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Autore: Zomi    16/01/2013    5 recensioni
La navata era ricoperta di candidi gigli bianchi.
I piccoli petali di color neve scivolavano lenti sotto il leggiadro passo di lei, abbellendo la sua camminata tranquilla fino all’altare.
La lunga gonna bianca era strascicata con calma, mentre raccoglieva tra le sue pieghe i fragili fiori, avanzando con celestiale eleganza.
“Lei è sempre elegante” si ritrovò a pensare Nami, reggendo il suo bouquet di candide rose bianche.
Sorrise tristemente osservando Robin, sorridente e radiosa nel suo abito da sposa, avanzare verso di lei.
Sospirò pesantemente.
Sbagliato, non avanzava verso di lei, ma verso di lui...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DREAM & RING

 
 
La navata era ricoperta di candidi gigli bianchi.
I piccoli petali di color neve scivolavano lenti sotto il leggiadro passo di lei, abbellendo la sua camminata tranquilla fino all’altare.
La lunga gonna bianca era strascicata con calma, mentre raccoglieva tra le sue pieghe i fragili fiori, avanzando con celestiale eleganza.
“Lei è sempre elegante” si ritrovò a pensare Nami, reggendo il suo bouquet di candide rose bianche.
Sorrise tristemente osservando Robin, sorridente e radiosa nel suo abito da sposa, avanzare verso di lei.
Sospirò pesantemente.
Sbagliato, non avanzava verso di lei, ma verso di lui.
Già, lui.
Alzo lo sguardo di nocciola di fronte a se, osservandolo in quel fine completo blu notte che tanto risaltava lo splendido nero del suo occhio. Non lo aveva mai visto così bello, così dannatamente affascinante. Le pieghe dell’abito sembravano cadere con grazia sui suoi muscoli, donandogli un’aria educata e seducente, come sempre lo era agli occhi della rossa.
Sorrideva, non il solito ghigno, ma proprio un bel sorriso splendente, da vero… innamorato?
“Si…” sospirò ancora “… innamorato, ma non di te mia cara Nami, non di te… di lei…”
Tornò a fissare la sua sorellona avvicinarsi a loro, camminando sulle note della tipica marcia nuziale, che allietava l’attesa solenne e magistrale della donna all’altare.
Nami avrebbe voluto sprofondare nelle cavità più profonde degli oceani, piuttosto di essere lì, piuttosto di fare da testimone alla sua migliore amica e all’uomo di cui era da sempre innamorata: Zoro.
Lo guardò, chiedendosi perchè avesse scelto lei: era più bella? Intelligente? Simpatica? Formosa? O più semplicemente perchè non una mocciosa schiavista e avara?
Non lo sapeva…
Robin raggiunse lo spadaccino e, presa sotto braccio dalla possente mole di lui, la cerimonia iniziò. Nami non riusciva ad alzare gli occhi verso il celebrante, incapace di controllarsi se avesse anche solo osato alzare lo sguardo sulla coppia di sposi.
Sarebbe scoppiata a piangere, ad urlare e pregare ogni Kami esistente di dividerli e mandare all’aria tutta quella pagliacciata.
Ma voleva troppo bene a Robin per rovinare il suo giorno più bello.
-… se qualcuno tra i presenti è contrario all’unione, parli ora o taccia per sempre…- vociò solenne il parroco, richiamando l’attenzione della navigatrice.
Parlare?
Lei voleva urlare, e il suo cuore spezzato lo stava già facendo, rubandole ogni singolo respiro e battito, gridando con dolore e rabbia un grandissimo…
 
 
-… NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Si svegliò di soprasalto, sudata da capo a piedi, col cuore che le palpitava nel cervello, da tempia a tempia.
Ansimò con fatica, asciugandosi il sudore dalla fronte, imperlata da tante piccole goccioline fredde.
-Un sogno…- mormorò tra se e se, guardandosi attorno e notando Robin beatamente addormentata nel suo letto -… un sogno… era tutto un sogno…-
Deglutì boccheggiando, incapace di fermare il battito impazzito del suo cuore.
Si strinse le mani al petto, ansimando.
Cavolo, che sogno orribile!!!
Si sventolò una mano sul collo, cercando di refrigerarsi, ma il sudore che le imperlava la pelle non cessava di bruciarle su tutto il corpo, richiedendo ben altri rimedi per tranquillizzarsi.
Silenziosa, si alzò lentamente dal letto, avviandosi verso la cucina, certa che un buon bicchiere di rhum l’avrebbe calmata, e anche, perché no, per festeggiare il matrimonio sventato.
Uscì muta dalla sua cabina, in dosso solo la leggera canotta bianche che usava come pigiama e che le copriva a mala pena l’intimo celeste che indossava, zampettando veloce nel corridoio.
Con passo felino, raggiunse la cucina, dandosi per tutto il tragitto della stupida per quel dannatissimo sogno. Come poteva anche solo venirle in mente che la sua adorata sorellona, e quel buzzurro senza cervello, volessero convolare a nozze?!?
Era impossibile!!!
Non certo perché Robin fosse una brutta donna, anzi era una delle più belle sulla Rotta Maggiore, e nemmeno perché il cavernicolo spadaccino fosse altrettanto di brutto aspetto, ma quanto perché l’archeologa sapeva bene quanto la rossa tenesse al samurai e mai e poi mai glielo avrebbe sottratto.
Figuriamoci poi sposarlo… non era mica così disperata!!!!
-Sciocca…- si disse Nami, scrollando il capo ed entrando in cucina.
Drizzò le spalle, che aveva tenuto leggermente incurvate in avanti per tutto il tragitto,“abitudine professionale” si potrebbe averla chiamata, notando che una lieve candela illuminava la stanza e che già qualcuno vi era dentro.
-E tu che fai qui?- chiese stupita a Zoro, chiudendosi la porta alle spalle.
Il verde alzò un sopracciglio sorpreso, vedendosi la cartografa, ben poco vestita, in cucina. Sembrava apparsa dal nulla, ed era certo di non aver avvertito nessun rumore di passi avvicinarsi alla stanza.
Chiuse l’anta del frigo che reggeva, incrociando le braccia al petto nudo. Quella mocciosa a volte fregava perfino i suoi sensi più sviluppati.
-Tu che fai qui?- borbottò scrutandola serio.
Nami alzò le spalle, sedendosi sul lato del bancone che dava verso il tavolo da pranzo, posano i gomiti sul ripiano e iniziando ad arricciarsi una ciocca di capelli spioventi sulla fronte.
-Non riesco a dormire…- alzò le spalle generica -… e comunque te l’avevo chiesto prima io… che fai sveglio?!?-
Lo spadaccino mugugnò scontroso, tornando a rovistare nella dispensa della nave.
-Idem… diciamo…-
-Come “diciamo”?- si sporse sul bancone lei, allungando il collo fino a poter vedere il compagno con la testa infossata dentro la dispensa.
Si leccò i baffi, la Gatta Ladra, a vedere quel ben di Dio di ragazzo, con solo un paio di bermuda neri in dosso, dimenare il suo sensuale lato B proprio davanti ai suoi occhi.
“Gran bel paesaggio” ridacchiò, puntellandosi il capo con una mano.
-Ufff… ma dove sono finiti i liquori?!?- ringhiò il verde, alzandosi dalle ante e guardandosi attorno ringhiando, cercando una qualsiasi forma di indicazione per l’armadietto degli alcolici.
-Mi sa che sono finiti…- ebbe presente improvvisamente la rossa, ricordandosi dell’immensa festa avvenuta pochi gironi prima sulla Sunny, e di quanto Saké e Rhum fossero stati bevuti.
-Come finiti?!?- puntò le mani sui fianchi il verde, ruotando il viso verso la compagna, ma dandole comunque le spalle.
-Sai pochi giorni fa… la festa…- gli diede qualche indizio, arricciandosi malandrina una ciocca di capelli.
-Uhm… il compleanno di Usop?!?- si grattò il capo lui, rimembrando nel suo striminzito cranio, un qualche rito importante in cui aveva potuto bere senza pietà.
-Esatto buzzurro… vedo che a volte lo usi quel tuo piccolo cervello…- ridacchiò Nami, molleggiando sullo sgabello in cui sedeva.
-Simpatica come sempre eh…- sbuffò il verde, torcendo le labbra e inchinandosi di nuovo sulla dispensa.
-Comunque non mi hai risposto…- lo punzecchiò la navigatrice, facendo dondolare le sue sinuose gambe su un lato dello  sgabello, sgambettando contro l’esile bordo della sua canotta.
-A che ti riferisci?- risuonò piatta e lontana la voce del ragazzo, la cui testa era completamente immersa tra le varie scatole di biscotti e cereali della credenza.
-Al perchè sei sveglio…-
-Te l’ho detto: non riesco a dormire…-
-E…?- lo spronò a continuare, vogliosa di parlargli ma anche di sapere il motivo del suo girovagare notturno per la cucina.
Di solito, dopo gli allenamenti serali, il buzzurro cadeva nella sua branda stanco morto, addormentandosi di sasso e iniziando a russare con suoni rochi e spaventosi.
Lei lo sapeva bene.
Ogni notte era cullata dal costante e ritmico cigolio dei pesi, alzati e abbassati innumerevoli volte, dallo spadaccino, che la guidavano fra le braccia di Morfeo, addormentandola dolcemente, nonostante la distanza che separava la palestra di lui dalla sua cabina. Quando essi cessavano, con la fine dell’allenamento del ragazzo, Nami si svegliava di botto, tendendo l’orecchio nel cercare ancora il ferroso suono del guerriero, aspettando di ritrovarlo, incapace di chiudere occhio senza di esso. Sentiva poi i suoi passi avanzare lenti nel corridoio della zona notte, oltrepassando la sua stanza e andando oltre, verso il dormitorio maschile, strusciandosi lenti e pesanti sul pavimento in legno.
Le bastava quello, quel lento e pigro passo maschile bisognoso di riposo, per riaddormentarsi e tornare nei suoi rosei sogni, sorridente nel saperlo al caldo e al sicuro della sua amaca.
Tamburellò i suoi diafani polpastrelli sul bancone in legno, osservandolo alzarsi dalla dispensa impugnando una scatola non ben definita di cereali.
-… crunch… e…- mugugnò Zoro, sedendosi alla sinistra di lei, rimpinzandosi dei fiocchi di mais -…chomp… non sono affari tuoi…-
-Umpf… cavernicolo…- sbuffò la ragazza, storcendo il naso.
-Tu piuttosto… non dovresti essere bell’addormentata nel tuo lettuccio, abbracciata al tuo orsacchiotto da mocciosa? A quest’ora dovresti già sognare il tuo cavalleresco principe azzurro…- infossò la grande mano bronzea nella scatola di cereali.
-Idiota…- gli tirò la lingua, negandogli lo sguardo, puntandolo alla piccola candela che traballava accanto a loro.
Zoro sghignazzò divertito, ingoiando un’altra manciata di cereali.
Adorava irritarla, vederla aggrottare la fronte in  piccole rughette e infossare gli occhi offesa, mentre gonfiava le guance di rabbia e storceva le labbra in un’adorabile musetto da mocciosa.
Era bella Nami, lo doveva ammettere, soprattutto quando s’imbronciava con lui, per quei loro stupidi battibecchi, o quando gli sorrideva, allargando le labbra in un magnifico sorriso illuminato dal chiarore dei suoi occhi.
Forse, lo spadaccino, la preferiva veder sorridere, che crucciarsi con lui.
Forse però, perchè il gusto di punzecchiarla era maggiore ad ogni altra cosa.
Se poi lei se ne stava lì, poco distante da lui, e con quella misera canottiera semi trasparente addosso, bhè, allora il piacere aumentava ancor di più…
-Incubi?- buttò lì svogliatamente, per continuare la conversazione.
-… mmhh…- mugugnò lei, continuando ad ignorarlo con gli occhi.
Il verde alzò un sopracciglio.
-Aarlong?-
-Macchè…- sbuffò la rossa, fissandolo improvvisamente negli occhi sorridente -… quello non lo sogno più da tempo…-
Il ragazzo ghignò, compiaciuto di quella novità.
-Allora che hai sognato, di così orribile, da farti perdere il sonno?- sballottò la scatola di cereali, fissandone il contenuto.
-Una cavolata…- sorrise lei, osservandolo mangiucchiare alcuni fiocchi.
Aggrottò le sopracciglia, fissando la scatola.
-Ma quelli non sono i cerali preferita da Sanji?- chiese indicandoli.
-Si… e stanno per finire…- agguantò una manciata di croccanti, buttandoseli tra le ganasce.
-Domani mattina ti ucciderà, se glieli finisci…- lo avvertì, certa che la scelta di quel spuntino di mezzanotte improvvisato non fosse caduta a caso sull’alimento preferito dal biondo cuoco.
-Umpf… che ci provi… e tu non cambiare discorso...- la fissò severo -... che hai sognato di così terrificante? La fine dei saldi in anticipo?!? La messa al bando dei tacchi?!? Il divieto di indossare minigonne più corte di 30 centimetri?!?-
-Toh, non mi ero accorta di essere finita alla fiera della simpatia…- si guardò attorno ironica Nami, puntandosi i pugni sui fianchi.
Zoro sghignazzò, sputacchiando su tutto il bancone i resti dei cereali.
-Dai mocciosa… che hai sognato?-
Nami sbuffò, messa alle strette, abbassando lo sguardo alle venature dorate del ripiano, che iniziò a disegnare con la punta di un dito. Si puntellò la testa con la mano libera, lasciando che i capelli le piovessero davanti agli occhi, nascondendo il rossore delle sue guance.
Era imbarazzante rivelare, all’uomo di cui era follemente innamorata, di aver avuto il terribile incubo del suo matrimonio: praticamente era come dichiarasi a lui!!!
Storse le labbra, restia a parlare.
-Mmmhhh… perché non me lo dici prima tu, il perchè della tua insonnia?- tentò di deviare la conversazione.
-Perché te l’ho chiesto prima io…- la canzonò lui, ghignandole in faccia.
Nami sbuffò, arrendendosi alla sua curiosità.
-Ho sognato un matrimonio…- si limitò a confessare.
-Uhm… capisco… tu che ti sposi in effetti è una gran brutta immagine…- mugugnò a bocca piena Zoro.
-Cretino!!!- lo colpì con un pungo sulla testa –Non era mio il matrimonio!!!-
-Di chi allora?- sbottò confuso.
-Di… di… di Robin…- sussurrò, sentendosi le guance imporporarsi ardentemente.
-A-ah…- annuì atono lui, perdendo tutto l’interesse alla discussione. E che gliene fregava del matrimonio di Robin a lui? Era già un sollievo che non si trattasse del matrimonio della mocciosa con chissà chi, e a lui bastava…
-… con te…- concluse con un sospiro la rossa, tornando a disegnare le venature della tavola.
Tutti i cereali che stava masticando il povero spadaccino, gli andarono di traverso, rimbalzando rudemente contro la sua epiglottide, tentando di soffocarlo.
-COUGH, COUGH, COUGH!!!!- tossiva battendosi il petto Zoro, in piedi nel mezzo della stanza tentando di respirare, sotto lo sguardo disgustato di Nami, schifata da tutti gli spruzzi di saliva e resti di cereali che sputacchiava per la cucina.
-Per la miseria, buzzurro: e cerca di mangiare con un po’ di creanza!!!!- mosse una mano in sua direzione, ammonendolo severa.
-COUGH, COUGH… IO E ROBIN SPOSTAI?!?- ringhiò, riprendendo fiato, sgranando l’occhio buono fino a sbiancarlo –MA SEI IMPAZZITA?!?-
-Ufff… era solo un sogno…- sospirò spazientita, alzando gli occhi al cielo.
-Un sogno cretino!!!- tornò a sedersi sgraziatamente il verde, riafferrando veloce la scatola di cereali abbandonata sul ripiano.
–E poi perché ti ha tolto il sonno?- riprese a mangiare, fissandola curioso, sfoggiando un ghigno diabolico –Cos’è: sei gelosa…?!?-
Nami alzò di scatto gli occhi su di lui, fulminandolo con sguardo assassino.
Nessuno, nessuno poteva dirle di essere soggetta a gelosia, soprattutto lui. Figuriamoci, non riusciva ad ammetterlo con se stessa, come poteva permettere di essere addita a quel modo dall’oggetto della sua gelosia?!?
-Affatto!!!- affermò sicura di se, sfoderando il suo sorriso più fetente –Ero solo terrorizzata all’idea che la mia cara sorellona potesse condividere la sua intera esistenza con uno come te: una verza con le gambe e la testaccia dura e vuota!!!-
Zoro digrignò i denti, sbuffandole contro.
-Povera la mia sorellona…- continuò la rossa, incrociando le dita sotto al mento -… costretta a subirsi un ghiro formato gigante come marito, per di più poco sveglio…-
Una vena iniziò a pulsare rabbiosa sulla fronte di Zoro.
-… e per niente educato poi…-
-Meglio sposare Robin, che una mocciosa schiavista e isterica come te…- ringhiò il verde, soffiando col naso.
-Oh si, ti ci vedo proprio a passare il resto dei tuoi giorni tra biblioteche e siti archeologici…- sghignazzò sadica -… ti perderesti ogni due sassi…-
-Ah ah ah… mi sono dimenticato come si ride, altrimenti sarei già a terra a rotolandomi dalle risate…- si riempì la bocca con una manata di fiocchi di mais, grugnendo scomposto.
Nami ridacchiò, inclinando il viso sulla destra, permettendo a una cascata di ricci rossi di sfiorarle l’intero viso, donandole un’aria angelica e soave.
Zoro masticò con più calma i cereali che stava ingurgitando, spendendo qualche attimo per gustarsi meglio quella visione.
Si, Nami era bella , e lo era tanto.
-Tu, invece… che hai sognato?- lo fissò da dietro la cascata di ricci la navigatrice, interrogandolo sorridente.
-Chi ti dice che ho sognato qualcosa?- corrugò la fronte, preso sul fatto.
-Bhè, sei sveglio, stranamente cosciente…- contava sulle dita della mano lei, ridacchiando -… e ti stai abbuffando di cereali in assenza di alcol… qualcosa di brutto lo devi aver sognato di certo anche tu, per comportarti così…-
“Tento bella e tanto intelligente…” pensò scostante il verde, passandosi la lingua sui denti, a ripulirli da alcune briciole.
La fissò nei suoi grandi occhi nocciola, osservando le piccole pagliuzze dorate che scintillavano nell’iride caramello, effetto riflessivo della fiammella traballante della candela.
Come poteva mentire, o anche solo evitare di rispondere, a certi occhi così belli?!?
Storse le labbra, distogliendo lo sguardo.
-… matrimonio…- latrò.
Strano sogno ricorrente quella notte…
-Di chi?-
-Pufff… Rufy…- storse le labbra, disgustato ancora alla visione dell’amico, in giacca e cravatta, tutto sorridente ed eccitato davanti ad un altare ricoperto di fiori, mentre aspettava la sua bella.
-Rufy e chi? Tu?- lo canzonò fissandolo curiosa.
-Sarebbe stato meno spaventoso…- borbottò sottovoce tra se, rovistando nella scatola di cereali, cercandovene ancora.
-Allora?!? Io te l’ho detto con cui si sposava Robin…- lo strattonò per una spalla nuda.
-Umpf… con te…- s’ingozzò avidamente, soffocando il rossore che gli scaldava il viso.
Nami allargò gli occhi stupita, fissandolo senza parole.
Lei e Rufy?!?
Ma che idiozie andava dicendo quel buzzurro rincitrullito?!?
Che era impazzito?!? O meglio era…
-… geloso?- assottigliò lo sguardo, sorridendo lusingata.
-Per niente…- mentì spudoratamente e con scarsi risultati, arrossendo su tutto il viso -… mi terrorizza l’idea che il mio miglior amico venga condannato a passare tutta la sua vita con una mocciosa come te, obbligato a lavorare notte e giorno, sempre senza un berry perché spesi tutti in scarpe e vestiti femminili, e sfamato a pane e acqua…-
-Ehi!!! Così esageri!!!- s’imbronciò di nuovo lei.
-Già, hai ragione… solo acqua, piovana… così risparmi di più!!!- sghignazzò Zoro, ingozzandosi ancora.
Nami incrociò le braccia al petto poco coperto, gonfiando le guance offesa, e fulminandolo rabbiosa.
Eccola, quella meravigliosa faccina dalle guance gonfie e rosse che piaceva tanto allo spadaccino, le cui labbra incrociate lo tentavano tanto nell’essere aperte con un bacio.
-Sei un cavernicolo idiota!!!- lo rimbeccò, infossando gli occhi.
-Dico solo la verità…-
-Cretino!!!- gli mollò uno scappellotto, girandogli poi le spalle.
Il verde ghignò divertito, massaggiandosi la nuca arrossata.
Si divertiva troppo ad irritarla, punzecchiandola diabolicamente, ma ancor di più, gli piaceva far pace con lei riappacificandosi con 4 risate e un mezzo sorriso, proprio come due mocciosi di 5 anni.
-Scherzavo dai…- la spintonò con una spallata.
-Resti comunque un’idiota!!!- gli tirò una linguaccia, restando di spalle.
-Ufff…. Quanto sei permalosa mocciosa… che avrò detto mai?!?-
-Io non tratterei mai così mio marito!!!- lo informò ad alta voce, sottolineando la sua aria offesa.
-A no?!? Non lo spenneresti di tutti i suoi averi?!?- la fissò con sguardo sottile.
-Certo che no…- si girò a fissarlo.
-Ma se come minimo gli faresti vendere un rene per comparare solo l’anello di fidanzamento…- afferrò una buona manciata di cereali, buttandoseli in bocca.
-Se è quello giusto…- affermò seria, posando i gomiti sul tavolo e reggendosi il mento tra le mani -… i carati dell’anello non contano: ne basterebbe anche uno di plastica… sarebbe l’amore ad aggiungere il valore mancante…-
Zoro la fissò serio, appuntandosi quanto detto dalla ragazza.
Se era così, allora avrebbe risparmiato un sacco di soldi quando mai avrebbe trovato il coraggio di dichiararsi a lei e chiederle di sposarlo.
Restò zitto, raccogliendo gli ultimi croccanti della scatola, sbatacchiandola, con entrambe le mani, inclinandola su un lato e aggruppando i fiocchi.
Alzò nell’aria la scatola, sopra le sue fauci spalancate, ingoiando ogni briciola rimata sul fondo del contenitore, senza esclusione alcuna, nemmeno della sorpresina metallica nascosta tra i fiocchi, che ingoiò con tranquillità.
Almeno finché non gli finì in gola…
-COUGH, COUGH, COUGH!!!!!- si strozzò immediatamente Zoro, portandosi le mani al collo e stringendoselo con forza -GHHHH!!!!-
Nami lo fissò con un sopracciglio alzato, mento il compagno si dimenava sul suo sgabello, graffiandosi la trachea e diventando, attimo dopo attimo, più paonazzo.
-Buzzurro, ma quando imparerai a mangiare come si deve?- lo rimproverò con tono calmo, posando il mento sulla mano destra addossata al bancone.
-COUGH, COUGH, COUGH!!!! AIUT… GHHH… AIUTAM…- boccheggiava quello, stirando il collo verso l’alto.
-Ufff… devo sempre salvarti la pellaccia…- alzò gli occhi al cielo la rossa, sbuffando.
Con delicata violenza, gli mollò un potente pugno sulla schiena, costringendolo a incurvarsi in avanti e sputare, insieme a diversi cereali mangiucchiati e ricoperti di saliva, un piccolo arnese rotondo di metallo.
-ANF!!!!!!- rantolò Zoro, massaggiandosi la gola irritata.
-2500…- mormorò Nami, arricciandosi una ciocca di capelli con disivoltura.
-C-cosa?- la guardò di sfuggita il verde, non capendo a cosa alludeva.
-2500… i berry che ti addebito sul tuo conto per questo salvataggio…- spiegò candida.
-Arpia!!!!- ringhiò il verde, battendo i pugni sul ripiano –Sei veramente una vera e propria arp…-
Si bloccò, fissando l’oggettino luccicante che brillava sul bancone davanti ai suoi occhi.
Lo raccolse tra le dita, osservandolo con attenzione.
Era la sorpresa dei cereali, e cadeva proprio a fagiolo.
-Bhè, che sarei io?!?- attirò la sua attenzione la rossa, scalcinandolo lievemente con la punta del piede della gamba accavallata, mentre si reggeva il capo con la mano destra, lasciando quella mancina posata nel grembo.
Zoro la squadrò muto, rigirandosi l’oggetto tra le dita.
Se non era fortuna quella…
Agile, le si inginocchiò di fronte, afferrandole bruscamente la mano sinistra, obbligandola a incurvarsi verso di lui rudemente, mentre le infilava all’anulare il piccolo anellino di metallo che aveva quasi ingoiato.
-Ma che cavolo fa…?!?-
Le parole le si bloccarono in gola, quando posò gli occhi sull’anello, fine e delicato, che Zoro le aveva appena messo al dito.
Era semplice, in ferro e con disegnato un fine ricamo di onde e ghirigori delicati, di poco spessore, ma perfetto ai suoi occhi perché regalatole da lui.
Alzò di scatto lo sguardo sul suo, fissandolo allibita e senza parole, con la bocca spalancata ma muta.
-È per sempre… lo sia vero?- le disse roco, fissandola in volto.
Nami annuì, sorridendogli dolcemente.
Sfilò piano la mano dalle sue, accerchiandogli il viso e portandoselo vicino, fino a posare delicatamente le labbra sulle sue, e baciarlo castamente.
Pian piano le loro labbra si fusero tra loro, aprendosi e unendo i loro sapori e respiri, intensificando quel tenero bacio d’amore in qualcosa di più passionale e profano.
La lingua di Zoro sgusciò maliziosa tra le labbra di Nami, lambendola voglioso nella sua dolce bocca aromatizzata al mandarino, riempiendola del suo respiro salato e ferroso. La navigatrice ridacchiò, abbracciandolo per le spalle e avvicinandolo maggiormente, mordicchiandogli il labbro inferiore e succhiandoglielo sensuale, costringendolo ad alzarsi in piedi, dalla posizione chinata, e prendendola per la vita con trasporto, prendendola in braccio dal desiderio che gli scorreva nelle vene.
-Ti amo mocciosa…- la baciò passionale, stringendosela al petto.
-Anch’io buzzurro…- gli accarezzò il volto Nami, tornando a baciarlo con amore.
Si persero tra le loro labbra unite, baciandosi con foga e desiderio, alla fioca luce della candela traballante sul bancone.
Lentamente, Zoro s’incamminò verso la sala comune della nave, desideroso di potersi stendere su un divano e approfondire maggiormente quel nuovo legame con la navigatrice.
-Mmmhhh… Buzzurro…- lo richiamò lievemente lei, staccandosi dalle sue labbra.
-Si?- ghignò lui, tutt’orecchi per chissà quale dolce e romantica frase.
-Mmmhhh… che schifo!!!!- sbottò la rossa, strizzando gli occhi e storcendo il naso.
-Come che schifo?!?- s’offese lo spadaccino.
Che aveva fatto adesso?!? Non le piaceva il modo in cui la baciava?!?
-L’anello…- gli sventolò sotto il anso la mano guantata della sua promessa d’amore -È tutto lercio della tua saliva!!!! Che schifo!!!!-
Zoro alzò gli occhi al cielo, posando a terra la rossa.
-Mocciose: chi le capisce è bravo…- ironizzò.
-… chi le ama di più…- lo baciò con slancio lei, attirandolo a se e trascinandolo su un morbido e spazioso divano.

   
 
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