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Autore: Elis_Ginger    16/01/2013    3 recensioni
Mancava solo una parola, quella, così facile da pensare mille volte, ma che mai uscirà dalla mia bocca ancora. Non è colpa tua, non c'entri, anche se ne sei convinto. Se non ti ho perdonato, dovresti solo perdonarmi te di non averlo fatto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: questa poesia sono le 'parole' di una ragazza che si è uccisa dopo aver litigato con il suo migliore amico/ragazzo. L'amico teme di essere il motivo della sua morte, ma in verità il motivo era un'altro. Anzi, lui era la sua unica fonte di luce, ma troppo fioca per poter illuminare a lungo un vicolo buio.




Mi avevi chiesto perdono,

e io non te l’ho dato.

Mi avevi guardato a lungo negli occhi,

ma io non ti potevo vedere.

Mi avevi chiesto spiegazioni,

ma non potevo parlare.

Mi avevi urlato il tuo amore per me,

ma io non ti potevo sentire.

Mi avevi abbracciato forte, ma invano,

perché non ti potevo sentire.

 

Non c’ero a consolarti quando è successo,

non potevo nemmeno.

Non c’ero a piangere con te quand’è successo,

non sapevo piangere nemmeno.

Non c’ero quando ti hanno creduto matto,

quando invece eri solo morto un po’ con me.

Non c’ero più per dirti che non era colpa tua,

non potevi più sentirmi.

 

Ma io lo so lo stesso,

ho sentito il tuo respiro.

Avevi appoggiato la testa sul mio cuore,

sperando battesse ancora,

anche se non è successo.

Lo so lo stesso che hai capito.

Vedo nei tuoi occhi una speranza,

in cuor tuo stai cercando di dimenticarmi.

Ma so anche che non ci riuscirai mai,

perché quando appoggiasti il tuo orecchio sul mio cuore,

inevitabilmente,

una parte di me si impossessò di te.

 

Quando piangi, piango anch’io.

Alla fine la colpa è stata solo mia.

Cerca di capire:

era notte, avevamo litigato, ed andava tutto storto;

c’era un tipo in fondo alla strada con un coltello in mano.

Io gli sono andata in contro, chiudendogli il coltello.

Se poi è successo, è stata solo colpa mia.

Vorrei solo poter tornare indietro ed abbracciarti,

vorrei solo poterti dire che io ci sono ancora, anche se non mi vedi.

Vorrei poterti dire che se soffri tu, ci sto male anch’io.

Vorrei poterti scongiurare di non versare più lacrime, perché ogni volta muoio ancora.

 

Tu non volevi litigare,

avevi detto scusa.

Cercavi le mie labbra ancora, volevi il mio respiro accanto al tuo.

E mi avevi chiesto perdono,

ma io non te l’ho dato,

e per questo sei tu a dovermi perdonare.




Nonostante sia scritto che non è possibile fare dediche, io la faccio lo stesso, perché la persona che ha vissuto questa situazione c'è veramente.
L'ho conosciuto tempo fa, era un ragazzo così simpatico e allegro, ma non avevo capito che dietro il suo sorriso si nascondeva una tortura.
Era la sua tortura. Una tortura d'amore.

  
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