RICORDI DI SCUOLA
Storia di Gwillion
Censura Pt
PROLOGO - nei corridoi di Hogwarts -
Ginny Weasley camminava di fretta. Era carica di volumi e
chiaramente non stava guardando dove andava. L' impatto giunse presto, e fu
piuttosto violento. I libri caddero un po' da ogni parte. Due occhi grigi
fissarono freddamente quelli scuri di lei.
- Dovresti stare più attenta... o qualcuno potrebbe pensare che
hai ormai perso completamente dietro al tuo giovane eroe il poco cervello
toccatoti in eredità... - la voce del giovane era appena poco più di un
sussurro, eppure si udì distintamente per l' intero
corridoio - e anche se la parola eredità è forse sin troppo inusuale per te
credo che il significato complessivo delle mie parole dovrebbe esserti comunque
chiaro. -
La ragazzina guardò l' altro stizzita,
mentre lui la fissava sorridente, quasi a volerla sfidare a rispondere.
- Come battuta non è molto originale, sai?
-
Disse Ginny, poi si chinò a raccogliere i suoi libri, decisa ad
ignorare anche solo la presenza del giovane. Quest' ultimo aveva preso però uno
dei volumi caduti a terra. E non sembrava affatto
intenzionato a ridarglielo.
- E l' educazione Weasley, mi vieni
addosso come una furia e neanche ti degni di chiedermi scusa? D' altronde
comprendo che tua madre con quella turba di fratelli che ti ritrovi... ma anche
questa è una battuta banale, temo. O forse non è una
battuta, forse è la semplice verità. -
- Ti spiacerebbe ridarmi il mio libro? -
- A dire il vero sì. E poi ancora non
mi hai chiesto scusa. -
- Perché dovrei, dal momento che ti sei
piazzato in mezzo al corridoio proprio perché ci scontrassimo? -
- E' una menzogna. E non dovresti
accusare la gente senza prove, Virginia Weasley. -
In realtà non era affatto una menzogna. Ma
quello era un dettaglio del tutto marginale.
La giovane tornò a fissare l' altro.
Rossa in viso quasi quanto erano rossi i suoi capelli.
Era chiaro che si sentiva a disagio e questo poteva
solo far allargare il sorriso sul volto pallido del ragazzo.
- Ridammi il mio libro, Malfoy. -
- Oh, adesso passiamo agli insulti... -
- Non ti ho insultato. -
Mormorò l' altra e fece un passo
indietro, come smarrita.
- Come no, Malfoy... ovvero nel gergo dei tuoi pari... razzista,
imbroglione, baro, mago oscuro, assassino... devo
continuare? -
Fece il ragazzo terminando con un vago sorriso la sua breve
lista di epiteti ignominiosi.
- Stai facendo tutto tu. -
- Perché, - tornò a dire l' altro con
voce dolce - adesso vorresti forse negare che mi consideri una specie di...
mostro? -
- Forse sei tu che vuoi essere considerato tale. E no, non ti considero un mostro. Anche se
sembri ben avviato a diventarlo. -
- Ti porgo i miei ringraziamenti... - disse il giovane in un
vago inchino - ho un' eredità pesante e non è facile
essere all' altezza della fama di famiglia... ma per quanto affascinante temo
che la nostra discussione avrà presto termine. -
- Prego? -
Il ragazzo indicò con un cenno del capo verso una figuretta che
sgusciava via in direzione della torre di Grifondoro.
- Ecco, mi sembra che uno dei tuoi compagni di classe si stia premurando di andare ad avvertire i tuoi numerosi
fratelli o forse il loro eroico amico del pericolo che corri... presto
arriveranno in forze. In fin dei conti anche tu senti il peso della famiglia...
nemmeno puoi scegliere con chi parlare. O forse mi
sbaglio? -
- Lo decido io con chi parlo! - fece la ragazzina mordendosi un
labbro - Nessuno mi ha mai detto chi devo o non devo frequentare. E tu stai confondendo gli usi della mia famiglia con la tua.
-
- Nessuno ti ha mai detto... - ripetè l' altro
con un sorriso obliquo - forse perché non frequenti proprio nessuno. Vorrei
vedere se... oh, ma non ci resta che aspettare, per goderci la scena. -
- Credi che prendi ordini dai miei fratelli. Ti sbagli di
grosso. -
Mormorò la ragazzina. E il nervosismo
nella sua voce sembrava dire il contrario delle sue parole.
- Provamelo. -
- Cosa? -
- Provamelo. - ripetè Draco, e il suo sorriso se possibile si
allargò ancor di più - Fra tre giorni c' è il ballo di fine anno, subito dopo
la finale di Quidditch. Vienici con me. -
La ragazza barcollò. Per poco i libri non le caddero a terra di
nuovo. Le sarebbero caduti anzi se l' altro non glieli
avesse tolti di mano.
- Sei impazzito. -
- Una teoria interessante. Che non ho
intenzione di smentire. O confermare. Ma ancora non mi hai risposto. Forse non sei così
indipendente come vorresti far credere, Virginia Weasley. -
- Sì che lo sono. Ma forse non
ci voglio venire al ballo con te. Non sarai un mostro... -
- ...non ancora... -
- ...ma sei indubbiamente un
insopportabile ragazzo presuntuoso e viziato. E poi...
-
- ...e poi speri ancora che il tuo eroe con la cicatrice in
fronte ti usi ancora come ripiego dell' ultim' ora? O mi sbaglio. Io mi sentirei molto umiliato di questo,
Virginia, ma se a te sta bene così... -
Non sembrava affatto che lo stesse bene.
La giovane scosse il capo, ed i suoi capelli di fiamma.
- E tu, Malfoy... cosa penserà la gente
sentendo che hai invitato una... filobabbana? -
- Che sono impazzito. - rispose l' altro
senza scomporsi - O che sto tramando qualcosa. Chissà, potrebbero esser vere
entrambe le cose. Allora mi dici di no? Un vero peccato... ma
credo che sopravviverò al rifiuto. -
- E invece ci vengo! Ci vengo con te al
ballo! Voglio proprio vedere se hai il coraggio di andare fino in fondo. -
Con sincronismo perfetto la ragazzina pronunciò la frase proprio
nel momento in cui l' orda dei Weasley compariva dall'
angolo del corridoio.
- I tuoi libri Virginia... -
Disse soltanto Draco porgendo i volumi all' altra.
E poi si allontanò sorridendo.
Così sarei andato al ballo con Ginny Weasley, alias la disperata
fan di Harry Potter. Fui lieto di vedere che la versione dei fatti Draco sta tramando qualcosa era in netto vantaggio su quella che
diceva a Draco è andato il cervello in pappa. E poi
era vero che stavo tramando qualcosa. Né ero il solo.
Perché la scena nel corridoio non era affatto l' inizio
di tutto. Al contrario, si può dire che fosse quasi la
fine. Il vero inizio risaliva a quasi due settimane prima,
quando io e la mia squadra stavamo per recarci al campo d' allenamento. La mia
squadra... si perché adesso ero io il capitano.
Ovviamente tutti erano pronti a dire che il merito era dei
soldi di mio padre. E non era vero... ma aveva
importanza forse? Ci stavamo recando agli allenamenti... non che io ne sentissi un particolare bisogno. Tanto ero certo che Potter
con la sua fortuna dannata sul campo mi avrebbe fregato per l'
ennesima volta. Come ero altrettanto sicuro che
la coppa del Quidditch sarebbe andata a Serpeverde quell' anno. D' altronde se
certi eroi sentono il bisogno di conquistare il boccino entro i primi dieci
minuti di gioco invece che far fare punti alla
squadra... questi non erano fatti miei, o mi sbaglio? Fatto sta che Serpeverde
aveva un vantaggio di cinquecento punti su Grifondoro... guadagnati quasi tutti
nella lunghissima partita contro Tassorosso... squadra che faceva acqua da
tutte le parti dopo aver perso l' anno precedente l'
unico giocatore decente che avesse mai avuto. Questi erano i fatti. Piuttosto
noiosi forse per chi non è appassionato di Quidditch, ma ho cercato di
sintetizzare al massimo. E gli allenamenti per
Serpeverde in definitiva non erano dunque che una scusa per impedire ai nostri
avversari di usare il campo.
Non ricordo cosa stessi dicendo ai miei
giocatori... qualche battuta cattiva probabilmente... quando l' ho vista.
Esile, quasi fragile, con i capelli sciolti lungo le spalle. Sola. Silenziosa.
Pochi istanti dopo avevo congedato i miei con una
scusa, dicendo loro che li avrei raggiunti dopo.
Stava disegnando quando la raggiunsi. Nascose il foglio. Il
disegno non era gran chè, bisogna ammetterlo, ma la
cicatrice a forma di saetta sulla fronte del suo pupazzo era sin troppo
riconoscibile.
- Adesso come posso non pronunciare qualche frasetta sprezzante?
-
Mormorai con un sorriso. Ginny Weasley mi guardò come
terrorizzata. Non l' avevo mai degnata della mia attenzione prima. Ed era ovvio che la cosa non le piacesse.
- Dato che sei così silenziosa credo
che salterò la fase degli insulti. Anche se è una
delle più divertenti a mio parere, e vedrò di andar diritto al sodo. - dissi
ancora - Insomma... pensi di stare nascosta in un angolo a sospirare ancora per
quanto? Se fossi al tuo posto io cercherei di fare
qualcosa per ottenere ciò che voglio... anche se ovviamente non condivido affatto,
né potrei mai condividere i tuoi gusti in fatto di innamorati. -
La piccola Weasley non disse nulla. Fissava con ostentazione il
cielo sopra di lei. Eppure era chiaro che le mie parole l' avevano
interessata.
- Dove vuoi arrivare? -
Mormorò infine.
- Oh, nulla di terribile, nulla che giustifichi il timore nella
tua voce. Solo il rimedio più antico del mondo contro l' indifferenza
della persona amata. La cara vecchia gelosia. In parole povere sono convinto
che al soggetto dei tuoi schizzi riuscirà estremamente
difficile continuare a ignorarti se tu venissi al ballo della scuola... diciamo
con me. -
- E tu che ci guadagni in tutto questo,
Malfoy - fece la ragazzina fissandomi per la prima volta diritto negli occhi -
dov' è il trucco? Perché non sono certo le mie pene d' amore
ad interessarti. -
- Nessun secondo fine. Se non quello
abbastanza palese di osservare le espressioni stranite e vicine al collasso di
certi Grifondoro vedendoti comparire al mio fianco. -
- Perdonami se non mi fido. -
Fece lei con un sorrisetto vagamente ironico. Poi tacque. Ed io
rimasi a osservarla.
- Fa nulla, Weasley. - dissi infine - Era solo un' idea un po' perfida. Ma se tu non te la senti... non ti importunerò più. Forse un anno fa sarebbe stato
possibile, prima che... -
Non terminai la frase. Mi allontanai in silenzio. E come promesso non tornai ad importunarla. Fu lei a
cercarmi, al tramonto di quello stesso giorno.
Ci incontrammo, cospiratori in erba, di nuovo nel parco, tre
giorni dopo. C' è una grande differenza tra una giovane,
timida, Grifondoro, e un Serpeverde senza speranze quale io ero. E la differenza proprio in quei mesi andava allargandosi
sempre di più, come i due lati di una forbice, e ci si poteva tagliare a cadere
nel mezzo. Vedete, quella che per me era una semplice ragazzata, un passatempo
in fin dei conti quasi ignoto, rappresentava per la piccola Virginia il massimo
del suo ardire... tuttavia il piano che andavamo
tessendo era una zona grigia in cui noi due, con tutte le nostre diversità,
potevamo incontrarci, e ci stavamo divertendo entrambi come matti. Inoltre la ragazzina timida una volta sciolto il ghiaccio si era
rivelata molto più sveglia di quanto non avrei pensato. Soprattutto considerato che si trattava di una Weasley.
- Cos' hai in quel pacco, Malfoy? -
- Draco... Virginia. Chiamami, Draco.
Temo che la nostra piccola recita lo imponga. -
- Draco... oppure mio cavaliere? O
tesoruccio, o serpentello? -
- Tu mi vuoi morto. Il che considerati gli opposti schieramenti
a cui apparteniamo potrebbe anche essere
comprensibile. Il problema è tuttavia che con queste gentili espressioni rischi
di uccidere qualcuno dei tuoi fratelli... nessuno di loro soffre di cuore,
vero? -
- Non ancora. -
Rispose lei, apparentemente tetra.
- Oh, beh, a me non interessa poi tanto. In fin dei conti l' uccisione per gelosia potrei anche inserirla nel mio
curriculum... -
- Dimmi cosa c' è nel pacco. -
Fece lei bruscamente. Avevo violato il tacito patto di non
parlare della guerra che si combatteva oltre le tranquille mura di Hogwarts. E
cambiare argomento era l' unica cosa sensata.
- E' per te in realtà. Perché non lo
apri? -
Una sottile veste di seta grigio azzurra scivolo fuori dalla carta del pacco. Era un abito estremamente
semplice, estremamente bello, estremamente costoso.
- Dovrebbe essere della tua misura. Se mi sono
sbagliato meglio saperlo prima che sia troppo tardi. -
- Non posso accettare. -
- Tu accetterai l' abito, le scarpe di
raso, il nastro di velluto e il filo di perle di fiume. Gli orecchini e tutto
il resto. Ordini della fata madrina. Il problema è solo che a mezzanotte mi
ritrasformo in zucca. -
- Non posso accettare, davvero. Ma non
credo tu possa capire. -
E mentre pronunciava quelle parole la povera (nel senso
letterale e metaforico), piccola Ginny si guardava quell'
abito come se nient' altro esistesse al mondo.
- Accetta. Ogni arma è lecita in guerra e in amore. E la gelosia
deve uscir fuori dagli occhi del nostro obbiettivo.
Certo continuo a pensare che non ti faccio un gran favore gettandolo ai tuoi
piedi. Ma in fin dei conti non sono affari miei. Poi
se possedere qualcosa venuto dai soldi di un Malfoy ti turba tanto puoi sempre
bruciare la roba o meglio darla in beneficenza... se trovi qualcuno più
povero... -
- Draco Malfoy! - esclamò la ragazzina battendo un piede a terra
- Se vuoi che collaboriamo non puoi proprio... -
- Già non posso. - dissi con un sorriso quasi di scusa -
Immagino si tratti di un riflesso condizionato. Chiedo venia. -
- E se per un riflesso condizionato
adesso ti prendessi a calci? -
- Lasciamo stare. Il nostro piano prevede l' integrità
fisica di entrambi. -
- Allora pensiamo al tuo abito adesso. Ancora velluto nero e
colletto alto, Draco? -
- Perché? - feci come vagamente offeso
- Sempre meglio del verde portato da uno che è decisamente
anti-serpe. -
- Perché... - ripetè Ginny con un
sorriso - quel qualcuno ha definito il tuo un abbigliamento da vicario... e i
vicari in genere non suscitano poi troppa gelosia. -
- Anche questa... - dissi passandomi
una mano tra i capelli - e dimmi, come vorresti che mi... -
Mi interruppi, Ginny, aveva sollevato il suo vestito, e
sembrava quasi che volesse farmelo provare.
- No, alla Allock non mi ci vesto. Nemmeno se me lo ordina... -
Altra frase inopportuna troncata appena in tempo. Ma stavolta Virginia non sembrava turbata. Forse si stava
abituando all' idea che espressioni del tipo nemmeno
se me lo ordina l' Oscuro Signore facevano parte del mio vocabolario abituale,
senza sottintesi di sorta... o almeno non più del mio solito.
- Pantaloni blu, camicia azzurra, no decisamente
niente tunica. E mantello blu. Perché
è proprio come pensavo. Hai gli occhi cangianti e con questi colori non sono
più di quel grigio freddo e incolore che conosciamo e temiamo. -
- Buono a sapersi. Evitare l' azzurro a
tutti i costi. Meno che per la sera del ballo. Lì bisogna
fare tutto secondo la tradizione... veste da principe azzurro compresa.
-
- Non troppo secondo la tradizione... -
- Che vorresti dire? -
- Mi sono informata a mio modo, e il falso cavaliere è un tema
di sin troppe storie... specie se prendi le opere di consumo babbane... e la
finale di questi racconti è invariabilmente una... -
- No! Non dirlo Ginny. Dovrei essere io il cattivo qui... o l' hai dimenticato? -
- Strage di Weasley.... -
- E di Malfoy... -
- No - ammise Virginia - certe cose non vanno dette nemmeno per
scherzo. -
- Ah, Ginny... ti mando l' elfa di mia
madre perché ti aiuti a truccarti e via dicendo. -
- Abiti, elfi domestici... a parte che
così possiamo mettere anche Hermione tra le possibili vittime... qui mi sembra
che però la segretezza se ne stia andando a quel paese. -
- In effetti è vero. Ma
vedrai che troverò una soluzione anche a questo. O non
sono più un Serpeverde. -
PRIMO INTERMEZZO - nella torre di Grifondoro -
- Avete sentito? -
- Sentito cosa? -
- Ginny Weasley! -
- Ginny? -
- Va al ballo con Malfoy! -
- Quella Weasley e quel Malfoy? Avete visto cavallette in cielo?
O altri segni dell' apocalisse imminente? -
- Vorrei sentire tanto il parere della Cooman... -
- Sta zitta, Lavanda, sto cercando di
studiare. -
- Come sempre Hermione. -
- Hermione... tu dovresti avere delle notizie... più di prima
mano. -
- Ho detto che sto studiando. -
- Avanti Hermione... una ragazza intelligente come te dovrebbe sapere che non ti lasceremo in pace sino a quando
non ci avrai detto la tua autorevole opinione sul fatto del giorno. -
- Certo che Malfoy è proprio un bel pezzo di... -
Risolino.
- Avanti Hermione, dobbiamo pregarti in ginocchio? -
- Volete il mio parere? Che dovrò
andarmene a studiare in biblioteca, ecco il mio parere! E
state lontane dai fratelli di Ginny con le vostre domande idiote, per la vostra
incolumità. -
- Volevamo sapere... tu non sei preoccupata per Virginia. -
- Sono preoccupata, ma non per lei. E
adesso... tanti saluti! -
Porta sbattuta.
- E' comprensibile. -
- Cosa? -
- Non lo sai? Ron aveva finalmente trovato il coraggio di
invitare Hermione al ballo. Ma credi che penserà a
lei... adesso? -
- Che notizie mi porti dalla tua
torre... mia dama? -
- Che devo dirti? - fece Ginny sedendosi
sull' erba - E' strano essere al centro dell'
attenzione per una volta. E' strano sentire discutere i miei
compagni... di me. Tema del giorno... meglio un Malfoy o un basilisco? -
- La domanda è difficile... mi permetti
di consultare qualche libro in biblioteca prima di rispondere? -
- Permesso accordato. -
- E i tuoi fratellini? E il prode eroe? -
- Facce scure... scurissime. -
- Perfetto direi. -
- Io ai miei fratelli però vorrei dirlo come stanno le cose. -
- Sì, e così nel giro di un paio di minuti lo saprebbe anche
Harry. A parte il fatto che mi toglieresti la maggior
parte del divertimento. Ed il mio scopo in tutta
questa faccenda è divertirmi, non certo fare opere di bene. -
- Ci saremmo stupiti del contrario. -
- Già questo rientra nella normalità... sai
cos' è strano invece? Che ti stai divertendo anche tu... a
stare con il cattivo. Vero che qualche tempo fa avevi
Riddle come confidente... -
- Povera me... sono proprio senza
speranze. E tu che parli di corda in casa dell' impiccato...
nessuna finezza. -
- Certo l' argomento è scottante...
specie se ricordiamo la provenienza del famoso diario... ti secca che dico che
mi dispiace? Intendiamoci... farei anche di peggio...
farò anche di peggio. Ma mi dispiace lo stesso che solo per motivi di rivalità
che riguardano i nostri padri... -
Ginny mi guardò per un istante. Non disse nulla.
- E adesso... il motivo per cui ho
voluto vederti. -
- E sarebbe? -
- C' è una cosa che dovevo controllare. Salti per aria se ti tocco? Perché questo potrebbe danneggiare
notevolmente il nostro piano. -
Ginny si guardò intorno, e non c' era proprio nessuno.
- Paura, Weasley? -
Dissi con un sorriso insinuante. Non le feci nulla ovviamente.
Sorvoliamo sul fatto che fu piacevole stringere la sua vita sottile per un
istante. Molto piacevole.
- Adesso devo andare, Draco... se mi cercano... Non vogliamo fare la fine di Giulietta e Romeo, non è vero?
-
- Credo che di veleni noi ne sappiamo più di due babbani
imbecilli... comunque meglio che tu vada. Dobbiamo
farli arrabbiare i tuoi fratellini e protettori, ma non troppo, non troppo...
ah già mi immagino i loro volti cupi schierati lungo
le pareti. Questo sarà il ballo più bello della mia vita. -
Non andai al ballo, e nemmeno alla partita. Passeggiavo
tranquillo, pensando ai fatti miei, e con un sorriso terribilmente compiaciuto
stampato in volto.
- Dobbiamo parlarti, Malfoy. -
Un Weasley di fronte a me e due alle
spalle. Tattica di accerchiamento. La conoscevo bene. Anche
io l' avevo adoperata in passato.
- Parlarmi? Solo parlarmi? Allora non dovete temere che scappi.
- dissi sprezzante - In caso contrario dovreste stringere un po' alla mia
destra. Di lì c' è ancora abbastanza spazio perché possa sgusciare via. -
- Devi lasciare in pace nostra sorella, verme. -
- E se fosse lei a non voler essere
lasciata in pace? -
Rumore di nocche stridenti. Conoscevo i segni abbastanza bene
per sapere che qualsiasi cosa avessi detto il
risultato sarebbe stato lo stesso. E ciò mi spinse ad
abbandonare ogni prudenza.
- E se vi dicessi che sono innamorato...?
-
Non mi lasciarono finire la frase. D' altronde di fronte ad una
menzogna così spudorata persino io stesso mi sarei picchiato. Sul seguito
caliamo un velo pietoso. Ma dov' erano Tiger e Goyle
quando servivano?
- Presto starai meglio Draco. -
Disse Mrs Chips in tono pratico. Dubito che provasse
troppa simpatia per me, dopo che al terzo anno avevo fatto per tanti mesi il
malato immaginario.
- E la partita? Me la sono persa, non è vero? -
- Grifondoro è stato squalificato. E' finito in coda alla classifica.
-
Lo disse con il tono di chi poteva sospettare che l' avessi
fatto apposta a farmi pestare a sangue.
- Ed il ballo? -
- Hai una caviglia storta, niente da fare Draco... domani sarà
guarita, ma per stasera non puoi assolutamente sforzarla. Adesso ti lascio
riposare... puoi leggere un po' se vuoi. -
Leggere! In quella che doveva essere la sera
del mio trionfo. Leggere! Beh, il trionfo c' era comunque,
Grifondoro ultimo in classifica... questa volta nemmeno il vecchio barba bianca
avrebbe potuto far nulla per risollevare le sue sorti. A meno che Potter non si
fosse inventato l' ennesima impresa eroica...
- E' permesso? -
Entrò Ginny. Vestita come una principessina, sfavillante d' azzurro.
- Disturbo? -
- No, affatto... purchè non ci siano altri Weasley con te. -
- Quegli stupidi dei miei fratelli sono ai ferri per ora. E sono davvero furiosa con loro. -
- Tanto... se non mi meritavo di venire
picchiato stavolta ci sarà un motivo in futuro che giustificherà il massacro...
ed il conto alla fine andrà sempre in mio favore, temo. -
- Questo si chiama vittimismo, Draco. -
- No. E' semplice consapevolezza. Quello che l'
Oscuro ha fatto al tuo amichetto è nulla... - abbassai il tono della
voce - è nulla rispetto a quello che accadrebbe a me, a uno come me se non dovessi...
soddisfarlo. -
Ginny mi guardò per un istante. Non sapeva che dire.
- Ovviamente se me lo chiedessero negherei di aver detto una
simile frase. Senza contare che non sono poi così afflitto
per il ruolo attribuitomi dalle circostanze. Sarebbe ipocrita da parte
mia fartelo credere. -
- Non dire altro per favore. -
- Sapevi cosa sono, e chi sono. Ti è
stato ripetuto fino alla nausea credo. Il nostro era solo un accordo di breve
durata. E adesso le nostre strade tornano a dividersi.
O non verrai a dirmi che sei... sensibile al fascino
del male, in fin dei conti. -
- Veramente ero venuta perché mi sentivo in colpa. E perché la
mia assenza al ballo sarà significativa quasi quanto
la recita che avevamo progettato. -
Ed io sorrisi.
- Così mi piaci... Weasley. Ma non sei
costretta a passare la sera con me. -
- Sì, se lo voglio. E se a te non dispiace.
-
- Per una sera... perché no? -
Non ricordo di che parlammo, stupidaggini con tutta probabilità.
Non si possono passare quattro anni nella stessa scuola senza avere nemmeno un
argomento di conversazione neutrale. Professori, compagni... il servizio in
tavola...
Si fece tardi senza che ce ne accorgessimo.
Poi mi protesi verso di lei. Normalmente Virginia Weasley avreste potuto
definirla graziosa. Ma quella sera era semplicemente
incantevole. E io l' afferrai per la vita. E la baciai. Passò qualche istante prima
che lei si rendesse conto... Ma a quel punto l' avevo già lasciata andare.
- Almeno non sarà Potter il primo... - mormorai - quell' idiota senza speranza... e adesso vai... te l'
avevano detto che ero pericoloso, no? Non puoi dire di non essere stata
avvertita. -
- Ero stata avvertita. -
La giovane chiuse gli occhi.
- E' solo per questo che mi hai baciato? - sussurrò piena di
tristezza - Solo perché non fosse Harry... -
- No. Forse sarebbe meglio per te credere il contrario. Ma la verità è che non ho pensato ad altro che a te, i
pensieri cattivi sono venuti... dopo. -
E lei annuì, senza dire una parola.
- Adesso sarà meglio che vada... prima che scocchi la mezzanotte.-
- Prima che scocchi la mezzanotte. Come nelle fiabe. -
- Addio, Draco Malfoy. -
- Addio, Virginia Weasley. -
E la lasciai andare.
Non rimasi più che pochi minuti in quel letto tuttavia. Vedete,
la mezzosangue era stata piuttosto abile nel scoprire
il modo in cui noi Serpeverde comunicavamo con la giornalista rompiscatole, ma
era stata una vera ingenuità credere da parte sua che io, vista la particolare
situazione, mi fossi limitato a parlar male di Potter e compagnia, senza
ricercare nessun altro vantaggio. In altre parole la Skeeter in cambio del mio
silenzio ha dovuto... insegnarmi qualcosa. So trasformarmi in libellula. E le libellule volano... caviglie storte o meno, volano. D'
altronde come avrei potuto altrimenti riportare con tanta precisione il
chiacchierio delle ragazze di Grifondoro?
SECONDO INTERMEZZO - nella torre Grifondoro -
- Ginny! -
- Cosa c' è Harry? -
- Ti ho cercato dappertutto... io... ecco... - fece un Potter
color peperone - volevo dirti che sono stato davvero
un idiota. A non capire... -
- A non capire cosa? -
Fece Ginny con un sorrisetto. Evidentemente le cattive compagnie
frequentate negli ultimi tempi avevano aguzzato la sua vena ironica.
- Che ti amo. -
In quello stesso istante una libellula
impazzita (io) prese a danzare per la stanza. Harry Potter stava mentendo, mentiva
spudoratamente, lo si vedeva a miglia di distanza. E la cosa più divertente è che persino la piccola Virginia
sembrava essersene accorta. E' una fortuna che le libellule non sappiano ridere. Altrimenti sarei
morto dalle risate.
Poi mi fermai sul muro. Rumore di passi. Hermione Granger. E quella era pericolosa... specie per gli insetti
clandestini.
- Io ho detto quello che dovevo... -
- Che dovevi, Harry... -
- Ecco... insomma... pensaci per favore, Ginny. -
- Lo farò, non temere. Adesso puoi lasciarci sole? -
Povero Potter. Lo vidi allontanarsi con la testa china. Mi
chiesi chi gli avesse scritto il testo della
dichiarazione. Certo non la babbana, che aveva osservato parte
finale della scena la scena con viva disapprovazione dipinta sul volto.
Ronald era bello che ingabbiato e quindi... quindi forse quel piccolo
capolavoro di banalità era stato tutta opera sua. E pensare che era pronto a sacrificarsi per salvare la
piccola Weasley... salvarla da me!
- Cosa farai, Ginny? -
- Credo che Harry debba penare un po' innanzitutto. -
- Capisco. -
Fece Hermione con un sorriso asciutto.
- Sarebbe ipocrita da parte mia dirgli di sì anche se so che non
mi ama, o sbaglio? Però
potrebbe imparare... -
- E' una scelta che devi compiere tu. -
- Ron come sta? Sei andata a trovarlo,
non è vero? -
- Naso rotto e occhio pesto. Non volevano farmi passare... ma
poi quando hanno visto la mia espressione da strillalettera hanno capito che la
visita non avrebbe lenito affatto la punizione, tutt' altro. -
- Non credevo che sarebbe successo tutto questo... -
- Lo so, Ginny, lo so. Vorrei poter
incolpare il veleno dei Malfoy... ma per una volta siamo
tutti responsabili. Me compresa che non ho fatto nulla per
fermare quegli idioti dei tuoi fratelli. E sai
che ti dico, Ginny... fallo penare Harry, e non solo un po'. E
assicurati che quella libellula esca... perché il suo posto non è qui. -
EPILOGO
Sono arrivato quasi alla fine della storia. E concluderla
non è facile, considerato il tono fosco dell' epilogo. Perché
nessuno di noi ebbe modo per sapere quale sarebbe stata infine la risposta
finale di Virginia. Lo sfortunato eroe dagli occhi verdi sarebbe morto
pochi giorni dopo, per mano dell' Oscuro Signore, il
mio Signore. Quanto a me, mio padre approfittò del pestaggio subito per
togliermi subito da Hogwarts... sarei andato a Durmstrang venne
detto a tutti, ma in realtà la mia destinazione era un luogo molto più cupo...
questo castello. Ricordo che provai rabbia al pensiero di
essere stato sbalzato nel giro di poche ore da quella che era la mia adolescenza
alle responsabilità e al peso che toccano ad un apprendista mangiamorte.
Ma adesso non lo rimpiango. Perché il ricordo dei miei
ultimi giorni ad Hogwarts lo serbo ancora... è un
ricordo piacevole, anche se venato d' amarezza.
Porto la maschera d' argento adesso, ed
il mantello nero. E mi sono fatto onore. Dovevo farmi
onore dal momento che il comportamento ambiguo di mio padre aveva messo i
Malfoy in una posizione assai difficile di fronte agli occhi di Lord Voldemort.
Ma non voglio parlare di questo. L' oscurità dei miei
giorni la tengo per me. Adesso sembra che le uccisioni
siano volte al termine... e che il terrore stia per cessare, o meglio, muterà
il suo volto, trasformandosi in qualcosa di più sottile e affilato. Non più una
mannaia, ma il gelo di una paura che non ha bisogno più nemmeno di armi o bacchette puntate per fare sentire il suo tocco.
Molti sono morti. So che Ron ed Hermione si sono messi in salvo rinunciando ai
propri poteri e nascondendosi tra i babbani. Buon per loro. So che uno dei
gemelli si è unito alle ultime frange della resistenza. Per il resto è solo morte.
Mentre io sono ancora vivo. E godo della
stima del mio Signore. Perché l' ho servito fedelmente, senza
mai chiedergli nulla in cambio, se non la possibilità di mantenere quei
privilegi che erano già miei e della mia famiglia. Non gli ho mai
chiesto nulla... sino ad oggi.
L' ho vista mentre la portavano al castello. Ricordavo una
ragazzina deliziosa e ho visto invece una donna stupenda. Splendida
nonostante il volto rigato di lacrime e le catene. Ordinai mentre la
sospingevano verso i sotterranei che nessuno posasse un dito su di lei. Ho l' autorità necessaria per dare un simile ordine e non ho
esitato a usarla. Perché improvvisamente mi ero reso conto che non avrei
sopportato che un altro... Poco dopo mi precipitavo
dall' Oscuro Signore. Per chiedere che lei fosse... la mia
ricompensa. Ha acconsentito. E presto scenderò
verso le prigioni.
Non la amo. Se la amassi cercherei in
tutti i modi di portarla lontano da questo luogo. E da me. Da ciò che sono diventato, confermando tutte le previsioni fatte nei
miei riguardi. Non la amo. Ma la desidero. E non voglio che soffra. Non più di quanto
sia necessario a soddisfare le mie... voglie. Sarò gentile con lei, estremamente gentile. Eppure
inesorabile. Mi sembra di vederla, persa nella sua buia cella, inconsapevole di
ciò che l' aspetta. Ma non rimarrà lì a lungo. Sto
venendo a prenderti, Virginia Weasley.
Draco Malfoy