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Autore: Hotaru_Tomoe    16/01/2013    9 recensioni
Raccolta di oneshot ispirate dalle fanart o prompt che ho trovato in rete su questa bellissima serie. Per lo più Johnlock centriche, con probabile presenza di slash.
Aggiunta la storia I'll be home for Christmas:Sherlock è lontano da casa per una missione, ma durante questo periodo il legame con John si rinforza. John gli chiede di tornare a casa per Natale, riuscirà Sherlock ad accontentarlo?
Questa storia, in versione inglese, partecipa alla H.I.A.T.U.S. Johnlock challenge di dicembre.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dato che in questo periodo sono al lavoro dietro alla long, avevo deciso di accantonare un attimo questa raccolta.
Però stasera apro il Tumblr di Reapersun e trovo questo (per chi non lo sapesse, sta disegnando una serie di fanart per la 30 day OTP challenge) e mi deprimo, poi vado su DeviantArt e la prima cosa che mi trovo davanti agli occhi è questo disegno di Teetotally e mi deprimo ancora di più.
Il risultato è la seguente flashfic.




PERDONO

John sale i gradini a due a due. Non si ferma al primo piano, dove c'è la vostra (ancora per quanto?) camera, ma sale al piano superiore e sbatte la porta con violenza tale che qualche pezzetto di intonaco si stacca dal muro.

Complimenti, ci sei riuscito in un tempo sorprendentemente breve.
Ma non sei stupito: tu sei fatto così, riesci sempre a rovinare tutto, anche le cose belle. Specialmente le cose belle.
Sono poche le cose belle che hai avuto dalla vita e John è sicuramente la più preziosa di tutte, ma nonostante questo, nonostante nel buio della notte tu gli abbia promesso che non l'avresti fatto mai più, sussurrandoglielo sulla pelle, l'hai tradito.
L'hai deluso.
L'hai fatto soffrire di nuovo.
Ed ora sai benissimo qual è la logica conclusione del tuo comportamento egoista. Non dovrebbe essere difficile dedurla, per uno come te e John te l'ha praticamente detto.
Allora perché non lo fai? Perché ti rifiuti di pensare a lui che esce dalla sua vecchia stanza con un borsone a tracolla, scende i gradini e lascia Baker Street, uscendo per sempre dalla tua vita?
Non riesci a pensare ad una tale eventualità perché fa male, fa così male pensare ad una vita senza John, di nuovo, fa così male che per la prima volta dopo tre anni senti lacrime calde bagnarti il viso.
Lacrime erano sul tetto del Barts tre anni fa.
Lacrime saranno questa sera.
Ed è colpa tua. Tutta colpa tua.
Ammettilo per una volta.
L'hai escluso e te ne sei andato ad indagare per conto tuo. Hai sbagliato. L'unica cosa che ti aveva chiesto era di non sparire, di non farlo stare mai più così male e tu non hai nemmeno saputo mantenere questa promessa, che è così poco.
Non cercare di giustificarti. Non cercare di convincerlo che hai agito in buona fede.
John non ha bisogno di questo, non lo merita.
C'è una sola cosa che puoi fare adesso e non sai nemmeno se basterà a fargli cambiare idea. Ma devi farla. E non devi farlo per te, ma per John, per l'amore che ti ha dato, che ti da ogni giorno, perché è un essere umano di gran lunga migliore di te.
Sali le scale anche tu e appoggi una mano sul legno della porta della sua stanza.
"John."
La voce ti trema, trema così tanto che assomiglia ad un singhiozzo.
Oh, adesso te ne accorgi di ciò che stai per perdere? Adesso ti importa?
Sai che è tardi, è troppo tardi, perché dall'interno non arriva alcuna risposta.
"John!" chiami ancora, e questa volta singhiozzi per davvero.
E' il silenzio, ostile e feroce, che ti manda definitivamente nel panico.
Appoggi la fronte alla porta ed inizi a cantilenare "Perdonamiperdonamiperdonami."
Lo ripeti sino allo sfinimento, sino a quando la voce non diventa rauca per lo sforzo ed il fisico, provato da tre giorni di digiuno e prigionia, cede.
Scivoli lentamente a terra, ma non smetti di parlare, non smetti di rivolgergli la tua ossessiva preghiera
"Perdonamiperdonamiperdonami"
perché senza di lui non sei nulla, senza il suo amore non c'è più nulla e una vita senza John no, proprio non riesci a concepirla.
I minuti passano, si trasformano in ore ed alla fine il tuo corpo ha pietà di te e ti concede di addormentarti di un sonno angoscioso ed agitato, accucciato lì a terra.

E' in quella posizione che John ti ritrova, la mattina successiva quando apre la porta.
Nemmeno lui sembra aver dormito molto quella notte, ma il suo sguardo è ancora duro, freddo.
Vorresti alzarti, buttargli le braccia al collo e tornare ad implorare il suo perdono, ma non riesci a fare nessuna di queste cose, perché il tuo corpo urla di dolore per la posizione scomodissima cui è stato costretto e non riesci a parlare, sei rimasto senza più voce.
E allora resti lì a terra, come un supplicante e lo guardi, lo guardi con gli occhi rossi e pieni di paura.
Ed alla fine John, il suo grande cuore che ti ama più di quanto meriteresti mai, ti perdona.
Si inginocchia di fronte a te e ti passa una mano tra i capelli sporchi.
"Idiota. Dannato idiota." sussurra, prima di abbracciarti.

   
 
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