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Autore: volevoessereununicorno    15/01/2013    3 recensioni
"È tutto perfetto, talmente perfetto da risultare mostruoso.
Talmente perfetto che Harry non ce la fa, vorrebbe solo strapparsi i vestiti di dosso e magari anche la pelle e quei maledetti ricci laccati, vorrebbe solo tornare alla sua vita di prima, quando non c’era niente di perfetto, ma era tutto vero."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ad Amy.


IT’S TOO COLD OUTSIDE 

FOR ANGELS TO FLY.





Harry si guarda i piedi, le costosissime scarpe di pelle che gli ha consigliato la sua stilista.
Si guarda le mani, morbide e perfettamente curate.
La sciarpa che ha al collo, il cappellino coordinato.
La giacca da 400 sterline, i jeans firmati.
Il viso pulito e luminoso, i capelli sistemati.
È tutto perfetto, talmente perfetto da risultare mostruoso.
Talmente perfetto che Harry non ce la fa, vorrebbe solo strapparsi i vestiti di dosso e magari anche la pelle e quei maledetti ricci laccati, vorrebbe solo tornare alla sua vita di prima, quando non c’era niente di perfetto, ma era tutto vero.
I sorrisi, l’affetto, i pensieri, le relazioni.
Quando nessuno gli preparava cosa rispondere alle interviste, quando poteva incontrarsi con chi gli pareva, quando poteva permettersi di avere giornate storte. 

Ma avrebbe potuto sopportare tutto, se avesse avuto lui al suo fianco.
Tutto.
Le interviste, i sorrisi forzati, i servizi fotografici, le giornate in studio, i rimproveri del management, le regole su cosa dire e cosa fare e con chi vedersi e con chi parlare.
Tutto.
Se solo avesse potuto avere lui ad aspettarlo a casa la sera.
Se solo avesse potuto concedersi cinque minuti, solo cinque, delle sue interminabili giornate per stare con lui.
Ma no, no, stiamo scherzando?!
Due RAGAZZI MASCHI innamorati?!
Farli baciare pubblicamente?!
No, no, no, non diciamo sciocchezze, non pensateci nemmeno.
Ai personaggi famosi, ai personaggi “pubblici”, non è concesso di fare scelte così ‘drastiche’.
Non è permesso loro di amare.
E questo Harry e Louis lo sanno fottutamente bene.
 
Quasi il pensiero di Louis gli fa venire le lacrime agli occhi, quasi gli fa venire voglia di rientrare in casa e farsi una doccia e ricominciare la solita routine come se niente fosse.
Ma poi il vento freddo gli asciuga gli occhi, e sente nella sua testa la voce di Marco, il suo manager: «Harry che cazzo fai lì?! Scendi subito! E torna dentro, che se ti raffreddi che facciamo?! Domani hai un’intervista, che cazzo racconto alla BBC se t’ammali? E con la voce come la mettiamo?! Non fare il ragazzino, non fare la primadonna! Vai dentro subito e fai qualche esercizio che..»
La sente, la sente così reale perché è la stessa voce che gli rompe i coglioni ogni giorno, è la stessa voce che scandisce le sue giornate deliranti.
La sente talmente tanto forte e reale che vorrebbe urlare, o vomitare, o buttarsi.
Buttarsi.
Forse volare.
E poi?
Poi niente.
Niente finti sorrisi, niente Louis e Eleanor, niente interviste, niente nuovi album da lanciare, niente tour da fare sempre di corsa, niente.
Niente stiliste o truccatrici o insegnanti di canto.
Niente.
Solo la pace.
E il silenzio, che tanto gli manca.
Forse la sua famiglia, e le fan ne soffrirebbero, anzi sicuramente, ma che importa?
Per una volta, Harry sente di voler essere egoista.
Sente che quello che vuole lui è più importante di quello che potrebbe dire o fare o pensare la gente, i media, le fan.
È sua, quella vita è solo sua, e nessuno sembra capirlo.
Sono arrivati a dirgli che marca di boxer deve indossare, per fare pubblicità e avere altri soldi, altri contratti, altri obblighi.
Basta.
Basta, lui vuole solo la pace.
E finalmente sa come averla.
 
E proprio nell’istante in cui decide di lasciarsi cadere dal quel maledetto balcone di quello stramaledettissimo attico, sul balcone irrompe proprio Louis, che urla: «Come cazzo ti viene in mente di non rispondermi al telefono per due ore e poi perché la porta era ap-»
Si blocca quando capisce che Harry è in piedi sullo stretto cornicione al di là della ringhiera.
Si blocca quando capisce perché Harry è in piedi sullo stretto cornicione al di là della ringhiera.
E inorridisce e vorrebbe urlare e piangere e dire qualcosa che cambi tutto o buttarsi con lui ma non riesce a fare niente di tutto ciò.
È un istante, Harry lo guarda e singhiozza: «Ti amo, Lou, e mi dispiace.» prima di lasciarsi cadere come una foglia che si stacchi dal suo albero all’arrivo dell’autunno.
Louis impazzisce, pensa sconnessamente che ora Harry tornerà su perché un angelo lo prenderà prima che sia troppo tardi, prima che accada l’inconcepibile.
Lui da piccolo ci credeva agli angeli, ci credeva davvero, perché non dovrebbero aiutarlo ora?
 
Ma stasera fa freddo qui fuori, troppo freddo perché gli angeli possano volare.








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Okay, io sto cominciando ad avere dei dubbi sulla mia sanità mentale.
Chiedo venia per l'orrore pubblicato ma non pubblico da troppo tempo ed ero in "astinenza" e questa cosa mi è uscita di getto.
Mi scuso per l'uso delle parolacce ma trovavo che rendessero meglio la situazione di disperazione e confusione che ho immaginato in Harry.
Ovviamente questo non significa che io spero che Harry si suicidi e blablabla mi pare palese.
Il titolo, nonché la frase finale che ne é praticamente la traduzione, è ovviamente preso da "The A-Team" del roscio poeta Ed Sheeran.
Detto ciò mi ritiro, pace&amore&larry a tutti

ps: RECENSITE, anche solo per consigliarmi una clinica psichiatrica se volete, ma recensite, vi prego.

   
 
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