Carte
di Gomma
Gliene
dava una ogni volta che andava a trovarla.
Una mano
pallida e adunca si posava sulla sua spalla, artigliandola con inaspettata
forza, in contrasto con il suo aspetto fragile.
L’altra
gli metteva in mano il piccolo oggetto.
Sempre
quel piccolo, isolato oggetto.
Lui
ringraziava, spronato dalla voce autoritaria della nonna.
La madre
si allontanava, soddisfatta, mugolando un motivetto a bassa voce.
Poteva
quasi percepire la vibrazione delle corde vocali sotto la pelle tesa del collo.
Stringeva
l’oggetto. Sua nonna gli intimava di buttarlo.
Lui
annuiva, ma di nascosto se lo metteva in tasca.
La sera,
a casa, lo tirava fuori e lo riponeva assieme agli altri, nel cassetto.
Carte di
gomma da masticare di mille colori. Neville Paciock ne aveva il comodino pieno,
unici regali ricevuti da una madre che non si ricordava di lui in tanti anni di
vita.
Ma, in
fondo, se gli regalava ogni volta delle carte di gomma, un po’ di bene doveva
volerglielo, no?
Neville
Paciock si sdraiava nel proprio letto.
Si
tirava le coperte fino al naso e sorrideva, stringendo l’ennesima carta di
gomma e sognando la madre.
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Note di fine fic
E approdo anche nel fandom di Harry Potter su EFP. Oggi mi sono riletta l'Ordine della Fenice ed è uscita...questa. Mi ha fatto troppa tenerezza la scena del S. Mungo, quando la madre di Neville gli da la carta di gomma e lui se la mette in tasca.
Niente di pretenzioso, ma mi andava di scriverla.
Dedicata alla piccola Giulia.