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Autore: Scarlet Jaeger    16/01/2013    2 recensioni
"-Se questo può aiutarti a stare bene, sono disposto a rifarlo. Per sempre.-"
"-Se questo vorrebbe dire vivere al tuo fianco, rifallo allora, per altre mille volte!-"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Degel, Scorpion Kardia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fire and Ice Ben trovati a tutti *-* Sono di nuovo qua con una delle mie One-Short in prima persona ehehe quest'oggi la dedico a Kardia e Degel in una Au *-* Vedendo l'immagine che ho postato sotto il titolo, mi è venuta di getto l'ispirazione alla due di notte! Mi scuso subito qualora la troverete di poco gusto, poco originale etc, ma l'ho scritta appositamente per dedicarla a due persone. Buona lettura!
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Fire and Ice

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1700.
Ricordo ancora il giorno del mio compleanno. Qualche giorno prima venni a sapere della grave malattia di cui ero affetto, ma non so per quale motivo, risi solamente. Ero sicuro che sarei comunque andato avanti, così come avevo sempre fatto fino a quel momento.
Ero l'erede di una grande casata, ed ero figlio unico. Vedevo tutti disperarsi a palazzo, e ridevo sotto i baffi per quelle strane e buffe espressioni che mi riservavano ogni volta che passavo di fronte a loro e li salutavo allegramente. La maggior parte del mio tempo, la passavo nel giardino, sotto il melo. Giorno per giorno, mi sedevo all'ombra del grande albero (che mi aveva tenuto compagnia sin da piccolo) e staccavo una mela rossa, mordendola proprio nel centro assaporando la dolce e succosa polpa. Preferivo stare così, senza nè studiare, nè prendere lezioni di bon ton: erano troppo noiose per i miei gusti. Avrei compiuto diciotto anni ed i miei genitori cercavano di affibbiarmi una ragazza di nobile famiglia da sposare, per dare un erede che avrebbe preso il mio posto dopo la morte. Ridevo solamente, quando me lo dicevano con quei musi lunghi; rispondevo sempre con una beffarda risata dicendo: "mi godrò solamente a pieno quel poco che mi rimane". Erano comunque in tempo ad avere un altro figlio, sarei passato volentieri nel dimenticatoio. Le donne non mi interessavano, preferivo starmente per i fatti miei.
Il giorno del mio compleanno, detti una festa; volevo che fosse la più bella di tutte quelle passate e di tutte quelle degli altri nobili ragazzi come me.
Mi regalarono un costosissimo completo viola, compreso di maschera e guanti. Buffo, mi dissi. Capii poco dopo a cosa sarebbe servito. Ero stato invitato ad una festa in maschera.
Gli organizzatori di quella manifestazione non li conoscevo di persona, era comunque una rinomata famiglia del nord. Ricordo che, per raggiungere quel paese perennemente coperto di neve, ci volle un sacco di tempo.
Non ero intusiasta, a dire la verità. Capirete sicuramente quello che mi sarebbe piaciuto fare, se mi avessero lasciato a casa con i soli servitori. Purtroppo, anche ad una persona importante come me, vengono dati degli ordini. Non potei purtroppo rifiutare il volere del duca e della duchessa (i miei genitori).
Quando entrai in quel salone, indossavo il completo e quando posi la maschera argentata sugli occhi, cercai di visualizzare gli invitati.
Le donne erano tutte vestite di abiti vistosi e agghindate di ogni gioiello, se poi vogliamo parlare delle strane maschere che portavano sul volto. Gli uomini erano vestiti quasi tutti uguali, contraddistinti da poca originarietà.
Rimasi un po' in disparte, verso il tavolo del buffet, ornato di ogni specialità culinaria del luogo; continuavo a farmi gli affari miei, anche dopo che i miei genitori si persero in svenevoli chiacchere politiche con i padroni di casa. Meglio così, non avevo proprio voglia di ascoltare quel dannato cicaleccio di cose poco interessanti. Non mi interessava il mondo sotto quel lato, mi interessava viverlo viaggiando, ma con la mia malattia mi era ahimè impossibile.
Sospirai, lasciando quello spazio chiuso (anche se vasto) e mi diressi nel giardino.
La temperatura era troppo fredda rispetto a quella con cui ero abituato nelle mie regioni, ma mi strinsi nella giacca viola. Il panciotto evitava l'entrata del ventarello gelido, che scompigliava i miei capelli blu.
Mi  sedetti sotto un albero poco distante, di fronte ad una lussuosa fontana. L'acqua al suo interno era gelata, potevo specchiamici ed infatti lo feci, quando ci passai accanto; addrizzai la maschera argentea posizionandola dritta sopra il naso, sistemai  lo zaffiro che bloccava l'ornamento al mio collo ed abbottonai meglio la giacca. Tirai infine meglio i guanti e ravvivai i capelli. Ero perfetto. Sorridendo, mi sedetti  sotto l'albero.
Chiusi gli occhi, ascoltando la musica che lieve fuoriusciva dalla villa, cantilenando a bocca chiusa quell'allegro motivetto. Poco dopo, mi accorsi di essere osservato.
Aprìì gli occhi, curioso, di fronte a me trovai un ragazzo di circa la mia età; era seduto sul ciglio della fontana ed indossava un completo molto simile al mio che però era di colore blu. Dal topazio incastonato nel collo della giacca, partiva un lungo mantello bianco. Il volto era coperto da una lavorata maschera dorata, mentre gli occhi blu come lo zaffiro che mi era proprio, erano fissi nei miei. Non c'era segno di un sorriso sulle labbra, tuttavia la sua espressione non era rude, solo curiosa. Era bello, bello da morire con quei capelli di una tonalità verde che ricordavano lo profonde acque del mare.
Rimanemmo a fissarci negli occhi per qualche secondo, senza dire una parola. Ci scrutavamo così, silenziosi, in mezzo a tutto quel bianco.
La leggera brezza che precedette la neve, cullava i suoi lunghi capelli di seta e faceva arrivare i miei sulla punta delle ciglia.
Il magico momento, fu spezzato dal mio starnuto.
-Ti prenderai un raffreddore, se continuerai a startene qua fuori.-Mi disse queste parole, fredde come il ghiaccio su cui era seduto. Non mi colpirono poi più di tanto, risposi solamente con un sorriso e lui sbuffò.
-Tanto dovrò morire, prima o poi. La mia malattina non mi permetterà di vivere ancora per molto.-Alzai le spalle, portando le mani dietro la testa appoggiandole al tronco dell'albero. Lo fissavo divertito, chiaro segno che non mi importava nulla del mio destino. Lo vidi avvampare.
-Mi dispiace.-Si scusò, abbassando gli occhi a terra. Risi, risi divertito nel vederlo così vulnerabile; insomma, dovevo essere io quello triste, invece si mise nei miei panni. Assurdo.
-A me no.. Ho tutto quello che mi serve: una famiglia, una bella casa, sangue nobile. Mi manca solo una cura, ma purtroppo, non posso avere tutto dalla vita.-
-Abbiamo degli ottimi medici, in Siberia.-Provò a dire, addolcendo un po' la voce.
-Dici? Bè, farò finta che sia vero.-Ridacchiai.-Non hanno ancora trovato una cura, al surriscaldamento del cuore. Sarò l'unico, a soffrirne.-
Lui si alzò dal suo posto e si inghinocciò di fronte a me. Avvampai per quel gesto, sentivo il suo fiato caldo raggungere le mie labbra, che morsi quasi fino a sentire il sangue.
Posizionò la sua mano fredda sopra la mia giacca, all'altezza del cuore; lo sentii battere come un tamburo, quasi volesse uscire fuori.
-Se fai così, non mi aiuti per niente. Devi spegnerlo l'incendio, non alimentarlo. Il mio cuore è simile ad un incendio, ed il mio corpo ne subisce le conseguenze.-Proferii in un filo di voce. Mi sentii avvampare e sentii caldo in tutto il corpo; quel caldo che fino a quel momento sentivo ardere solo nel cuore, adesso aveva preso tutto me stesso. Cosa mi stava succedendo?
-Tu sei fuoco, io sono ghiaccio. Il ghiaccio spegne il fuoco.-
Mi prese alla sprovvista in effetti, anche quando mi strinse fra le sue braccia, in un gelido abbraccio.
Rimanemmo così per un po', mentre sentivo il mio cuore ed il mio corpo tornare a temperatura normale. Stavo meglio, decisamente meglio.
Quando se ne accorse anche lui, impacciato lasciò il mio petto. Distogliemmo lo sguardo l'uno dall'altro, troppo imbarazzati per sostenerlo.
-Gra..grazie.-Gli dissi, doveroso.
-Figurati. Comunque piacere, mi chiamo Degel. E tu?-
-Kardia.-Gli risposi, prendendo nel caldo tocco della mia mano la sua, fredda come un pezzo di ghiaccio.
-Come mai se qua fuori e non con gli altri? I tuoi genitori ti staranno cercando.-Chiesi, curioso. Lui sorrise, per la prima volta.
-Questa casa è mia, dubito che mi daranno per disperso.-
-Tua? Quindi la famiglia che ci ha invitato, è la tua?-Chiesi, meravigliato.
-Si, oggi è il mio compleanno. I nostri padri, grazie agli affari, si conoscono da molto tempo.-
-Ecco perchè. Sembra proprio un gioco del destino. Al mio compleanno, hanno regalato questo completo; al tuo, l'ho indossato. Non è buffo?-Risi, ma lui alzò un sopracciglio in segno di non aver capito.
-Nulla, lascia stare.-
Mi alzai in piedi di scatto e lui mi guardò interrogativo; gli porsi la mano subito dopo, ma lui la guarò ancora più confuso.
-Ti va di ballare? Consideralo un regalo di compleanno e..un ringraziamento per aver tenuto a bada il mio cuore.-
Lui sorrise, contraccambiando la stretta, facendosi alzare.
-Se questo può aiutarti a stare bene, sono disposto a rifarlo. Per sempre.-
-Se questo vorrebbe dire vivere al tuo fianco, rifallo allora, per altre mille volte!-
Pronunciai questa frase vicino al suo orecchio, lasciando che il mio caldo alito lo sfiorasse. Lo sentii sussultare, mentre con un braccio lo afferrai dietro la schiena.
Ci lasciammo andare in un ballo, cullati dalla neve che imperterrita continuava a scendere, e da quel gelo che, finalmente, contrastava quella incurabile malattia.

Capii quello stesso giorno, il perchè della nostra visita. Il padre di Degel aveva trovato una cura alla mia malattia.
Il perenne gelo Siberiano, avrebbe contrastato la surriscaldazione totale del mio cuore. Quello stesso bollente organo, che aveva raffreddato Degel con il suo amore.
Fine



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Ed eccomi qua, sempre a scrivere XD Bene, spero vi sia piaciuta e come ho detto prima è dedicata a due persone:
La prima persona a cui la dedico, è la mia tesora (che non mi stanco mai di ripetere) Sagitter No Tania.
Ho visto quanto è ataccata a questo personaggio, lo Scorpione, e vedendo questa immagine (tra le sue, ovviamente) ho voluto regalarle questa fic!
*-* Spero di essere riuscita a donarti una buona lettura!
La seconda persona, anche se non la conosco direttamente, è Luana Degel Chan. Vedendo le ruolate che fanno con questi due personaggi, mi è venuto spontaneo dedicare Degel proprio a lei^^ (spero non mi odierai eheh)
Detto questo ringrazio in anticipo tutti i lettori! Un bacio!
  
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