino sorride trionfante all’altro. Kurt finge di
mettere il broncio,
prima di avvicinarsi al bambino per posare un bacio sulla sua fronte.
- Domani la
storia la inventerò io, e vedremo chi vincerà, se
io o papà! Buonanotte, Ian, -
dice, allontanandosi.
- Visto,
piccolo? Papà non mi dà la buonanotte,- si
lamenta Sebastian. Ian ride.
- Dai,
papà, dai
un bacino anche a lui! – Quel sorriso torna sul viso
dell’uomo steso sul letto
troppo piccolo per lui. Kurt gli si avvicina, dandogli un leggero bacio
sulla
guancia e sussurrandogli all’orecchio “ci
vediamo in camera, e facciamo i conti”. Sebastian
gli sorride,
strizzandogli l’occhio, prima di prendere Ian di peso e farlo
stendere addosso
a lui.
- Allora,
mostriciattolo, la cominciamo questa storia o no?
Kurt esce dalla
camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Come al solito,
il suo rituale di idratazione e depurazione della pelle serale, dura
esattamente quanto la favola di Sebastian, così i due si
ritrovano ad entrare
insieme in camera. Ognuno entra dalla sua parte del letto ma si
incontrano al
centro, abbracciandosi; la guancia di Kurt sul torace di Sebastian, una
mano in
quella di suo marito, a giochicchiare con la fede ancora luccicante.
L’altra
mano di Sebastian gli sta scompigliando dolcemente i capelli. Solo se
succedesse qualcosa ad Ian, questo momento perfetto potrebbe essere
rovinato.
- Sei
carino.- Il silenzio che Kurt
interrompe non è pensante, fastidioso. È un
silenzio che accomuna i respiri e
regolarizza il cuore, che sa di tranquillità e di voglia di
restare così per
sempre. La voce è un po’ soffocata dalla t-shirt
di Sebastian.
- Sono molto
più
che carino. E pensavo che questo fosse stato appurato tempo fa.
– Ridendo, Kurt
gli colpisce un braccio. Certe cose non
cambiano proprio mai.
- Non è
che
avresti un ago? Vorrei un attimo sgonfiare quell’immenso ego
che ti ritrovi - .
Sebastian fa sussultare leggermente Kurt, a causa della risata che
scuote il
suo stomaco per qualche secondo. I due si guardano: Sebastian
è divertito, sì.
Ma ha anche una certa curiosità negli occhi.
- Con Ian. Tutte
quelle paure sul non essere un buon padre… non avevano
senso, almeno per te.
Sei praticamente perfetto, con nostro
figlio.
Sebastian resta
in silenzio per un paio di minuti. Poi, un po’ imbarazzato,
risponde a Kurt.
- Siete…
voi
siete tutto quello che ho. Mi avete salvato, non so dove sarei finito
adesso se
voi non foste entrati nella mia vita. Quindi tutto quello che posso
fare è
proteggervi, tutto quello che sono in grado di fare è
assicurarmi che stiate
bene. Tu e Ian… io semplicemente, ve lo devo, ecco.
Kurt si sente
totalmente riempito dell’amore che prova per l’uomo
accanto a lui. È fiero del
fatto che sia riuscito a tirare fuori i sentimenti, a rompere quella
maschera
che aveva sempre fatto finta fosse il suo vero viso. Lo stringe
più forte.
- Ti amo,
Sebastian.
- Bene, quindi
ora facciamo sesso? – Kurt sospira, rassegnato.
- Buonanotte,
tesoro, - dice, girandosi dall’altro lato. Sente Sebastian
ridere, e depositagli
un leggero bacio appena sotto l’orecchio. Spegne la luce, e
sussurra: –
Buonanotte, amore.
Kurt non dorme
stanotte. Quando sente il respiro regolare di Sebastian, si siede con
la
schiena contro la testata del letto. È
un’abitudine che ha da un po’: passare
del tempo a pensare a quanto la sua vita sia cambiata, a come
l’uomo
meraviglioso accanto a lui sia passato da essere il suo miglior nemico
a
diventare suo marito, sino a diventare padre di un figlio assieme a lui.
Magari
racconterà proprio questo a Ian, domani.
Di come due
persone siano destinate a stare insieme, anche se loro non lo sanno.
Proprio come non
lo sapevano i suoi due papà, dieci anni prima.
Note
dell’”autrice”
Oh, ci ritroviamo qui ancora una volta! So di aver abbandonato parecchie fic e non so cosa abbia questa di diverso dalle altre. So solo che l’ho scritta senza essere costretta (almeno, non come le altre volte!) dalle mie compagne di banco Cristina e Mimì (già citate!). Boh, questa storia mi esce così. C’è serietà, lo giuro! Ho addirittura una cartellina con tutti gli appunti della storia.
Come ho già scritto, si tratta di una flashback story (e non una flashfic come ero convinta si dicesse… grazie Mi’!), quindi ci sarà un passato/presente che spero non vi confonderà come sta facendo con me!
Inoltre, per ogni errore di grammatica rimando ai miei professori: questa storia è scritta con bic e fogli a righi presi e rubati qua e là, poi ricopiata al pc piano e con pazienza la sera (motivo per il quale a volte farò qualche piccolo ritardo.. l’ultimo anno mi spaventa come Ryan Murphy, e la maturità ancora di più! Ma giuro che ce la metterò tutta.) :’D
Un’altra piccola noticina (mi sto dilungando, okay), spero non siate prevenuti nei confronti della coppia. Nemmeno io ero una loro grande fan, ma provate a leggere “Don’t You Remember” e “A Change In The Weather” senza rimanere folgorati dalla loro bellezza sconfinata. Amateli con mee! *u*
Bene, credo di aver detto tutto. Grazie davvero, se siete arrivati fin qui. Significa tutto per me.
Vals.