Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: himsavedme    16/01/2013    5 recensioni
Lui: Giovane poliziotto.
Il più famoso della città.
In tutti i casi acciuffa sempre i criminali, anche i più temuti.
Astuto. Furbo. Intelligente.
Un grande cuore.
Bello come il sole, occhi caldi, castano chiaro, sorriso da smorzare il fiato.
Conosce una ragazza: Natalie, detta Lily. Sarà il vero amore?!
Lui ha solo 19 anni, lui è Justin Bieber.
Lei: Non ama nessuno oltre il suo pitubull, nonché compagno di avventure, Zac.
Ottima bugiarda.
Intelligente. Furba. Ricercata.
Inafferrabile.
Provocante.
Senza pietà.
Bella come il sole, occhi freddi come il ghiaccio, capelli neri come la notte.
Di giorno è Lily, la dolce ragazza della porta accanto.
Di notte è Nat, spietata criminale.
Conosce Justin, un dolce ragazzo. Sarà amore?!
Lei ha solo 19 anni, lei è Natalie Morrison.
Di giorno, ottimi amici.
Di notte, nemici a sangue freddo.
Chi vincerà?!
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caitlin, Christian Beadles, Jeremy Bieber
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Prologo -

Presi le scale esterne dell'edificio e salii fino al tetto.
Il progetto infilato nei miei stivali neri diceva che esattamente a sette metri alla mia destra c'era una porta che portava all'interno del museo.
"Come farò ad entrare da quella porta? Magari è blindata." dissi a Conor osservando la mappa posta sul tavolo.
"Tranquilla, non viene mai usata. E' pure arrugginita, basterà un calcetto e si aprirà senza troppi problemi." rispose.
Infatti, come disse lui, mi bastò un calcio di forza mediobassa per aprirla.
Non c'era una minima fonte di luce, così dalla mia cintura che teneva armi speciali, presi la torcia, puntandola sulle scale.
Rapidamente ma in silenzio le attraversai, arrivando ad un portone argentato, chiuso a chiave, era una porta di servizio che mi avrebbe portata direttamente all'interno del museo.
Dalla mia coda perfetta afferrai due forcine che mi aiutarono ad aprire il portone senza romperlo, così da non lasciare segni evidenti.
Subito dietro la porta c'era il corridoio, dove ai lati c'erano vetrine con un sacco di oggetti vari di grandi valori.
Il mio compito non era quello di prendere tutto quello che trovavo, no.
Ma questo poco importava. Seguii le indicazioni scritte sul foglio di carta, che mi portarono in una stanza.
Utensili, vasi antichi, scritture, e poi il mio obbiettivo, un dipinto di Monet del 1902. 
Era proprio difronte a me, a circa cinque metri di distanza, che diventarono due. 
Non potevo avvicinarmi di più, ne ero sicura. Più di una volta ho rubato in un museo, quindi afferrai la mia bombola a gas che spruzzai sul quadro senza rovinarlo. Il gas mise in risalto due luci verdi messi a croce sopra il dipinto. Una minima goccia di sudore avrebbe fatto scattare l'allarme, quindi prenderlo da quella posizione sarebbe stato inutile, tanto valeva dichiararsi alla Polizia direttamente. 
Ma un paio di lucette non avrebbero impedito il mio intento, uscii dalla stanza, girai a sinistra e poi di nuovo a sinistra subito dopo, e dopo una decina di metri, di nuovo a sinistra, trovandomi esattamente dietro il quadro, protetto da uno strato di cemento, ossia il muro.
Sempre dalla mia fidata cintura presi il laser. Lo puntai perpendicolare al muro, premetti il pulsante e una lucetta rossa sottilissima si scontrò contro di esso, fondendo il punto. Tracciai un contorno nero a forma quadrata.
Con delle pinze apposite afferrai la piccola sporgenza di muro quadrato, attirandolo verso di me, staccandolo del tutto dal resto, dall'altro lato, c'era il mio dipinto. 
Appoggiai il cemento pesante a terra, facendo il minimo rumore. Il quadro era ancora appesso all'altro lato, che subito tolsi.
Afferrai di nuovo il cemento e cercai di riposizionarlo, ci riuscii quasi del tutto, bastava fonderlo col resto, ma per mio madornale errore, il laser che avevo ancora in mano mi scivolò, facendo rimbombare un suono secco, che spaccò il silenzio di tomba.
"Merda." sussurrai imprecando.
Lo raccolsi, afferrai il quadro, cercando una via di salvezza prima dell'arrivo del guardiano.
Mi guardai intorno, due lunghi neon spenti erano sopra di me e affianco un tavolino con dei quaderni che mette a disposizione il museo per leggere quello che i visitatori pensano dell'edificio. 
Perfetto. Il quadro lo nascosi dietro il tavolino, su cui poi mi arrampicai per infilarmi tra i neon, a mo' di hot dog.
Sono molto atletica, oltre che figa, cosa che fa impazzire i poliziotti. 
I miei pensieri vennero interrotti dai passi svelti del controllore che si avvicinava furtivamente.
Dall'alto vedevo la luce della sua torcia che illuminava tutto, meno che me.
Potevo sentire il suo respiro affannato e preoccupato. Non lo avrei ucciso, neanche stordito, ma in caso si accorga di me, ero obbligata a tirargli un calcio di forza alta esattamente dietro la nuca, facendolo svenire, così da dimenticare le ultime cose che fece e che vide.
I miei muscoli cominciavano a cedere, ma non mi staccai dai neon.
Sentivo le gocce di sudore scorrere sulla mia fronte, e l'uomo era proprio sotto di me. Non potevo asciugarmele, sarei caduta.
In un tale silenzio si sarebbero sentite anche le formiche, perciò se cadeva una minima goccia, ero fottuta.
Ma la fortuna non era dalla mia parte, infatti, in pochi millesimi, la goccia di sudore si scontrò a terra, provocando un minimo rumorino, che però risuonò ovunque, era proprio ai piedi del guardiano.
Lui abbassò la testa, e la vide. Merda merda merda.
Subito alzò la testa, e mi vide. Preso dallo spavento fece cadere la torcia, accendendo però ogni luce del corridoio, mentre premette un bottone su un aggeggio fissato sulla spalla della camicia azzurra.
Probabilmente chiese rinforzi, dovevo uscire subito.
Scesi immediatamente dai neon, mentre lui afferrò la pistola.
Feci lo stesso, accasciandomi dietro il tavolino come riparo. Ma notai dietro di me gli interruttori della luce, che spensi.
Senza torcia, senza neon, non poteva vedermi, al contrario di me, troppo abituata ai luoghi senza luce.
La pistola non mi serviva più.
La infilai nella cintura, e sgusciai esattamente dietro l'uomo in preda al panico.
"Dove sei bastarda, dove sei?!" urlava.
Ero proprio dietro di lui, feci una mezza piroetta, sferrandogli un forte calcio sulla nuca, che lo fece cadere a terra, privo di sensi. 
Corsi a prendere il quadro, velocemente riunii il pezzo di cemento insieme a tutto il resto del muro, e tornai verso il portone da cui entrai, ma prima di uscire, sul tavolino lasciai il mio solito "ricordino", un bigliettino che baciavo ogni volta, lasciando la traccia del rossetto rosso.
Non ero così stupida, sapevo che avrebbero preso le impronte, quindi mi mettevo sempre le labbra di plastica, su cui applicavo il rossetto.
Richiusi il portone, salii le scale e mi ritrovai sul tetto. 
All'aria aperta, in cima al palazzo, potevo sentire le sirene della polizia avvicinarsi, sarebbero arrivati con gli elicotteri a distanza di pochi minuti, meglio sloggiare.
Presi la rincorsa e saltai un palazzo dopo l'altro prima dell'arrivo dei rinforzi.
Nessuno mi notò.
Quando ero a più di una decina di palazzi di distanza, con il fiato corto, mi fermai un secondo.
Ero sul tetto di un palazzo, un albergo. 
Avevo sempre la borsa a portata di mano, dove infilai il dipinto.
Dalla porta sul tetto entrai nell'albergo, e sgattaiolai fuori, senza nessun problema.
Una ragazza vestita tutta di nero, con una semplice borsa, niente sospetti, perfetto.
Arrivai dietro un vicolo, lontano dal museo. Tirai fuori dalla borsa il dipinto e lo osservai sorridente. Obbiettivo raggiunto, o meglio dire, Missione Compiuta.



SPAZIO AUTRICE
SCIAO BELLIIIIII.
Sono tornata con una nuova storia, però su Justin Bieber. Beh questo è il prologo che vi fa venire in mente qualcosa.
L'altra storia "Angels - Dare To Dream" ovviamente la continuo, ma solo quando riceverò almeno 1 recensione.
Se questa FF vi interessa fatemelo sapere, voglio almeno una recensione per sapere cosa ne pensate, se vale la pena di continuare o no :3
ATTENZIONE A ME: I PROTAGONISTI SONO (OVVIAMENTE JUSTIN BIEBER) E MEGAN FOX, CHE PRENDE LA PARTE DI NATALIE MORRISON. 
Scusatemi per gli errori, mi date qualche recensioncina? *fa gli occhi dolci* 
Grazie per le visite C:


Mailley, baci :*








 

  
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