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Autore: Raven Callen    16/01/2013    3 recensioni
Va bene parlare con il moretto, ridere, scherzare.
Va bene cercare di essergli simpatica.
Ma non devo spingermi troppo oltre.
E se poi mi innamoro?
Non va affatto bene.
***
Questo è un mezzo delirio scritto un po' di tempo fa.
L'ho ripescato per caso e mi è piaciuto.
Spero che piaccia anche a voi.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospiro, cercando di prestare attenzione all’ennesima, noiosa, lezione.
Ci provo davvero.
Ma la mia mente è quella di una sognatrice, non sembra creata per ascoltare - o peggio, ricordare.- le parole del professore, che sproloquia davanti a me.
I miei pensieri sono indomabili come puledri selvaggi.
Sfuggenti come piume o foglie colorate disperse dal vento.
Un lungo e sottile filo che attraversa gli argomenti più disparati, anche se persino io ho i miei luoghi comuni.
Rari, ma ci sono.
Sono una ragazza che, pur vivendo nella routine, - immersa nella noia fino al collo.- non sopporta quel senso di staticità.
Quei giorni tutti uguali, tutti grigi.
Quelli dove ti alzi la mattina e vorresti sotterrarti sotto il calore delle coperte, dove sai già tutto quello che farai durante il giorno.
Essere accompagnati perennemente dalla noia.
È orribile!
Per questo passo da una fissazione all’altra:
un film, un fumetto, un libro.
Una persona..
Ci sono momenti di intenso pensare, dove l’interesse per l’oggetto dei miei sogni ad occhi aperti raggiunge il culmine.
Poi tutto evapora, col tempo, scandito da un periodo di bonaccia.
Poi si ricomincia da capo.
Questa è la testa mia:
cogliere ogni cosa al volo, finché è tutto ancora vivido.
Non si può dire che io riesca a raccogliere tanto prontamente le occasioni della vita.
Ma questa è un’altra storia e io sto divagando.
Come al solito..
 
 
 
Sbuffo, proprio mentre il trillo allegro della campanella risuona nelle mie orecchie.
Troppo acuto, per i miei gusti.
Spezza il filo dei miei pensieri. Non lo sopporto.
Alzo lo sguardo e mi trovo davanti la figura di lui.
Quel ragazzo che è arrivato quest’anno nella mia classe.
Quello nuovo.
Senza accorgermene mi trovo a sorridere tra me e me, inclinando il capo da un lato e lo osservo mentre esce dall’aula per la ricreazione.
È strano.
Curioso.
Quel moretto ha catturato la mia attenzione con i suoi sorrisi sghembi e la sua aria birichina.
Scuoto il capo, ridacchiando.
Che scema che sono.
Me lo ripeto di continuo:
Non devo ricascarci.
 



 
I miei occhi attenti non lo perdono di vista un secondo, seguono ogni suo movimento.
Quel ragazzo sta incuriosendomi ogni giorno di più.
E, proprio come faccio per qualcosa che mi interessa, lo studio, lo analizzo.
È esattamente come per un film che mi cattura particolarmente:
cerco informazioni su di esso e tutto ciò che lo riguarda.
Spesso anche in modo morboso e ossessivo.
Magari con le persone ci vado un po’ più piano.
Ma per il resto è esattamente lo stesso.
Mi reputerebbero cinica, se esponessi questo pensiero.
Non mi importa.
Torno a concentrarmi sul moretto.
Lui è li, che chiacchiera con alcune delle mie compagne.
Faccio una smorfia, reprimendo sul nascere una gelosia del tutto ingiustificata.
Mi tiro un ceffone mentale, alzandomi.
Mentre esco dalla classe mi rimprovero mentalmente.
Non devo ricascarci.
 
 
  
Sorrido allegra.
Ridacchio divertita ad una delle sue battute.
Visto da vicino è ancora più interessante.
E parlare con lui, faccia a faccia, è incredibilmente piacevole.
Era da tempo che non stavo così bene.
È divertente, buffo a tratti, e molto intelligente.
Dibattere con lui è stimolante e produttivo.
Spero di diventare sua amica.
Vicino a lui mi sento.. felice.
È forse sbagliato?
Sorrido di nuovo, con amarezza.
Sono proprio ingenua, a volte.
Lui si accorge del mio cambio di umore, me ne chiede il motivo.
Inclino il capo e forzo un po’ il mio sorriso.
Dico che sto bene.
Mento.
Non devo ricascarci.
 
 
 

Va bene parlare con il moretto, ridere, scherzare.
Va bene cercare di essergli simpatica.
Ma non devo spingermi troppo oltre.
E se poi mi innamoro?
Non va affatto bene.

 
 




La mia mente viene catapultata all’indietro, nel passato.
Che poi non è neanche tanto passato.
È solo qualche mese fa. Uno, due al massimo.
Quando c’era quel ragazzo.
Quel bel corvino.
Che mi faceva battere forte il cuore.
A cui regalavo i miei sorrisi, i miei pensieri, il mio amore.
Lui non era una fissa, credevo che fosse così.
Di lui mai mi sarei stancata.
E in effetti è stato così.
Lui si è stancato di me.
È venuto un giorno, dicendomi di essersi fidanzato.
Mi ha ucciso, quel giorno, con una frase sola.
È bastato talmente poco da fare paura.
Terribile.
Ha fatto male.
Un male atroce.
E fu allora che, tra le lacrime sul mio cuscino, giurai a me stessa:
Non devo ricascarci.
 
 
 









Angono del Corvo:


Ok, questa one-shot non ha assolutamente senso.
L'avevo scritta secoli fa, ispirandomi al mio nuovo compagno di classe.
(la situazione non è cambiata di molto, ma non importa)
Però oggi, rileggendola, non mi è sembrata poi così male.
Quindi l'ho pubblicata. Fatto, finito. Amen.
Ci vediamo nelle recensioni ^^
  
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