16/01/2013
3 recensioniDisclaimer: Bruce Wayne, Selina Kyle e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell’autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo: un cavo al di sopra di un abisso."
- Friedrich Nietzsche -
Spirale
Plotch.
È solo una goccia, Selina, solo una.
Plotch.
Una bolla di sangue e saliva si apre sulle sue labbra, il pugno di Bane una macchia sfocata e implacabile.
Plotch.
Basta. Per favore, basta.
Si spezza e cade il pipistrello, davanti ai tuoi occhi una bocca che è solo una voragine catramosa.
Smettila.
Sono dita umide di sudore quelle che ti scorrono sulla schiena, giù per gola un fiotto acido e densissimo.
Si voltano tutte quelle marionette, oscene figure senza volto.
Sto impazzendo.
Hanno una chiostra di denti affilati ed emettono uno strano suono, quasi una spirale nauseante e angosciante, il dondolio sincopato d'una bambina crudele su di un'altalena di viscere ed ossa.
Mi viene da vomitare.
L'impiantito trema e Bane si sposta, sfiorandoti con lo sguardo.
È senza identità Bane, una massa di muscoli e violenza che ti annichilisce.
Cosa ho fatto?
Primo colpo: la maschera si incrina.
Secondo colpo: la maschera si rompe.
Terzo colpo: la maschera cade.
Cosa ho fatto?
"Signor. Wayne."
No.
È un'esplosione interna quella con cui squarci il velo che ti separa dalla realtà.
Ti sembra d'aprirti come un fiore sgualcito, le costole petali distorti e il cuore un grumo pulsante e viscido.
Devo vomitare.
Diventa una scia squallida e nerastra Bruce Wayne, un coagulo di pelle e kevlar bagnato dal dolore e dall'umiliazione.
Lo vedi - lo senti - essere trascinato via, un'arteria sfilata a forza dal tuo petto.
Fa male.
È l'altro capo d'uno strano filo il pipistrello, qualcosa che ti spreme il respiro fino all'ultima goccia.
Te lo senti tirare nella carne, la punta d'un rostro che dilania senza pietà alcuna.
Vai via. Vai Selina, vai!
Storni lo sguardo dalla fogne e lo alzi al cielo, tra stelle morte e nembi sfibrati.
C'è la nebbia e Gotham pare un essere mostruoso e deforme.
Sono fuori? Come?
È una domanda stupida, perché se prestassi più attenzione ti accorgeresti di stare ancora correndo tra le strade d'una città di carne e acciaio.
"Stai commettendo un grosso errore, Selina."
Espiri violentemente e ti risveglia dal torpore il cozzo dei denti tra loro.
Spalanchi gli occhi.
Sono a casa.
C'è silenzio.
C'è il vuoto compresso prima della deflagrazione, il nulla prima del baratro.
L'esangue respiro che divide la vita dalla morte.
Il bagno. Mi serve il bagno.
Socchiudi la porta alle tue spalle e ti fissi nello specchio, artigliando il bordo del lavandino.
Cos'è?
Una macchia; un puntolino rossastro.
Cos'è?
Lo raccogli e te lo porti alle labbra, percependone il sapore ferroso e dolciastro.
Sangue. Il suo sangue.
Alzi gli occhi, cercandoti nella superficie liscia e trovando solo...
Dove sono?
Non ci sei, Selina.
Dove diavolo sono?
Le nocche frantumano il vetro dello specchio, a terra lame taglienti e cieche.
Dove sono?
Ti sembra quasi di urlarlo questa volta, cadendo al suolo e tremando tutta, fin quasi diventare una massa liquida e informe.
Dove sono? singhiozzi tra un conato e l'altro Dove sono?
Qui. mormora la sua voce. Con me.
E l'abisso ti ha appena inghiottito.