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Autore: Directionerboy96    15/01/2013    1 recensioni
Un ragazza. Un migliore amico. Una Migliore amica. Un fratellastro. Un compagno di banco cupo e misterioso. E alla fine un ragazzo che viene ospitato dalla sua famiglia. La ragazza si chiama Alex Jones, dico solo questo. Avrà tanti problemi, come sempre d'altronde. Buona lettura ♥
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 1
*DRIIIN*
La sveglia del cellulare suonò, come ogni mattina, alle 6.30.
Mi alzai e, a stento, riuscii ad arrivare al bagno. Mi lavai la faccia, mi struccai il trucco che ieri sera la struccante non era riuscito a combattere, e scesi in cucina.
Schioccai un bacio sulla guancia a mio padre, presi una mela, me la infilai in bocca e sgattaiolai in camera.
Mi vestii semplicemente con dei leggings neri e una maglia ‘HARD ROCK CAFE’ di New York. Mi infilai di fretta le mie Vans, mi spazzolai la mia chioma rossa ribelle, presi lo zaino e uscii.
Mi piaceva andare a scuola a piedi, adoravo il vento gelido che mi sfiorava la pelle, che faceva diventare le mie guance di un colore rosato, sul rosso.
Camminare in mezzo alla strada con piccoli fiocchi di neve che ti cadono accanto, non sentire il rumore di macchine o pullman perché la neve impediva di uscire con qualsiasi mezzo.
Arrivai a scuola alle 7.30 circa, il tempo di superare tutta la massa di studenti che si accalcavano nel cortile esterno ed ero finalmente nella ‘zona speciale’.
Era solo un angolo dove Jawi, il giardiniere, teneva i suoi attrezzi. Quello era dove ci ritrovavamo io, la mia migliore amica Eleanor, detta El, una ragazza magra, con i capelli mori, con qualche boccolo qua e là verso la fine,  il suo fidanzato Louis, un ragazzo molto diretto, solare,  e il mio migliore amico Liam, il solito ragazzo tenero e dolce. Eravamo quattro amici d’infanzia, quattro amici che nessuno sarebbe riuscito a  separare.
Quel giorno ero la prima ad arrivare, così mi infilai le cuffiette e partì ‘Beautiful, Christina Aguilera’. Secondo me è una delle canzoni che ti fa sentire più bella, senza tenere conto del giudizio degli altri.
‘You are beautiful, don’t matter what they say; Words can’t bring you down’
‘ Sei bellissima, non importa di quello che dicono loro; Le parole non possono buttarti giù’
Chiusi gli occhi e iniziai a canticchiarla. Ma il ‘concerto’ durò, perché arrivò Liam.
‘Buongiorno’
‘Buongiorno Liam’
‘Che stavi facendo?’
‘Bhà, nulla di che.’
‘Sei sola?’
‘Già, meno male che sei arrivato tu’ Lo abbracciai.
‘aaaaww ma come è tenera la mia Jones oggi’
Arrivò El.
‘Ehi ragazzi’
‘Ciao ragazza’ gli diedi un piccolo bacio sulla guancia.
‘Bonjour’ Disse  Liam.
‘Guarda che non ti devi vantare che sei bravo in francese u.u’
‘E invece si. u.u’
‘Piantatela ragazzi!’ Disse El.
Dopo pochi minuti suonò la campanella e arrivò Louis, così entrammo.
Io e El eravamo compagne di classe, mentre Liam e Louis erano in un’ altra sezione.
Alla prima ora avevamo matematica, hurrà.
‘Bla, bla, bla, bla, la radice al cubo, bla, bla, bla, di 389, bla, bla’
Il mio compagno di banco si chiamava Zayn. Non era un gran chè come persona: cupa, misteriosa, con mille segreti.
Non sapevo quasi nulla di lui, solo che si chiamava Zayn Malik e che ha origini pakistane; Per questo non è molto integrato.
La scuola finì all’una, e come una mandria di bufali scatenati tutti gli studenti si precipitarono all’uscita. Ero quasi riuscita ad arrivare al cancello quando un ragazzo mi venne a sbattere e mi fece cadere la borsa, da cui uscirono trucchi, penne, matite. Mi chinai per raccoglierli.
‘Scusami, lascia che ti aiuti’
‘Graz..’ Non feci in tempo a finire la parola, che i miei occhi incontrarono quelli del ragazzo. Blu ghiaccio, uno spettacolo e aveva i capelli biondi.
‘Ehm, grazie. Si, grazie.’ Abbozzai un sorriso.
‘Vai a piedi?’ chiese.
‘Si, finchè mio padre non si decide a comprarmi un auto.’
Rise, sorridendo leggermente.
‘Facciamo la strada insieme, ti va?’ Chiesi, imbarazzata.
‘Volentieri.’
Camminammo sulla neve, attenti a non scivolare, raccontandoci a vicenda.
‘Quindi tu sei irlandese?’
‘Già, ma mia madre ha voluto che venissi a studiare a Londra’.
‘wow’.   Sorrise.
Scherzammo, ridemmo fino a che non arrivammo davanti a casa mia.
‘Ecco io sono arrivato’
‘Scusa?’
‘Si, io sono ospite da questa famiglia’
‘Si da il caso che “questa famiglia” sia la mia.’
‘Come la tua?’
‘Si, io vivere in questo blocco cemento, tu capire me?’
‘No, io no continuare a capire’
‘Mio padre non mi ha mai parlato di ospitare studenti provenienti dall’estero’.
Rimasi delusa. Si, forse delusa è il termine adatto.
‘Dai, perché te la prendi tanto?’
‘Perché è mio padre. Dovrebbe dirmelo se fa venire uno sconosciuto ad abitare a casa nostra’.
‘Ma grazie èwè’
‘Scusami, anche io ho i miei momenti di sfogo ’  Lo abbraccia, leggermente.
‘E comunque, magari non te lo ha detto perché voleva farti una sorpresa’
‘Forse’ Sospirai, tentando di sorridere ‘Dai, biondo entriamo’.
Entrammo, e la prima cosa che vedemmo fu mio fratello, in realtà ‘fratellastro’ Harry, svaccato sul divano, circondato da schifezze, che giocava ai videogiochi.
Quando ci vide,  ci venne incontro.
‘Macciao sorellina’ Mi stampò un bacio sulla guancia.
‘Tua madre sarà pure con mio padre, ma sappi che noi non saremmo mai fratelli’. Lo allontanai con il braccio.
‘Uh, cattiva la ragazza. E comunque non mi presenti il tuo nuovo ragazzo?’
‘Veramente io..’ Si azzardò Niall.
‘Che hai sei geloso?’
‘Geloso io?! Dai Jones, vai a sfottere qualcun altro.’
‘Comunque, lui starà a vivere da noi perché i ‘nostri genitori’..’
‘Uh, è la prima volta che li chiami così.’
‘Zitto e fammi parlare. Dicevo, verrà a vivere da noi per un po’ di tempo perché sua madre ha voluto che venisse a studiare a Londra’
‘Bene’ Poi con la grazia di un elefante in calore sui pattini, si rimise sul divano.
‘Ah, Alex. Tuo padre e mia madre staranno via per il week-end’ fece una pausa, e poi riprese ‘FESTAAAAAAA’
‘Sai che non possiamo’
‘Dai, ci sarà da bere, belle ragazze e ragazzi e anche buona musica’
‘Non lo so. Se la mamma e il papà.. *colpo di tosse* Se Anne e James lo scoprono, saremo in punizione a vita.’
‘Oh, AlexnonhomaiprovatoqualcosadirischiosoJones! Non lo scopriranno mai. ‘
‘Se me lo assicuri va bene. Daremo il benvenuto al nuovo ragazzo. Ah, come ti chiami?’
‘Niall’ Rispose Harry.
‘Mi pare di non avertelo chiesto a te ’
Come risposta mi fece una smorfia.
‘Vieni, ti mostro la tua camera’ Dissi cercando di essere più ospitale che potessi.
‘Ah, Jones. Tuo padre ha detto di dirti che dormirà nel letto sotto al tuo.’
‘Whaaat!?’ Dicemmo insieme io e Niall
‘Tuo padre mi ha detto..’
‘Ho capito cos’hai detto stupido!’
‘Non c’è alternativa’
‘Uhm.. Invece ci sarebbe’
‘Avanti spiega.’
‘Bhè.. Io mi prendo la tua camera e vai nella mia con Niall *tipregononmimordere*’
‘Potrebbe andare.’
‘Dici sul s-serio?’
‘Si, ma solo perché sei la mia sorellina’ Mi fece l’occhiolino.
Gli andai a dare un piccolo bacino sulla guancia. D’altronde, gli voglio bene.
Rimase sorpreso dal mio gesto, ma non esitò a dire niente.
Pranzammo velocemente con pollo e patatine fritte e ce ne stammo tutto il pomeriggio a guardare la tv.
‘Io mi vado a fare la doccia che sta sera devo uscire. Niall vieni anche tu?’
‘A fare la doccia?’
‘Ma no, scemo. Dicevo stasera ’.
‘Lui aveva già fatto dei pensieri..’ M’interruppe Harry.
Gli lanciai un cuscino.
‘Andiamo in discoteca’ continuai.
‘Oh, si. Mi farebbe molto piacere venire.’
Salii le scale di fretta, appoggiai i bracciali e la collana sulla scrivania in camera mia e andai in bagno.
‘Caspita, è proprio carino il biondo’ pensai.
Dopodichè mi infilai in doccia, velocemente.
*later*
Erano circa le nome meno un quarto e io ero quasi pronta per la serata.
Mi misi un vestitino abbastanza carino (simile a questo  http://www.dressim.com/images/dress/White-Black-Satin-Tulle-Ruche-Strapless-Neckline-Sleeveless-Short-Homecoming-Dress-SG0351.jpg) mi misi un filo di eyeliner, mi pettinai la mia chioma ribelle ed ero pronta, dovevo solo attendere Niall e potevamo andare.
Lo vidi scendere dalle scale, così presi la mia piccola borsetta appoggiata sul divano.
‘wow sei splendida’ Mi disse abbozzando un sorriso.
‘Questa cazzata la racconti a qualcun altro’ mi fece una smorfia e dopo continuai ‘dai che se nò arriviamo in ritardo!’
‘E a me non mi aspettate?’ Disse una voce dietro di noi.
Mi girai, e vidi una faccia sorridente da ebete e una foresta di ricci castani davanti a me.
‘Andiamo via, Niall’
‘Come vuoi’ Sorrise.
‘Hey Niall, non si abbandona un amico.’
‘Voi non siete amici’ Lo interruppi.
‘Allora neanche voi.’ Continuò lui.
‘Styles, vai dalle tue amichette.’
‘Adesso basta Jones’
‘No, anche Niall deve sapere di Emma, Linda..’
‘Smettila Alex.’ Mi corse in contro e mi mise una mano sulla bocca. Gli tirai un piccolo colpo in pancia, così da farlo allontanare.
‘Cos’è Styles, hai vergogna a far sapere che porti le ragazze a letto anche se la sottoscritta è presente?’
‘Alex..’
‘No, Harry. Niente Alex, considerami solo la figlia del compagno di tua madre e basta. E ora, se vuoi scusarci, io e Niall dobbiamo uscire.’
Mi allontanai da lui, presi Niall per mano e lo trascinai fuori dalla porta.                              
‘Senti Alex, scusami’
‘E per cosa?’
‘Per averti fatto litigare con Harry..’
‘Niall, guardami’ Gli tirai in su il mento, in modo da vedere la faccia. ‘Tu non hai fatto niente, è lui che è un malato’ Un sorriso apparse suo viso, come un raggio di sole dopo una tempesta.
Un silenzio inghiottì la piccola strada, che fu interrotto dal suono del mio cellulare. Era arrivato un messaggio, era El:
‘Aleex! Non posso passarti a prendere,  problemini con l’auto di mio padre. Sarà mia madre a portarmi, e sai che ha solo due posti. Scusami. El xx’
‘Tranquilla. Alex xx’ Le risposi.
Guardai Niall.
‘E ora che facciamo? Non abbiamo un passaggio e la discoteca è dall’altra parte di Londra.’ Dissi.
Si guardò in giro e poi ‘Quella è la macchina di Harry?’ Disse indicando un grande Range Rover nera.
‘Si, perché?’ Alzò il sopracciglio destro. ‘Oh, non ci pensare neanche.’
‘Adesso tu vai dentro e gli chiedi un passaggio.’
‘Non dopo quello che è successo prima.’
‘Vuoi andare in discoteca o no?’
‘Ti odio.’ Dissi incamminandomi verso la porta.
Entrai, ma mi levai i tacchi per non fare rumore e salii di fretta le scale e mi avvicinai alla porta di camera sua, in quel momento socchiusa.
Riuscii a sentire qualcuno, anzi qualcosa: una chitarra.
Dopo alcune note, si aggiunse una voce:
 
“The end of the night
We should say goodbye
But we carry on
While everyone’s gone
 
Never felt like this before
Are we friends or are we more?
As I’m walking towards the door
I’m not sure”
 
‘Non sapevo suonassi la chitarra’ Dissi appoggiando la mia spalla contro il bordo della porta.
‘Da quanto sei qui?’ Disse freddo, guardando il pavimento.
‘Scusami per la scenata di poco fa’  la mia voce divenne sempre più seria. ‘Non avrei dovuto dire di..’
‘No, Alex. E’ tutta colpa mia. Lo faccio solamente per sfogarmi, non pensavo che potesse farti stare male.’
‘Non devi pensare a me adesso, ma più al problema che hai con te stesso. Tranquillo, ci sono io qua, e sai che di me puoi fidarti’
  
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